Recensioni per
Nera schiena del tempo
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
08/01/22, ore 11:39

Ciao carissima, eccomi di nuovo ad approfittare di questi giorni di clausura per recuperare qualche altra storia :)

Il tuo profilo è pieno di cose interessanti che ahimè per motivi di tempo avevo dovuto lasciare da parte in precedenza çç. Ora però cerco di fare buon uso di queste giornate di reclusione. Questa storia in particolare mi aveva attirata per i personaggi coinvolti: adoro tutte e tre queste donne, che, ognuna a modo proprio, hanno sofferto moltissimo. Immagino che per una madre non esista dolore più grande di quello di perdere un figlio, ed è ciò che accomuna tutte loro. Molly e Meda sono circa della stessa generazione, mentre Augusta è più anziana e matura: non sorprende che arrivino proprio da lei quelle meravigliose e saggissime parole di conforto che, ti giuro, voglio prendere e stampare, conservarmele per quando toccherà a me affrontare un lutto, perché sono perfette.
Mi è piaciuto moltissimo poi come il lutto in questa storia, sia visto e affrontato un po' a 360 gradi: abbiamo Augusta, appunto, quella che ormai è più avvezza, perché convive con l'assenza di Frank da parecchi anni, abbiamo Molly, alla quale sono rimasti tanti altri figli a farle forza, e che cerca conforto anche nell'aiutare gli altri (adoro come Augusta dica "mezza Inghilterra", anche se in particolare qui parliamo dei Tonks) e infine Meda, quella la cui ferita è più fresca e che ora ha più bisogno di aiuto. Insieme, tutte e tre, trovano la chiave per affrontare il dolore, e ti assicuro che è stato un vero toccasana da leggere ♥

Che dire ancora? Ti ringrazio tantissimo di aver condiviso e spero di riuscire a tornare prestissimo a recuperare le altre cose che mi ero segnata.
Nel frattempo ti mando un abbraccio e l'augurio che questo 2022 ti porti solo cose belle :)

Bennina

Recensore Master
09/09/20, ore 10:48

Quarto classificato (parimerito)

blackjessamine
Nera schiena del tempo

PREMIO LACRIMA PER LA STORIA PIÚ COMMOVENTE

Tot: 48.5/50



Stile: 15/15

Dal punto di vista stilistico, questa storia è impeccabile: si denota il fatto che tu l’abbia scritta con molta cura, probabilmente revisionandola più volte, perché anche dopo tre letture non sono riuscita a trovare alcun refuso o incertezze grammaticali, il nulla cosmico. L’unica cosa che ti segnalo è che ti è sfuggito un “Babbano” scritto con la B minuscola, ma ovviamente è una minuzia che non ho conteggiato ai fini del voto di questo parametro.
Il tuo stile mi è piaciuto veramente tanto: il suo più grande pregio, a mio parere, è l’essere equilibrato. La storia, infatti, presenta un’ottima alternanza tra parti descrittive e parti dialogiche, che sono in grado di fornire al lettore sia gli elementi necessari per contestualizzare la storia e immaginare i personaggi, sia aggiungere dinamicità al testo, tramite gli scambi di battute. Il lessico utilizzato dai personaggi è adeguato e ha contribuito, nel caso di Augusta Paciock, a delineare caratterizzazioni precise e totalmente IC.
La narrazione è coinvolgente e, ti confesso facendo qualche spoiler sulla valutazione, che in più punti mi sono trovata con le lacrime agli occhi per personaggi di cui raramente leggo le vicende. Secondo me, una delle scelte “vincenti” di questa storia è stata la divisione in due paragrafi, simmetrici tra di loro ma anche profondamente opposti. Il primo è interamente descrittivo, presenta una situazione di drammatica stasi in cui Molly, all’indomani della morte di uno dei suoi figli, è immersa; il secondo, invece, rappresenta un vero e proprio punto di rottura di quest’equilibrio, sia per quanto riguarda la comparsa di Andromeda Tonks, sia per quanto riguarda la successiva apparizione di Augusta Paciock.
Aggiungo qui, prima di dimenticarmene, una piccola menzione d’onore per il titolo che, sebbene tu stessa segnali che non sia del tutto farina del tuo sacco (ma nulla di male nelle citazioni, ovviamente), ho trovato perfetto per questa storia, ne riflette pienamente il significato e, insomma, mi è piaciuto veramente tanto.

