Recensioni per
Venezia è lontana
di alessandroago_94
E' davvero bellissima. |
Te la cavi splendidamente con la Storia. |
Ciao Alessandro,questo storia è davvero molto bella e molto vicina al mio gusto personale. Viene trattata una coppia che davvero non ha bisogno di presentazioni, come si può non amare l'indomito eroe dei due mondi e la sua coraggiosa amata? L'idea che il racconto si soffermi sulla sosta mi è molto piaciuta, dove Garibaldi si perde in un flusso di pensieri ed incertezze, paure e si percepisce la sua umanità,non solo il suo impeto battagliero. Ho sofferto con lui,anche per la scelta della prima persona che fa entrate il lettore negli angoli più reconditi dell'anima dei personaggi. |
Dopo secoli, secoli e secoli, ho trovato il tempo per leggere questo testo... Quanto sarà passato? 3 mesi? |
QUARTA CLASSIFICATA, CON UN TOTALE DI 41,25/45 |
Ciao Alessandro! I miei migliori complimenti per questa storia profonda, originale, sentita e anche meravigliosamente scritta. Il Risorgimento è per me una vecchia conoscenza dei tempi della scuola, quando il programma si soffermava a lungo sulla questa parte della storia, con Garibaldi, Vittorio Emanuele, Cavour... ma qui troviamo un Garibaldi più intimo, non una statua trionfale a cavallo ma un uomo travagliato, braccato dal nemico, e non solo: un uomo la cui compagna è gravemente malata, e proprio a lei si rivolge durante una sosta, nel corso di una notte di pensieri e riflessioni. Durante questa notte l'Eroe dei Due Mondi ripercorre parte della sua vita e delle sue battaglie, vissute fianco a fianco con Anita, una donna moderna e fuori dagli schemi, che fin da giovanissima ha fatto esperienza dell'ingiustizia e della sopraffazione e ha deciso di abbracciare la causa della libertà. Instancabile accanto al suo uomo, Anita ha percorso anche lei le strade di due mondi senza mai arrendersi, sempre lottando, ma ora è la malattia ad avere la meglio... Durante la sosta verso Venezia, al riparo in una povera capanna, Garibaldi medita, riflette, spera: dice il suo amore alla donna amata, si sofferma sui suoi ideali, ci crede ancora, non può fare a meno di crederci. Incontriamo in queste parole l'uomo, più che l'icona del Risorgimento. Un grande uomo che attende l'alba per rimettersi in viaggio. Che si concede una pausa di riflessione nella notte. Presto tornerà il giorno, bisognerà ripartire. E Ana sarà con lui? L'ultima frase, "non mi lasciare solo" è un grido struggente, condiviso da tanti altri uomini sulla terra. È quel grido che ci rende quest'uomo così umano, così prossimo, un grido che buca le pagine dei libri di scuola e ridà vita a un'epoca, a un contesto, a una vicenda che è innanzitutto umana. |
Carissimo! |
Ho letto anche la tua Storia con un enorme piacere perchè hai fatto in modo che il lettore diventasse Garibaldi. Le emozioni sono state forti e il tema della perdita affrontato con i mille pensieri che affollano la mente mi ha colpito molto. Non solo per la bellezza del racconto ma anche perchè da poco più di due mesi ho perso mio padre e questi pensieri, continui, su ciò che era e su ciò che sarà, li ho vissuti standogli accanto fino all'ultimo suo respiro. |
Storia davvero molto bella, in particolare per l'approfondimento psicologico di Garibaldi, che ho trovato fatto molto bene, tanto da far capire di chi fosse la voce narrante ancora prima che spuntassero i dati biografici che lo rendevano ovvio! |
Ciao che bello, ecco l'eroe dei due mondi. Che perde la moglie Ana da. Lui detta Anita nelle paludi di Comacchio... Venezia lontana come la luna...incredibilmente Ben scritto e commovente. Complimenti Jq |
Buongiorno! |
Buonasera, Alessandro. |
Buonasera! |
E' semplicemente toccante. Non dev'essere stato facile calarsi nei panni di un personaggio di un certo livello come Garibaldi, per di più in un momento di debolezza, se così si può dire, lontano dall'immagine agiografica del generale vittorioso e dell'eroe. E' un racconto molto umano, la prima persona ci permette di entrare appieno all'interno del personaggio Garibaldi e i suoi pensieri fluiscono in maniera ossessiva, specie su Venezia. Le ripetizioni, alla fine, sono efficaci, rendono molto bene la disperazione di un uomo che arriva persino a pregare un Dio al quale non crede per la sua donna. Forse, nella parte centrale, ho avvertito un po' di pesantezza, in alcune righe dove si cade un po' nel "retorico", ma questo non toglie nulla al lato intimo del generale e alle sue speranze. A suo modo, un racconto che sa coinvolgere, veramente complimenti. |
Ciao caro^^ |