Allora, allora. Erano mesi, forse anni, che non mi decidevo a leggere e recensire qualcosa sulla vecchia generazione, forse perché alla fine tutte le loro storie mi colpiscono dritto dritto al cuore, facendomi male, privandomi dell'aria per qualche minuto. Così, come altre, mi ha fatto la tua.
Devo ammettere, è stata anche colpa mia. Ho aperto la storia sapendo che avrei sofferto nel guardare con insensata trasparenza l'amore fraterno di Sirius verso James, il suo amico che dopo quattordici anni non riesce a dimenticare, nonostante tutto. E allora si perde, nel ricordo di quella persona che gli ha dato tanto, troppo: nei suoi capelli, nella sua forza, nella sua andatura, nella sua persona in generale, perché è come se lui lo capisse, se lo considerasse un vero amico, una vera perla. E così, mentre rinnega il dolore della sua perdita, si perde in qualcosa che gli sembra eterno, distante, ma vicino allo stesso tempo: forse confuso perché davanti agli occhi ha una figura così simile al suo James. Qualcosa stona, qualcosa che non gli appartiene, gli occhi di Harry lo obbligano a cercare quelli di James nella foto che porta tra le mani, impossibilitato a dimenticarli, a lasciarli andare: non lo ha fatto per quattordici anni, non può smetterla ora, sarebbe stupido.
Perdona questo mio sclero pomeridiano, ma è tutta colpa tua: sei masochista, ma hai ferito anche me con la dolcezza di questi ricordi, con la dolcezza delle tue parole e della storia in generale. Brava, brava, brava.
Complimenti per la storia che hai scritto,
Sia ❤ |
