Quando ho visto il link della tua nuova storia ho fatto subito notare la “perfezione” del titolo. E non c’era dubbio per me che la parola fosse riferita a Tristan. La “perfetta imperfezione”, l’errore fatale che Elijah finge di rimpiangere per tutta la stagione 3. Tutto questo ci viene rivelato nel rovente, appassionato finale… ma vado con ordine.
La prima parte di questa splendida storia mi ha colpito per la sua finezza psicologica. A partire dalla plastica rappresentazione di Hayley, con i suoi vezzi e le sue manipolazioni. Con i gesti puerili immediatamente riconoscibili: il broncio, la ciocca di capelli ravviata dietro l’orecchio. Una Hayley particolarmente crudele, che attacca Elijah dove è più vulnerabile: il sentimento paterno, la mania di controllo. Ecco così che la scelta di privilegiare lui rispetto a Klaus sembra perfettamente plausibile. Perché ha radici profonde nel desiderio di paternità (non è stato così fin dall’inizio?) e nello stesso tempo trova una giustificazione logica e presentabile: l’inaffidabilità di Klaus. Com’è sapiente questa Hayley che vorrebbe soddisfare il desiderio del suo amante, e nello stesso tempo gli fornisce anche l’alibi morale!
Ma, come sempre, la lupa non ha fatto i conti con il piccolo vampiro. Che, perfettamente in linea con il suo carattere orgoglioso e controllato, non recrimina e non fa una piega. Ma, involontariamente, mette Elijah davanti a un bivio: non c’è più tempo per le ambiguità morali. Elijah dovrà scegliere.
Ed Elijah, colpito nel profondo e geloso dell’unica che potrebbe davvero contendergli l’affetto di Tristan, la sorella Aurora, arriva finalmente alla sua rivelazione.
Tristan non è un sostituto imperfetto dei grandi amori idealizzati nella sua vita: la brava ragazza, le donne fatali da redimere, la ragazza raccolta dalla strada… No, Tristan è semplicemente su un altro piano. Contraddice e capovolge ogni precedente sicurezza, ogni precaria e falsa costruzione mentale.
Tristan, “la sua perfetta imperfezione. La sua gioia e il suo veleno. La salvezza e la dannazione.” (Perfetta sintesi la tua).
E a questo punto avviene un’altra cosa sorprendente, una cosa che va al di là persino della sensualità e della passione che si sprigionano dalla bellissima scena di sesso.
Quella scena, correggimi se sbaglio, è la plastica rappresentazione della ritrovata consapevolezza di Elijah. È più che seduzione: Elijah crea Tristan di nuovo. Lo fa suo (“io sono il tuo Sire, tu sei totalmente mio”). Il desiderio diventa legittimo. Non più uno sfogo vergognoso e malato, ma la piena e legittima espressione di quel sentimento a cui Elijah non vuole ancora dare un nome.
E in questo, senza accorgersi, egli stesso finalmente si rivela. E se le sue braccia poderose modellano Tristan e ne fanno totalmente una sua creatura, è vero anche il contrario: nell’abbandono trepidante del Conte, nel reciproco, intimissimo contatto, anche Elijah nasce di nuovo.
Ed è ancora così: we made each other.
Magnifico racconto, e sono fiera della dedica. Grazie. <3 (Recensione modificata il 11/12/2017 - 10:36 pm) |