Come prima cosa, ci tengo a dirti che questa è in assoluto la prima non etero che leggo. 😊
Questa mia reticenza ha le sue radici in un tempo davvero ormai lontanissimo, in cui le scanlations on line sembravano chissà quale traguardo raggiunto e l’esperienza in merito era davvero primordiale, un po’ alla “do cojo, cojo”.
Ti chiederai il perché di questa premessa, all’apparenza forse non proprio attinente ma un nesso c’è e riguarda quello che è stato il mio pregiudizio su yaoi e shonen-ai, almeno fino a poco tempo fa.
Purtroppo per me, in quel periodo, nella smaniosa foga di leggere un po’ tutto, mi sono imbattuta in storie che non mi hanno permesso di avvicinarmi al genere, a causa della caratterizzazione dei personaggi descritti, che in quei casi sfiorava per me il ridicolo.
In quei racconti letti infatti, uno dei due protagonisti era smaccatamente una femmina, e nemmeno della specie più simpatica, mi viene d’aggiungere, mentre l’altro un maschione virile, pronto a concupire la pulzella, ops, anzi no… il pulzello, nel più classico dei modelli Harmony!
Per mio gusto personale, ci tengo a precisarlo, tutto ciò era piuttosto ridicolo, lo ribadisco (e anche poco dispendioso a livello autoriale, visto che alla sceneggiatrice in questione non veniva richiesto chissà quale sforzo di attinenza al vero, facendo muovere un protagonista in base alle proprie inclinazioni di genere), quindi non mi sono più interessata agli yaoi e/o shonen-ai.
Col tempo e con l’avvento del mondo della FF (altra scoperta per me entusiasmante, perché non mi faceva sentire completamente pazza ad immaginare storie, nel mio caso, su CT), il pregiudizio è rimasto, nonostante ricevessi tante sollecitazioni alla lettura, con la garanzia che non me ne sarei pentita.
E qui veniamo a noi, o meglio, a te. 😊
Ho letto e non mi sono affatto pentita, come mi era stato promesso, anzi, sono stata avvinta completamente dalla lettura.
Ci sono molti momenti che mi hanno colpita, come alcune descrizioni ( il pc con la prolunga per la presa per esempio a livello visivo o il freddo, veramente tagliente in certi passaggi), che sono divenute immagini limpide nella mia mente, con l’uso di poca ma decisamente appropriata terminologia.
Ho apprezzato davvero tanto poi un accenno che hai inserito, come una piccola nota, ovvero quando Mamoru ripensa, quasi a volersi dare un tono, di aver passato insieme a Yuzo il giorno di Natale, che è un’altra festa considerata per innamorati in Giappone.
Questo richiamo, per niente superficiale, ha donato al brano ancora più attinenza al vero, oltre che una collocazione temporale e fisica, di prima lettura.
Nella telefonata, che occupa l’inizio della storia, il tedio scaturito dalla lontananza, sembra adombrare tutta la scena di un alone quasi grigio, finché non arriva un lampo di luce.
La sorpresa! La persona amata spazza via il tedio, perché è lì a due passi, dopo essersi macinata un sacco di chilometri, con solo poco più di un’ora a disposizione, da trascorrere insieme.
Ah! Quanto amo questo genere di sorprese!
Perché se si stanno descrivendo due persone che si amano, che si vogliono, il dopo non potrà deludere mai.
Detto e fatto. Da quell’incontro sul marciapiede in poi, assistiamo ad una escalation tra i due, in cui la carica erotica è così “ingombrante” proprio perché mossa da un legame non solo fisico, di attrazione.
Ops! Un passo indietro! Dimenticavo di dirti che ho adorato il flashback di San Valentino alle superiori, con quello sguardo che si fissa sull’altro e quel sorriso frainteso, molto molto erotico, mi ripeto.
Mi è piaciuta tantissimo l’alternanza tra l’effusioni e i dialoghi, mai scontanti, che sottolineano la complicità lampante tra i due ma anche, se posso dirlo, quella dell’autrice con i suoi personaggi.
Infine quello che mi ha proprio colpita, lasciandomi in attesa per tutta la lettura, è stato quel “ti amo” in sospeso, che aleggia nell’aria.
“Quanto bisognava aspettare prima di poter dire ‘credo di amarti’ senza averne paura? Inspirò di nuovo.”
Questa frase mi ha fatto trattenere il fiato e sorridere, portandomi a leggere le righe successive con una sorta di trepidazione (“Ora glielo dice, ora glielo dice! Dillo!”).
Però alla fine, mi sono resa conto che quelle due famose paroline, non è che avessero poi tutta questa importanza, per Yuzo e Mamoru.
Il sentimento di quest’ultimo, totalmente ricambiato, era chiaramente espresso in ogni gesto, ma soprattutto in quel non voler più stare buono e fermo, senza fare nulla.
E immagino che da quel momento, quell’ora debba essere stata tutto, tranne che rilassante… 😉
Che dire, per concludere queste mie considerazioni?
Mi è piaciuta davvero tanto questa one shot e per un sacco di motivi, primo fra tutti la caratterizzazione dei personaggi, che è sentita e che quindi arriva, andando oltre le parole usate nero su bianco per descrivere un’emozione, piuttosto che un gesto, che sia un bacio o uno sguardo.
Dietro quel toccarsi, quel cercarsi, nelle battutine c’è un vissuto che traspare, da persona vere ma anche reali, che rende tutto il racconto tridimensionale.
Detta in parole povere, si ha la sensazione di spiare questi due ragazzi descritti, come si li osservasse dal buco della serratura o da una finestra.
Ma non come guardoni ma piuttosto testimoni di un bel momento, di un legame o meglio di un amore.
Così a me non resta che ringraziarti per questa storia di San Valentino, molto semplice ma per niente scontata, che mi ha tenuta a battesimo nel mondo shonen-ai, donandomi delle nuove e piacevolissime emozioni. |