Recensioni per
l'oleandro o dell'oblio
di hyperktesis

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Master
28/08/18, ore 12:34

Grammatica: 9.5/10. La storia l'ho letta quasi tutto d'un fiato. Mi sono innamorata del tuo stile, così ricercato e sublime, sembra quasi poesia, una poesia che ti culla dall'inizio alla fine. Ma ho trovato un piccolissimo errore, nato sicuramente dalla distrazione: “le coste trafiggerti il cuore” qui volevi dire costole, vero?

Trama e caratterizzazione dei personaggi: 9/10. Come tu hai scritto nelle note d'autore, la storia è complessa, e più che avere una trama, narra dei momenti staccati l'uno dall'altro, riguardanti Sirus, in cui si analizza il suo comportamento, arrivando ad un evoluzione del personaggio. Parlando del protagonista, io ho trovato Sirius IC, come tu hai scritto sempre nelle note, la violenza è una caratteristica tipica della famiglia Black (vedi Bellatrix e Narcissa, come hai scritto tu) e penso, come te, che questa violenza appartenga anche a Sirius, e trovo le vicende che hai narrato azzeccate per il comportamento di Sirius, specie nella scena di Lily (penso anch'io che, in fondo, lui sia invidioso di lei, perché può avere James).

Originalità: 10/10. Adoro quest'idea, è complessa, anzi io direi anche particolare. Perché è vero, che la storia non ha effettivamente una trama, ma i momenti da te raccontati li vedo collegati gli uni agli altri, perché contribuiscono alla crescita del personaggio, su come deve gestire questa sua indole violenta. Io ho trovato la tua storia, un bel modo di analizzare i pensieri di un personaggio.

Gradimento personale: 9.5/10. Dire che la storia mi è piaciuta, è dire poco. Questa storia mi ha colpito. Mi ha colpito per come è scritta, mi ha colpito per come hai sviluppato la vicenda, mi ha colpito per come l'hai fatta finire: in modo realistico. Sirus per il bene dell'amico, mette da parte il suo egoismo, il suo amore. E questo mi ha colpito, mi ha fatto apprezzare questa “coppia”, che si vuole bene, ma non può stare insieme.

Recensore Master
30/07/18, ore 16:35

Ciao!
Dal momento che partecipo anche io al concorso di eleCorti, sto cercando di leggere le storie degli altri concorrenti (per lo meno nei pochissimi fandom che conosco).
Devo dire che per me questa è l'occasione per uscire un po' dalla mia comfort zone, perché solitamente tendo a scrivere e leggere quasi unicamente storie del tutto aderenti al canon.
Naturalmente, quando una storia è scritta bene e ci sono fondamenta solide per avvicinare una coppia che io in canon non vedrei, la apprezzo comunque (anzi, forse un po' di più, perché l'autore ci ha dovuto mettere molto più del suo...).
E questo è un po' il caso della tua storia: sebbene faccia fatica a immaginare qualcosa di diverso da una profonda amicizia fraterna fra James e Sirius, tu qui sei riuscita a trovare i momenti giusti per inserire un sentimento diverso, e l'hai perfettamente motivato, rendendolo del tutto coerente e credibile.
Ammetto di aver letto diverse volte la tua storia, prima di convincermi a commentare, e ho aspettato diversi giorni prima di farlo, e credo sia stata una scelta saggia. La tua, infatti, mi sembra una prosa che ha bisogno di molto tempo per decantare, è qualcosa di viscerale, che va "digerito" per poterlo accogliere.
Ad una prima lettura, pur avendo subito riconosciuto una magistrale gestione della prosa, non ero del tutto convinta, ma riflettendoci a distanza di qualche giorno ho imparato ad apprezzarla molto di più.
Mi piace molto questa scelta di indagare la parte più oscura e in qualche modo vagamente inquietante della natura di Sirius, che per ovvie ragioni nei libri non si avverte quasi mai. I sentimenti che descrivi sono potenti, carnali, e hai una potenza espressiva non indifferente.
Non sono certa di apprezzare la scelta della seconda persona singolare, perché mi pare più che altro una scelta stilistica fine un po' a sé stessa, ecco. O forse è solo perché ho letto un numero infinito di cose francamente bruttine e poco curate scritte in seconda persona senza apparente motivo, e i miei sono solo sciocchi pregiudizi.
Di certo non si può dire che la tua non sia una storia curata, però: apprezzo molto la ricercatezza e l'attenzione quasi maniacale che c'è dietro ogni singola scelta lessicale, dietro ogni figura retorica, nella costruzione di ogni singola frase... però devo ammettere che, in certi punti, mi è sembrato che questa ricercatezza stilistica soffocasse un po' la sostanza. Non so se riesco a spiegarmi bene, ma in alcuni passaggi mi è sembrato che fosse tutto fin troppo carico, un po' barocco, ecco, e la lettura ne risentiva un po' in scorrevolezza. Di nuovo, qui si tratta di gusto personale, sicuramente qualche anno fa avrei apprezzato molto di più uno stile simile, mentre ora sono più orientata verso stili più asciutti e incisivi.
Quello che è certo, però, è che tu abbia un grande talento, e che , a prescindere dal mio gusto personale, questa storia sia qualcosa che si discosta dalla media di quello che mi capita di leggere qui.
Insomma, scusa per il papiro, ma una storia tanto densa necessitava di un commento un minimo strutturato (e non credo di aver detto tutto quello che avrei voluto dire nel modo in cui avrei voluto dirlo XD).
Spero di riuscire a leggere presto qualcos'altro di tuo.

