VALUTAZIONE SHILYSS: 37,30/50
Grammatica e stile di scrittura: 6.8/10 (grammatica 2.8/4 stile)
Sai già come la penso e qui rinnovo i miei complimenti: sai scrivere e riesci a coinvolgere tantissimo il lettore, a sorprenderlo persino, ma ti “fregano” gli errori di battitura e di distrazione, nonché qualche confusione tra la prima e la terza persona dell’indicativo (io capii, egli capì). Nonostante questi refusi, la lettura è sempre non solamente piacevolissima, ma affascinante. Mi hai molto colpita con questa storia, ma ne parlerò più avanti. Stilisticamente ti ho segnato dei passaggi a mio parere poco chiari; tendi a usare pochissime virgole e se questo è un tratto distintivo del tuo stile, trovo che a volte in certi punti la lettura risulti non così scorrevole come le tue altissime capacità potrebbero farla venire fuori. In particolare, in alcuni punti come prima del “ma” o del “mentre” avrei preferito trovare una virgola che anticipasse le varie subordinate. Queste frasi poco chiare hanno inciso non sul parametro della grammatica, ma su quello dello stile.
Loren dovette dire di dover andare in bagno perché aveva il suo rito portafortuna prima di ogni cosa e non poteva assolutamente saltarlo. [dovette dire di dover, ripetizione]
Sentì le sue gambe muoversi e allora contai altre quattro piastrelle dal muro al lavandino/ Sentì la serratura della porta scattare e il Loren che ne uscì era sudaticcio e giallognolo. [Sentii]
Si ma quello è di dominio pubblico [Sì ]
Lo faceva sempre, leggevo il suo disagio negli occhi ogni volta che lo abbracciavo e io mi ci divertivo. «Magari ce lo vediamo insieme», dissi esaminando i suoi occhi nei miei. [occhi/occhi]
Sentì [sentii]
disse Loren con tono infastidito e io allora mi rimisi seduto composto, con le mani al loro posto.
«Mi aveva scambiato per lui», dissi io sorridendo. Io e Giona eravamo gemelli identici, ma non così
identici da non poterci riconoscere.
«Ma tu non hai fatto nulla per fermarla», continuò Loren cercando il mio sguardo e io capì
perfettamente le sue intenzioni. [disse/dissi, ripetizione – capì => capii]
Ricordare a Tar che comunque se mi ero fatto la fidanzata di mio fratello che bella persona potevo
mai essere? [gestione delle virgole: Ricordare a Tar che, comunque, se mi ero fatto la fidanzata di mio fratello, che bella persona potevo mai essere?]
croce rossa = Croce Rossa, indica un’istituzione precisa.
Sentii la porta aprirsi alle mie spalle ma non mi voltai pensando che fosse Loren. [frase ambigua senza virgola!]
Allora gli passai il quaderno di spartiti dove avevo annotato tutti i nostri successi, anni di
allucinazione con nani mistici e fumi colorati che disegnavamo parole. [disegnavano??]
Wellcome = Welcome
nessun’ oro vinto = nessun’oro
adoranti che vedevano a noi come “quelli che ce l’avevano fatta”. [vedevano noi]
«Alzate i calici miei cavalieri!» [manca virgole prima di vocativo: «Alzate i calici, miei cavalieri!»]
Affianco a loro il duo degli Afterhours, tre dischi d’argento, si scambiavano saliva piena d’alcool con la mano di uno era infilata nei pantaloni dell’altro. [frase non scorrevole; affianco = a fianco, l’altro è prima persona singolare
indicativo presente del verbo affiancare.]
Guardava/guardò [ripetizione]
Solo quando Loren guardò di nuovo nella mia direzione capì che forse lui aveva capito. [capii]
cosi vicini [così vicini]
nell’ Holand Theater [spazio vuoto di troppo]
perché infondo sapevo di non potermi meritare di meglio. [in fondo]
«So che non ti sono indifferente Loren, [indifferente, Loren,… vocativo va messo tra virgole]
Ma lui immobile, con le braccia conserte a fissare Loren che mi sta per levare i boxer e i miei occhi fissi in quelli di Tar. [frase poco chiara].
Loren aveva le sopracciglia aggrottate in segno di disapprovazione, Tar erano aggrottate ma per la confusione. [(quelle di) v. sopra ]e infondo l’ amore non è fare cose straordinarie [in fondo l’amore]
i loro baci affianco al mio orecchio. [a fianco]
Sentì una vibrazione [Sentii]
al lavandino affianco al mio [affianco]
Andai verso e gettai tutte quelle che avevo nel cesso. [verso… la porta? ]
Sbattee [batté o sbatté ]
Comincia a rivedere di nuovo [Cominciai]
«Sei come un buco nero Elia. [vocativo vuole la virgola].
