Ciao cara, eccomi qui per lo scambio del Giardino! Sono sempre entusiasta di leggere i tuoi lavori, e devo ancora riprendermi dal colpo al cuore/doccia d'acqua gelata/pianti su pianti che è stata "All’ombra dei Pugnali"…quindi ci gettiamo sullo shipping. Anche se, esattamente come per Labyrinth, mi è sempre difficile tracciare la linea dell’angst nelle tue ship, perché ci sono alcune descrizioni che mi spezzano il cuore da quanto sono belle, sul filo della tristezza ma magari inserite in un contesto romantico. Ecco, questo è un contrasto che adoro, e che ho amato anche in questa one shot.
Well.
Iniziamo subito col dire che adoro la ship, e credo che questa sia una delle trasposizioni più belle che abbia mai letto – e più in character, per tutta la durata della shot. La prima cosa su cui mi voglio soffermare, perché forse era la più difficile, è la follia che dovrebbe permeare tutto il racconto: i due personaggi sono, per definizione, pazzi.
“Tutti i migliori sono matti”, giusto? Ecco, credo che tu renda benissimo la follia dei due personaggi, a volte lucida e a volte completamente senza senso apparente, che però si completa quando sono insieme. Un senso generale di “pazzia” viene conferito alla shot non solo dai dialoghi (che ho adorato, ma ci arriviamo) ma anche dai termini e immagini che usi, a volte stravaganti: sto guardando a quel le costole si erano spalancate frenetiche che ho ADORATO, ha un senso di profondità quasi gore, eppure è gestito sotto una luce che non è per niente inquietante, oppure La sua voce squillante le avvitò le orecchie . Sono tutti termini che si adattano alla perfezione al contesto, che stonerebbero in una fic normale ma che, a mio parere, non fanno che rendere giustizia ai personaggi e alla loro caratterizzazione, al rapporto che li unisce. Il cappellaio Tarrant Hightopp di Johnny Depp ha sempre avuto una nota triste, per come l’ho visto io, quella follia che va verso la genialità ma per questo lascia spazio a momenti di gelo: magari era il tocco di Burton, ecco, o magari sto sparando cavolate a raffica, ma ho rivisto questo senso cupo nella shot, in rari frammenti. Ad esempio nella metafora che utilizza, quella del becco di corvo che gli preme contro il cuore, o il fatto che sembri insinuare che nulla di tutto ciò che accade è reale, o la descrizione del vestito da sposa sgualcito.
Anche la fisicità dei personaggi passa da momenti di grandissima tenerezza (quando “confronta” i loro volti, o tutti i modi in cui Alice impara a baciarlo, e io te lo dico mi sono SCIOLTA perchè è un paragrafo di bellezza immensa) a descrizioni crude, come “ Lei aveva un livido allo stomaco, lui un taglio tra le vertebre ” che ricordano la natura bizzarra, incrinata, di questi due. Si passa dai giochi alle cicatrici, alle lacrime. Leggendo (e di nuovo potrei dire cavolate, ma credo che questa shot si presti moltissimo all’interpretazione) ho avuto la sensazione che la realtà, la vita “oltre lo specchio” premesse costantemente contro Alice e il Cappellaio, rischiando di separarli. Alice ne ha chiaramente paura, nonostante prometta di non separarsi dal Cappellaio, mentre lui appare ancora una volta triste, quasi rassegnato direi a caldo (per via di quel “Mi lascerai di nuovo solo? È così?” che non mi è sembrato per niente una domanda) ma anche estremamente lucido verso la fine.
Per tutta la parte centrale, prima delle rassicurazioni, ho avuto questo senso di stretta al cuore/urgenza in cui non capivo bene se fosse tutta un’illusione, ma ero anche catturata dalla dolcezza e dalla delicatezza con cui hai reso il loro rapporto.
Devo ancora decidere se preferisco pensare che siano insieme in un mondo di giochi, in cui tutte quelle meravigliose parole con la M possono rappresentare il loro presente insieme, o se devo rassegnarmi a quella vocina che mi dice il costante utilizzo della parola “illusione” non è un caso :< E poi c’è quella menzione alle nebbie dell’oppio che mi fa mooolta paura. Non lo so, per una volta voglio sperare in bene!
Lo stile è meraviglioso: è sempre una garanzia con te, ma in questo caso ho adorato come hai giocato con le parole e come ti sei lasciata andare a descrizioni che sono, allo stesso tempo, poetiche e incredibilmente vivide.
Unito alla gestione da brividi dei personaggi e della loro “pazzia” – com ho detto a tratti cupa, ad altri giocosa, ad altri ancora passionale – e alle citazioni del film (e che il film a sua volta prende da altre fonti, come le sei cose impossibili prima di colazione) ho trovato questo lavoro affascinante, oltre che bellissimo.
Sono sicura che rileggerò perchè sono convinta che sia una di quelle fic che vanno rilette per scoprire sempre nuove sfaccettature, e non so davvero da dove iniziare a farti i complimenti.
É tutto bellissimo, ma allo stesso tempo in maniera completamente colorata, folle, originale (perchè, diciamocelo, non sono una ship classica in nessun senso) e a volte distante. Chapeau davvero su tutti I fronti, perché la stamperei e incornicerei per la gestione del lessico e dei dialoghi, dei personaggi e delle figure retoriche.
Quindi, niente, l’ho messa tra i preferiti e non vedo davvero l’ora di leggere ancora qualcosa di tuo su questa ship, perchè mi hai lasciata (ancora una volta, ma direi un pochino di più del solito e non pensavo fosse possibile hahah) senza parole.
<3 |