Ciao!
Sono qui per lo Scambio Libero.
Non ho voluto partire con la long romantica perché aprendo questa raccolta l'immagine mi ha conquistato. E' una motivazione assurda, lo so, ma se qualcuno si prende la briga di inserire un'immagine prima di un testo, quella assume un grandissimo significato, perché mi dà la misura di ciò che troverò nel testo, che siano le tematiche, il tono, l'ambientazione o il tuo di personaggio. Io direi che in questo caso, l'immagine racchiuda tutte queste possibilità insieme.
Questa poi rimanda al mondo stravolto di "Alice nel paese delle meraviglie" che confesso di avere in lista da una vita ma non ho mai letto il libro né visto una delle tante riproduzioni cinematografiche (non quella della disney, non quella di Tim Burton, nessuna...), un mondo con una sua logica interna che visto da fuori senza insensato e folle, con personaggi stravaganti e inaccettabili dal nostro modo di pensare. Ed ecco che in quest'atmosfera, tra queste premesse, si colloca la tua raccolta.
Il titolo è semplice, visto da fuori non dice molto, ma solo l'essenziale; e in ogni caso, quale tratto si può evidenziare di un matto se non il fatto che è matto? Scusa il gioco di paroleXD Quello che voglio dire è il titolo scarno e generale ha il potere, vista il particolare significato di questa parola, di attirare comunque il lettore. Sembra dire: qui c'è un matto, venite a vedere cosa combina, osservatelo libero nel suo mondo. Inoltre i titoli acquistano potere e sfumatura soprattutto grazie al tipo di introduzione e ai generi che lo accompagnano. In questo caso, anche l'introduzione sembra suggerire "una piccola opera di poco conto, leggera, canzonatoria. Tutto è divertente se c'è un po' di follia... tutto? Allora io immagino che ci sia qualcosa anche su cui riflettere in questa raccolta, perché "tutto" racchiude davvero molta roba, non sempre felice, ma qui c'è un matto e forse lui saprà farlo.
Ecco questo senso di follia unita a malinconia, leggerezza e riflessione mi è giunto dal titolo e dall'introduzione.
E la lettura non mi ha affatto deluso! Anzi ha aumentato questa sensazione.
Il sottotitolo mi piace: non solo riprende una frase del testo, centrale e fondamentale; ma ancora una volta è la semplicità che disarma, quella frase fatto da soggetto e verbo che non si colloca in uno spazio-tempo, perché priva di complementi, rende il tutto molto inquietante direi, è un avvertimento: stai entrando nella casa del matto.
E ora veniamo al testo!
Prima di tutto mi è piaciuto come con pochi termini ben mirati hai saputo dare l'idea di un mondo illusorio, quasi allucinogeno, che può ruotare e non rispetta le regole sociali o fisiche. Figure fatte di colori accesi, ben definiti, probabilmente scelti con cura; creature, anche animali, che però diventano fantasia, acquistano intensità, luce, magia.
Mi piace la sensazione di empatia che si respira, il fatto che lui veda le auree dei mostri, oltre la superficie. Mi ricorda un po' questo estratto della canzone "Quando i bambini fanno oh", ovvero: evviva i pazzi che hanno capito cos'è l'amore. Il mondo del protagonista è fatto di emozioni, sensazioni, di qualcosa che non si può afferrare e che è talmente potente da prendere corpo nel loro mondo.
E i mostri, che nello scenario comune sono esseri bui e spaventosi, sono ombre che scivolano sulle pareti delle nostre stanze, che vogliono la nostra innocenza, il nostro coraggio, la nostra vita... diventano amici del pazzo. Sì, perché lui non ha paura, sono gli altri ad averne di lui; ed è talmente folle da giocare con i mostri, per poi divorarli. Il matto ha fame, trova forza in quella sua pazzia, nel suo mondo è lui che comanda e detta legge.
Anche il matto viene considerato un mostro, qualcosa che la società non comprende non sa aiutare e che quindi allontana e addita. Lui tra i mostri si sente a casa, ma tra di loro è sempre lui il più forte, perché lui non è come loro. Loro sono brutti, hanno un'accezione negativa, ma lui è luce, è innocenza eterna, ed è spietatamente amorale, e quindi gioco e appetito si uniscono.
A tutti noi è stato insegnato di non giocare con il cibo... ma non al matto!
Inutile dire che in questa drabble io abbia visto accezioni di tematiche delicate, che forse non erano nel tuo intento, eppure mi hanno lasciato addosso un senso di inquietudine leggera e di riflessione. E' follia indotta quella che vive il protagonista? Forse non bisogna ragionarci tanto, perché nel suo mondo questo non conta. Ma io guardo da fuori, e allora ci rifletto tanto, e sento un senso di malinconia a pensarlo chiuso nel suo mondo, a mangiare mostri che continuano a rampicarsi sulle pareti. Se si pensa che lui continui a mangiarli, e quindi che quei mostri per quanti lui ne mangi continuino a essercene degli altri, senti la folle disperazione che pervade questa drabble.
Spero di non aver detto un mucchio di cavolate. Sappi che mi è piaciuta tantissimo. Cento parole e tutto un mondo che mi ha preso alla bocca dello stomaco. Profondità, leggerezza e tanta malinconia. Complimenti!
A presto! |