Ciao, oggi ho rivisto questa scena L'arcano incantatore di Pupi Avati - "Il passaggio" e leggere il tuo haiku è stato come guardarla ancora una volta, ma da un'altra angolazione.
Amo le poesie ma non ho mai provato a scrivere haiku, quindi il mio parere è solo un'interpretazione personale, da semplice lettrice e non da appassionata di poesia.
Sei stato bravo a creare suggestioni restando nella metrica 5-7-5 richiesta dagli haiku.
Se provo a rileggerlo più volte ci trovo significati diversi:
l'eremo spettro potrebbe essere (simbolicamente) un luogo abbandonato dall'atmosfera lugubre in cui il protagonista si sente rinchiuso, mentre la sua voglia di libertà (il fuoco d'inverno) arde sempre di più e la sua anima, come una fenice, vuole spiccare il volo;
potrebbe essere un uomo che come il fuoco arde d'amore, purtroppo non ricambiato (l'inverno), e questa sofferenza lo fa sentire imprigionato in un limbo di cui nessuno sembra accorgersi (si sente grigio, sa di esserlo sottopelle) e che si percepisce come uno spettro isolato e con la voglia di isolarsi ulteriormente.
O può essere uno sventurato come quello del film, che si trova in un luogo isolato, gli capita di vedere spettri con corpi che sembrano fatti di fuoco ed è terrorizzato al punto da sentirsi ingrigito fin sotto la pelle, invecchiato dalla paura. ^^
Ok, l'ultima è una stupidaggine, ma capirai che subito dopo il film nel leggere il tuo haiku la prima impressione è stata questa; ma solo per un attimo, per via di Eremo, Spettro e Fuoco, che a maggior ragione del fatto che iniziano e concludono l'haiku. Subito dopo ho notato soprattutto la malinconia che trapela dai dettagli di questo piccolo componimento : lui che si sente uno spettro, si accorge di essere depresso/solo/disperato/anonimo... e decide di cambiare vita. Eppure, nonostante lo slancio finale si sente ancora insicuro e finché è da solo optrebbe tornare allo stadio iniziale e a sentirsi uno spettro isolato come prima. |