Buonasera!
Sto gongolando da mezz'ora, troppo compiaciuta per quello che ho letto. Gli accorgimenti che hai arrangiato sono veramente fantastici: danno quel tocco di profondità senza appesantire il momento e, soprattutto, senza lasciare in bocca al lettore quel sapore di superficialità che, in questi casi, rischia di dare molto fastidio. Tanto lo sai a cosa mi riferisco, con questa premessa. E' bene in un certo senso che non sia in Bone Machine: in una sorta di dimensione atemporale, slegata con la trama ormai incalzante e nervosa dell'appena citata fanfic, riusciamo a scorgere l'essenziale complicità tipica del rapporto fra Shiho e Rei, che tu riesci a rendere perfettamente. Non si sa se sono già fidanzati, non si sa se sono ancora semplici amici, non si sa se si stanno studiando a vicenda, forse spaventati o incapaci di processare quello che sta accadendo, piano a piano, fra di loro: e, come già detto, va bene così. Riuscire ad accostare a questo momento così intimo e tuttavia quotidiano l'ispirazione del lettore non è comune: sei stata in grado di analizzare un aspetto molto importante ed intrinseco a questi due personaggi, ovvero il tema delle radici -per altro parzialmente sconosciuto nell'opera originale, quindi fonte di numerosi interrogativi-, aggiungendoci quel tocco di confidenzialità che può essere interpretata solo ed esclusivamente dal lettore, senza indizi o vincoli che ne ingabbiano la fantasia.
Quello che hai magistralmente descritto è un momento estremamente personale, dalle tinte tenui e malinconiche: abbiamo un ragazzo che non ha la grazia di sapere da dove venga, che non sa chi è così come non sa chi l'ha generato. Un ragazzo che ha vissuto una vita dura in solitudine, costellata di lutti e grandi sacrifici. Una vita piena di interrogativi a cui non sa rispondere e a cui, probabilmente, non risponderà. Tuttavia, è proprio da questo marasma di incertezze che Rei emerge forte e fiero come lo conosciamo: se così non fosse, non sarebbe così "dannatamente attaccato al Giappone", riconoscente verso quella terra che forse non gli ha dato i natali, ma che sicuramente l'ha cresciuto e l'ha reso quello che è. E, proprio in virtù di questo, ci tiene a far capire a Shiho quanto in realtà ciò che dà per scontato sia una fortuna immensa. Shiho sa da dove viene, ma pare non interessarle minimamente. Rei non sa da dove viene, ne soffre e per questo vuole farle guardare oltre il banale, oltre lo scontato, oltre la noia che caratterizza ciò a cui noi non diamo, ingiustamente, importanza. Lo fa nel modo più tenero possibile, ovvero mettendosi ai fornelli e vincendo quell'avversione per il fritto che solo una salutista come Shiho può avere. Ma la dieta può fare ben poco: Shiho non riesce a resistere agli occhi dolci del ragazzo di cui si sta innamorando, così come non riesce a sputare sarcasmo sulla sua voce così seria, sul suo sguardo così intriso di malinconia. Una malinconia che per lei è ancora un mistero, ma di cui non si fa troppe domande: inconsciamente, nfondo, a lei basta vedere che Rei sorrida come sempre. il resto, non le importa.
Bandiera verde e tanti complimenti: superfluo aggiungere altro.
Un abbraccio Violetta <3
Jaki Star |