Buonasera; premetto che non ho mai recensito alcuna storia in questo fandom, ma resami conto di quanto la storia meritasse, mi sono finalmente decisa a lasciare il mio pensiero a riguardo.
Complimenti, davvero, sia all’autrice sia a te in quanto traduttrice, perché mi rendo conto che restuire la stessa intensità di espressione ed emozione dell’originale sia un gran lavoro.
Il tema trattato è senza dubbio una sorta di tabù, visto che storie simili vengono spesso fraintese. Molto interessante la psicologia di Ludwig, spezzata tra ciò che era, ciò che ha vissuto da bambino e ciò che era diventato al tempo della Seconda Guerra Mondiale, ciò che voleva essere. I suoi potrebbero sembrare i ragionamenti sconnessi di un folle ma, analizzati da più vicino, ci si accorge che, in realtà, il suo pensiero è lucido ed è deciso a perseguire ciò che si è prefissato di raggiungere, a costo di sacrificare il suo stesso popolo. In Gilbert, invece, ho notato un contrasto tra l’amore che ha provato e che prova ancora in una certa misura verso suo fratello e l’odio verso la " persona " si trova davanti, corrotta dal desiderio di vendetta ( verso i vincitori dell’ultima guerra che lo hanno ridotto sul lastrico ) e le smanie di superiorità e grandezza, che lo porteranno a definire colui che lo ha cresciuto un " subumano ". Gilbert non è che l’ombra della Prussia ai tempi di Federico il Grande, tant’è che appare debole rispetto a Ludwig, determinato al punto da diventare spietato.
La storia nel complesso mi ha emozionata per originalità e profondità dei sentimenti; intuisco ci sia stato uno studio dietro, riuscitissimo, per di più. Tutto alquanto reale, credibile, straziante, coinvolgente.
Una delle più belle one-shots di Hetalia che abbia mai letto.
Duncney |