Ciao :)
Amo la Zervis, non potevo quindi mancare a leggere - e recensire - questa!
L'ho trovata molto carina; mi è piaciuto molto l'approccio che hai usato con Zeref, quello di un povero piccolo umano che, seppure immortale, e sia pure un umano eccezionale, perché diciamocelo: lo è, ha comunque una mente umana che non è fatta per vivere all'infinito, e questa sua condizioni di immortale solitudine lo fa soffrire e non poco.
Nemmeno: lo fa impazzire. Non so se sia un approccio diffuso o originale tuo, perché sono mancata dal fandom per tipo 4 anni e su Zeref non avevo mai letto prima, ma mi ha molto colpita.
Anche la parte finale, con Mavis che percepisce il cedimento di Zeref, l'ho molto apprezzata.
Per quanto riguarda la forma, ho trovato un solo vero errore, che ti segnalo per aiutarti a correggere:
-E quando anche quello si sarebbe dissolto -> qui va il congiuntivo, "quando si fosse dissolto".
Su due frasi ho dei dubbi; non credo siano veri e propri errori, o se lo sono non saprei spiegarne il perché, ma mi hanno stonato, quindi boh, ho pensato di dirtelo. Sentiti ovviamente libera (o libero?) di ignorarmi.
-La sofferenza era diventata parte di sè -> Quest'uso di sé, che ripeti qualche frase dopo, mi stona, ci vedrei meglio "lui";
-quali restavano le alternative? -> Questa mi ha lasciata un po' spiazzata. Avrei messo "quali alternative restavano"?
Comunque, un bel lavoro - anche perché io con le introspezioni ci vado a nozze.
Spero di rivederti in giro! Alla prossima!
Mari |