Recensore Master
17/07/18, ore 19:45

Contest: Scegli il tuo premio! di Setsy
_aware_/hyperktesis  con: l’oleandro o dell’oblio
Grammatica: 4.25/5

i hope = I hope. “Io” si può scrivere solo la I maiuscola. Ho cercato anche il testo di Florence And The Machine, ma non c’è questa licenza poetica
l’oleandro = L’oleandro: i titoli non iniziano con una minuscola, a meno che si capisca che stai citando una frase che non è un capoverso, però andrebbe indicato.
la pelle i cocci = la pelle, (manca la chiusura dell’inciso)
Tutta la vicenza = la vicenda, ovvio errore di battitura
Sviste per le quali non sottraggo punteggio:
del viso – ogni = va sempre usato il trattino dei caratteri speciali —
Stile: 15/15
Sono rimasta stupefatta dallo stile di questa fiction, mi ha fatto quasi paura. Di solito quelle su HP sono storie romantiche o saltano subito dell’erotico esplicito, come se non ci fossero sfumature. Questa non è semplicemente drammatica; è tragica, è cupa, è il racconto di un’anima ripiegata su se stessa e le parole che hai scelto non lasciano dubbi.  A una prima lettura hai come l'impressione che non ne uscirai più, ti cattura nella sua ragnatela per non lasciarti andare, trasmette un sentimento di ansia che resta anche alla fine. Eppure non ci troviamo in uno dei punti “peggiori” del canone, non muore nessuno, insomma, ma sarebbe stato più digeribile di questa visione che hai offerto.
Lo stile è curatissimo, con i dialoghi che si discostano bruscamente con la loro tagliente incisività dalla complessità e ricchezza del lessico della voce narrante.
Ci sono due considerazioni da fare, qui. La prima ― forse un pochino individuale ― è che adoro la seconda persona perché è la più difficile da trattare, per me.
La seconda è che lo stacco è riuscito benissimo: è sempre un salto nel vuoto dividere tanto le parti, perché si rischia l’effetto “copia-incolla” di due storie separate. Invece mi pare proprio che tu sappia come gestirlo.
C’è un erotismo malato in questa storia che la rende particolarmente sensuale già alla prima lettura, anche se non c’è un briciolo di scena sexy. Sangue, ossa, e un letto rosso oro (che è un nome di colore rarissimo rispetto a ramato, e ti dico la verità ho dovuto cercare se fosse corretto scritto così) parlano la lingua del corpo.
IC: 19.25/20
Ho letto più volte la storia, cercando di cogliere ogni sfumatura, e nella tua triade di personaggi ho trovato delle differenze di IC. Ma questo perché nei contest bisogna andare a caccia di dettagli che non inficiano per nulla la bellezza della lettura.
Partiamo da Sirius, che è il più aderente alla realtà, secondo me. Sarà perché è misterioso, ribelle, anticonvenzionale, e ormai ha la faccia “da cattivo” di Gary Oldman, ma questa sua versione più dark funziona completamente. Sembra semplicemente che tu abbia tolto un velo di censura, che non permetteva di vedere per intero il personaggio, per lasciarlo tra gli eroi positivi a tutto tondo. Il suo desiderio per James è violento, malato in quel suo essere in bilico tra attrazione e voglia di fargli male. Splendido; in fondo non è detto che una componente Black non agisca, visto che nei fantasy queste linee di sangue sono sempre presentate come realmente funzionanti.
James è molto credibile; non simpatico, con la personalità meno netta del terzetto, non tanto sottile nel giudicare gli altri. Lo hai presentato proprio come credo che sia, un ragazzo che ha trovato il suo senso puramente come padre di Harry.
Lily, invece, mi lascia perplessa. È interessante in questa versione, intrigante: però sinceramente non penso che possieda questa vena maligna, per quanto non chissà quanto grave, anzi. Il suo scherzare con Sirius sul piacere di tormentare James non è affatto IC, ma pazienza, perché mi è piaciuta moltissimo.
Trama: originalità e/o aderenza al canone: 15/15
Questo è un ottimo esempio di come si possano avere sia l’originalità che l’aderenza al canone. La vicenda vera e propria non si discosta dalla trama autentica: James e Sirius sono molto amici, e il primo sposerà Lily. Tutto regolare. Ma lo scavare nelle profondità dei tuoi protagonisti ha portato a galla sentimenti oscuri e imbarazzanti, il richiamo di quella piccola parte “sbagliata” o cattiva che vive assolutamente in ogni essere umano, mago che sia. Lily, come abbiamo visto, ha perso qualcosa in IC, ma è soprattutto lei a offrire un’inedita visione di sé; la classica fidanzatina perfetta che prova piacere all’idea di scaricare su James la frustrazione per il suo disagio è spiazzante. Sirius non potrebbe giudicarla, è lui il primo a sentire la voce del sangue La storia è certamente introspettiva, non mirava ad appassionare i lettori tramite colpi di scena. Questo va benissimo, l’importante è darsi una linea narrativa e seguirla.
Titolo: 5/5
Non sottraendo mai due volte lo stesso punteggio, qui non considero la decisione non segnalata dell’iniziale: resta che il titolo è stupendo, lirico, adatto, eppure come al di sopra della storia stessa. Sembra una citazione di una poesia decadente. Presenta bene soprattutto lo stile della fiction, che mantiene la promessa di una frase così enigmatica nella sua origine ma tristemente chiara nel significato più profondo. Elegantissimo.
Gradimento generale: 4.90/5
In questa voce considero tutto in generale, non il mio gusto (o poco!) quindi approfitto per farti notare che lo Shonen-ai che hai scelto come avvertimento si può usare solo per i personaggi di animazione; sarebbe stato anche utile trovare nello specchietto il dark per il leggero cambiamento di Lily, ma questo per spaccare il capello in quattro. Quello che prevale sono i sentimenti potenti e le verità scomode, e il legame ambiguo e totale che unisce Sirius e James e la malinconia finale che brucia ogni speranza.
Totale: 63.40/65
 
 
 

