Recensioni per
Cipango, l'impero nascosto
di ghostmaker

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
12/02/19, ore 15:17

SESTO POSTO A PARI MERITO, CON UN TOTALE DI 42/50
Ghostmaker, con “Cipango, l’impero nascosto”

Grammatica e Stile: 7/10
Prima di tutto ti segnalo un’incertezza sui nomi: in particolare, “Toho Tokimune” cambia più volte, diventando da un certo punto “Tokifune” o altro. Se vorrai, potrò fornirti in privato la lista degli errori (che non ho inserito perché non sono riuscito a farla per tutti). In generale ho rilevato una diminuzione del numero di errori rispetto alla tua precedente storia, soprattutto per quanto riguarda i tempi verbali, ma alcune distrazioni di battitura, sui vocativi e nella datazione (confondi talvolta a.C. e d.C.) sono comunque da prendere in considerazione. Passando invece allo stile, ho trovato molte più imprecisioni, in particolare per quanto riguarda la punteggiatura. In questa storia hai avuto infatti la tendenza a scrivere delle frasi molto (anzi, troppo) lunghe, intervallate quasi solamente da virgole e per questo piuttosto confusionarie: ti consiglierei di ridurre il numero di subordinate per dare più ordine al testo (ho dovuto rileggere alcune parti anche più volte, per capirle a fondo). Tuttavia, l’impostazione “da cronaca” che hai voluto dare a questo testo è qualcosa che ho davvero apprezzato, sia per la coerenza con la vicenda narrata che per le possibilità che questa scelta ti ha dato. Considerati i pro e i contro, il punteggio è senza dubbi sopra alla sufficienza.

Trama e Sviluppo del Pacchetto: 15/15
Credo che, da questo punto di vista, la tua storia sia davvero una delle migliori del contest: non solo infatti hai seguito la richiesta del pacchetto, che peraltro non era nemmeno troppo elaborata, ma hai raccontato di un viaggio nelle profondità di una terra e di una cultura vista con gli occhi di chi non l’ha mai direttamente conosciuta: esattamente ciò che cercavo con questo pacchetto. Le divagazioni storiche (ad esempio sulla società feudale) che in altri tipi di racconti mi avrebbero infastidito (“I Promessi Sposi”, giusto per citare il caso più conosciuto), sono invece state in questo caso gradite e amalgamate abbastanza fluentemente con il procedere della narrazione, e le ritengo davvero un valore aggiunto. Ineccepibile la descrizione del Seppuku, che non hai limitato a un gesto ma hai esplicato in tutta la sua valenza culturale. Complimenti sentiti.

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 7/10
Lo stile che hai scelto per narrare questa storia, la cronaca, ti ha probabilmente penalizzato per quanto riguarda questo parametro: mentre i personaggi secondari sono ben delineati, infatti, è proprio il protagonista nonché voce narrante a risultare penalizzato. Ho avuto l’impressione che tu abbia lasciato Marco Polo troppo neutro, paradossalmente quasi esterno, e la sua caratterizzazione non è riuscita a emergere se non per pochi tratti salienti, in modo che sostituendolo con un altro personaggio di eguali capacità ma differente caratterizzazione il corso dell’ipotetica vicenda sarebbe stato molto vicino a questo che hai narrato. Ho deciso di non penalizzarti eccessivamente, però, sia per le difficoltà della narrazione in prima persona singolare che per il personaggio di Hojo Tokimune (perdona l’assenza dei corretti caratteri speciali): lo Shikken, infatti, è stata la figura più dinamica della storia, e ha secondo me rappresentato (oltre che il cambiamento delle idee e dell’atteggiamento) di un solo personaggio, l’intero processo di modernizzazione del Giappone che avverrà solo secoli più tardi. L’ultima battuta l’ha davvero valorizzato, in questo senso, ed è stata una bella chiusura dell’avventura ucronica.

Titolo: 5/5
Mi piace che tu abbia deciso di definire l’antico Giappone “nascosto”, “isolato”, come storicamente è davvero stato, già dal titolo: quello che si ricava dalla tua storia, infatti, lo definisce come una terra poco conosciuta già dallo stesso Khan, che Marco Polo riesce tuttavia a conoscere e a capire dall’interno. Ti assegno il punteggio pieno, perché con queste parole hai rappresentato l’essenza del racconto.

Gradimento personale: 8/10
Anche se inizialmente ha fatto fatica a prendermi per lo stile un po’ dispersivo, e la prima lettura è stata abbastanza difficoltosa, la storia è riuscita a prendermi a mano a mano che il numero di informazioni scoperte dal viaggiatore veneziano aumentava: mi hai fatto compiere un viaggio nella cultura giapponese dell’epoca (forse è mancato un po’ di clima per creare una maggiore atmosfera, ma niente di troppo rilevante) da un punto di vista anche conosciuto, riallacciandoti persino al racconto classico de “Il Milione”. Non è stata la storia del contest che mi ha trasmesso di più, lo ammetto, ma posso ritenermi davvero soddisfatto di questa lettura.

