Questa storia è semplicemente aberrante.
Di solito non amo cominciare in questo modo le recensioni critiche, ma non ce l’ho proprio fatta a trattenermi, perché qui non c’è davvero nulla che si salvi.
Andando con ordine, l’italiano è un disastro completo. Ci sono errori di grammatica e ortografia a dir poco inaccettabili, come in questo passo:
“Bardack, una volta era il braccio destro del re Vegeta, sovrano dei Saiyan da molte lune. I due uomini avevano un rapporto di profondo rispetto e amicizia ma la smania di Vegeta per la purezza della razza, e l’aver emanato una legge per eliminare i neonati troppo deboli, aveva mandato Bardack su tutte le furie. Molto sangue aveva bagnato le strade, le case, i mari e i monti di Vegeta-sei, ed alla fine il re era stato costretto a esiliare i ribelli in luogo remoto del pianeta, un luogo desertico, aspro, lontano dai verdi prati della capitale. Bardack e la sua gente si sono rintanati in una valle montuosa, dove hanno costruito strade e case scavando nella roccia friabile, ed il popolo ha eletto il Saiyan dai capelli a palma come re dei neo-Saiyan. Da quel giorno di tanti anni prima, i Saiyan e i neo-Saiyan hanno vissuto separati, senza avere nessun tipo di contatto tra un popolo e l'altro, o almeno questo era ciò che credeva il re Vegeta”.
Scusa ma… no.
Non puoi iniziare una frase usando il passato e poi continuarla al presente come se niente fosse. Questo è un errore molto grave, oltre che indice di estrema trascuratezza nella stesura del testo.
Per non parlare poi di altri orrori come “Cosa c’è ne facciamo di questa bambina?”. “Cosa c’è ne facciamo”? Semmai “cosa ce ne facciamo”. In questa frase il “ce” non ha assolutamente la funzione di verbo, ma di pronome combinato.
E per quanto riguarda gli errori più gravi mi fermo qui, perché se mi mettessi a segnalarli uno per uno non finirei più. Ti faccio notare però che, prima di tutto, non servono diecimila punti esclamativi o interrogativi per far capire che il personaggio in questione sta urlando o facendo una domanda; poi, in secundis, nelle narrazioni i numeri vanno scritti in lettere e non in cifre. Ti consiglio vivamente di rileggere con più attenzione, e se hai qualche dubbio non c’è nulla di male a consultare un manuale di sintassi, basta anche cercare su Google.
Lo stile, stessa cosa.
È tutto un gigantesco riassunto, le scene mostrate (e “mostrate” è un parolone in questo caso) si contano davvero sulle dita di una mano. Perfino la questione attorno alla quale dovrebbero ruotare tutte le vicende, ovvero la divisione dei Saiyan in due fazioni distinte, viene descritta tramite un brevissimo paragrafo, quando invece dovrebbe avere molto più spazio, essendo il motore della storia. E okay, qui siamo solo al primo capitolo, ed effettivamente alcune cose si svelano pian piano, anche per mantenere la suspense, ma qui sappiamo subito tutto grazie al solito spiegone: i Saiyan e i neo-Saiyan si odiano e Bardak vuole farla pagare a Re Vegeta per una legge alquanto ingiusta emanata da quest’ultimo. Punto.
Inoltre, mancano del tutto le descrizioni, l’ambientazione in cui i personaggi si muovono e interagiscono fra loro non esiste, per di più ci sono delle espressioni come “zazzera di capelli a palma/fiamma” e altre oscenità, che nel linguaggio narrativo stonano davvero come un pugno in un occhio e indicano una scarsa conoscenza di quest’ultimo. Ci vuole una certa abilità per inserire in modo corretto espressioni gergali o tipiche del parlato nella narrazione, ma non mi sembra proprio questo il caso. Menzione d’onore poi per le scene in cui si parla della neonata figlia di Padme e di Re Vegeta. Che si tratti del suo braccio, della sua bocca, della sua voce o di qualunque cosa la riguardi, c’è un abuso allucinante dei vezzeggiativi (braccino, vocina, boccuccia, creaturina…), che, se posso dirlo, risulta alquanto stucchevole, specie in un contesto militare quale dovrebbe essere il pianeta Vegeta. Stendo un velo pietoso anche sulla definizione “petali della femminilità” per indicare la vulva. Perché va bene tutto, va bene parlare esplicitamente di stupri, molestie e razzie, va bene far vedere un ragazzino che mostra senza problemi il proprio pene a una bambina (ugh), ma chiamare i genitali con il loro nome durante un rapporto (consensuale, tra l’altro) no. Boh.
