Recensioni per
Lost and Found
di AintAfraidToDie

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
11/07/18, ore 12:53

"Eppure noi siamo due morti che camminano tenendosi per mano da tempo immemore"
Vorrei cominciare da questa frase, questa serie di parole che mi hanno rapita in un modo che non accadeva da tempo. È da parecchio che non ci si sente (e di questo chiedo profondamente scusa, ma ho intenzione di recuperare ogni arretrato ora che sono finalmente libera), ma tramite le reciproche storie e qualche messaggio ormai abbiamo un'idea di cosa ci piaccia. Il macabro, l'amore, la morte. Tutti quegli elementi che altri considererebbero proibiti, taboo da non sfiorare nemmeno, da tenere lontani come un brutto sogno. E invece ci affascinano. Ci affascinano e continueranno a farlo, così come hanno dimostrato le letture del passato, lo fanno quelle del presente e credo lo faranno anche quelle del futuro.
Quella frase è per me la summa di tutto il mio mondo, al momento. Forse è per questo che mi ha colpito tanto, così come lo ha fatto l'intera storia: romantica, malinconica, carica di ricordi e non detti che resteranno per sempre tali. Carica di morte, anche, e presagi funesti in un certo senso.
Sai, in un certo senso ho sempre creduto anche io che una parte di John, della sua anima, sia morta quando il corpo di Sherlock ha toccato quel mmarciapiede. È morta con lui, e anche quando lui è tornato non sono certa che l'abbia fatto anche lei. John però continua ad amare Sherlock, il suo Sherlock, come ci tiene a specificare. Sherlock, che è tante cose tutte insieme che lo rendono l'incredibile creatura che tutti amiamo, John forse anche di più. John non è da meno, comunque, e credo tu l'abbia reso bene qui.
Ha perso tante cose, forse troppe per una persona sola. Ma adesso ha Sherlock e vuole tenerlo con sé per ssempre. È un'idea romantica, mi piace.
Insomma, dopo questo ssproloquio penso sia chiaro che ho amato la storia, come sempre del resto. Avrei voluto poterti scrivere prima, ma... Beh, sono qui adesso. Ho wqualche altra ff da recuperare, quindi farò meglio a darm una mossa.
Un bacione,
Cami

Recensore Master
20/02/18, ore 21:36

Ciao, ho letto questa storia due settimane fa e credo di essermi dimenticata ti lasciarti una recensione. Rimedio malamente ora, sperando di riuscire a farmi perdonare per il mostruoso ritardo.

Anzitutto mi spiace per il tuo blocco, credo che a tutti capitino dei periodi di ferma e in cui non si ha voglia di scrivere niente di niente (a me è successo per tutto gennaio e dicembre) e quello che si scrive non ci soddisfa mai. Ma un blocco non l'ho mai sperimentato per fortuna, mi spiace che tu ci sia caduta. E sono contenta di ritrovarti adesso con questa storia.

Hai scelto di concentrarti davvero tanto su John e di entrare nella sua mente e nei suoi sentimenti, con un'introspezione molto profonda ma affatto pesante. Credo tu abbia fatto un gran lavoro, perché è un viaggio dentro un John che ha una meta finale, ma questa meta non è sempre chiara e nitida. Anzi, c'erano momenti in cui credevo sarebbe finita male perché ho avuto la sensazione che John combatta un po' contro i mulini a vento e che lotti contro se stesso. Alla fine arriva a chiedere a Sherlock di sposarlo, ma la strada è tortuosa e sofferta e il percorso non lineare. John ama disperatamente Sherlock, ha preso il posto del suo cuore. Lo ha sostituito, e l'immagine che descrivi è stupefacente e bellissima. Immensamente drammatica. Ci sono dei frangenti in cui John è quasi odioso con Sherlock che è insopportabile come sempre, ma in alcuni momenti ho percepito sentimenti negativi. Come se John rifiutasse lui, quello che prova oltre che se stesso e in una maniera quasi odiosa ecco. Come un percorso comunque, come dicevo fin dall'inizio, che lo porta a capire cosa vuole per loro due. La domanda finale è un balsamo, addolcisce il tutto in una maniera deliziosa. Chissà magari in un futuro potresti farcelo vedere il loro matrimonio...

Nel frattempo son contenta di ritrovarti.
Koa

Recensore Master
07/02/18, ore 22:13

Mia cara, ieri ho già letto ma sono uccisa dal contest a turni e non potevo esprimermi bene
come hai fatto a scrivere questo splendore?
è tutto meraviglioso ma una parte mi ha scioccata proprio. John che vede in Sherlock tutte le figure che um uomo può trovare importanti. di più, il suo bambino. si, se fosse una fidanzata non direbbe così "bambina" ma il figlio sì, perchè gli uomini sono così, stupidi (anche Sherlock) infantili, capricciosi e pretenziosi senza gratitudine. Lui è solo più bimbo della media. una compagna drogata e fragile, penso che l'autodistruttività abbia avuto senso farla femminile, perchè noi siamo più delicate e  "passive" delle volte. non so.. ci stava
il compagno, l'amante, il collega, l'amico
è tutto è di più
ma sentire John così cinico mi ha spezzato il cuore.
non lo perdona davvero, o non sto capendo io?
lo ama, ma non può recuperare tutto quello che è morto quel giorno?
alla fine la richiesta di matrimonio non la speravo e dire che io detesto queste dichiarazione come se fosse quello il momento d'amore più grande
ma ancora: quando Sherlock sente la necessità di chiedere se John lo amerà ancora da vecchio sono morta io
perchè penso che la schifosa verità sia quella, per noi. quando non sei più carna fresca, l'amore scema...
ma per loro no, vero?
alla fine di questa tragedia, fammi andare a dormire tranquilla, vuoi? mi vuoi bene, vero?
mi sei mancata tanto, e torni, e mi fai carne trita.... dammi un bacio, sù!
tua,
Setsuna

