Ma buonsalve,
Finalmente riesco a passare da questa shot che aspettavo di leggere da un po’ e finalmente ho tempo di recensire. Il titolo scelto esterna tutto il suo contenuto, senza limitarlo solo a quello che è il rapporto tra Wanda e Visione che, con una certa convinzione, riesco a collocare solo ed esclusivamente se descritto da te. Il motivo è che Visione e Wanda sono due personaggi particolarmente complessi, definiti da caratteristiche a mio parere difficili da cogliere, che per la loro tridimensionalità, rischiano spesso di essere fraintesi, ma qui (come anche nell’altra) non è successo e, ad essere sinceri, apprezzo tantissimo lo studio che ne hai fatto, gli headcanon che hai creato intorno a loro e il tuo modo di vederli: una creazione scientifica che sta imparando ad amare ed è più umano di quanto si possa credere, l'altra è una ragazza vista spesso, troppo spesso, solo come tale, che però è molto più di questo; molto più che una fragile ragazzina. Il messaggio che dai è quello che, il loro amore, è così intenso e possibile, proprio perché riescono a vedersi come realmente sono e gli altri, nella loro superficialità di una vita frenetica e spesso troppo incentrata su loro stessi - sono incapaci di fermarsi a guardare oltre, non possono vedere. Ecco, i tuoi Wanda e Visione sono capaci di fermarsi. Si fermano, si guardano, si studiano e non hanno bisogno di altro, a volte. Hanno bisogno di loro e basta, come a Edimburgo.
La comprensione stessa dell'animo dell'altro viene da sé, non c'è bisogno di altro, né di impegno né di sforzo. Perché loro sono affini, nati per stare insieme ma nati anche per perdersi, ad un certo punto, perché il destino vuole così e sta qui la tragicità. Non riesce però a separarli nemmeno nel momento della morte, il destino, e questo è delineato perfettamente dalla psicologia disperata che hai dato al singolo personaggio. Guerrieri che fanno scelte. Simili ma non uguali, l'uno all'altro. Visione è più razionale, Wanda è il cuore. Il cuore di entrambi.
L'introspezione della storia è puntata su una Wanda che ha perso già tutto, prima di Vis; le hanno portato via Pietro e solo dio sa quanto si soffre solo ad immaginarlo, cosa significa perdere l'unica persona che è rimasta accanto a noi, che condivide il sangue e il dna, persino i tratti somatici, persino il giorno di nascita. Wanda era persa, senza Pietro e la descrizione del suo dolore è forte, fortissima. Apre in due il petto. Fa rabbia, al lettore e a Wanda. Perché Wanda non ha mai davvero accettato quella perdita, e sa che Pietro è ancora con lei. Lo sarà per sempre. E' parte di lei, della sua anima e del suo cuore dove dovrebbe essere.
La bellezza della tua Wanda sta anche nel suo piegarsi ai sensi di colpa, ma che con Visione ha trovato un riscatto. Visione che in lei vede oltre, che la ama, che la vuole con sé, che a sua volta si sente umano per lei, con lei, grazie a lei. Persino separarsi per un soffio, per un tempo breve, fa male. Sono come due pezzi di puzzle nati e morti per stare insieme. Era diventato più umano di lei., dici ad un certo punto. Ed è forse così?
Infine il mio plauso va alla descrizione di una scena che ha fatto già male di suo, ma che la visione cinematografica non ne ha dato alcuna introspezione, se non quella deducibile dalle espressioni dei personaggi, ma che qui esplodono nelle parole a cui tu hai dato non solo un riscatto, ma un'anima che mancava. Tutto crolla, ma tutto continuerà ad andare avanti dal momento in cui Wanda dovrà fare quel passo e, inconsapevolmente, sparirà anche lei subito dopo aver dovuto sopportare un dolore lancinante, distruttivo, che apre in due e che, con una introspezione così profonda, ti ci porta inesorabilmente nel mezzo. Wanda è artefice della morte di Visione, costretta poi a vederlo morire di nuovo per mano di Thanos. Wanda è forte, ma è anche fragile, eppure paradossalmente è l'amore a non fermarla nel fare quel gesto. Il coraggio che mostra nel fare quel passo non è da tutti, ma non per questo lo ha fatto senza alcun senso di colpa. Wanda ha dovuto scegliere: l'universo o l'amore?
E ha scelto per il bene di tutti, ma non per il proprio e questo è ciò che hai affrontato qui, senza dimenticare chi erano e chi sono e, a quanto pare, chi saranno poi.
Morirò guardando il tuo viso, morirò tra le tue braccia. Che sia tu, soltanto tu, l’ultimo volto impresso sulle mie pupille.
Questa è una delle frasi che mi ha colpito di più, perché gioca sul serio col desiderio finale di qualcuno. Ben sapendo di dover morire, di non poter sfuggire, ci si augura per lo meno di avere impressa come una foto, l’immagine dell’unica cosa per cui vale la pena vivere e, inesorabilmente, morire.
Una bellissima storia, permeata da tanta malinconia e sofferenza ma, lascia che te lo dica, anche da una piccola speranza. Sono belli. Davvero belli, come sempre. Non le supereremo mai davvero, queste separazioni, mi sa.
Complimenti davvero,
un abbraccio
Miry |