Recensore Junior
23/12/18, ore 23:54

Mi è piaciuta moltissimo, soprattutto per lo stile, come hai reso il racconto una cronaca di viaggio. Ammetto la mia ignoranza nell'aspetto storico/culturale di questa parte del mondo ed è stato estremamente interessante leggere anche le note (che non ho trovato fastidiose, trasformate così dall'html in vena di tiri mancini). In bocca al lupo e buone feste! 

Recensore Master
23/12/18, ore 20:27

Ciao Ghostmaker!
Davvero interessante questo viaggio di Marco Polo nel Giappone feudale. Come di consueto, le vicende vengono riferite dal grande viaggiatore al proprio scritturale, Rustichello da Pisa. La possibilità di recarsi nel remoto Cipango – così il veniva chiamato l’antico Giappone – nasce quasi per caso. Durante la sua permanenza nel Catai, Marco Polo è gratificato dell’amicizia del potente Kubilai Khan, con il quale giunge a conversare come tra pari. Apprende quindi che ogni riferimento al Cipango è fonte di malumore per il potente sovrano, desideroso di sottomettere quelle terre ricche e remote, i cui fieri abitanti, tuttavia, non accettano la prospettiva di una resa incondizionata, e non sono propensi ad arrendersi senza combattere.
Quando per Marco Polo si presenta l’occasione di recarsi a Cipango in qualità di ambasciatore, il veneziano non se la lascia sfuggire: spinto dal proprio desiderio di conoscenza e di scoprire nuovi mondi, Marco Polo s’imbarca in qualità di delegato, e se inizialmente viene scambiato per una spia, ben presto riesce a conquistarsi la fiducia e l’amicizia dello shikken Tokifume.
Durante la sua permanenza, impara a conoscere molte cose di questa nuova terra: l’organizzazione basata su una struttura formale rigida e formale, ai cui vertici si trovano dei fanciulli che governano per interposta persona. Grazie alle notizie riportate da Marco Polo, impariamo l’origine del termine “kamikaze”, vento divino: fu un vento di tempesta a ricacciare dalle coste le orde del Khan, decretando la salvezza miracolosa del Cipango e dei suoi abitanti.
Ancora, veniamo a coprire che in passato ci furono notevoli scambi commerciali e culturali tra i due Paesi, fino alla chiusura delle frontiere decretata a suo tempo dall’imperatore del Cipango Uda. In seguito a questi scambi, si diffusero nell’antico Giappone l’uso di una specifica scrittura per ideogrammi (i kanij) e la religione buddhista.
L’impatto più impressionante è però quello con il codice militare del bushido, e con la pratica del seppuku, il suicidio onorevole. Il veneziano, in particolare, assiste ad una scena in cui questo cruento rituale è messo in pratica da un uomo con l’aiuto del proprio figlio.
Il racconto si svolge tra chiaroscuri, e si passa dallo splendore dei colori e della tessitura finissima dei kimono, alla solennità del tempio di Kotoku, che racchiude un’immensa statua del Buddha che incute soggezione, coi suoi occhi socchiusi nell’ineffabile Risveglio.
Poi la battuta finale, che solleva il lettore con un tocco di grazia: quanto Toho Tokifume, nell’atto di accomiatarsi dal famoso viaggiatore, gli chiede di spiegargli che cosa sia quel Cipango di cui l’ha udito così a lungo parlare, precisando che la sua terra, in realtà, si chiama Nippon.
Il personaggio di Marco Polo è descritto in maniera coerente con quelle che dovevano essere le aspirazioni, e anche il modo di proporsi del veneziano, che intende essere un semplice osservatore e non entra nel merito delle dispute tra i due popoli. Di fatto, svolge il suo compito di cronista e viaggiatore mantenendo intatta la propria curiosità, senza farsi piegare da eventuali circostanze avverse, e forse mettendole in conto: annota peraltro con estrema attenzione tutto ciò che gli capita di osservare, senza dare giudizi e senza pregiudizi di sorta.
La parte più interessante sono proprio le osservazioni del veneziano, che ci introducono in un mondo lontano per noi nel tempo ma anche nello spazio: avrai certo sudato per reperire tutte queste informazioni, che peraltro hai veicolato nel testo in maniera molto fluida e senza fare “spiegoni” (c’è però qualche refuso che è sfuggito qua e là…).
Quanto all’htlm… anch’io ci combatto da sempre. Scrivo i miei testi in word, pongo tutte le attenzioni a impostare la pagina in maniera leggibile, e poi arriva il benedetto htlm del sito a sconvolgere tutto…
In ogni caso, ciò che ha valore è la storia, e ho trovato molto piacevole fare questo viaggio nell’antico Cipango e scoprire tante cose di cui non avevo idea… complimenti quindi, e in bocca al lupo per il contest!

Recensore Master
23/12/18, ore 20:14

Buona sera.
Altro racconto fantastico!
Ma sai cosa mi ha colpito di più? Il fatto che l'hai scritto come se fosse una cronaca...
Sei stato fedele allo spirito curioso di Marco Polo.
Uno scritto coerente, perfettamente adeguato alla consegna data.
Complimenti e in bocca al lupo per il contest!
Buona serata e buone festività imminenti :)