Cara, carissima, carissimissima padme.
Sono qui, in questa fredda giornata di dicembre, a fissare un monitor pieno zeppo di parole scritte da te, e di cui non ho ancora trovato il vero e proprio modo di commentare.
Sono assolutamente assorbita da questo racconto. Sono un tutt'uno con lui, sono parte di esso e tutto grazie non solo ad una narrazione come sempre curata e perfetta, ma anche all'uso di questa seconda persona che, come sai, è forse ciò che ci accomuna di più. La amiamo e lei ama noi; racconta cose che altre forme non potrebbero; bugie, insicurezze... la seconda persona sa tutto, della persona di cui parla. Non si sfugge al giudizio di essa, ed è per questo che questa storia è così perfetta da lasciare senza fiato.
Il legame che crei ogni volta tra Gellert e Albus è fuori da ogni immaginazione. Adoro come li muovi, ma ho una predilezione per Albus, per il tuo modo di renderlo sempre così umano ma macchiato, sporco, sudicio di peccati di cui lui è perfettamente consapevole.
Il suo sorriso è la sua maschera, la sua bontà cela solo intenzioni e peccati che in passato sono stati compiuti e di cui lui non si pente.
E' talmente legato a Gellert che ogni cosa che gli accade è parte di lui. Il legame di sangue sono sono solo parole e una ferita; il legame di sangue è molto di più. E' qualcosa che costringe Silente ad abbandonare la sua calma e finta serenità in una scuola di magia e scapicollarsi dall'altro, ovunque egli sia.
E lo trova... lo trova ferito e quasi morto congelato, perché Gellert è così: un impavido, senza paura, la quale il coraggio è a volte il suo più grande difetto. Albus è più razionale, pensa alle conseguenze, prima di buttarsi ma paradossalmente con Gellert non lo fa... per salvarlo, per appurarsi che stia bene, ha lasciato un luogo sacro come Hogwarts, la sua nuova casa, che necessita della sua presenza quasi in modo maniacale.
Hai sempre questa cura nei dettagli che mi fa battere il cuore, come l'abitudine di togliere i vestiti che Albus ha nei riguardi di Gellert. Malgrado gli anni passati, certe cose non cambiano, fanno parte di lui perché Gellert è parte di lui, come dici verso la fine: Come si respira separati da sé stessi?
I loro dialoghi sono sempre il manifesto della loro più profonda confidenzialità. Loro insieme sono altro; loro insieme perdono strafottenza e pacatezza; perdono paura di esporsi e distacco. Come deve essere in amore, come lo è per due persone incapaci di vivere separate.
E quella consapevolezza che l'unico sentimento vivo sia l'odio, che Gellert crede Albus provi nei suoi confronti ma che Albus prova solo ed esclusivamente per se stesso... perché sai di aver perso tutto, che l'aver preso strade diverse lo costringerà a vivere una vita fatta solo di occasioni perse.
Non provi neppure a resistere. Intrecci le dita alle sue e, come allora – come sempre –, sono i vostri corpi a parlare per voi, a confessare che avete contato i giorni – e le ore, e i minuti, e i secondi – che hanno scandito gli anni della vostra lontananza, che avete morso i cuscini con baci umidi e cercato tracce di voi tra i lembi immobili di lenzuola troppo fredde, troppo vuote, troppo morte per poter conservare un residuo di ciò che è stato e non potrà più essere – ma non qui, non adesso, non stanotte.
Ho letteralmente ADORATO questa parte. Io non so come fai ad esprimere certi concetti in poche righe. La lontananza forzata di due persone che sembrano una è qualcosa che va oltre un normale dolore, eppure tu sei lì, che metti il cuore nella tastiera, ed esprimi concetti così complessi con semplicità. Questo significa avere il dono di una sensibilità innata, che non resta solo in testa ma può essere trascritta a parole, in un testo già di per sé emozionante e malinconico. Non so se ti ho mai detto che io sono innamorata persa di come scrivi ma credo di sì, però non fa male ricordarlo, certe volte... XD
E c'è di nuovo passione, sentimento, trasporto in ogni azione. Ci sono parole non dette da troppo, dichiarazioni stupende, ripetute perché forse non ci sarà più modo di dirsele, certe cose.
E l'invito a spogliarsi e a farsi spogliare, è pervasa da un erotismo che non richiede nient'altro che la fantasia del lettore, per poi immaginare il tutto, il durante e il dopo.
E la sofferenza di quella che è una separazione obbligatoria, che vede Albus tornare ad Hogwarts, in mezzo alle persone con cui deve stare, quelle che non gli fanno dimenticare l'ossessione intrasportabile che ha nel cuore e nella testa, nei riguardi di Gellert.
La gente di Hogwarts, come dici tu, è la parte migliore di lui. Albus sa di non essere la brava e bella persona che tutti pensano che lui sia, ma vuole almeno diventarlo e si affida a loro, come se potessero risanare la crepa nella sua anima.
Poi è Natale, ed è Natale davvero per tutti... e concludere con quell'augurio rivolto a Gellert ha solo finito di uccidermi, e di commuovermi, perché sebbene questa storia sia pervasa da amore e passione, c'era anche la forte e triste consapevolezza che si sarebbe trattato solo di un attimo, forse irripetibile nel tempo. Qualcosa che non può tornare.
Io ti ringrazio infinitamente per come li rendi, per il lavoro che hai creato su di loro, per la caratterizzazione che ne hai fatto, per lo studio che ancora continui a fare per renderli sempre più vivi e veri.
Sono tuoi, li hai fatti tuoi, personali. Nessun altro sarebbe in grado di scriverli come li scrivi tu, esattamente come è per Elio e Oliver. Tu sei loro e loro sono te.
Ti prego, ti scongiuro... non smettere mai di scrivere su di loro... il mondo ne ha bisogno, e io pure.
Buon Natale tesoro!
a presto
Miry |