Eccomi qua a recensire :D
Intanto mi auguro che il tuo periodo difficile sia passato ;)
Veniamo a uno dei momenti più difficili dell'esistenza di Riza, quello della guerra di Ishval.
Mi sono sempre chiesta come dev'essere stato per una ragazza cresciuta in un ambiente solitario e desolante trovarsi immersa in una realtà "collettiva" come quella dell'Accademia e poi, immediatamente dopo, in quella surreale della guerra. Ci sarebbero tutti i motivi per uscirne matti, considerando soprattutto il peso che porta la ragazza sulle sue spalle.
Mi ricordo che quando scrissi la long su Riza, durante la parte relativa alla guerra le misi davanti un cecchino come lei, Dante (non so se ti ricordi). Una frase che mi colpì molto in una recensione che ricevetti, fu qualcosa tipo "Dante non è un soldato, è il soldato... interpreta alla perfezione il detto mors tua vita mea" . Più o meno era questo il senso.
La maggior parte dei soldati si cala in questa parte, nel sopravvivere e nel considerare una guerra come una bolla a sé stante che una volta finita non avrà più conseguenze nella propria vita o comunque non ne avrà più per il resto del mondo. Per la famiglia che subisce la fame per le privazioni e la crisi economica, per la miseria e così via. Si crea un noi contro loro che va ben oltre le mere cause politiche (o degli homunculus in questo caso).
Riza è uno di quei casi che ha scelto di non rifugiarsi in questa comoda realtà (comoda, insomma... niente è comodo in un simile frangente. Trovo che tutti in questo caso abbiano agito più o meno giustamente di fronte all'immensità della situazione: sarebbe molto facile dire chi ha agito bene e chi no dietro una tastiera. Basta pensare a Hughes che ha semplicemente detto "combatto perché voglio sopravvivere")... soprattutto perché su di lei pesa l'aver creato l'Alchimista di Fuoco.
Ho trovato molto interessante quel breve passaggio in cui vede la distruzione provocata da Roy: con tutta probabilità è in quel momento che capisce veramente il peso di quello che ha fatto concedendogli di vedere la sua schiena.
E ovviamente ci si chiede perché gli ideali così belli condivisi poco più di due anni prima, davanti alla tomba di Berthold, siano stati storpiati in questo modo. Adesso sembra così ovvio che i soldati siano destinati ad uccidere: perché non averci pensato prima?
Certo per la giovane Riza, così chiusa e ignorante del mondo, è stato in qualche modo scontato lasciarsi traviare da Roy. Ma lui non poteva immaginare che indossando la divisa e diventando alchimista sarebbe stato costretto ad usare la sua arte in guerra? Forse all'epoca non ci pensava, pensava che la guerra sarebbe finita prima che ci fosse quest'eventualità. Semplicemente riteneva che la divisa desse potere e come tale una possibilità maggiore per creare un mondo migliore, del resto stiamo parlando di un paese che è praticamente una dittatura militare.
Insomma, sogni ed illusioni che poi si scontrano con la realtà dei fatti e con la natura umana che Kimbley mette a nudo... perché per quanto siano personaggi positivi è inutile negare che Riza provi quel frammento di compiacimento ogni volta che un suo tiro colpisce il bersaglio. A maggior ragione nel caso che quel tiro salvi la vita a Roy.
A proposito di questo, davvero bello il collegamento con la canzone :D
Bene, mi sembra di aver detto tutto anche qui.
Rimango in attesa del capitolo conclusivo. Mi chiedo se comparirà anche il resto della squadra, chissà xD
A presto ^^ |