Originalità: 9/10

Di storie che affrontano il terribile vuoto di Molly (a causa di Fred) e di Andromeda (a causa di Ninfadora) ne ho lette molte, devo essere sincera, specialmente su Andromeda, che è uno dei personaggi della saga che m’incuriosisce maggiormente. Nonostante ciò, però, sono riuscita a trovare molti elementi originali e innovativi in questa fanfic: in primissimo luogo, nelle altre storie che ho letto al riguardo, non ne ricordo nessuna che comprendesse anche Augusta Paciock. A posteriori, mi verrebbe quasi da dire che era spontaneo, inserire la signora Paciock in una storia del genere, chi meglio di lei avrebbe potuto comprendere il dolore della perdita di un figlio? Ma, come ho detto, è un ragionamento che posso fare solamente dopo aver letto questa storia, prima non ero mai arrivata a partorire (o a leggere) qualcosa del genere, motivo per cui ti faccio i complimenti.
Un altro elemento che mi è piaciuto molto di questa storia, sebbene non mi suoni totalmente nuovo, è l’amicizia tra Molly e Andromeda: è un tema che ho visto riproposto più volte ma, finora, ho sempre letto di loro amiche da Hogwarts, o comunque dai tempi dell’Ordine, mentre qui le fai “conoscere” solamente dopo le rispettive perdite, una chiave di lettura che ho trovato parecchio interessante.
Insomma, nel complesso questa è sicuramente una storia che ti sorprende, non tanto per le tematiche prescelte, ma nel modo in cui esse vengono rielaborate. Un ottimo lavoro, complimenti.

Gradimento personale: 9.5/10

Questa storia mi è piaciuta molto: è difficile, far commuovere me, ma devo ammettere che una lacrimuccia m’è sfuggita alla conclusione, segnale di quanto questa storia sia stata una lettura valida. Ma vorrei procedere con ordine, dato che qui ho parecchie cose da dire.
Per prima cosa, la parte che probabilmente mi ha colpita di più è la prima, quella in cui descrivi la Tana dopo la morte di Fred. È chiaramente una scelta controintuitiva, perché la storia è scritta per colpirti maggiormente con la seconda parte, ma, immaginarmi la casa dei Weasley, che per tutta la saga è un po’ il luogo sicuro di Harry, piena di gioia e tranquillità, ridotta a una sorta di guscio vuoto, dove ognuno si muove in punta di piedi, mi ha colpito molto. Ho trovato molto belli i riferimenti a tutti gli altri componenti della famiglia, come anche ad Harry ed Hermione, e devo ammettere che quando ho letto di Fleur (che è un personaggio che stimo profondamente) sono rimasta piacevolmente sorpresa. Anche la scena di Bill che culla Teddy mi è piaciuta molto, è di una tenerezza indescrivibile, veramente bella.
L’introduzione di Andromeda Tonks nella vicenda è spontanea e non risulta forzata, fatto che ho apprezzato molto: lei mi è piaciuta molto e, sarò sintetica perché ciò che penso della sua caratterizzazione vorrei scriverlo nel prossimo parametro, l’ho trovata ben costruita sulle poche informazioni deducibili dalla saga. Mi è piaciuto il suo essere così “impacciata” con il nipote, sebbene di esperienza con i lattanti dovrebbe averne, è un dettaglio che ho veramente adorato. Se proprio devo fare un appunto su una cosa che ho sentito come “mancante” in questa storia (e purtroppo devo farlo, altrimenti darei 10 a tutti ovunque molto volentieri), è un accenno alla terza sorella Black, Narcissa. D’altronde, Andromeda dice di non avere sorelle e, ovviamente, al lettore è chiaro perché non possa considerare Bellatrix sua sorella, ci mancherebbe altro. Ma mi sarebbe piaciuto sapere perché Narcissa non la consideri tale, se solo in virtù del matrimonio con Ted, o se perché dopo la Guerra non abbia cercato di ricucire i legami. Insomma, sono decisamente troppo curiosa, quando si tratta di storie interessanti come questa: nel complesso, il mio giudizio rimane ampiamente positivo e ricorderò sicuramente questa storia con piacere.