Recensore Master
08/06/18, ore 18:00

Ciao aware/hyperktesis!
Ti ricordi di me? Sono quel malato di Bizantini che ti aveva lasciato una recensione qualche mese fa per "L'ultima notte"^^
Ti dirò, Harry Potter non l'ho mai finito (solo i film, i libri fantasy non li reggo proprio), ma questa storia è ugualmente un capolavoro, senza ombra di dubbio. L'uso della seconda persona è magistrale (l'ho provata, e anche se ho ottenuto un buon risultato l'ho trovata particolarmente ostica, ma anche molto naturale), così come la profondità dell'introspezione, penso veramente che sotto punto di vista essa sia senza eguali. Sirius, Sirius Black... la pecora diversa della famiglia, ma probabilmente neanche poi tanto: l'indole del male fine a se stesso e verso se stesso gli scorre nel sangue, è qualcosa di irrefrenabile. Poi James, una persona boriosa e sicura di sé, sembra quasi colui che lo può completare, fino alla scintilla con Lily. E, da lì, la distruzione prende il sopravvento. Bravissima, mi sono innamorato di questa storia nonostante la sua complessità e l'ho capita quasi tutta anche senza note (sono complesso anch'io, ovviamente); va dritta tra le preferite e... a questo punto, ti saluto. Grazie mille per averci regalato questa perla, spero di poter leggere altro di tuo^^
mystery_koopa
(Recensione modificata il 08/06/2018 - 06:02 pm)

Recensore Veterano
06/03/18, ore 11:57

L’amore di Sirius è disperato e anche Sirius stesso lo è, l’ho capito benissimo, ed è anche violento, pieno di dolore, venefico, astioso, invidioso e tutto quello che un amore a senso unico diventa.
Credo di essere una delle poche persone al mondo a non conoscere HP (invero: l’ho conosciuto qui, tramite le tante fic scritte), ma questo mi permettere di assaporare una storia come la tua senza fare paragoni di sorta. Ed io ho letto una triste, nera e desolante storia d’amore. Bella, eh, ma tanto triste; anzi, così triste che per un attimo ho pensato che Sirius fosse un adolescente con tutti gli struggimenti estremi propri di quel periodo. Invece, no: Sirius è adulto, cosciente, e vive una vita sdoppiata, mendace, dove è l’amico assoluto di Lily e l’innamorato folle di James. Non lo invidio!
Scritta bene, questa storia vanta alcuni termini molto interessanti e vivaci, forse un po’ datati ma di impatto efficace e quindi assolutamente perfetti.
Ricordati che il trattino è un segno d’interpunzione visibile e che per regola la punteggiatura si intende scritta sempre nell’ordine delle unità.
Bella storia, complimenti: ho sofferto con Sirius – che mi piace da matti – e adesso me ne starò qui buona buona a crogiolarmi nel mio amore che mai sarà corrisposto; grazie!

Nuovo recensore
09/02/18, ore 22:41

1° classificata:“L'oleandro o dell'oblio” - aware_ al contest "La frequenza dell'anima"

