Recensioni per
All This And Heaven Too
di Aliseia
E il cuore è difficile da tradurre |
La prima cosa che mi è affiorata nella mente leggendo le prime righe della storia è stata "Ma che grandissimo pezzo di str**** che sei, Elijah!". No, davvero, sono rimasta talmente allibita che gli avrei spaccato la faccia lì su due piedi! XD Ha fatto a Tristan tutto quello che poteva per mortificarlo, insultarlo, destrutturarlo pezzo per pezzo, e non mi riferisco tanto alla parte sessuale della faccenda, quello era un gioco che piaceva tanto a Tristan quanto a lui e che il piccolo Conte si era ampiamente cercato... (anche se devo ammettere che nei panni di Tristan gli avrei mollato due bei ceffoni se mi avesse detto che l'unico mio scopo nella vita era essere la sua puttana e farlo godere...). Comunque la perfidia sottile di Elijah è stata quella di insistere sul suo improrogabile viaggio a New Orleans, sottolineando che Tristan ne era escluso, che non c'entra niente con la sua famiglia, con i suoi doveri e con i suoi "veri" affetti. Una cattiveria inconcepibile, che va a toccare proprio il punto più scoperto e sofferente di Tristan, la sua paura di essere nuovamente abbandonato, emarginato, di essere soltanto un giocattolo sessuale. La reazione di Tristan a tutto ciò è ovvia, provocare, aggredire, colpire per fingere di non essere colpito... ma è Elijah che non perdono. Avrebbe potuto benissimo dire chiaramente che i suoi impegni a New Orleans erano importanti e irrinunciabili, ma senza far sentire Tristan estraneo ed escluso. Ci sono tanti modi di dire e fare le cose e Elijah ha scelto il peggiore, come del resto fa sempre quando si tratta di Tristan. Si può davvero dire che Tristan tira fuori il peggio di lui, la sua parte più oscura, sebbene in questa situazione, in una sorta di luna di miele, non ci sarebbero motivi per rovinare tutto. E il modo in cui, poi, possiede Tristan sembra avallare ancora di più l'opinione che Elijah ha di lui, ossia che è soltanto un giocattolo sessuale. |
Eccomi tesoro. È tutta la mattina che penso a cosa dovrei scrivere in questa recensione. E più ci penso e più mi sento stupida. Perché questo spaccato di una mezza giornata è perfetto così com'è e io non voglio sciuparne neanche un pezzettino. Io lo capisco, Tristan, lui ha una paura fottuta di essere abbandonato, di non essere importante, di non contare abbastanza. E lo sa che quel comportamento è sbagliato e infantile, ma, nonostante i mille e passa anni non può fare a meno di sentirsi il bambino impaurito che cammina nel corridoio del castello la mattina presto. Quando si sente così vulnerabile alza un muro, alto e freddo, risponde sarcastico, pungente. E preme tutti i tasti che sa che all'altro fanno più male. Ci va giù, ci pesta come se fosse il giorno del giudizio, ben consapevole di scatenare le reazioni dell'altro. Lo conosce, lo sa, ma non riesce a frenarsi. E va a finire che ad Elijah scappa la pazienza. |