Ah, ed è un errore anche passare senza motivo da un registro narrativo all’altro, come in questa frase:
“La piccola era schiva, raramente si fermava a parlare con gli altri bambini ma con i figli di Bardack la storia era diversa: Haryleen era la sorella che non aveva mai avuto, mentre Radish…posso dirvi che quel ragazzo magrolino, dall’aria sempre imbronciata non le era per nulla indifferente”.
“Posso dirvi”? Perché il narratore interviene in questo modo? Con chi sta parlando? Anche qui, cose fatte completamente a caso, senza impegno, senza un minimo di revisione.
Ciò nonostante, il lato peggiore di tutta la fanfiction rimane senza ombra di dubbio il suo contenuto. Un tripudio di sessismo, incoerenza da parte dei personaggi e scene davvero squallide. Non brutte, ma proprio squallide.
Una delle peggiori avviene proprio all’inizio della storia. Mentre Taanipu è intenta a scodellare il terzo figlio, il dodicenne, e ripeto, dodicenne Radish, in risposta a una domanda più che legittima della sorellina, cosa fa? Le mostra i genitali, glieli sbatte letteralmente in faccia, a una bimba di tre (tre, dannazione!) anni! I Saiyan saranno sì, rozzi, violenti, brutali e tutto quello che vuoi, ma qui si esagera, perché questa è una molestia da parte di un fratello ai danni della sorella, che è solo una bambina! Mi sono sentita sporca dentro a leggere questa scena, davvero, e non per puritanesimo o cosa, bensì perché è disgustosa e basta. Non ha nemmeno uno scopo preciso all’interno della trama, è proprio gratuita. E menomale che Bardak punisce il figlio (suonando come il bue che dice cornuto all’asino, ma vabbeh), anche se Radish dopo un gesto simile avrebbe meritato di molto peggio di un semplice pugno sulla capoccia.
Lo squallore, tuttavia, non finisce qui, dato che poco più avanti assistiamo a una scena in cui Seripa, a un commento compiaciuto di Bardak sul figlio appena nato risponde “[Si vede che è tuo figlio] Per i capelli o per la grandezza dei suoi coglioni?”. Stiamo parlando di un neonato, diamine! Che senso ha sessualizzare in questo modo un bambino così piccolo? Qui si supera davvero il limite.
Si prosegue poi con un’altra scena, questa volta ambientata nel palazzo reale, dove il re, da bravo maschio alpha che non deve chiedere mai (e sì, sono sarcastica), esige i favori di sua moglie subito dopo il parto, con lei che è ancora sporca di sangue, placenta e chissà quali altre robe (durante il parto una donna può arrivare anche a defecare involontariamente, tanto per dire, eh). Eww, un tantinello di cattivo gusto.
Ma sia mai, l’uomo vero deve essere sempre soddisfatto, in qualunque momento, lo dice lo stesso re Vegeta di “avere la precedenza sui suoi figli”. Che tristezza!
E, ricollegandoci a questo, vorrei parlare un attimo del sessismo che permea tutto il capitolo.
Non prendiamoci in giro, qui le donne o sono madri angelicate o sono meri oggetti sessuali il cui unico scopo è appagare le voglie maschili.
Fra i Saiyan anche le donne e le ragazze sono geneticamente predisposte al combattimento, hanno ben poco da invidiare ai maschi, lo stesso Vegeta (questa volta il principe) dice ai genitori di avere difficoltà a combattere contro una bambina più grande di lui, Padme, Taanipu e compagnia vengono descritte come guerriere anche abbastanza forti, e allora perché poi ti contraddici da sola, riducendo questi personaggi femminili a fanciulle indifese che appena un uomo parla chinano la testa e non riescono a reagire nemmeno a parole? Ah già, non importa quanto tu, donna, sia onnipotente, sarai sempre e comunque destinata a capitolare davanti al predatore maschio alpha. E poi mettere stupri a caso fa comodo, ormai.
