Ciao mia cara!
Eccomi finalmente per lo scambio, perdona il ritardo ma, davvero, questa settimana è stata un inferno @_@
Ti dispiace se ho cominciato da questa storia? Immagino di no, perché mi è sembrato di capire che ci tenessi parecchio ;-)
Non conoscevo affatto questo tipo di AU, ma mi ha incuriosita immediatamente, e dato la particolarità della tematica trattata, sapevo di trovare una botta di angst da abbattere un bisonte ancor prima di aprire il capitolo. Tossire petali di fiori quando si ama senza essere corrisposti è una metafora che ho trovato di una bellezza e di una disperazione devastanti, anche perché, da quel che ho capito, questa "malattia" degenera inesorabilmente fino a portare alla morte. Non c'è possibilità di riprendersi, dunque, di lasciare che il tempo faccia il suo corso e magari, perché no, sentire questo sentimento piano piano affievolirsi fino a sparire, per lasciare che sia magari un'altra persona a ricucire insieme i brandelli del cuore per permettergli di tornare a battere regolarmente. In questo universo alternativo di amore si muore, letteralmente: se non è corrisposto questo sentimento porta alla rovina, e il fatto che l'insorgere della malattia sia esso stesso la dimostrazione che l'oggetto d'amore non potrà mai ricambiare, dipinge l'intera vicenda di una tinta fosca e drammatica che, davvero, lascia dietro di sé una scia d'angoscia ben difficile da scacciare via. Se era questo il tuo intento, hai fatto centro, perché, dopo questo tuffo nei pensieri di un uomo, Chuuya, praticamente condannato a morire, la sottoscritta sta per avere un attacco di ansia coi fiocchi. Non conosco per niente l'opera da cui deriva questa storia, ma ciò non mi ha impedito assolutamente di godere appieno della magnifica introspezione del protagonista: non posso dirti se sia o meno aderente all'originale, tuttavia, posso ragionevolmnte affermare che hai fatto un ottimo lavoro nel descrivere un uomo che si trovi in una situazione tanto drammatica. Anche il fatto che lui si aggrappi in ogni modo a Dazai, colui che è in sostanza la causa del suo stato, l'ho trovato molto verosimile: Dazai è, per Chuuya, veleno e balsamo allo stesso tempo, e stare con lui, unirsi a lui in un amplesso che soltanto per Chuuya trascende l'aspetto carnale, è l'unico modo che ha per trovare un minimo di sollievo. Che reagisca in quel modo quando l'amante decide di lasciare l'organizzazione criminale di cui entrambi fanno parte mi sembra assolutamente normale, anche perché, come hai giustamente sottolineato, Chuuya ha paura: c'è la sua vita in gioco e, sebbene mi pare ovvio che questi personaggi rischino la pelle ogni giorno per "lavoro" (passami la licenza poetica), un conto è affrontare la morte in uno scontro a fuoco, e un altro è stare fermo ad aspettarla senza poter fare niente, perché, in qualsiasi caso, non dipende da te. E non c'è nemmeno una cura.
A questo punto spero che posterai presto il secondo capitolo, anche se ho come l'impressione che sarà una mazzata ancora peggiore di questo.
Per quanto riguarda lo stile, sai già che io leggerei anche la lista della spesa scritta da te, ma ammetto che questa volta ti sei superata: periodi brevi e frasi sincopate, quasi, come piace a me. È stato un giro sulle montagne russe questo capitolo, uno di quei giri di cui però potrei non essere mai sazia :D
A presto quindi, e complimenti!
Un bacione :***
padme |