Recensione premio per il contest "Who put crack in my amortentia?" 2/2
Ciao Veronique, eccomi anche qui per la seconda recensione premio! Questa storia è molto breve, ma anche altrettanto intensa: anzi, è precisamente della giusta lunghezza per creare l'emozione. Hai creato un bel ritratto interiore di Gellert - come con Draco, hai affrontato un personaggio difficile e complesso e lo hai fatto nel modo giusto, svelandone l'introspezione in modo credibile e forte.
Mi è piaciuto innanzitutto il modo in cui hai descritto il luogo: questa Parigi sotto la pioggia e immersa nell'oscurità non è un'immagine asettica o solo di contorno, ma serve a creare uno specchio del protagonista che l'oscurità l'ha scelta in modo irrevocabile. Parigi è terreno del suo trionfo futuro, della sua rinascita, eppure è significativo come invece di pensare al futuro, rievoca il passato, e allo stesso modo come invece di sottolineare la sua forza tu ci parli della sua debolezza (che dà titolo alla storia, del resto). Gellert non rimpiange la strada che ha intrapreso, sente la mancanza però di qualcosa che non può più avere: i pomeriggi spensierati con Albus a bere Idromele a Godric's Hollow.
Un'altra immagine molto incisiva è quella legata al ciondolo: toccare il ciondolo sembra quasi tornare a baciare Silente. Questo suggerisce la forza dei ricordi e anche del potere di quegli oggetti che soli possono testimoniare il passato perduto. Lasciare il contatto con il ciondolo coincide con il tornare ad avere gli occhi freddi e la mente concentrata nel progetto di trionfo.
Sei stata molto brava e lo stile è molto incisivo. Complimenti di nuovo, anche questa storia va tra le ricordate.
Sono contenta di aver avuto modo di leggere queste due storie molto interessanti e spero di leggere presto altro di tuo.
Alla prossima dunque, baci! |