Interessante interpretazione del personaggio e, ovviamente, interessante resa stilistica.
Chi mi conosce bene, sa che, a volte, prediligo proprio questi stili particolareggiati, un po’ cavillosi forse, pesanti, ma fondamentalmente attraenti per l’effetto contrastante che creano alla lettura: una sorta di ritorno al passato, interagendo, tuttavia, con elementi del presente storico.
Uno stile che induce a riflettere, dove una lettura superficiale, sicuramente, non rende quanto dovrebbe.
Il tuo è un testo difficile sì, ma non per questo peggiore di altri: ognuno ha il suo modo personale di tradurre la propria creatività, che va rispettato sempre, anche se magari non lo si condivide. A me, sinceramente, piace il risultato definitivo di questo racconto: pur senza aver letto i libri (che, come altri hanno già fatto prima di me, ti consiglio vivamente di leggere) sei riuscita a dare un’interpretazione personale del personaggio principale, Lisbeth Salander, non molto diverso da quello originale. Forse, avrei preferito la terza persona, alla prima, visto il linguaggio, perché rende l’atmosfera un po’ meno verosimile, in quanto leghi indissolubilmente un personaggio moderno ad un linguaggio quasi atavico, ma non prenderla come una critica: è piuttosto un parere personale. E sempre parere personale è se ti dico che non avrei legato i pronomi ai verbi, in alcuni passaggi, perché creano cacofonia e spezzano un po’ l’armonia musicale che si viene a creare durante la lettura.
Al di là di questo, comunque, devo ammettere che ho apprezzato veramente molto il racconto: la descrizione di Lisbeth è interessante, come dicevo all’inizio, resa spettacolare da uno stile che alletta e incuriosisce.
Per dirla in breve, mi piace. E non poco. ;) |