Recensioni per
Tempi diversi, stesse scarpe
di T612

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
02/04/20, ore 11:37

Non mi capacito di come questo gioiellino possa avere solo una recensione; va beh che forse dovrei stare zitta visto che la sto commentando con solo due anni di ritardo... #whatever

Partiamo!
A parte il fatto che non so da dove partire perchè, come con le altre che ho letto prima, ho amato tutto di questa storia. E' uno splendido riassunto della vita di Tony e della sua evoluzione da IM1 a IW. I punti cardine mi sembrano due: il rapporto con suo padre e quello con suo figlio adottivo (e di come il primo sia andato sempre inevitabilmente a influenzare il secondo.)
Prima però c'è l'Afghanistan, e Yinsen, personaggio che avevo amato con tutto il cuore, e già da qui cominciamo a percepire il cambiamento di Tony, che cerca comunque di prendersela con suo padre. Le parole di Cap fino a questo punto sono più che veritiere, fino a quando non arriva New York, a cambiare tutto ancora una volta, a portare il secondo grande stravolgimento nella vita di Tony: è la seconda volta che rischia nuovamente la vita, riesce a cavarsela per un soffio e acquista così una nuova prospettiva.
Di mezzo c'è la vicenda di Iron Man 2, e di come anche il giudizio su Howard, quell'uomo che come dici tu era vent'anni avanti rispetto ai suoi tempi, cominci a cambiare. Suo padre è riuscito in maniera inspiegabile a predire il futuro e a salvargli la vita: c'è poi quella frase spettacolare riguardo la sua più grande creazione che non manca mai di farmi commuovere. E Tony per la prima volta si ritrova a calzare le scarpe del padre.
Uh, ho dimenticato il momento in cui ogni cosa è cambiata per la primissima volta ossia dicembre 1991... certo che essere svegliati dai giornalisti ed essere messi a conoscenza da loro, della morte dei propri genitori, è qualcosa che non augurerei a nessuno: ora Anthony deve fare i conti con un'eredità troppo grande, con un padre che chiunque altro considererebbe ineguagliabile.
Splendidi gli accenni a Fury, che piano piano comincia a rendersi conto di chi ha davanti e a zia Peggy: amo come riesci a delineare anche con poche parole il legame profondo fra lei e Tony.
Con Iron Man 3 ci troviamo ad affrontare il post New York, capiamo finalmente l'importanza di Pepper, altro cardine della vita di Tony... e pochi anni dopo arriva anche il desiderio di paternità, assieme alla paura di non esserne all'altezza. La descrizione del sogno è struggente, anche a me è capitato e se da un lato una volta sveglia ero sollevata, dall'altro ero piena di nostalgia.
Ed eccoci giunti anche a Peter, che ci da' modo di vedere quanto quel desiderio sia davvero forte in Tony ma altrettanto forte sia la paura di non essere all'altezza, di rovinare tutto, di affezionarsi troppo çç. Ha anche paura che Peter ripeta i suoi sbagli, ma su questo può stare tranquillo.
E mi stringe il cuore pensare che alla fine nonostante tutto Tony si sia comportato comunque da Howard... anche se tutto in quel caso è finito bene.

Il finale ha preso il mio cuore e lo ha ridotto in tanti piccoli pezzettini.
Spettacolare, uno splendido scorcio sulla mente di Tony. Le tue storie sono una più bella dell'altra <3 davvero

se riesco torno dalle tue parti oggi pomeriggio, nel frattempo ti mando un bacione

Bennina
 

Recensore Master
17/10/18, ore 14:59

Eh, già, oggi non ti lascio in pace <3
Ho rimandato non so quante milioni di volte questa recensione, ma prima o poi arrivo ovunque... quindi preparati al papiro infinito, che come ti accennavo, da dire ne ho molte <3

Comincio col dirti l'impressione generale che ho avuto durante la lettura: un enorme flusso di coscienza, un crescere di emozioni imbottigliate per anni che si riversano addosso a Tony e, di rimando, su chi legge; un accumularsi di sensi di colpa, fallimenti ed errori che non trovano uno sbocco, se non la consapevolezza di aver sbagliato e fallito, di nuovo. E il tutto è comunque molto equilibrato, cadenzato dalle riprese delle citazioni e venato da una costante amarezza di fondo che si ricollega ad Howard, a quell'agognato legame con un padre assente prima come ora, ma in qualche modo onnipresente nella sua vita.
E adesso procedo passo passo, o quasi, perché con una storia così è doveroso soffermarsi sui dettagli.