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

Questo è, secondo me, il grandissimo punto a favore di questa storia, senza se e senza ma: i personaggi, anche quelli più marginali, sono caratterizzati meravigliosamente, in maniera così nitida che non si fa quasi fatica a immaginarli mentre compiono le azioni che descrivi. Ma, ancora una volta, cercherò di procedere con ordine.
Molly è a dir poco meravigliosa e, per dirlo io che non sono una gran fan della signora deve essere vero, è resa in quello che, a mio parere, è ciò che maggiormente la caratterizza, cioè quel profondo amore per i suoi figli. La sua caratterizzazione è conforme rispetto al Canon, penso che lo stringersi attorno a lei dei suoi figli sia perfettamente plausibile. La sua famiglia, inoltre, sebbene compaia in maniera marginale, lo fa in una maniera che penso sia perfettamente IC: Bill bravo con i bambini, Percy divorato dal senso di colpa, e George… insomma, sono tutti perfettamente inseriti nella storia e risultano essere coerenti con la caratterizzazione a noi nota, da questo punto di vista il tuo lavoro è stato eccellente.
Anche Augusta Paciock è, a mio parere, molto ben caratterizzata: l’hai un po’ ammorbidita, forse, rispetto a quanto detto dalla Rowling, ma è comunque una caratterizzazione azzeccata con il clima della storia e anche lei mi è piaciuta molto. Mi piace pensare che la fine della guerra le abbia permesso di essere più indulgente, sia con il nipote (che d’altronde si è comportato da eroe) sia con il prossimo, sebbene tu abbia mantenuto (in maniera egregia) quel suo lato onesto e diretto che la porta a complimentarsi con Molly per la morte di Bellatrix.
Infine, vorrei spendere due parole anche su Andromeda, che è il mio personaggio preferito di questa storia. La tua Andromeda è spezzata, devastata dalla perdita, ma è così meravigliosamente umana da far commuovere. Di lei ho apprezzato il suo lato, sebbene lei rinneghi la famiglia, così puramente Black: altera e distaccata, all’inizio, progressivamente sembra quasi ammorbidirsi con il fluire del dolore. In una parola: magnifica, è davvero un personaggio ben pensato, descritto a tutto tondo, davvero complimenti.

Utilizzo del genere Angst: 5/5

Che dire. La storia è Angst in ogni sua parola, fa quasi male leggerla.

Recensore Master
18/07/20, ore 20:13

Ciao!
Ho veramente tanto di tuo da recuperare e mi sono ripromessa di passare man mano ovunque (ci riuscirò!).
Mi dispiace non avere a disposizione troppo tempo per recensire come si deve questa storia, ma piuttosto che lasciarla ancora in attesa preferisco scriverti poche parole. Sono proprio contenta di essermi iscritta al contest di Bessie e che tu abbia voluto iscrivere proprio questo racconto, perché altrimenti non l'avrei mai scoperto.
È veramente bellissimo ed emozionante.
Mi è piaciuto tanto come tu abbia intrecciato il dolore di queste tre donne – un dolore che si ostina a essere muto finché la triste e dolorosa esperienza di Augusta non si abbatte su Andromeda e Molly, invogliate con quei modi spicci e bruschi tutti suoi a dare voce e sfogo al buio che le annichilisce.
Non oso immaginare cosa possa significare perdere un figlio e immagino che anche per te sia stato complesso calarti nei panni di queste madri cui la vita ha tolto troppo e mettere a nudo le loro debolezze e quel marcio scavato sotto pelle.
La fotografia che Molly fa dei propri figli e in generale della propria famiglia è spietata e realistica, urla mancanza, urla una normalità che non tornerà più, neanche quando ci sarà di nuovo il sereno. In fondo, certi eventi cambiano tutto e si è costretti a reinventarsi il quotidiano.
Andromeda, poi, credo sia la figura più dolorosa tra tutte. In passato ho scritto anch'io di questa sua condizione e ogni volta, sia che scriva o che legga, mi ritrovo a pensare a lei come a una donna rotta – e quanto è realistico il terrore che la induce a credere di essere destinata a perdere anche Teddy, l'ultimo affetto sopravvissuto.
Augusta, in ultimo, è quella con alle spalle la situazione più spinosa di tutte: lei non ha mai potuto rassegnarsi, perché malgrado tutto il figlio è vivo – è vivo senza esserci –, una tragedia immane la sua, eppure è bellissimo e commovente come sia riuscita a trovare in Neville la forza di andare avanti e come sproni le altre a fare altrettanto, e a sfogarsi, perché non c'è nulla di male nel mostrare le proprie fragilitià.
Sei stata, al contempo, delicata e senza sconti, nella misura in cui ti sei approcciata a questa tematica con grande delicatezza senza tuttavia spogliarla delle ombre che si trascina dietro, e di un dolore che prima è muto e dopo non lo è, ma è pur sempre dolore nudo e crudo.
Bellissima l'immagine di speranza con cui concludi il racconto, c'è in quel flash il sorriso più luminoso di Fred, il suo sprono ad andare avanti. E lo sprono di Remus, Tonks, Ted, i genitori di Neville persino. Sembrano tutti chiedere di non permettere al dolore di divorare la vita.
Un racconto molto bello, complimenti come sempre (e perdona eventuali refusi, non faccio in tempo a rileggere).
Un abbraccio, a presto!

