Recensioni per
Sorgere
di tyelemmaiwe

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
27/03/18, ore 10:30
Cap. 1:

Tyel!
Dici che era l’ultima cosa che ti aspettavi di scrivere, ma questa è anche una delle tue storie più belle!
(Sarà che io, invece, adoro il sole e il caldo, e per me non ce n’è mai abbastanza, né dell’uno, né dell’altro!)

Ma basta divagare (considerato anche che arrivo a recensire con un imperdonabile ritardo)! Comincio subito a commentare il tuo racconto, che mi è piaciuto davvero tanto, ma tanto.

La descrizione della prima alba è stata davvero emozionante! Molto evocativa, a tratti poetica (“gocce di puro fulgore, che sfrigolavano liquide”, quanto mi è piaciuta questa immagine!), eppure così attinente alla realtà dei fenomeni fisici.
Il mio (ahimè, preponderante) lato scientifico si è divertito ad analizzare le tue splendide metafore con occhio clinico, ad associare “quelle onde d’aria rovente” alle onde elettromagnetiche che “trasportano” l’energia del sole fino al nostro pianeta, a ritenere molto appropriate quelle rocce che “vibrano come fossero vive”, dato che la temperatura è l’espressione “tangibile” della vibrazione di atomi e molecole.
E poi ancora, il bianco che “contiene ogni sfumatura”, i colori che sono “onde che le ritornano indietro”… ci sono precisi concetti fisici nascosti dietro il velo della tua prosa evocativa! (O, almeno, così mi è sembrato). Sono arrivata al punto che la frase “Lei conosce queste forze” mi ha spinto a fare un collegamento azzardato: la forza, in fisica, è una grandezza immateriale, che si manifesta solo perché agisce su qualcos’altro… proprio come Arien, che manifesta e irradia la sua potenza senza avere – o proprio perché non ha! – una forma concreta, e provoca mutamenti su ciò che la circonda.

E con questa, direi che è proprio il caso di chiudere con lo sproloquio scientifico, e passare a qualcosa che ho adorato ancora di più del richiamo ad argomenti che mi sono propri, vale a dire la caratterizzazione di Arien!
Un essere che avrei chiamato “indomabile”, se lei stessa non avesse detto che non è così che vuole essere definita. Un essere che ama la sua libertà al punto da rifuggire persino la materia, perché un corpo di qualsiasi forma (a differenza di quello che fa, forse, con gli altri spiriti) non la definisce, non la completa, ma la limita. Meravigliosa!

Ultimo, ma non ultimo, anzi forse la cosa che mi rimarrà più impressa di tutta la storia, è come hai descritto, tramite gli occhi di Arien, le entità che le gravitano attorno (parole non scelte a caso, trattandosi del sole): Tilion, Melkor, Eonwe e gli Eldar. E come sono acuti, i suoi occhi! Che sguardo penetrante, che giudizio preciso! Quello sugli elfi mi è rimasto impresso, in tre parole li inchioda al loro destino: costruttori - guerrieri - assassini.

Ma quello che non dimenticherò è l’incontro con Eonwe (sarà che, da quando ho letto Caccia Grossa di Kan, ho cominciato ad amare l’araldo di Manwe come mai mi sarei aspettata). Mi è piaciuta l’immagine di lui che abbassa lo sguardo davanti al giudizio di Arien – un po’ perché riconosce che lei ha ragione, e forse un po’ perché viene abbagliato dalla sua luce(?) – e mi è piaciuta ancora di più l’interpretazione che dai di lui tramite la previsione di Arien, cioè che quella che lui ora percepisce come una critica (essere troppo legato alle vicende terrene, amare la vendetta e la giustizia) finirà per diventare il suo orgoglio!
Complimenti, Tyel, davvero un'interessante analisi del personaggio!

E in tutto ciò non ho ancora detto nulla sullo stile. Queste frasi brevi, questi paragrafi distaccati tra loro, sono come lampi di luce che accendono di volta in volta un pezzo di cielo, un prato, una montagna, o un ricordo del passato, un giudizio sul presente. Dire che lo stile è appropriato è dir poco.

Ti ripeto, cara Tyel, una storia speciale, una delle migliori tra le tue che ho letto finora, che va dritta nelle preferite! Descrizioni meravigliose e una protagonista che è – è proprio il caso di dirlo – uno splendore!
Grazie infinite per averla scritta e condivisa.

Un abbraccio,
Los

Recensore Master
20/11/17, ore 17:46
Cap. 1:

Ok, finalmente direi che posso commentare questa storia come si deve.
Ho avuto bisogno di un po' di distacco, che il betaggio è stato matto e disperatissimo e tu lo sai bene quanto me XD. Comunque, eccomi qua.
Innanzitutto gongolo perché migliori di storia in storia e io sono fiera del lavoro che porti avanti e sì, anche di essere la tua beta *si fa pat-pat sulla spalla da sola*.
Scherzi a parte, quando il risultato è questo... Ne vogliamo parlare? XD E sarebbe pure il caso, va', di parlarne, altrimenti continuo a squittire e a dire cose senza senso andando in brodo di giuggiole da sola e di questa recensione non rimane nulla di comprensibile. Quindi, bando alle ciance.
Io, contrariamente a te, adoro Arien. Primo perché come farei a vivere senza bruciarmi al sole d'estate? Secondo perché, insomma, adoro il modo in cuti tutti la cercano, tutti la vogliono e lei se ne sta, invece, allegramente sola facendo della sua esistenza ciò che più le piace, cosa che tu hai reso, secondo me, benissimo.
Ma cominciamo dall'inizio: la prima alba. C'è tutto lo stupore, tutta la meraviglia di Arien mentre col suo vascello sale sempre più in alto e osserva la terra bramosa di calore che si anima, vive, cresce al tocco dei raggi del frutto di Laurelin.
Se con Aiarnel avevi mostrato il tutto dal pov di un cantore Telerin in un contesto particolarissimo e quindi avevi privilegiato i suoni descritti con grande forza, qui altrettanta forza ce l'hanno i colori, che acquistano una vividezza impressionante, fino alla più piccola sfumatura. Ok, io sono anti-Aman nel profondo quindi devo dirlo: Laurelin, Telperion, col sole voi non potete competere, poche storie!
E tra l'altro mi piace da matti come tu sia riuscita a mostrare con chiarezza l'indomabilità di Arien anche nel suo aspetto: la sua mancanza di un corpo, di una forma concreta, e la sua assoluta fierezza in questo. Cosa che nessuno di coloro che hanno provato ad avvicinarla ha capito, se non, forse, Eonwe sul finale.
E qui veniamo alla seconda parte del racconto, che se possibile ho amato ancor più della prima: la riflessione che Arien fa a proposito di Melkor è meravigliosa. A parte che adoro come lei lo tratti con sufficienza: "volevi darmi una forma di fiamma? Cocco, io so fare di meglio!" Ma poi quel lapidario: "moriranno nel loro stesso nero" che ogni volta che lo leggo sono brividi. Anche perché, insomma, lo sai, io a Melkor gli voglio bene, micino... No, più a Mairon in realtà, ma lo stesso... E comunque, divago.
Ah, e in tutto questo adoro come tu sia riuscita a utilizzare la versione di Myths Transformed tralasciando il lato creepy della faccenda, perché davvero ce n'era un gran bisogno.
Tilion invece mi fa una gran tenerezza nel Silma, e altrettanta nella tua storia. Eh, Arien, va bene, capirà, intanto però poverino deve avvicinarsi al frutto e scottarsi ben bene... Niente, adoro l'indipendenza di Arien ma quei due li shipperò sempre, credo, c'è poco da fare.
Ma la parte forse più dolce e che più di tutte mi ha trasmesso la completezza che desideravo è quella relativa a Eonwe: a parte il fatto che ho avuto l'impressione che tra i due si svolgesse una specie di dialogo silenzioso (dopo che Eonwe dice ad Arien di tornare indietro, intendo, ho l'impressione che tutti i pensieri che lei formula nei suoi confronti glieli mostri anche) e a parte il fatto che ho trovato di grande effetto l'immagine dell'aquila gigante con le penne scintillanti al sole, ma la durezza e la tenerezza allo stesso tempo dei pensieri di Arien verso di lui mi piacciono da matti.
È tutto giusto, è tutto vero, è tutto così che deve andare.
Ah, e poi vogliamo parlare di come Arien chiama i Noldor? "I Calaquendi Costruttori, i Calaquendi Guerrieri, i Calaquendi Assassini". Amo questo climax, c'è tutto.
E niente, credo che le mie capacità di lasciarti un commento sensato si siano esaurite: chiudo spronandoti a scrivere ancora e ancora e a dare il meglio di te (forse non sai che quando sono diventata la tua beta ho ricevuto in dotazione una frusta di fuoco, perciò ti conviene obbedirmi! :P)
Ci sentiamo in altri luoghi e per altre vie

Mel

Recensore Veterano
03/11/17, ore 21:44
Cap. 1:

Ciao!
Non credo di aver mai recensito altri tuoi lavori, ma devo assolutamente farti i complimenti per questa tua storia! O sarebbe più corretto chiamarla dipinto, dato che sei riuscita a creare un'atmosfera a dir poco suggestiva...
Purtroppo non posso definirmi un'esperta delle vicende narrate nel Silmarillion (ho letto integralmente l'opera solo una volta e sono passati troppo anni che hanno lasciato diverse lacune nella mia memoria), ma ricordavo comunque la figura di Arien e il suo essere legata alla creazione del sole.
Nel susseguirsi del viaggio del vascello, la prima indimenticabile alba si dipana davanti agli occhi di chi legge in un susseguirsi di luci e colori, mentre il mondo si tinge di mille sfumature che hai saputo descrivere con maestria innegabile. Sotto lo sguardo stupefatto di Arien il mondo cambia il suo aspetto: sembra proprio di riuscire a vedere i riflessi dorati sull'acqua e di percepire il calore che abbraccia lentamente ogni cosa, dalle rocce vibranti di energia ai teneri fili d'erba che si allungano verso il cielo.
In questo spettacolo, la Maia si immerge completamente, fiera di aver abbandonato la sua veste concreta per questo compito, anche se forse alcuni non hanno compreso subito la sua scelta. C'è una gioia incontenibile nel suo scrutare il mondo, e al tempo stesso una tenerezza infinita: ora lei è davvero ciò che vuole essere.
Davvero, non ho altre parole, se non queste frasi sconclusionate, per dirti quanto mi sia piaciuta!
Ancora complimenti!
A presto
Tielyannawen
PS: scusami per il primo messaggio ma ho spinto per errore il testo invio...