Grammatica e stile 14,5/15

L'analisi della storia, nell'indubbia complessità formale con cui l'hai confezionata, involge una pluralità di considerazioni da fare, in cui – talora – l'aspetto grammaticale è inscindibile da quello meramente estetico. Ecco, direi che la frase d'esordio (“È l’eterno gioco delle parti[...]) ne rappresenta una chiara epitome: qui, infatti, v'è un riferimento ad una dialettica che resta tutto sommato sospesa, non giustificata dal prosieguo del periodo, determinando se non un errore vero e proprio, certo una svista (sebbene irrilevante). Ancora, sulla medesima scia colloco anche il seguente periodo (“al punto da considerare il parlare superfluo, e d’un solo silenzio scomodo.”), in cui l'utilizzo della preposizione semplice m'è parso ingenerare una confusione ultronea, nemmeno motivata grammaticalmente. Notazione puramente accessoria, invece, riguarda l'errore di battitura in “Sentivi il tuo stesso disagio ferire l’aria, l’attesa a trafiggerti i muscoli.”, dovuto alla presenza della preposizione “a”.
Orbene, esauriti questi profili di problematicità tutto sommato di poco conto, procedo con lo studio dello stile adottato. In prima battuta, voglio evidenziare come esso tradisca una cura maniacale, sia per quanto concerne la plasticità di talune soluzioni, sia per quanto riguarda l'ordine intrinseco alla storia: attraverso una serie di rimandi interni, infatti, hai saputo ricomporre mirabilmente il dolore di Sirius in una sublime declinazione artistica – in cui gioca, appunto, un ruolo centrale la sua natura di Ringkomposition. L'eco che procede lungo la tematica dell'arte (intesa come abilità o ingegno concretamente posseduto da Sirius) permette di chiarificare le sue caratteristiche, in un articolato gioco prospettico, perfettamente bilanciato (l'arte nel costruire la propria infelicità, la quale rimanda all'arte della necessità di indovinare un sapore a lui fatalmente precluso, e ancora di appagarsi nella distruzione); la progressiva emersione della consistenza della “fragranza”, invece, procede da uno stadio di oscurità, transitando in una sua metamorfosi (“nuovo aroma”) e sfociando nella rivelazione finale: la verità diviene oleandro e ne assume le medesime, velenifere prerogative.
Per contro, ho da muoverti un appunto legato al seguente paragrafo:
“Sapevi che, di lei, James amava quel che di te riusciva a trovare, ma voleva soprattutto il suo possederlo in maniera meno tragica, meno contorta, più pura. Pura come i suoi occhi puliti, come la sua pelle senza cicatrici. Ma in quel suo sorriso un po' obliquo, nelle battute pungenti e i sentimenti orientati sempre verso il limite del baratro: su ognuno di quelli spiccava come inciso il tuo tocco, ignorato dagli unici occhi che desideravi lo notassero.
Tu di lei, per contro, possedevi la parte che a James non poteva bastare.” La sua complessità, infatti, non è funzionale alla trasparenza comunicativa che un testo ha la necessità di perseguire, giacché, insistendo sul labor limae, l'hai sacrificata sull'altare della simmetria e della pulizia del concetto, invero non raggiunti appieno. Voglio concludere, tuttavia, con la citazione di un periodo che ne rappresenta lo speculum:
“Avevi dato fuoco ad un albero della Foresta Proibita per ogni pomeriggio passato a non fare progetti, organizzare intrighi, avventure. L’odore acre della corteccia carbonizzata placava la solitudine come una carezza, la cenere volteggiava nell’aria dolcemente. Lo spettacolo della distruzione era la più deliziosa fra le tue doti.
Nel giugno 1978, Hagrid avrebbe rinvenuto una radura nera d’arsura.” Un paragrafo, questo, che riluce di un'ispirazione vivida, contraddistinta da una forza figurativa che ne giustifica la qualificazione di lirica in prosa, in cui la precisione del linguaggio evoca ed ingenera, nel lettore, un inconfutabile accesso di sublime.
Per questi motivi non posso accordarti il punteggio massimo, poiché a tratti v'è la percezione di vagare in un labirinto, in cui, tuttavia, il solo incedere innesta euforia e incanto.

Sviluppo della trama 9,5/10

Lo sviluppo della storia si fonda su di un'ordine interno particolarmente pregevole, in cui ogni sequenza è tesa ad arricchire e stratificare lo spettro di significati attribuibili al paragrafo conclusivo, vero e proprio punto d'Archimede del testo stesso.
Le varie “tappe” in cui si articola sono incastonati nel passato, più o meno remoto: si passa dalle interazioni di Sirius con James e Lily, a riflessioni di ampio respiro (fra cui anche quello legato alla sua genia), culminando nell'epilogo, il quale cristallizza definitivamente la dimensione spazio-temporale: un punto d'approdo che appare né ingiustificato, né tanto meno indebitamente affrettato, bensì intimamente fuso con quanto lo precede.
Ho gradito – come già scritto – la struttura quasi “ad anello”, in quanto hai rafforzato la sostanziale tensione unificante che percorre lungo il testo: non vi sono colpi di scena, bensì elementi organicamente coesi e reciprocamente interdipendenti. Un equilibrio, questo, che non implode innanzi alla dichiarazione di matrimonio e alla richiesta di esserne testimone di James a Sirius, ma che, anzi, ne accoglie le ulteriori possibilità di ricadute introspettive, anche in un'ottica retrospettiva. Ecco, se v'è un difetto credo sia rintracciabile nel dialogo fra Sirius e Lily, in quanto m'è parso soprattutto un espediente narrativo per catalizzare talune considerazioni, in ciò difettando di una spontaneità che l'avrebbe meglio armonizzato con il resto. Una stortura, questa, in ogni caso sorpassata dall'importanza del parallelismo fra le due figure, la quale necessitava di uno spazio ad hoc per manifestarsi compiutamente.
In definitiva, lo sviluppo è coeso e non procede per linee spezzate, ma, a mio avviso, non avrebbe affatto guastato uno zoom sul momento esatto dell' “esilio” di Sirius dalla sua famiglia, per meglio circoscriverne l'impatto sulla storia, così come un approfondimento sulle dinamiche interattive fra lu e Lily.