Recensore Master
16/07/20, ore 22:50

Recensione premio per il contest "Sincero (non mi odi più)" 1/2 

Allora, prima di tutto ti faccio un breve quadro introduttivo della mia situazione quando ho aperto il link: volevo leggere qualcosa di bello, ma non volevo sentirmi male, davvero non era questa la mia intenzione (il fatto che la storia partecipi a un contest angst sarebbe dovuto essere un warning, ma ho sopravvalutato il mio cinismo).
Non ho parole, di fatto, per dirti quanto questa storia mi ha fatto inaspettatamente male. Colpisce davvero dritto al segno, dove fa più male. La prima cosa che mi ha colpito è già l'immagine di Molly che si siede sulla sedia di legno ogni estate (e che Arthur insiste per sistemare fuori anche nella fatidica estate del 1998 - con il dettaglio fugace ma dolcissimo e azzeccatissimo che proprio quell'immagine è quella che lui rievoca ad ogni patronum). Hai reso molto bene l'idea del cambiamento della Tana nel corso del tempo: casa che si svuota; che si riempie perché i figli ritornano - saltuariamente o in modo più stabile - e perché tanti amici passano a fare visita; che, Molly questo lo sa, è destinata però a svuotarsi di nuovo nel tempo.
La parte davvero portante di tutta la storia e che reputo senz'altro geniale, però, è secondo me l'incontro tra le tre donne che a conti fatti hanno perso di più a causa di Voldemort e della guerra. Molly, la cui prospettiva ci mostri per prima, ha perso suo figlio, ma in parte il suo dolore è lenito nell'aiutare una donna poco consciuta finora ma che ha perso perfino più di lei, Andromeda. E ancora, mostri Augusta Paciock - troppo spesso dimenticata - che il dolore della perdita lo conosce meglio di loro. Tutte e tre sono indagate perfettamente in modo più o meno indiretto e hai reso la loro interazione con una naturalezza disarmante.
Nella conversazione tra le tre donne c'è dolore, c'è forza, c'è speranza: hai affrontato il tema del lutto e della sofferenza più cupa senza che ciò apparisse mai forzato e usando espressioni che calzano davvero a pennello con le personalità di queste tre donne forti, soprattutto sull'importanza di andare avanti e basta, per gli altri che hanno bisogno e poi anche per se stessi, perchè "si può essere felici anche con questo dolore nel petto".
Spiazzante e doverosa l'affermazione di Andromeda di non avere sorelle e di essere una Tonks, soprattutto con l'accenno esplicito alla morte di Ninfadora 
Oneshot potente eppure delicata, scritta in modo meraviglioso ed equilibrato nel modo di dosare le emozioni. Davvero tanti complimenti, sono molto contenta (anche se affranta) di aver scoperto questa tua storia!

P.S. Lo confesso, l'angst già lo avevi raggiunto qui secondo me: George che non parlava quasi mai, ma che la settimana precedente le aveva chiesto di insegnargli a preparare una torta, e quando l'aveva bruciata era scoppiato a piangere come un bambino che perde il suo primo dente da latte.

