carissima Arya,
eccomi qui a recensire il tuo ennesimo piccolo capolavoro!
Questo bellissimo tema della lontananza, del riscatto, del pentimento di non aver esternato abbastanza.
La lontananza che fa male, che logora, che dà troppo da pensare e fa malissimo, lacera.
Il senno di poi è sempre un colpo al cuore, perché ti rendi conto di non aver fatto abbastanza e la mente vaga, viaggia in mezzo alle possibilità che avrebbero potuto esserci e che non ci sono. Non esistono più, forse.
Le stelle sono un chiarissimo riferimento all'immensità, ma non è forse lo stesso cielo, quello che si guarda, anche quando si è lontani? Quindi la speranza resta, ferma, nella sua convinzione di poter vivere nel cuore delle persone che non possono vedersi, ma toccarsi col cuore.
bellissima l'ultima frase, una sorta di eco, di rappresentazione di cosa è l'amore:qualcosa che va oltre, che non ha bisogno solo di sguardi,ma anche solo del pensiero stesso dell'amato.
Complimenti per la profondità che metti sempre nei tuoi racconti.
Un abbraccio,
miry |