Originalità 4/5

Come ho già avuto modo di scrivere per un'altra storia in lizza, lo schema trilatere presentato è oggetto di una ricca “letteratura”, benché siano da apprezzare, nel caso concreto, la profondità dell'introspezione e la brillantezza espositiva; elementi, questi, da cui non si può prescindere in un'ottica di originalità globalmente intesa, poiché essa può esser guadagnata anche dalle modalità descrittive delle dinamiche presentate, al netto, magari, dell'assenza di un vero e proprio hapax contenutistico.

Caratterizzazione personaggi 9/10

L'esegesi del testo incontra un momento di peculiare complessità nella figura di Sirius, cui hai dedicato un approfondito spazio personale di esplicazione; sebbene l'abbia trovato di sicuro interesse, vi sono delle considerazioni ulteriori da prendere in esame. La cifra ermeneutica da te prospettata risiede nella “violenza”, la quale necessita di un corpo estraneo contro cui sfogarsi: in tal senso, l'amore per James e l'odio verso sé e la sua ascendenza sono amplificati da una tensione autolesionista che pervade la sua figura. A tale lettura, però, voglio anteporne un'altra, parimenti giustificata dalla lettera del testo. Sirius, impossibilitato per sua stessa natura ad adeguarsi a situazioni di comodo, di sostanziale ipocrisia, rinunzia ad ogni possibilità di stringere un compromesso con la realtà: così facendo, non si spoglia della sua venatura da eroe tragico, attraversato da una serie di pulsioni che, però, non minano l'integrità del suo io (mai come questa volta, “legislatore” a tratti rapsodico). Egli ipostatizza le sue relazioni interpersonali e le rende il coltello con cui frugare dentro se stesso, denudandosi di barriere, di giustificazioni che pure potrebbero garantirgli riparo: “le lusinghe” del futuro, così, sono da lui rifiutate a causa della reiezione convinta, partecipata di una visione esistenziale dominata dalla leggerezza. Ben potrebbe “accontentarsi” di un affetto e stima così forte che lega James e Lily a lui, ma il suo anelito onnivoro alla libertà non può prescindere dalla necessità del conflitto con un obiectum determinato: più che animato da una furia disgregatrice, in lui ho visto riflesso il profondo bisogno di scarnificare il reale alla ricerca di un nucleo duro, incomprimibile di certezze su cui fondare la propria esistenza, impulso che, però, gli restituisce una percezione di inanità e angoscia. Individuo nudo fra individui vestiti, impara a sue spese che la libertà è forse il concetto più limitante di tutti, poiché naturalmente astretto dall'incoercibilità della volizione altrui (quella di James) e dalla natura casuale degli eventi (la nascita nella famiglia Black, la “deviazione” dell'innamoramento di James verso un altro soggetto).
La figura di James è sicuramente in una posizione subalterna rispetto a quella di Sirius e Lily, in quanto il suo spazio di soggetto agente è fortemente limitato; egli, infatti, è il fulcro di una serie di riflessioni che insistono sul suo rapporto con Sirius, ma in concreto manca un'esplicitazione di quelle prerogative capaci di amplificare i moti dirompenti di Sirius: la boria, l'egocentrismo, l'intraprendenza sono qui assenti, mentre campeggia brillante la sua amicizia indissolubile e (almeno ai suoi occhi) non attraversata da quella torsione ineludibile che tu hai così efficacemente delineato.
La figura di Lily è icasticamente definita a partire dall'esplicitazione di una sua profonda tonalità emotiva: “« Certe volte mi tormenta la necessità di farlo soffrire perché mi fa sentire così. »”. In quest'espressione, infatti, risplende la forte affinità “elettiva” che la lega a Sirius, intimamente avvinti da una radicale brama di libertà, un'istanza che corre lungo le loro esistenze e che si infrange contro il monolite rappresentato da James: nel suo caso, però, il desiderio di affermazione della sua volontà riesce a combinarsi con la sua altrettanto definita personalità, in una sintesi positiva da cui è escluso Sirius. Lily, così come quest'ultimo, è attraversata dal medesimo bisogno di avvalorare l'esistenza tramite uno stress-test basato sul dolore da infliggere a sé e agli altri: come se solo la sofferenza potesse, concretamente, sottrarre alla realtà quella patina mistificante che s'aggruma sulla sua superficie, assumendo le sembianze della felicità o dell'amore. Due figure “dannate”, il cui parallelismo si spezza allorché ad una è assegnata la stessa speranza negata all'altro. In ogni caso, sebbene lodevole la scelta di condurre l'introspezione del personaggio attraverso l'estrinsecazione dei suoi pensieri, avrei gradito un riferimento più insistente sulla sua definizione di amore.