Tra l’altro, questo continuo sacralizzare la figura della madre e indicare l’esser tale come lo scopo di ogni donna sta diventando nauseante. Già il fatto che Radish dica alla sorella minore che sfornare vagonate di marmocchi è il destino di tutte le donne la dice lunga sull’idea che in questa storia si ha della figura femminile.
Per di più, come da cliché, il parto viene descritto come assai doloroso. E questo è anche vero, di certo non è una passeggiata e ancora adesso si può rischiare anche la morte, ma questo vale più per le comuni donne terrestri senza alcun potere, di certo non per le donne Saiyan, che fanno a botte dalla mattina alla sera e sono abituate a sopportare dolori ben peggiori. Per loro il parto dovrebbe essere una cosa da nulla, al massimo dovrebbero percepire le contrazioni come fastidiose, ma niente di che, invece no, ce le ritroviamo a urlare come pazze e a provare dolori lancinanti, perché la regola secondo cui una donna deve per forza “partorire con dolore” non può mai mancare, anche se si tratta di una guerriera dotata di poteri sovrumani. Senza contare poi che Padme, in quanto regina, vista la tecnologia di cui dispongono i Saiyan, dovrebbe avere diritto a tutti i comfort possibili (mai sentito parlare di epidurale?). Invece no, a partorire come una comunissima popolana, con solo la levatrice che le grida di spingere, un po’ come nei vecchi film western degli anni Cinquanta.
E ovviamente, anche se queste sono cresciute in una società militaresca che lascia ben poco spazio ai sentimenti, eccole lì a chiamare i figli “tesoro”, “piccolo mio”, “cucciolo”, “amore mio” e via discorrendo. Certo, molto credibile per un popolo di guerrieri dalla mentalità spartana che hanno sempre lasciato ben poco spazio ai sentimenti (non è un caso se nella serie originale Vegeta ha parecchi problemi a vivere come un terrestre e ha difficoltà a comprendere delle emozioni che per noi sono normali). Ma si sa, le madri, in quanto tali, devono sempre essere degli angeli del focolare, non possono esistere madri cattive, severe o anaffettive. E questo si vede anche quando Padme, nonostante Bardak l’abbia stuprata solo due minuti prima, decide di accogliere il di lui figlio appena nato come proprio, fermando il marito dall’ucciderlo. Perché l’istinto materno una donna ce l’ha nel sangue per forza, anche se si tratta di accudire il figlio dell’uomo che ha appena abusato di lei. Benissimo…
Una reazione del genere l’avrei potuta anche capire da una donna terrestre, magari dopo una lunga e sofferta riflessione, perché non sono certo decisioni facili, ma non da una donna Saiyan, che per il contesto in cui è cresciuta non dovrebbe pensarci due volte ad ammazzare il bambino per vendicarsi del suo stupratore. Già le donne terrestri sono capacissime di provare odio e risentimento dopo una cosa del genere, figurarsi delle Saiyan, che la vedrebbero anche come una ferita nel loro orgoglio di combattenti. Ma nada, tutte buone e care, anche se poi ci ritroviamo una Taanipu che si porta dietro il figlio neonato durante un assalto al palazzo reale, stupendosi pure se poi lo perde in mezzo a tutto quel caos. Lasciarlo a una balia o a qualche persona fidata pareva brutto? Che senso ha portarsi in battaglia un bimbo appena nato?
L’apice del sessismo però lo raggiungiamo con il rapporto marito/moglie tra re Vegeta e Padme.
Ora, vista la società in cui vivono (anche se qui è una barzelletta, questi prima compiono i peggio crimini, fanno sesso tra i cadaveri e poi sono tutti lovelove), è anche normale che la loro non sia una relazione diversa da quelle dei terrestri, ma qui si esagera.