Recensore Junior
07/02/18, ore 14:27

Ho letto la tua storia tutta d'un fiato e mi ha emozionato tantissimo. L'amore di John per Sherlock è un amore spirituale ma anche di carne e sangue. Un amore che coinvolge ogni fibra del suo essere. Tutta la descrizione di emozioni, stati d'animo mi è arrivata potente, mi ha colpito e ha lasciato un segno perché in alcuni punti mi sono proprio commossa. Poi il tuo uso del linguaggio è bellissimo, così fluido e ricercato. Sono un disastro a scrivere recensioni ma una cosa te la posso dire: mi hai trasmesso tutta la gamma di sensazioni che descrive John, tutta! Complimenti, ha ideato una storia bellissima. Una storia che non solo fa compagnia ma che lascia diversi dopo la lettura. Un abbraccio. Jo

Recensore Master
06/02/18, ore 23:51

Ti risparmio tutto il mio doloroso percorso per “digerire” il caos della quarta Stagione, il cui passaggio mi ha fatto rimpiangere prepotentemente i tempi in cui il 221b era il centro di tutto. Ora è solo uno squallido punto di ritrovo di fantasmi e non, in cui langue uno Sh ormai svuotato di energia e si fa vedere un John irriconoscibile.
Sono episodi che ho rivisto solo una volta, a differenza delle prime due Stagioni che, ormai so a memoria, perché mi lasciano un senso di malinconia e di rimpianto.
Ho fatto questa premessa perché trovo tutto l’universo di sensazioni e sentimenti che mi ha trasmesso, pur nel suo caos triste, appunto l’ultima Serie.
Hai usato il POV di John per regalarci l’affresco di un’epoca che è irrimediabilmente finita ed ha lasciato il posto ad un’altra che, ancora, stento ad accettare, ma tant’è: “It is what it is”. La tua scelta narrativa di quel determinato punto di vista, fino a qualche tempo fa, forse sarebbe stata più “agevole” da sviluppare in quanto il personaggio di Watson delle prime Stagioni aveva sì i suoi lati oscuri, ma Sh lo superava sicuramente in complessità. Invece, ora, la BBC ci ha presentato l’ex blogger di Holmes accentuando dei chiaroscuri che lo rendono più enigmatico ed anche, almeno per me, più antipatico ed irriconoscibile. Pertanto ti faccio i complimenti per l’impegno che ti sei assunta in questa ff, visto che, intuire i pensieri dell’ultimo John “cattivo” e sfuggente, non è certamente impresa facile.
La sua è una lettera ideale rivolta a colui che ha costituito una ragione di vita ed, al tempo stesso, di sofferenza unica ed insostituibile. Tu lo esprimi lucidamente con una prosa a tratti dura e senza fronzoli e ciò mi è piaciuto perché qualcosa in lui è morto con la “caduta” di Sh dal tetto del Bart’s, qualcosa che non gli è stato più possibile recuperare in seguito, anche per lo stordimento subìto per la sorprendente ricomparsa del consulting. Quello che, per me, era il vero Watson, è rimasto lì, addolorato ma fiero, di fronte ad un’enigmatica lapide nera che ha raccolto, muta, quelle che io ritengo le parole più belle pronunciate dal personaggio in questione. Era arduo, dunque, cercare d’interpretare i suoi pensieri dopo il marasma del post Reichenbach e, soprattutto, dopo la tragica ed assurda morte di Mary che scatena ulteriori sensi di colpa e strazianti rimpianti, tutti, comunque, incentrati su Sh.
Ma tu hai fatto centro, davvero, e ci hai reso delle riflessioni credibili, dal punto di vista di chi ha vissuto esperienze devastanti. Di lodevole spessore quell’enumerare con affetto che John fa dei ruoli che Sh ora ha nella sua vita: amante, amico, figlio, donna “fragile e malmessa” il cui fascino sta in quel senso di degrado che la caratterizza.
Mi collego a quest’ultima immagine, per annotare una frase che trovo davvero significativa per il fatto che rappresenta in pieno quello che io penso sul legame, unico ed irripetibile, tra i due :”… È in momenti come questo che mi rendo realmente conto di quanto poco io sia omosessuale, ma soltanto innamorato follemente di te…”. Etichettare quello che c’è tra Sh e John con una definizione precisa, vuol dire ridurre l’amore a qualcosa di banale e di risibile, l’amore è più grande di questa o quella caratterizzazione.
Il tuo pezzo è costellato di intuizioni geniali come quella che ho riportato e di momenti che sconfinano nella poesia come, per esempio, il voler annullare, da parte di John, la dimensione temporale e lo scorrere inesorabile del tempo per vivere anche quella parte di vita di Sh che conserva ancora la luce della speranza e dei sogni, cioè l’infanzia con i giochi più belli. Così, lo stargli vicino diventa mitico e splendido, senza dolore o rimpianto (“…il prato si trasforma all’improvviso in un oceano infinito: tu sei il Re dei mari ed io sono il tuo fidato braccio destro…”). Brava, davvero, anche per il tuo stile che non lascia spazi al banale ed all’ovvio ma che racchiude, in immagini che parlano direttamente al cuore, tutto il cammino della vita.