Il tema della "forza" è una costante nella vita di Tony, soprattutto se collegato all'educazione impartitagli da Howard, che l'ha poi instradato a continuare la sua opera. Bella la ripresa dell' "acciaio nella spina dorsale", un'eco di quel "Stark men are made of iron" che Howard inculca in testa a Tony nei fumetti e che, in questo caso, riesce a interpretare in un modo più produttivo della mera forza fisica o caratteriale, riscoprendo la propria vera forza nell'ingegno.
Penso anch'io che Tony abbia "riscoperto" suo padre proprio nella grotta, a partire da quel reattore arc che gli salva la vita. Non a caso, alla conferenza stampa in cui chiude la divisione bellica, cita proprio Howard e quell'addio mancato. È bello e allo stesso tempo doloroso che Tony si renda poi conto di come, nella sua freddezza ed assenza, suo padre abbia comunque sempre pensato a lui. 

Mi piace il fatto che tu abbia sottolineato come Tony sia sempre, immancabilmente, nel mirino delle telecamere. È un qualcosa di ovvio nei primi film, ma si tende a dimenticarlo col progredire del MCU, e come hai ben descritto tu, non dev'essere stato sempre piacevole. Personalmente suppongo che, visto l'ego ipertrofico di Tony, una parte di lui fosse comunque ben lieta di sguazzare tra i paparazzi, anche se magari avrebbe desiderato più privacy in determinati momenti. Nei film successivi credo che la sua tendenza a voler essere sempre al centro dell'attenzione sia scemata, almeno in contesto pubblico. E non mi è difficile immaginare la pressione mediatica a cui è stato sottoposto dopo New York, Ultron e gli Accordi. Soprattutto dopo questi ultimi: credo si tenda a dimenticare che, tolto Cap, è lui il volto degli Avengers e colui che li gestisce economicamente. Se Cap ci mette la faccia, Tony ci mette faccia, bocca e soldi, come hai opportunamente sottolineato tu nel descrivere la caduta dello SHIELD. 
A questo proposito, ti faccio solo un appunto: ho trovato la sezione relativa alla SHIELD leggermente ingarbugliata, e le spiegazioni "burocratiche" mi hanno un po' allontanata dal cuore dei pensieri di Tony. Molto bella invece la riflessione finale della sezione, che si ricollega al titolo. Forse sarebbe opportuno ridimensionare le spiegazioni riguardo agli intrighi dello SHIELD per concentrarsi su questa frase, fulcro dell'intero discorso, ma è solo un consiglio :)

Ho amato la riflessione sulle stelle, sul fatto che, da affascinanti e fonte di fantasticherie, diventano terribili e fredde dopo il trauma subito. Un trauma che spalanca i suoi occhi su tutti i pericoli a venire, proprio da quelle stesse stelle. Di nuovo, si ripropone il dramma di un uomo che è avanti a tutti ma è costretto a stare al passo coi suoi tempi, con conseguenze che sappiamo esse nefaste, pur guidate dai migliori intenti.
E nonostante l'urgenza dettata da questa consapevolezza, Tony esita quando si tratta della propria felicità. 
E qui mi limito a citare il tuo stesso passaggio, perché raramente ne ho letti di più belli e calzanti: "Aveva sbattuto la testa contro così tanti muri nel tentativo di chiarire la situazione nella sua mente, quando l’unica cosa da capire era che per metterle un anello al dito non ci sarebbero dovuti volere dieci anni, perché il pericolo è imminente e la vita è troppo breve". Meraviglioso.

