Recensioni per
Unforgivable Sinner
di Mari Lace

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
14/01/19, ore 18:43

Recensione premio 1/2 per il contest "Foto Ricordo"

Non ho trovato molte storie con questi due personaggi e il loro amore come preotagonisti, per cui sono contenta che tu mi abbia suggerito proprio questa storia da leggere e recensire. Fidati, sarà un vero piacere per me!
Credo che Akemi sia stata fin troppo sottovalutata, forse perchè muore poco dopo che appare nell'opera, ma la sua stessa morte è causa scatenante di fin troppe cose, dal tradimento di Sherry/ Ai e poi a seguire.
Shuichi è uno dei miei personaggi preferiti, è così interessante e misterioso e intelligente da far cadere ai suoi piedi qualunque donna, perciò non mi stupisce che anche la tenera Akemi si sia innamorata. Ma il fatto stesso che lei abbia sorpreso un uomo del suo calibro la rende molto più complessa di come venga suggerito nell'opera e questo mi ha fatto molto piacere.
Il dolore di Shuichi si percepisce chiaramente da ogni tua parola, perciò voglio farti i miei più sentiti complimenti. Hai colpito dritto al cuore, come sempre!
Alla prossima storia!
Flos Ignis

Recensore Veterano
19/10/18, ore 16:40

VALUTAZIONE CONTEST "INTROSPEZIONE E CANZONI" indetto da Ile_W;

3° POSTO

Titolo (2/2)
 
Rappresenta il fulcro della tua fanfic, il grande sentimento che lega Akemi a Shuichi; è anche il titolo della canzone che hai utilizzato ma che racchiude tutto ciò che intendi trasmettere con la tua storia. Semplice ma eloquente, adatto senza dubbio alla situazione! 

Grammatica e stile (10/10) 
Grammatica perfetta, non ho trovato errori di alcun genere. Il testo non presenta ripetizioni, anzi. Sei stata ancora una volta molto scorrevole e lineare. Non hai utilizzato giri di parole vari nelle tue descrizioni, che probabilmente avrebbero reso in modo diverso la fanfic, ma lo stile con le poche frasi a grande impatto ha formulato benissimo il tutto. Mi è piaciuto molto anche l'utilizzo della seconda persona, che riesce a far immedesimare totalmente il lettore con Shuichi. Hai racchiuso - affrontandola al meglio - tutta l'introspezione del mondo in questa breve storia, senza appesantirla mai. Ho percepito lui, il vuoto enorme che ha creato la morte di Akemi. Ho sentito questo legame con lei, questi "perché" che non riesce a comprendere e che sono propri della ragazza. Me li hai fatti amare ancora di più, grazie a questa breve flash ma che mi ha detto davvero tantissimo. 

Citazione (5/5) 
L'hai utilizzata come frase di Akai ed è stato un colpo di genio! Hai preso la citazione e l'hai resa tua, attribuendole un altro significato. Il termine "peccatrice" in questa fanfic ha un altro senso, un'interpretazione assolutamente personale e molto ben integrata. Non stona per nulla, in armonia con i pensieri e i sentimenti di lui, che non si sarebbe aspettato di potersi innamorare di Akemi. Proprio un agente dell'FBI che ha tutto sotto controllo, uno dei migliori, rimane "vittima" della "peccatrice" che gli ha rubato il cuore, cosa che non avrebbe potuto prevedere. Molto bella nel contesto! 

IC (9,5/10) 
Il carattere di Akai è davvero molto simile a quello originale e lo si comprende attraverso i suoi pensieri e le sue parole. Quei dubbi, quei perché che lo tormentano ma che nasconde (ricorda un po' la scena in cui rilegge gli sms di Akemi) e quel senso di colpa per averla usata, nonostante ne fosse innamorato. Riporta alla mente il flashback in cui lei gli confessa di avere capito tutta la situazione e lui si sente in colpa per la prima volta. Nella tua storia lo vediamo fragile, a tal punto che vede la ragazza davanti a sé e le parla, proprio lui - così razionale - per una volta si lascia andare e segue il cuore. Ciò che vedremo difficilmente, ahimé! Quindi, nonostante questo aspetto che mostri di Shuichi molto più umano e forse fragile rispetto a ciò che appare di solito, sono rimasta impressionata dal filo dei suoi pensieri, così coerenti con l'opera originale. Bravissima davvero! 

Originalità e trama (9/10) 
Si tratta di un Missing Moment molto carino e profondo; il momento in cui Shuichi viene a conoscenza della morte della ragazza non lo abbiamo mai visto nell'opera originale e il modo - e la dolcezza - con la quale tu lo hai descritto mi ha lasciato un amaro particolare, una sorta di malinconia profonda che riesci a trasmettere in modo delicato. Hai affrontato un lato del nostro Akai che non conosciamo pienamente (solo accennato e neanche troppo nel manga/anime), che hai reso pienamente tuo. Nonostante il tema sia stato affrontato spesso, hai saputo comunque ricreare una scena molto bella, astratta ed eterea, così strana - e lontana - da ciò che è Shuichi, pur rimanendo perfettamente nel personaggio. L'introspezione ti riesce naturale, istintiva, e per questo ti rinnovo i miei complimenti! 

