Ciao!
Dopo che tu hai recensito la mia storia, ho fatto un salto nel tuo profilo e adocchiato questa minilong. L'ho inserita tra le seguite e... beh, è rimasta lì fino adesso, quando finalmente ho letto il primo capitolo.
A incuriosirmi è stato il titolo, perché stupidamente mi ha ricordato uno di quelli della mia storia, lo ammetto. In mente mi richiamava un contesto antico, duro e allo stesso tempo imponente. E in parte devo dire che ho ritrovato questo all'interno del testo, quindi innanzitutto reputo il titolo attinente alla storia, oltre a esprimere una certa importanza.
Grammaticalmente c'è poco da dire, perché non ho trovato errori, tranne questo:
La donna si sporse oltre la sua figura: “vi è un medico con te?”. -> Qui non servono i due punti, serve il punto e la maiuscola all'interno delle virgolette. La stessa cosa vale per gli altri due casi simili: tra le battute che utilizzi, nessuna necessita dei due punti.
Ho trovato lo stile insolito per una narrazione di una storia, più simile a quello che si usa quando si fa un resoconto di un evento, formale e distaccato. In parte l'effetto è dovuto al narratore onnisciente, in parte alla sinteticità delle varie parti, sia descrittive che narrative. E' un testo scorrevole, ben scritto, dalle frasi lineari e un lessico vario e ben ponderato, ci sono alcuni termini che danno spessore e caratterizzazione al contesto e all'ambientazione, e questo è positivo; ma secondo me manca un tono, qualcosa che crei empatia e coinvolgimento.
Quindi è il susseguirsi degli eventi che in qualche modo deve sopperire a questa "mancanza".
L'ambientazione è molto vaga, non ho molti elementi per immaginarmi il luogo, immagino che lo conoscerò più avanti; mentre del contesto hai dato diversi schemi. Primo fra tutti il contesto sociale e militare, due tratti che sembrano ben legati tra loro: il primo è ben diviso tra gente illustre e la plebe; il secondo ha una rigida morale al suo interno mista ai suoi soliti difetti, dove il nome di una stirpe viene elogiato ma l'onore di un uomo può essere infangato per aver messo al mondo un figlio illegittimo con una popolana. Un figlio che tra l'altro, che lui lo voglia ammettere o meno, ama.
Una cosa che non ho capito, invece, è la questione del sangue. Immagino che la stirpe antica non sia l'unica ad aver generato uomini, ma c'è anche una che discende dalla Sorella. Qui, mi ha un attimo confuso l'accenno senza approfondimenti, è un passaggio importante che però tratti di sfuggita; forse troverà delucidazioni più avanti.
Mi farà molto piacere conoscere questi tre personaggi, prima fra tutte Diamante in realtà. Asor la considera una fanciulla a modo e bella, che non ha molte pretese né si esibisce in chissà quale modo; ma che affronta con la preoccupazione di una madre il suo arrivo, tanto che a sconvolgerla forse sia più il fatto che lui si sia presentato alla sua casa senza un medico. E' l'istinto della madre, e non certo l'arroganza, che lei tira fuori in questo momento, quella forza che contraddistingue una persona buona e a modo da una debole e accondiscendente. Diamante mi appare come una donna intelligente, dalla grande bontà, che sa amare anche in silenzio e rispettare il padre di suo figlio per quel che è, senza pensare di poterlo cambiare o chissà cos'altro; ed è anche una madre forte e preoccupata, che farebbe di tutto per il suo bambino.
Asor è combattuto tra le due realtà in cui si è chiuso lui stesso: quella della sua nascita in quanto uomo discendente della prima stirpe destinato a far carriera e uomo che ha un figlio illegittimo che ama e protegge. Ne esce fuori un contrasto nei suoi atteggiamenti: nasconde la vergogna, ma i suoi sentimenti lo spingono comunque a non lasciarsi quella famiglia alle spalle; si preoccupa per Astar ma l'orgoglio gli impedisce di rischiare più del dovuto e lo rende superficiale e borioso in un certo senso.
E poi c'è l'innocenza del bambino, quell'ammirazione che ha verso il comandante (che immagino non sapere essere suo padre). E' un uomo che sa quel che dice e quindi dev'essere vero. L'ultima frase è quella che mi ha dato di più, emotivamente. Ha saputo caratterizzare nel tono la semplicità del fanciullo.
Per concludere: è un capitolo interessante, con uno stile che non rientra propriamente nelle mie corde, ma ha una struttura ben precisa, un contesto che può essere approfondito, e ne varrebbe la pena, ma soprattutto dei personaggi che sono stati presentati molto bene secondo me, che mi hanno incuriosito molto e che voglio approfondire. Direi che è l'inizio di una storia che continuerò a seguire e a leggere il prima possibile (anche se non so quando sarà).
A presto! (Recensione modificata il 12/08/2018 - 06:08 pm) |