Recensioni per
Ultima spiaggia
di OneNight

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/02/19, ore 20:17

Ciao, facendo un giro nel tuo profilo mi sono resa conto che non avevo mai recensito questa drabble e non so assolutamente spiegarne la ragione, quindi lo faccio adesso dopo averla riletta.

Rimango sempre impressionata dalla tua capacità espositiva, non soltanto legato al saper esprimere dei concetti elaborati in pochissime righe e spesso in una singola parola, ma anche per il modo poetico in cui riesci a rendere i periodi. Enfatizzando tantissimo grazie all'utilizzo di un lessico ricercato e una buona sintassi. Ne sono impressionata tutte le volte perché ti viene davvero bene lo scrivere componimenti tanto corti. E lo so che rischio di ripetermi, ma ogni volta che leggo qualcosa di tuo penso sempre che sia il migliore che tu abbia scritto e quindi lo faccio anche questa volta. Perché è davvero, ma davvero stupenda. Scritta benissimo, come ho già detto. Enfatica ed emozionante, struggente direi considerato il contesto e con una metafora vincente che fa capire benissimo quello che è lo stato d'animo di John. Peschi in quell'oceano di possibilità che è il post Reichenbach, con John distrutto dalla perdita, dilaniato dall'assenza di Sherlock che ormai è diventata logorante. Paragoni il suo distruggersi con un castello di sabbia che si logora, il vento e l'acqua del mare, in una bella e drammatica immagine, ne portano via dei granelli. Un giorno dopo l'altro e John si rende conto che prima o poi svanirà esattamente come quel castello di sabbia. Molto doloroso, come dicevo e la metafora che usi è vincente perché ci permette di capire benissimo tutto quanto.

La storia però non esprime completamente sentimenti negativi, il finale alleggerisce. John non è completamente perduto, ancora spera che Sherlock torni. Lo sogna e si aggrappa al ricordo di lui, al suono del violino. Una speranza che oggettivamente sarebbe sciocca e nella quale dovrebbe essere inutile indugiare (perché una persona morta è morta), ma io credo che John abbia sempre dentro di sé sperato che Sherlock fosse vivo e quindi quella speranza non muore mai e lui ci si aggrappa. Nonostante rischi seriamente di "perdersi" come quel castello di sabbia.

Il ritorno di Sherlock lo paragoni invece a una brezza leggera, un venticello benevolo e quasi primaverile. Di quelli che portano sempre sentimenti positivi, non logora il vento di Sherlock. Anzi alimenta l'amore e la speranza. E questa storia ne è pregna, grazie all'ottimo uso del simbolismo che la fa diventare praticamente una poesia.

Un ottimo lavoro, complimenti.
Koa

Recensore Master
15/08/18, ore 23:32

Per la serie "Se avete pazienza troverete, prima o poi, una recensione" oppure "Un grido di dolore si leva dalla sezione delle storie da recensire", eccomi qui a recuperare questo tuo pezzo che è davvero entrato energicamente nel mio cuore. Vi hai espresso la forza del dolore, della ricerca disperata di un'altra realtà che non sia quella livida in cui si è circondati dal vuoto lasciato dalla persona amata che non c'è più. È la voce di John che ci disegna un'immagine desolata di solitudine e distruzione.
L'elemento distruttore ma, al tempo stesso, purificatore e che può restituire la vita è l'acqua del mare che dilava le macerie del suo animo ma è anche l'acqua in cui egli ha ravvisato la forza vitale di Sh. E qui riesco ad individuare un tocco sicuramente IC, perché lo Sh delle prime due Stagioni è proprio come una cascata o un torrente improvviso che spazza via ogni ombra e ristagno, lo Sh dell'ultima è sfumato, non invasivo, proprio come una brezza che può tornare a ridare la vita anche a delle ceneri. L'interpreto così l'essenza delle tue parole, animata dal contrasto tra la disperazione e la speranza che si aggrappa al sogno di un miracolo.
Poche parole, le tue, ma pregne di significato, come quella che chiude il tuo racconto, “violino”, in cui concentri tutto il valore e la magia del 221b ai tempi d’oro del “noi due contro il resto del mondo”.
Brava.

Recensore Junior
21/07/18, ore 01:00

È una poesia in prosa, un colpo di sciabola dolce e soffice ma comunque affilato. Meravigliosa.

Recensore Junior
05/06/18, ore 22:32

Mi piace questa drabble. È scritta bene, con un tocco di maestria. Si intravede l'amore di John ma anche il suo dolore. Rispetto alle altre che hai scritto, senza togliere nulla perché sei davvero bravissima, questa mi sembra vissuta, descrive il dolore dell'uomo, il senso della miseria umana. Un uomo vinto dagli eventi, dal dato, una forza cosmica più grande di lui che si abbatte, lo prova fino all'osso, lo tempra (nel senso di provarne il punto di rottura/fusione nel fuoco) per vederlo in ginocchio addolorato a gridare al vuoto in ascolto. Ecco John lo vedo così senza Sherlock battuto, piegato, non vinto ma poco ci manca. L'uomo della mediazione è John, L'uomo che cerca di gettare un ponte al di là è che, gettando questo ponte, chiede il miracolo. Brava, complimenti ancora. Un abbraccio e alla prossima

Nuovo recensore
05/06/18, ore 10:43

Bellissima! Evocativamente molto potente, anche se delicatissima...l'ho letta per caso mentre sono in fila alle poste e mi ci sono immersa pienamente, tanto che mi sono commossa. Veramente complimenti.

Recensore Veterano
05/06/18, ore 00:58

😭😭😭Che cattiveria💔 mi si spezza il cuore ma perché tutto questo dolore? 😭😭Ci provo davvero ma non riesco a dire altro💔