Gradimento personale 5/5

Inutile tergiversare: siamo innanzi ad un prodotto artistico maturo, ispirato e dai notevoli sbocchi denotativi, raffinati da un uso ricercato, immaginifico (ma non per questo poco sobrio) del linguaggio. Una storia che ha guadagnato il mio incrollabile apprezzamento per la pulsante energia che trasuda, per i personaggi che, sguainando le lame di buio che pendono sul loro capo, sono ineluttabilmente destinati alla sofferenza, tuttavia consapevoli che la cifra dell'esistenza e la sua ragione costitutiva risiedano nel tormento, “varco” essenziale per il dispiegamento della sua pienezza di significato.

Eventuali bonus 1/3

La citazione prescelta irradia la sua ispirazione in maniera costante e visibile, giustificando ottimamente la sua pregnanza e l'appartenenza della storia a pieno titolo a questo contest; tuttavia, non posso attribuirti che un punto, attesa l'assenza delle altre citazioni.

Punteggio finale: 43

Nuovo recensore
02/02/18, ore 14:48

"Sapevi che, di lei, James amava quel che di te riusciva a trovare, ma voleva soprattutto il suo possederlo in maniera meno tragica, meno contorta, più pura.(...)
Tu di lei, per contro, possedevi la parte che a James non poteva bastare."


Ciao!
Sono qui perché da un po' mi ero ripromessa di leggere e recensire tutte le storie partecipanti al contest di kosmos_, al quale ho preso parte anch'io, e oggi finalmente ho trovato il tempo necessario per farlo!
Allora, cosa dire di questa tua storia?
Inizio col fatto che è in assoluto la prima James/Sirius che io abbia mai letto, e che una prima esperienza del genere certamente non sarà dimenticata.
Io apprezzo davvero moltissimo le storie il cui stile sappia essere semplice seppure elegante, soprattutto quando si tratta di componimenti così introspettivi; inoltre, uno stile di questo tipo può essere un espediente perfetto per lasciare più terreno all'impatto emotivo, cosa che tu hai gestito magistralmente.
Hai utilizzato alcune espressioni estremamente semplici e scarne in contrapposizione ad altre pregne di significato, di metafore, di immagini quasi violente, perfette per aprire una "finestra" (per così dire) sui pensieri del protagonista.
Nel complesso ho apprezzato tutto, per cui ti faccio i miei complimenti e un enorme in bocca al lupo!

Recensore Master
31/01/18, ore 12:22

Ciao, partecipiamo allo stesso contest :) Questa OS sfiora momenti di poesia macabra, intrecciati di veleno, sangue e rimpianti. M'ispira tantissimo un menage à trois molto torbido, quindi direi che l'intento è perfettamente riuscito... Sirius come personaggio maledetto, l'outcast per eccellenza, che si consuma nei suoi sentimenti. L'ho sempre trovato molto tormentato, e tu hai reso bene il suo conflitto tra la sacralità dell'amicizia e un desiderio che non può esprimersi, e per questo diventa autolesionista. Complimenti, in bocca al lupo e a presto, Rowan