Recensioni per
Sad Beautiful Tragic
di Aliseia

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/10/18, ore 09:17

Anche io voglio un Klaus che mi dice che non devo preoccuparmi più delle bollette 😂😂😂
Comunque questi vampiri potrebbero davvero fare la vita da nababbi con il potere della compulsione che hanno e non ne approfittano! Boooo xd
Sono contenta per aurora e questo Paul mi piace 💜
Infatti è stata una cosa meschina abbandonarlo senza spiegargli niente 😆
Ti dico già che penso che passerò a recuperare anche le storie della parte degli angeli, mi avevi suggerito di lasciarla per ultima ma in questo modo faccio fatica a capire dove sono arrivata tutte le volte. 😂😂😂
Quindi per la mia sanità mentale è meglio magari tribulare un po' di più per capire il contesto, ma andare in ordine cronologico 😂😂
Ma esitò perché capì che il suo equilibrio " ma l'equilibrio di chi ? Di tristan o Elijah? 😐


Mi piace che Elijah chiede se si dicevano certe cose da amanti 😊😊😊😍

QUESTA frase.

«Sei pazzo… E se mi baci non ti potrai fermare.»🔥🔥🔥

Stupenda frase! Mi è piaciuta un sacco perchè simboleggia il dualismo di Tristan. Da un lato lo manda via, dall'altro lo provoca e quindi non vuole davvero respingerlo ^^

E bello anche il rimando a quello che ha detto a Davina, anche se io non lo ricordo o.O non so, forse non ci sono ancora arrivata a quella storia, o forse non ricordo o.o

Alla prossima! :)
(Recensione modificata il 01/02/2021 - 06:25 pm)

Recensore Master
06/12/17, ore 20:00

Eccomi qua, appena tornata dal lavoro e subito prontissima a immergermi nel nostro bellissimo mondo di sogni!
E comincio subito con la sensazione di "familiarità" che ho provato in molti punti, leggendo la storia. Questo Tristan che se ne sta da solo al buio in una stanza d'albergo a riflettere su tante cose mi ha richiamato immediatamente il "mio" Tristan nell'appartamento vuoto di villa Mikaelson, entrambi con un dolore dentro che non possono o non vogliono rivelare e che si rifugiano in una stanza in penombra, soli con la propria sofferenza. La nuova vita di Aurora a Parigi con il suo nuovo amante (ma lo sai che proprio in questi giorni pensavo che avrei dovuto trovare un compagno adatto per Aurora? Può darsi che approfitti del tuo Paul, se non ti dispiace... ). Tristan che non prova più gelosia per il fidanzato della sorella, bensì è sollevato e rasserenato per il fatto che lei possa costruirsi una nuova vita, libera dalle turbe mentali. Quanti rimandi, quante "coincidenze" tra i nostri headcanon, derivanti senza dubbio da una continua "sintonia mentale" per cui pensiamo sempre ai nostri ragazzi e creiamo continuamente nuove realtà per loro. Ma anzi, ti dirò ancora di più: io credo che questo mondo dove vivono Elijah e Tristan esista davvero, nel regno dove le storie diventano possibili, e che siano proprio loro a venire da noi per raccontarci le loro vicende e le loro gioie e sofferenze. Ed è per questo che tante delle nostre storie finiscono per convergere, perché sono sempre Elijah e Tristan che parlano con noi!
E poi... oddio quella seconda parte, Elijah tormentato dal rimorso di aver abbandonato Tristan mille anni prima! Mi si è infranto il cuore in mille pezzi, è proprio quello su cui continuo a soffermarmi nelle mie storie, nelle mie fantasticherie, nel mio plottare... e qui è espresso con tanta disperazione e incredulità quanta ne provo io!
"Finalmente Elijah tornò al presente, alla sua creatura che lo fissava e lo giudicava dal suo cerchio di luce. «Come ci sono riuscito? Eri mio. » Ora i suoi occhi sembravano accesi da uno strano fuoco." Questa parte ho dovuto riportarla, perché non avrei saputo dirlo con parole migliori. E' il mio eterno interrogativo, lo strazio infinito di questa coppia: come ha potuto Elijah abbandonare Tristan, sacrificarlo come esca, dopo averlo avuto tra le braccia, dopo averlo preso in quella notte indimenticabile? E' il motivo per cui non ho mai potuto pensare che i due avessero una vera storia mille anni prima, perché in quel caso Elijah non avrebbe potuto fare ciò che ha fatto. E questo Elijah che non ricorda, che non sa, si domanda la stessa cosa con angoscia, forse pensando a tutto ciò che ha perduto rinunciando a Tristan mille anni prima, a tutto ciò che gli ha negato e ha negato a se stesso, a tutto ciò che, comunque, non potrà mai riavere né ridonare a Tristan. Cosa può fare questo Elijah di fronte a un tale abisso di disperazione? Esattamente quello che fa: baciare Tristan, fargli sentire che lui c'è, che è lì per lui, che non lo abbandonerà mai più... e al tempo stesso baciarlo per sentirlo parte di sé, per il bisogno di un contatto fisico, intimo e dolce con lui, senza implicazioni sessuali, un bacio d'amore e non di possesso o di brama.
E c'è un'altra cosa che ho scritto nelle mie ultime storie, quelle che non ho ancora postato, e che ho ritrovato qui nella tua: Tristan che non vuole farsi dire "ti amo".
"Ma Tristan boccheggiò, comprendendo fin troppo bene. Pregò disperatamente nella propria mente, pregò che l’altro non dichiarasse davvero ciò che dicono certi amanti. Quelli che vivono senza problemi.
Poiché il suo unico scudo era l’orgoglio, e se gli avesse tolto anche quello non avrebbe saputo più cosa fare."
Tu non potevi saperlo, ma anche il mio Tristan nelle ultime storie ha più volte fermato Elijah prima che gli dicesse quelle parole che avrebbero potuto distruggere la sua presunta forza, che avrebbero rovesciato il suo mondo rendendolo piccolo e fragile. E ritrovarlo qui, nella tua storia, è stata un'emozione fortissima, perché ancora una volta i nostri mondi si sono incontrati senza saperlo, perché sono davvero Tristan e Elijah che ci appaiono e noi non facciamo altro che descrivere i loro gesti, sentimenti e parole. Ancora una volta, questo ne è la prova.
"Elijah Mikaelson aveva già fatto quella dichiarazione. Solo che Tristan non lo sapeva. Non poteva saperlo. Sussultò barcollando nella stanza attuale, sconvolto dalla precisione e dal realismo di quell’impressione, un moto dell’anima più che un ricordo, un fantasma represso nelle ombre dell’inconscio."
Questa frase l'ho voluta riportare perché mi ha impressionato: hai fatto accadere a Tristan e Elijah, nel loro riecheggiare l'uno le parole dell'altro senza saperlo, ciò che sta accadendo a noi con le nostre storie, che si richiamano e si compenetrano, che vanno ad allacciarsi in così tanti punti senza che noi lo sappiamo, ce ne accorgiamo solo quando andiamo a leggerle!
Ho sognato questa storia per tutta la giornata, vivendo le ore con serenità pregustando la gioia che avrei provato nel leggerla. Ed è stata così, una cascata di emozioni di ogni tipo, dalla tenerezza per il Tristan solo e smarrito alla sorpresa incredula di ritrovare tanta parte del mio headcanon, dallo strazio per il ricordo dell'abbandono e di tutto ciò che Elijah e Tristan hanno perso mille anni prima alla dolcezza del loro bacio e del loro saluto. Bellissimo e tenero il fatto che, al momento di congedarsi, sia Tristan che Elijah riprendano i loro atteggiamenti consueti, l'arroganza sfacciata di Tristan e l'attitudine imperiosa di Elijah... "fingendo" di cancellare i momenti precedenti in cui sono stati davvero loro stessi e hanno messo a nudo le loro anime e i loro cuori.
Un altro bellissimo e incantevole racconto, un regalo preziosissimo per una giornata in cui ho avuto poco tempo per me... ma quello che mi sono concessa con questa storia ha ripagato di tutto il resto della giornata! Grazie, grazie per le emozioni che mi dai, per questo flusso di pensieri e sentimenti che ci lega anche quando non ne siamo consapevoli, per le storie che vengono a illuminare le giornate pesanti, per avermi fatto conoscere e amare una coppia che può davvero cambiare la vita, che fa la differenza come nessun'altra mai.
Un abbraccio che è un grazie dal profondo del cuore!
Abby