Recensore Junior
29/08/19, ore 10:57

Recensione per il contest “Scegli il tuo mandala e ti dirò chi sei…”
 
Allora, la tua storia era partita strappandomi un sorriso con l’immagine di Molly seduta come una delle più classiche e spensierate comare di paese.
Lì su quella sedia, a rammendare e a cucinare a colpi di bacchetta alternando un “state dove posso vedervi” rivolto ai figli.
Il suo personaggio mi ha sempre dato un senso di forte protezione e tranquillità che solo l’immagine di una madre come lei può darti.
La routine, la calma, la pazienza.
I figli che la fanno disperare e la cena pronta in tavola per un intero esercito.
Insomma, non si può non amare la figura di Molly e tutto ciò che essa comporta.
Dopodiché, a George, lacrime trattenute perché l’ho letta a lavoro e la dignità non l’ho voluta perdere.
Hai creato un’atmosfera molto, parecchio, angst. Ogni considerazione, ogni pensiero, ogni costatazione era un colpo al cuore, come una pugnalata carica di tristezza diritta al cuore.
Mentre leggevo ovviamente si sovrapponevano le immagini della guerra, vedevo la foto con i coniugi Paciock che sorridevano, immortalati nell’Ordine.
Vedevo George sul corpo di Fred, penso che perdere il proprio gemello sia il dolore più grande che si possa provare. Maggiore di quello di perdere altri tuoi cari.
Vedevo Lupin e Tonks, quel figlio orfano, quel figlio a cui un giorno si racconterà che cosa fecero i genitori e per cosa diedero la vita.
Mi ha colpito soprattutto un passaggio, della tua storia: “Un essere umano, semplicemente, non può sopportare più di un certo grado di dolore.”
Ed è una verità cosi assoluta che ha reso ancora più angst la storia più angst che io abbia letto per questo contest (precisazione: io intendo l’angst come genere di massima tristezza, atmosfera drammatica, ecc… non la definizione usata solo nei manga).
È interessante il modo in cui, nel dopoguerra, non hai fatto andare avanti i personaggi. Sembrano tutti bloccati in una bolla di routine atte a non pensare alle persone perse. C’è speranza verso la fine, dove si accetta che il dolore non scomparirà mai, ma che ci si può convivere in alcuni momenti.
C’è una sorta di riscatto in cui tutti speriamo.
Ottimo episodio di vita, complimenti.

Recensore Master
25/10/18, ore 10:49

Ciao di nuovo!

Ok, ti sto stalkerando, ma non mi scuserò perché so quanto possa far piacere che un lettore venga a cercare altre storie dopo averne apprezzata una ;)

Il tema delle madri in HP è un tema che mi affascina molto, e curiosamente mi è capitato di recente di 'chiacchierarne' dopo che ho letto la drabble sull'aborto di Bella (ora mi sfugge l'autrice, mannaggia!)

In realtà non ho mai pensato ad Augusta in termini di madre, ma solo di nonna, e per questo mi ha intrigato molto che tu l'abbia affiancata a Molly e Andromeda come 'l'esperta' della situazione. Pensa, tanti anni fa mi era capitato di scrivere una cosa simile (o meglio, una cosa sul tema) però con Alice al posto di Augusta (e Bella protagonista), tanto per farti capire quanto mi stia a cuore la cosa!

E se tu hai immaginato Augusta ringraziare Molly per aver fatto fuori Bella, io ho immaginato Andromeda fare lo stesso. Una volta ho letto una storia post-guerra in cui Narcissa e Andromeda si ritrovavano affettuosamente subito dopo la battaglia o ho smesso di leggerla per quanto mi sembrava assurdo: sono totalmente con te, Andromeda per me si considera figlia unica ormai!

Ho sempre immaginato anche che Molly abbia 'adottato' Andromeda e Teddy, anche se non che li abbia fisicamente ospitati a dormire a casa (poi io nel quadro ci infilo sempre Lyall Lupin).
Hanno troppe cose in comune per non avvicinarsi, e non è nella natura di Molly non aiutare una nonna rimasta sola col suo nipote, per giunta figlioccio del suo figlio acquisito. Poi Molly era molto affezionata a Remus e Tonks, quindi mi è sempre parso naturale questo 'passaggio di cure'.

