Valutazione del contest “Bionica mente”
Stile e grammatica: 9.5/10
Dal capitolo 1:
• “... necessaria perchè tutto funzionasse al meglio...” → perché.
• “... ogni moneta che aveva scommesso era svanita nelle tasche nei suoi avversari.” → dei.
• “Sheridan tirò giù l’infuso in una golata, suo malgrado incuriosita.” → colata o scolata.
Dal capitolo 2:
• “Una chiave inglese dorata le si materializzo accanto.” → materializzò.
• “Strano vederti sopracoperta.” → sopraccoperta o sopra coperta.
• “... si sentiva le braccia in fiamme e un velo di sudore [a] coprirle [la] fronte...” → mancano la preposizione e l'articolo.
• “... un piano semplice e ben congeniato.” → congegnato.
• “... la nave carico Realgar trasportava duecento ottantatré casse di rame...” → duecentottantatré o duecentoottantatré.
Dal capitolo 3:
• “... sapeva che avrebbe ripagato le poche ore di sonno durante il turno di giorno.” → pagato; se ho capito bene il senso, cioè che il poco sonno si sarebbe ripercosso negativamente durante il lavoro, credo che il termine più azzeccato sia quello che ti ho segnato.
• “Poi Sheridan scoppiò [in] una risata.” → manca la preposizione.
• “Pensavo fosse andata persa, o rubata.” → considerata la brevità della frase ti consiglierei di togliere la virgola, tuttavia è una scelta puramente stilistica.
• “Hai una sala macchina da controllare.” → macchine.
• “... la sala macchina non perdonava le distrazioni.” → macchine.
Dal capitolo 4:
• “La prime luci del mattino...” → Le.
• “Era a una delle stazioni che era diretta.” → questa frase è scorretta e c'è una ripetizione del verbo essere all'imperfetto riferito a Sheridan, potresti usare: “Era diretta a una delle stazioni” oppure “Era una delle (di quelle) stazioni a cui era diretta/si stava dirigendo”.
• “Sperava che potessi unirmi a loro, hanno bisogno di [un] paio di braccia in più.” → manca l'articolo.
• “Il mattino dopo c’erano due guardie della Compagnia davanti alla sua porta di Sheridan.” → qui ti sei ripetuta, o togli “sua” o togli “di Sheridan”.
• “Camminando si assicurò di sentire contro l'avanbraccio la lama...” → avambraccio.
• “Si dibattè, lottò, ma non la lasciarono andare.” → dibatté.
• “Siete condannata a venire appesa per il collo finchè morte non sopraggiunga.” → finché.
Gli errori che ho riscontrato sono per lo più di distrazione e per una storia che supera le diciassettemila parole rappresentano una cifra irrisoria, di poco conto e che non ha intralciato la lettura.
Mi sono innamorata degli scenari che hai dipinto, ogni volta che li tratteggiavi non ti perdevi in descrizioni complesse, ma esprimevi i tratti peculiari per permettere di immaginare i luoghi, le città, i cieli, la nave.
Il lessico è molto curato, appropriato al contesto, non ho mai sentito una parola fuori luogo, ognuna di loro è adatta e funzionale al racconto.
Il tono che hai impresso al racconto rispecchia il genere avventuroso della storia, accentuando i momenti più ansiogeni e rallentando in quelli più riflessivi.
Originalità e trama: 10/10
Sin dalle prime righe viene messa ben in evidenza la regola più importante della Compagnia: chi ruba verrà punito. Quasi come una legge non scritta, osservata e temuta da tutti, seppur infranta dai più disperati. Tale regola suggerisce subito quel confine che non deve essere superato, quel pericoloso confine che però i più scaltri possono sperare di infrangere e passarla liscia. Sheridan suo malgrado si trova costretta a doverlo superare, più per disperazione che altro.
Dopo aver compiuto il primo furto con successo, e dopo aver ricevuto le prime ricompense e saldato i debiti, per Sheridan pare una strada in discesa. Continua a rubare e a giocare d'azzardo, tutto improvvisamente gira a suo favore: nessuno che la può scoprire a delinquere e la fortuna che le porta continue vincite alle carte. Raggiunge l'apice, ricca e felice da scoppiare, speranzosa di poter vivere così per sempre. Ma, la morale di questa storia si potrebbe riassumere con: “il lupo perde il pelo ma non il vizio”, dove questo vizio rappresenta la rovina di Sheridan.
Hai disseminato dettagli lungo la storia per arricchire e dare forma a questo mondo sconosciuto, la Guerra dei Dieci Giorni per esempio, che in un tempo così martoriato dalla fame e dalla miseria indica come a livello nazionale non ci sia stabilità, ma dei continui conflitti fra guerre civili e di colonizzazione.
L'ambientazione risulta credibile, definita e ben raccontata nel corso della storia con tanti piccoli particolari disseminati qui e là, come ad esempio le Ozene, delle creature originali che arricchiscono ulteriormente questo mondo fantastico.
