Ciao carissima! <3
Soffro male, sì! Piango e non ho i fazzoletti con me, mannaggia!
Allora, innanzitutto non so se lo hai programmato oppure no, ma il tempismo di questa storia è bellissimo, proprio stamattina stavo guardando un documentario su Auschwitz e se non sbaglio l'hai pubblicata proprio nel giorno della memoria. Quindi, se non dovesse essere intenzionale, il tributo, ai caduti, l'ho apprezzato.
La tua bravura l'hai dimostrata sin dalle prime righe, questa atmosfera polverosa, grigia, chiusa, soffocante, si percepisce in toto, insieme alla paura e all'ansia dei soldati, che con i loro pensieri e la loro apparente freddezza, sono così umani: tremano, pregano, se la fanno sotto, resistono. Tutta la parte prima dello sbarco l'hai descritta veramente bene, esprimendo con parole precise e toni duri, come il coraggio, all'improvviso, viene spazzato via con la cenere davanti al pericolo concreto di morire.
Io i film che hai citato li ho sentiti, ma sono ancora in lista, tuttavia la figura di Naruto mi ha ricordato 'La battaglia di Hacksaw Ridge', che sono sicura avrai visto e in effetti trovo perfettamente in linea col suo personaggio il fatto che scende in guerra senza armi, che sia stabilito dalle Convenzioni o meno, il ragazzo idealista che vedo in Naruto non riesco ad immaginarmelo ad arruolarsi in una posizione diversa. Tutto il contrario, invece, Sasuke, che ha studiato e ha toccato da vicino l'America, ma, orgoglioso e uomo d'onore, è tornato per arruolarsi, per soddisfare i suoi, di ideali, per 'sacrificarsi per chi ci permette di vivere'. Ma sono ben evidenti anche i mille dubbi che ha, partendo dal fatto che le possibilità e le libertà che esistono in America, nel Sol Levante sono ancora dei miti. Ma, in fondo, quando giorno dopo giorno, un uomo muore con la testa spappolata o senza gli arti, i dubbi verrebbero pure all'uomo più determinato. Ecco, in questo senso, anche sei stata bravissima, hai lanciato spunti di riflessione un po' in tutta quanta la storia, dalle differenze culturali, alle discriminazioni che sono sempre il risultato della paura, passando per l'onore e la dignità, a come tutto diventa secondario davanti alla mera necessità di sopravvivere, alla convenienza della politica, fino al concetto di scopo e al cuore della fic: vale la pena rimanere in vita?
Insomma, da un lato c'erano i giapponesi che si suicidavano (perché no, anche io ho i miei concetti e il modo di pensare e non posso considerare quel gesto come un 'sacrificio'), dall'altro c'era Naruto che si attaccava alla vita e che voleva salvare tutti, che non vuole morire e che non vuole FAR morire. È egoistico questo atteggiamento? Non saprei dirlo con certezza, io comprendo le ragioni di Sasuke, un ragazzo come lui, così attaccato alla dignità e ai suoi valori, aveva ben poco per cui continuare a vivere. Per non parlare dello shell shock post guerra, degli incubi, del sangue, dei morti, della sconfitta. Naruto però lo salva e trova il modo per dargli una possibilità, un'altra, lo obbliga a cercarsi questo scopo per non rendere vana la vita, a discapito di chi, invece, l'ha persa davvero.
Eeeh, mi piacciono un sacco queste fic dove mi fare riflettere e mi lasciate indecisa perché davvero non saprei a chi dare ragione, da un lato continuare a respirare con uno spirito ormai morto fa rabbia e chiudere gli occhi per sempre non farebbe altro che realizzare una congiunzione già avvenuta; d'altro canto, la vita offre migliaia di possibilità per ricominciare, eppure non tutti sono capaci di trovarle, o semplicemente non sono abbastanza sfortunati. Quindi la collera di Sasuke la capisco, ma anche il gesto di Naruto. Non mi sento di propendere a favore di nessuno.
Detto questo, ti faccio i miei complimenti per lo stile, sempre chiaro,scorrevole, ricercato e assolutamente diretto nel comunicare, senza fronzoli, concetti profondi, nel descrivere momenti, sensazioni e paesaggi in modo concreto, rude e adeguato alle tematiche.
Brava, un bacio <3 |