E anche: "Nel suo sogno si guardava allo specchio e vedeva Howard". Una frase straripante di sottintesi e che rivela apertamente come Tony, nonostante tutto, stia ancora cercando di seguire le orme di suo padre e lo vede ancora come un obiettivo da raggiungere. O forse è un timore inconscio di diventare come lui, di ripetere i suoi stessi errori di padre e uomo. In entrambi i casi, è un'immagine che Tony potrebbe benissimo evocare.
Poi, Peter <3 Qui credo si manifestino chiaramente quei timori di Tony, quella sua paura di non essere all'altezza che lo contamina in ogni cosa che fa, che sia Iron Man, la sua relazione con Pepper o il porsi come figura di riferimento per Peter. Quel suo non rispondere ai messaggi nonostante in fondo vorrebbe è assolutamente da Tony Stark, in tutta la sua insicurezza nascosta ed ostentata freddezza.

Allora, sappi che, tra le mille piccole cose, ho amato la riflessione sulla guida e sull'affidarsi a un autista. È un qualcosa su cui ho sempre riflettuto: come fidarsi di qualcun altro alla guida se, in ben due casi, si è subito un trauma causato da un mezzo guidato da altri? Quindi grazie per aver trasposto questo pensiero <3
Il parallelismo tra l'atteggiamento di Howard con Tony e quest'ultimo che, inconsciamente o meno, lo emula quando si trova a dover rimproverare Peter è perfetto, così come è perfetto il fatto che Peter reagisca in modo del tutto differente da Tony bambino strigliato dal padre. Il fatto che Tony prenda coscienza di queste differenze non può che essere positivo.
"In realtà la “zona d’ombra” era una confort-zone, perché da grandi poteri derivano una tonnellata di stranezze che non si è mai pronti ad affrontare". Bellissima anche la rielaborazione in chiave Stark della famosa frase, nel leggerla mi sono emozionata, forse perché aspetto ancora che venga detta esplicitamente nel MCU <3

Poi, Titano, e il mio cuore che si frantuma. Ormai ho letto e scritto questa scena in tutte le versioni possibili, ma è sempre difficile e doloroso pensare a quel momento di assoluta disperazione, in cui tutto ciò per cui Tony ha lottato in vita sua sembra vanificarsi, avverando la visione strazioante di AoU. E tu rigiri il coltello nella piaga con Tony che raccoglie le ceneri di Peter... credo di essere stata molto vicina a collassare, nel leggere quel passaggio, così semplicemente umano nella volontà di Tony di voler conservare qualcosa di Peter, o almeno di dargli degna sepoltura: tutti hanno bisogno di qualcosa di materiale da compiangere nel dolore del lutto.

È commovente il modo in cui Tony, nonostante tutto, si aggrappa alla convinzione di poter ancora una volta risolvere la situazione, sia con la ripresa dello snodo iniziale riguardo all'ingegno come vera forza, che ricercando conforto nella figura di quel padre irraggiungibile, che aveva comunque creduto in lui e che è infine riuscito a superare per tracciare la propria rotta tra le stelle.
Il finale mi ha lasciata appesa ma speranzosa, con una stretta al cuore e la fiducia che Tony riuscirà comunque a rialzarsi, per quanto spaventose possano essere quelle stelle.

Un pezzo bellissimo, ben studiato e che mi ha emozionata in più punti; sei riuscita a cogliere delle parti nascoste del personaggio di Tony e a portarle alla luce con delicatezza e coerenza, andando ad esprimere i suoi pensieri più reconditi.
Mi hai sorpresa, commossa e mi hai anche fornito più di uno spunto di riflessione, quindi direi che la "sfida" ha avuto risultati più che positivi <3 E grazie mille per la dedica, non me l'aspettavo :')
Spero che continuerai a offrirci scorci nella mente di Tony.
Io, personalmente, non vedo l'ora di leggere il prossimo :)
Un caro saluto, e spero (sicuramente) a presto,

-Light-

P.S. Sezione refusi/errori/pignoleria: ho notato un [...] proprio all'inizio, non so se è cosa voluta o meno; da qualche parte c'è un'astronauta invece di un astronauta (maschile); Happy l'aveva telefonato invece di gli aveva telefonato.