Gradimento personale (5/5) 
In conclusione, penso che sia una bellissima storia introspettiva e, proprio l'introspezione, è il tuo punto forte in ciò che scrivi. Hai preso un personaggio come Akai, descrivendo ciò che di lui non possiamo vedere, rendendo palpabili i suoi sentimenti in quel momento, compreso il senso di colpa. Poi, il vero colpo di scena della fanfiction, è il momento in cui lui - così con i piedi per terra - vede Akemi, si ferma e le parla. Ho apprezzato anche l'idea nata dalla citazione, che hai tradotto e integrato perfettamente. La storia mi è piaciuta moltissimo, complici anche i brevi periodi chiari e concisi. 

Recensore Master
04/10/18, ore 03:10

Non penso che saranno per sempre un tormento,
immaginando che Jodie potrebbe essere di conforto per quel vuoto che ti manca Akai,
ma di certo non è giusto dimenticare il passato,
visto che ti resta dentro,
oltre la memoria,
ordinato come un archivio.
Che dire?
Un piccolo segno di gioia glielo doveva Akemi,
visto come si è sentito all'inizio.
Bellissima shot,
complimenti mari.
Alla prossima,
con affetto
Shinran amore ^.^

Recensore Master
03/10/18, ore 16:07

Cara Mari Lace, ^^

Eccomi a leggere la tua storia, finalmente, e a canticchiare la canzone. Come promesso, ho il caffè in mano perché la caffeina è vita, è ciò che mi fa stare in piedi. Ma veniamo a te. Parto dal finale perché è estremamente poetico, così come tutta la scena di Akemi che si mostra a Shuichi come ombra o fantasma o visione. Wow. Anzi, no, parto col giudizio complessivo: le tue storie sono BELLISSIME, tutte: e questa non delude le mie aspettative in nessun passaggio.

Ecco, per esempio, leggi qui:
“…sai – che non la dimenticherai mai, mentre la sua voce continua a cantarti nella testa. Quelle parole ti tormenteranno a lungo, ne sei certo – ma sono realmente un tormento?”

Vale proprio tutta la shot questo finale. Rimane davvero come tormento, questa domanda esplicita capace di rompere lo schermo come un vero e proprio grido. Ha catturato la mia attenzione l’immagine della voce che canta nella testa perché richiama, idealmente, il canto delle sirene di Odisseo legato alla barca. E qui Shuichi è legato anche lui all’albero maestro, ma il mare è la disperazione in cui non si deve lanciare. Anche qui, come in un altro capitolo che lessi – bellissimo, tra l’altro – il dolore appare come qualcosa di gelido, come un macigno che spacca la testa, come un vento annichilente che sbatte contro la nostra faccia, come se qualcuno ci estirpasse il cuore e lo buttasse via. È vero, c’è un pugno dato al muro, c’è il sangue, ma il dolore resta un velo gelido che copre Shuichi come un sudario. È un tratto della tua scrittura mostrare il dolore così, congelarlo nello stupore, e devo dire che comunque è d’impatto, che segna.

La scena è anche realistica all’interno del mondo di Detective Conan. È estremamente plausibile che sia andata davvero così e per questo il missing moments è ancora più straziante, come il messaggio di Akemi. Questo mi è piaciuto in modo particolare. Diceva Francesca – oggi la cito in continuazione, scusa: “nessun maggior dolore che ricordare la felicità nella miseria.”

Il contrasto tra l’sms ammiccante con quella proposta quasi sbarazzina (“vuoi essere il mio ragazzo” è una frase da adolescenti/ventenni spensierati) e la tragica notizia riportata laconicamente dal telegiornale, mi fanno tornare proprio in mente Inferno V. Ed è stata una soluzione azzeccatissima.