Mi è piaciuto molto il modo in cui hai descritto l'importanza di Teddy per Andromeda: pensa che anche a me è capitato di usare una frase molto simile alla tua, con Andromeda che si stringe, si 'aggrappa' a Teddy - tutto ciò che le resta della sua famiglia - per restare a galla.

Ci sono anche tanti altri piccole cose che ho apprezzato: Molly che non si lamenta se sente i passi felpati detto ragazzi nella notte (diamine, dopo quello che hanno passato ci manca solo che non possano trovare un po' di conforto nelle braccia di chi amano!); Hermione che ovviamente preferisce stare alla Tana che a casa (nel mio headcanon torna a vivere a casa solo quando ritrova i genitori); Charlie che resta in Inghilterra (per me si prende uno due mesi di aspettativa e va a vivere sul divano di George a Diagon Alley, ché la camera di Fred è off limit); il fatto che il funerale sia stato collettivo (anche io l' ho descritto così, non ho mai immaginato tanti funerali separati, anche se ultimamente ho trovato solo questo scenario nelle storie, ma forse perché erano del fandom inglese...); l'attenzione a piccoli dettagli potteriani come Il solvente di Nonna Acetonella.
L'unica cosa che non mi ha convinto è il pollice verde di Fleur, che in realtà ritiene la Tana un luogo molto noioso in cui non c'è nulla da fare a meno che non ti piacciono i polli XD

Tornando alla storia nel suo complesso, mi è piaciuta moltissimo l'atmosfera generale: si avverte sia la calma placida di una giornata estiva assolata, sia la malinconia che permea le vite e i discorsi delle donne.
Non so se Augusta si presenterebbe mai alla Tana non ufficialmente invitata (tra l'altro è nei miei headcanon che Molly la inviti con Neville più di una volta!), ma ho apprezzato il modo diretto con cui si approccia alle altre donne.

Insomma, un ottimo lavoro su un trema che mi sta a cuore (soprattutto con Molly e Andromeda!). Brava di nuovo!
(Recensione modificata il 25/10/2018 - 09:22 pm)

Recensore Master
20/09/18, ore 12:23

Ho letto questa storia perché non ho assolutamente ispirazioni per il contest e volevo vedere gli altri partecipanti come avessero gestito il Mandala.
Devo dire che tu te la sei cavata egregiamente: la storia è commovente e hai centrato pienamente il Mandala scelto!
Hai descritto la sofferenza di tre donne diverse tra di loro eppure unite nella perdita, la comprensione di poter continuare a vivere anche con una parte di cuore dove la luce non arriva.
Mi è piaciuta molto, i miei complimenti!

Recensore Master
20/08/18, ore 15:37

Oh no Jess! Ma cosa mi hai combinato! Ed io che attendevo tanto il seguito di “un cuore così bianco” :(
Dai, ovviamente scherzo, gli errori capitano a tutti e per fortuna sei riuscita a recuperare queste bellissime storie! Purtroppo non ricordo le vecchie recensioni che ti ho lasciato, ma se il mio giudizio può valere qualcosa, voglio dirti che ci hai fatto un gran regalo ripubblicando le os, anche se non in raccolta (chissenefrega alla fine, basta che abbiamo la possibilità di leggerle ancora!).
Di questa storia qui, in particolare, ricordo amai l’introspezione legata a Molly, che sei riuscita a rendere con assoluta maestria, facendo sentire noi lettori, veri e propri orfani della tana.
Del dolore legato alla guerra e alle perdite sai, io non vorrei mai smettere di leggere, un po’ come un masochista che tortura la propria ferita ancora aperta. In assoluto assorbo il dolore di George come una spugna, soffrendo come temo abbia sofferto lui, non chiedermi quale sia il motivo, perché nemmeno posso immaginare cosa voglia dire perdere un fratello.
E Molly, alle prese con la perdita di un figlio, che credo provochi una ferita mai più rimarginabile.
Tutto questo sai, tu ce lo hai fatto assaporare e non posso che rinnovarti i miei complimenti, come sempre.
A presto

Bri
(Recensione modificata il 20/08/2018 - 03:40 pm)