Lui la mortifica e la umilia in continuazione, non fa che offendere la sua dignità di persona, ma lei – che non ha un briciolo di amor proprio – sta in silenzio e sopporta “per il bene del suo popolo”, piangendo da sola. Ci rendiamo conto di quanto tutto ciò sia orribile? E non solo, anche se lui la tradisce con svariate schiave e prostitute mentre lei è incinta, Padme gli cerca comunque una marea di giustificazioni, tra le quali abbiamo la classica storiella della “libido infinita degli uomini Saiyan” e il fatto che lei, in quanto gravida, fosse una “vacca gonfia”. Insomma, proprio come quelle donne che giustificano i mariti o compagni violenti e/o fedifraghi perché “è l’istinto del maschio” e “è colpa mia se lui si comporta così, io non sono mai abbastanza”. Nel caso di Padme poi basta che lui non baci le sue schiave o amanti sulle labbra e allora è tutto a posto. Complimenti.
Ah, e vorrei aggiungere una cosa. La scusa di lei incinta non regge manco per il cavolo, perché in gravidanza fare sesso è possibilissimo, seppur con la dovuta attenzione, ma si può fare. Ed è abbastanza incoerente da parte del re schifare sua moglie perché è incinta ma poi fare sesso con lei subito dopo il parto, mentre Padme è ancora sporca di sangue e fluidi corporei.
Tra l’altro, re Vegeta è geloso marcio di lei, addirittura fa giustiziare dei poveracci solo perché hanno osato guardare troppo a lungo sua consorte, però può permettersi di tradirla tutte le volte vuole. Quanto ci mettiamo di scommessa che se lei facesse lo stesso lui l’ammazzerebbe subito? Perché le donne non sono persone, sono oggetti le cui uniche funzioni sono sfornare bambini e soddisfare le voglie degli uomini in qualsiasi momento, anche se sono stanche, ferite, malate o semplicemente non vogliono. Ripeto: che squallore! È una cosa troppo eccessiva, perfino per un popolo “primitivo” (ma neanche tanto, alla fine) come i Saiyan, anche perché lì pure le donne dovrebbero essere capacissime di difendersi, altro che fanciulline indifese.
Passando, infine, alla trama, siamo solo al primo capitolo e già parte malissimo, definirla piena di buchi è un eufemismo. Come ho già detto prima, è tutto un riassunto, tra l’altro il modo in cui vengono scambiati i due bambini è una forzatura gigantesca, dovuta solo al fatto che qui i personaggi sembrano tutti affetti da vari sdoppiamenti di personalità, specialmente Bardak, che prima è decisissimo a vendicarsi del re ammazzandogli l’intera famiglia ma poi si impietosisce davanti alla di lui figlia. Coerenza, questa sconosciuta. In compenso però gli stupra la moglie, che è ovviamente incapace di opporsi anche se è una guerriera.
Non si salva nemmeno il principe Vegeta, che qui è melenso da morire, mammone e per giunta accetta senza problemi il nuovo fratellino. Ehm, parliamo dello stesso che già da bambino era una specie di piccolo serial killer genocida che se ne fregava pure dell’esplosione del suo pianeta ed era interessato solo a diventare re?
Del re e di Bardak poi non ne parliamo, altro non sono che due stupratori, che però siccome sono fighi allora possono fare tutto e verranno sempre idolatrati dalle loro mogli-schiave e dai loro seguaci.
E… basta, ho finito.
Questa fanfiction mi ha lasciata basita.
In ogni caso, malgrado la mia durezza, non è mia intenzione essere offensiva nei tuoi confronti o denigrarti, ciò che critico è la storia, non la persona che c’è dietro. Posso solo consigliarti di riflettere un po’ sui messaggi estremamente sbagliati che vengono qui trasmessi. Si può parlare di fatti così crudi? Certo, ma bisogna saperlo fare con il giusto tatto, sono tematiche molto delicate e non vanno trattate con così tanta leggerezza, specie alla tua età, visto che nel tuo profilo dichiari di avere ventisette anni.
Il maschio alpha che si prende sempre ciò che vuole e tratta le donne come bambole gonfiabili di carne non è figo, smettiamola di considerarlo tale e di glorificarlo come non plus ultra della virilità, è una figura tossica e negativa.
Quanto alle donne, possono provare anche loro rancore, possono avere pulsioni e desiderio sessuale e, se sono madri, NON sono sacre, non sono per forza degli angioletti tutti coccole e carezze. E se sono guerriere è giusto che si difendano, perché devono per forza arrendersi davanti a un uomo? Non ha senso.
Detto ciò, saluti. |