Poi arriviamo alla seconda persona: credo che il bello di scrivere fanfiction sia anche sperimentare soluzioni nuove. Abbiamo tutti uno stile più o meno definito, ma ogni trama ha bisogno di un apparato linguistico idoneo perché il messaggio non passa unicamente per le immagini che creiamo, ma anche tramite lo stile (scanzonato, serio, allegro, vivace, drammatico, pomposo, colloquiale, a seconda dei casi) che scegliamo di adottare. Qui, c’è poco da fare: la seconda calzava a pennello e tu la usi portando a casa un risultato buonissimo. L’unica cosa che posso notare è la presenza di alcune ripetizioni/assonanze (torni in te/accanto a te), (immagine vista/immagine di una giovane donna), (è lei/poi lei si volta). Dettagli però che in una storia che compete, purtroppo per esperienza personale so che sono presenti sempre, non si scappa! ^^

Rileggendo una seconda volta la shot e la recensione che mi appresto a lasciarti, mi sono chiesta perché parlassi di un dolore gelido. In fondo, mi contraddico. Shuichi scappa via dal bar annichilito, ha una visione, si spacca una mano. Poi ho capito. La seconda persona è insidiosa perché è un flusso di coscienza, un dito puntato. Un j’accuse al protagonista, che va preso di petto e scarnificato. Il tuo modo di utilizzare le virgole è pressoché perfetto, totalmente da manuale (Serianni, per inciso), ma in alcuni punti avrei preferito ce ne fossero. Perché lo stile, come dicevo sopra, deve piegarsi al racconto e trovare un respiro, anche a costo di lasciarci arrivare a fine frase col fiato corto.

Qui ad esempio:
“Automaticamente, estrai il cellulare, senza smettere di camminare. Hai ricevuto un suo messaggio solo pochi giorni prima, dopo più di un anno di silenzio. Lo apri, di nuovo.”
Andando ad analizzare nel dettaglio l’inciso “estrai il cellulare” toglie fluidità a una frase catartica, essenziale. Qui Shuichi è uscito dal bar e cerca l’ultima traccia del suo amore perduto. Le virgole, unite alla seconda persona, raffreddano la frase perché ti costringono a una pausa, laddove il ritmo è quello di un cuore che batte impazzito per una perdita, di un fiato che manca. Così Shuichi deve ritrovarsi senza respiro per la disperazione, così ci si potrebbe, o dovrebbe, ritrovare il lettore. Che comunque ci si ritrova, eh, però avrebbe potuto essere ancora più incalzante. Perché grazie alle tue magnifiche parole il testo intenso già lo è. Chiaramente, questa del ritmo è un’opinione personale, una nota di gusto su un testo praticamente perfetto, come quando ti provi una borsa su un vestito e provi sia a portarla a mano che a vedere se è meglio la tracolla: la borsa sempre bene sta.

Carissima Mari Lace, trovo che tu abbia talento e non avrei perso tempo prezioso a scriverti ‘sta recensione lunghissima se non provassi sincera ammirazione per ciò che scrivi. Quindi complimenti vivissimi perché è bella e intensa e mi è piaciuta davvero tantissimo.

Brava, di nuovo. Sai regalare emozioni e spaziare tra stili diversi. E il lavoro che stai facendo con Akemi è favoloso.
Un caro, carissimo saluto e un grande abbraccio,
Shilyss :*