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Sheridan si presenta come una giovane donna dagli atteggiamenti molto caciaroni, quasi un maschiaccio. Una donna macchinista che non ha paura di sporcarsi le mani e sa adeguarsi alle circostanze. Alla taverna non si cura per niente dell'impressione che può dare agli altri, un'amante del rischio che ha accumulato debiti su debiti nel gioco d'azzardo e dimostra un bel caratterino, sempre pronta al botta e risposta. La sua passione per le macchine e gli ingranaggi si scopre provenire dal padre, dalle ore spese nel suo studio a osservarlo dare vita a creazioni curiose e straordinarie. Non mancano indizi sul suo passato, sul legame che aveva col padre; un arricchimento che si rivela fondamentale nell'intreccio della trama.
Ciò che mi ha appassionato di lei è la sua tenacia, il suo mantenere la testa alta nonostante tutto. Quando si vede costretta per esigenze economiche a diventare una ladra si preoccupa, sa quanto sia pericolosa quella scelta, ma non si riduce comunque a piangersi addosso. È una combattente, dotata di grande resistenza emotiva. Dimostra sia punti di forza che di debolezza, come quando passa a saldare parte del suo debito e, anziché riflettere a fondo sul significato di ciò, pensa già a una vita più agiata, nel lusso, al ritorno ai tavoli da gioco per continuare a scommettere col rischio di perdere altri soldi e indebitarsi ancora. Insomma, il suo pessimo vizio non aveva ancora avuto modo di insegnarle una lezione per la vita.
Il Capitano Chapman viene presentato come un uomo affascinante, l'età è non meglio specificata seppure si possa dedurre dall'aspetto che non sia più così giovane. Qualche tocco anche del suo background lo lega al padre di Sheridan e viene enfatizzato questo loro rapporto iniziale di custode e protetta. È un personaggio ambiguo per gran parte della storia, di cui non si sa se fidarsi o no. Questa sensazione di scetticismo nei suoi confronti viene trasmessa da Sheridan, che in prima persona ha un rapporto complicato con l'uomo. In questo senso, posso affermare di come le emozioni e i pensieri della ragazza riescano a innescare empatia nel lettore e persino ad influenzarlo. La mia visione del capitano continuava a cambiare a seconda di come lo vedeva Sheridan, e questa cosa mi è piaciuta molto.
Nella storia ci sono anche diversi personaggi secondari e di contorno; trovo che ognuno di loro abbia avuto una sua curata caratterizzazione, che li abbia resi distinguibili e non delle macchiette.
Per esempio, Renard è proprio una volpe come lo descrive la sua apparenza, un uomo che sa come manipolare i disperati: Sheridan non aveva nulla da perdere se non i debiti, nonostante le prime resistenze è stato facile convincerla ad andare incontro alla famigerata regola della Compagnia. Seppur sia stato a malapena una comparsa l'ho trovato un personaggio vero.
Sarin, colui che per primo l'ha avvicinata alla taverna, anche lui è un degno ladro di mestiere, con i suoi modi carismatici e persuasivi. La sua faccia tosta, non a caso, è la stessa che si befferà di Sheridan sul finale, quasi come un cerchio che si chiude: con lui tutto è iniziato e con lui tutto finisce.
Sviluppo del genere scelto: 4.75/5
A cominciare dalle gilde commerciali, passando per gli Alchimisti e infine la clessidra blocca-tempo, hai inserito molti spunti, alcuni arricchiti con dettagli unici. La clessidra in particolare è un piccolo capolavoro di ingegneria e magia oscura, un oggetto che combina perfettamente gli elementi dello steampunk.
L'ambientazione ha una solida base, un impero completamente fondato sulle macchine e i marchingegni a vapore, creazioni complesse e costituite per la maggioranza, se non totalità, in rame, un metallo che potrebbe sembrare comune, ma d'importanza vitale per il sostentamento di quell'impero.
Gradimento personale: 10/10
Ho empatizzato molto con Sheridan, per tutto il tempo ho fatto il tifo per lei. Quando è andata a saldare parte del suo debito, posso dire di essermi sentita io stessa fiera e trionfante per lei.
Una storia piena che alterna momenti di tensione ad altri di calma apparente, l'ultimo capitolo l'ho letto col cuore in gola.
Sheridan è un personaggio che ho amato nei suoi pregi e difetti, nei suoi successi e nei fallimenti. È una protagonista riuscita, che riesce a trascinare il lettore nei suoi panni, mostrandogli il mondo in cui si muove attraverso i propri occhi. Il finale per me è stata una stoccata al cuore, non saprei dire se è giusto, so solo che ha reso l'intera storia di Sheridan ancora più memorabile. E strappalacrime, maledetta! (♥)
Bonus: 4/4
[3] Ambientazione in almeno due luoghi distanti centinaia di chilometri l'uno dall'altro: questo bonus è stato pienamente soddisfatto. Si parte da Endondida per giungere a Veran, la capitale. Si intuisce che siano luoghi distanti anche grazie al passaggio sopra i cieli di Rindegar, una città intravista lungo il viaggio.
[7] È presente un tipo di attività illegale: anche questo bonus è stato rispettato. L'attività illegale è ciò che spinge Sheridan a intraprendere le sue missioni criminali. Viene introdotta già dal primo capitolo seppure attraverso le spiegazioni di Renard. Non si ha modo di vederla dall'interno, ma gli uomini di questa organizzazione saltano spesso fuori durante la storia, facendo le loro comparsate di tanto in tanto.
Totale: 48.25/49 |