E lì forse capì, arrivai al punto della questione. [capii]
Caratterizzazione dei personaggi: 8/10
La caratterizzazione dei personaggi mi ha molto soddisfatta per quanto concerne Elia, Loren e Tariej, mentre non ho potuto notare come Giona, fratello gemello di Elia, rimanga in disparte nonostante il disguido, chiamiamolo così, relativo al racconto fatto a Freddie all’inizio della storia. Uno dei motivi è che Giona è estraneo al triangolo che si viene a creare tra gli altri protagonisti, questo sì, particolarmente ben gestito anche sotto il punto di vista della caratterizzazione, ma proprio perché gli Skam sono un gruppo, una band che è cresciuta insieme, avrei preferito avere anche un suo punto di vista, perlomeno parziale. Rimango soddisfatta invece sia dall’introspezione su Elia, malvagia voce narrante disposta a sacrificare l’agnello Loren per cercare – invano – di prendersi Tar, sia questi ultimi due. Bellissima a tal proposito è la scena d’amore che, pur essendo descrittiva e intensa, non scade nel volgare ed esprime bene quelle che sono le dinamiche dell’infelice triangolo.
Utilizzo del pacchetto: 7,5/10
Mi spiace molto non metterti un punteggio pieno in questo campo: hai fuso la frase in maniera eccelsa, l’angst era più che presente e anche la comunicazione mancata avviene nel momento giusto, rivelandosi tra l’altro un momento duplice: da un lato abbiamo gli sms che Loren, disperato e tradito, invia a Elia, dall’altro la premiazione che arriva nel momento sbagliato e segna l’acme della tragedia personale e lavorativa degli Skam: da un punto di vista mediatico, la morte di un personaggio – sebbene leggermente accennato, funge da cassa di risonanza immediata, soprattutto se arriva all’apice della sua carriera, come insegna la scuola di Seattle tutta. Mancando il punto del pacchetto relativo al bambino il punteggio non arriva dunque alla totalità, ma per quello che hai fatto meriti comunque tutto il possibile!
Livello di introspezione: 8/10
A livello di introspezione hai scandagliato con cura e attenzione i membri del triangolo; di Elia conosciamo il rapporto ambiguo con Loren e l’innamoramento disperato per Tar, di quest’ultimo conosciamo il disprezzo realistico per Elia e l’amore per Loren, di Loren vediamo l’estrema debolezza e la dipendenza da Elia. C’è anche un accenno alla delusione di Elia nei confronti del gemello Giona; in un paio di passaggi si evince come il tradimento occorso tra i due fratelli sia qualcosa di ancora parzialmente irrisolto, anche se hai scelto di non soffermartici, così come hai lasciato in ombra il personaggio di Giona. Il lavoro svolto è comunque più che positivo, dato che sei riuscita a cogliere le idiosincrasie e gli attriti e le debolezze e le brutture di questa rockband scossa da tumulti interiori che sono il contrario perfetto della canzone Happyland che fa da titolo e da sottofondo musicale alla storia, quindi non mi resta che farti tanti complimenti vivissimi!
Gradimento personale: 4/5
Forse inconsciamente pensavamo che portasse sfortuna. Tutto poteva portare sfortuna, tranne le nostre azioni sbagliate. Questa è una di quelle frasi molto belle di cui il testo è pieno. Ho apprezzato moltissimo che tu abbia scelto il punto di vista di una persona crudele, potremmo dire senza esitazione alcuna decisamente “cattiva”, che provoca la morte dell’elemento debole del gruppo in cui suona per motivi passionali, ma non per questo meno crudeli. Il punteggio non è pieno per delle minuscole note di gradimento personale: la prima è riferibile all’evento con cui apri la storia: Loren muore come un membro dei Led Zeppelin, ma nonostante tu abbia citato Cindy Lauper, i Queen e gli Afterhours, non hai menzionato l’iconica band da cui quasi certamente hai tratto ispirazione per il dettaglio della morte dello psicotico Loren. Ci sono rimasta un po’ male, posso dirlo? XD
Titolo e impaginazione: 3/5
Il testo non è giustificato, mentre ho trovato il font piacevole e ho apprezzato il sezionamento interno della storia, che divide in atti la tragedia degli Skam quasi stessimo assistendo a uno spettacolo teatrale. Per quanto concerne il titolo, ho apprezzato che fosse così rilevante all’interno della storia da te proposta, ma sono rimasta indecisa fino all’ultimo se mi piacesse o meno. Non amo né i titoli troppo ampollosi né quelli stringati e questo, nonostante evochi un elemento importante della storia e sia quasi crudelmente ironico circa la vicenda raccontata, mi è sembrato decisamente troppo asciutto. |