Recensore Junior
06/12/17, ore 04:10

“Come ho potuto? Eri mio.” È sempre stato tuo, testone, capoccione. E sempre lo sarà. E tu sarai suo. È una cosa dalla quale non si può prescindere. È una conditio sine qua non. È sempre stato tuo, anche quando disperatamente tenta di salvare almeno l’orgoglio, l’unica barriera rimasta a frapporsi tra lui e l’inevitabile. Che per quanto s’impegni è già accaduto: “se EliJah gli chiede di non uccidere, lui non lo fa. Molto semplice.”
Elijah è tutto. Dalla sua bocca si dipartono vita e morte. La sua. Sempre. Costantemente. La morte dell’orgoglio che capitola ogni volta che lui dice “Tristan” nel suo modo unico, ogni volta che lo bacia nel suo modo unico. E non importa più di essere stato abbandonato, ferito, maltrattato. Importa solo la loro connessione forte di mille anni che varca tutto anche la morte, che si articola vivendo di quelle parole non dette, incarnando quelle parole con la loro più forte e feroce intensità.
Tu hai messo il ricordo di Elijah che dice a Davina in punto di morte, io ho guardato avanti e indietro (nello stesso tempo) e l’ho visto in posa a dire quelle parole ad un Tristan confuso, con la cravatta in mano. Blu.
Happiness is BLUE.
E anche in questa storia “bittersweet” dolce e amara insieme tu mi rendi felice. Non solo per l’appuntamento dell’indomani. “Don’t be late” sottinteso e perfetto. Non solo per il bacio alla Little, che da solo vale tutto. Nemmeno per l’Elijah in posa: il capolavoro d’uomo che non ne azzecca una manco pagato.
È tutto così perfetto da farmi essere al contempo triste e felice ed emozionata fino all’inverosimile e non posso far altro che mandarti il mio cuore in a jar e ringraziarti con tutto il mio affetto. Per questa e tutte le storie che scrivi.
💙💙💙