Recensore Master
03/10/18, ore 14:26

Ciao!
Come da te suggerito, ho letto questa storia. Purtroppo seguendo l'anime in modo molto altalenante non ho sempre chiaro chi fa cosa, non so neanche a che punto è arrivato; ho un po' perso di vista il filo narrativo, ecco. E con i nomi sono sempre un disastro. Una volta vista la foto, però, ho ricordato il bell'agente dell'FBI con il suo cappellino scuro e i capelli mossi (mi piacciono<3), ricordo la sua infiltrazione nell'organizzazione e il fatto che si fosse innamorato della sorella di Ai/Shiho. Ho visto anche qualche puntata in cui collabora con Conan, credo (sa che lui è Shinichi?). Quindi bene o male ci sono, dai :) Ho qualche informazione con cui orientarmi con questi due, e quindi posso dire, dal basso della mia conoscenza, che li hai reso molto bene. Soprattutto, e lo dico subito, mi è piaciuto l'effetto "sovranaturale", che sovrannaturale non è, ovvero lui che vede quest'illusione di Akemi. Mi è piaciuta perché mi è parso proprio che tu volessi ricreare la sovrapposizione tipica degli anime, quando un personaggio pensa a qualcuno e questo si vede riflesso in cielo o sopra la sfondo.
Io preferisco i titoli in italiano, credo di avertelo detto, e questo sarebbe stato davvero molto bello nella nostra lingua, lo avrei trovato più dolce e malinconico nei suoi, e sarebbe stato perfetto per il taglio di questa storia; ma io credo che il fatto che sia in inglese lo rende sfaccettato e ambivalente. E credo sia il vantaggio della lingua inglese, quella di avere sostantivi che sono sia maschili che femminili. In questo caso, quindi, penso che il titolo si riferisca sia ad Akemi che a Shuichi: la prima è una peccatrice in maniera più esplicita, faceva parte dei cattivi, inoltre credo si possa riferire anche al dolore che ha procurato con la sua morte in lui; lui lo è perché è stato la causa della sua morte, l'hanno uccisa per paura che lo aiutasse nelle indagini, e questo lui non se lo perdonerà. Quindi per attinenza e sfaccettatura di significati, ho apprezzato il titolo in inglese. Un accenno lo voglio fare anche per l'introduzione, in particolare per la citazione incantevole, malinconica eppure allo stesso tempo piena di forza e voglia di lottare, un amore che si solidifica in un ricordo che lo tormenterà dolcemente.
Grammaticalmente non ci sono refusi, figuriamoci errori. Ancora una volta hai tutta la mia ammirazione, e soprattutto invidio (in modo positivo) la tua cura del testo.
Trovarmi davanti la seconda persona è sempre un piacere. Trovo che l'hai utilizzata abbastanza bene, mi sono piaciute le sfumature di tono che hai saputo dare in alcuni punti, dove il narratore parla con molta scioltezza e familiarità con il personaggio, dimostra di conoscerlo a fondo, lo mette a nudo. Nel complesso l'introspezione non è scesa molto in profondità, ma io credo che tu abbia piuttosto lavorato su ciò che stava in superficie, lasciando intendere ciò che stava sotto. In altre parole, più che introspettiva questa storia è molto figurativa, nel senso che hai dato molto più peso alle reazioni fisiche di Shuichi. Infatti lo segui in ogni suo gesto, rendendo quasi fisico il suo vedere per l'ultima volta la figura di Akemi davanti a sé. Ho apprezzato il modo in cui hai saputo frammezzare lo stato di trance iniziale del personaggio, quel suo arrestarsi davanti alle parole del tg, parole che tu spezzetti nella narrazione, creando un'intersecazione tra il dentro e il fuori del personaggio. E' un espediente che mi piace moltissimo e che tu hai usato egregiamente.
Credo di averti accennato inizialmente al fatto che, per il poco che so, i personaggi mi sono parsi molto IC. Akemi è una figura nella sua mente, ma già la similitudine tra lei e un angelo dà modo di figurarsi perfettamente la sua dolcezza e la sua normalità, una normalità e spontaneità che hanno colpito e conquistato il nostro agente.
Di lui mi piace la forza che hai saputo tirare fuori, quella durezza che io ricordo di aver scorto nelle puntate che ho visto. Ciò che voglio dire è che il suo dolore s'indurisce in questa os, tu ne catturi il momento in cui diventa impenetrabile, secondo me. Perché sì, Shuichi è sconvolto, vaga senza una meta, con i sensi di colpa che si mischiano al dolore della perdita, il dolore di chi ha amato veramente, oltre ogni ragione e volontà, è il caso di dirlo. Ma nel finale, dove il suo pensiero va a lei e la chiama "imperdonabile peccatrice" io sento soprattutto la malinconia, il sarcasmo di chi si fredda nel sapore della vendetta, una vendetta che conserva come una specie di dono. Il suo atteggiamento non lo porta a pazzie o a folli gesti, non lo vediamo perdere la calma mai; no, la sua è la follia di chi coltiverà quell'odio verso Gin e l'organizzazione come una sorta di ultimo filo che lo lega alla vita, e forse questo lo rende ancora più folle e malsano. Il dolore diventa gelido, spietato, pronto a tutto, e conserva quel tanto di giustizia da non renderlo un pericolo pubblico, solamente letale. Vedo anche e soprattutto l'accettazione del dolore, e questa è la sua forza: lui conserva quella voce, se la lega al dito, trattiene la sua anima, è felice di essere torturato dal suo ricordo, perché non smetterà di amarlo. E' un uomo pragmatico e e realista, sa che non può averla indietro, è troppo tardi; e allora vive per lei. Questo rende il finale davvero struggente.
Credo di aver detto tutto, concludo facendoti i miei complimenti.
A presto!

Recensore Master
29/09/18, ore 14:09

Ciao Mari, sono qui per lo scambio a catena del giardino. Leggerti è sempre un piacere, a parte l'abilità a raccontare personaggi e sentimenti in modo così intenso e vivido, invidio molto anche la ricercatezza e l'accuratezza delle tue pagine. Si denota l'amore e la passione per la storia e i suoi interpreti facendo immergere il lettore nel racconto non solo con gli occhi, ma anche col cuore. Questa introspezione nei sentimenti di Suichi è fatta ad opera d'arte. Akemi e Akai sono due bei personaggi, lei un agente di polizia e lui un affascinante cecchino membro dell'FBA, una coppia ben assortita direi. Adoro questa figura maschile, m'intriga. Trovo la morte di Akemi ingiusta e tristissima, peccato: mi piacevano molto insieme. Come sempre BRAVA!

Recensore Master
21/09/18, ore 07:20

Ciao
Carina la storia molto interessante
Ci sono molte spiegazioni possibili al perche Akemi è morta anche se questa è la piu convincente

A presto
Princess_Shiho