Mi scuso come al solito per il terribile ritardo nel lasciare un commento, ma ho preferito farlo quando ero sicura di avere un momento di tranquillità per esprimere al meglio tutte le emozioni che questo ultimo capitolo mi ha trasmesso, senza tralasciare neanche una parola.
Inizio con il dire che sono io a dover ringraziare te per la bellissima storia che ci hai regalato, mentre ho trovato davvero divertente il misterioso racconto del "pizzino del pattinaggio" (che meriterebbe una fanfiction apposita).
Vorrei spendere due parole (che poi non sono mai solo due) sull'esibizione di Otabek: quando ho letto questa prima parte anche io dovevo avere un sorrisetto da ebete, perché la signora che era seduta di fronte a me sul treno continuava a guardarmi in modo strano. Ho trovato bellissima la descrizione del suo primo salto, il quadruplo Loop, che è riuscito davvero a trasmettermi un'energia incredibile, mentre la sua rimonta dall'ottavo posto fino allo sfiorare il podio ha davvero reso giustizia alle sue capacità come atleta. Guardando il kazako pattinare Yuri si è finalmente reso completamente conto di che cosa significhi affidarsi a qualcuno, arrivando a capire il suo ascendente su Otabek attraverso la storia che quest'ultimo gli ha mostrato nel suo programma libero (spero con tutto il cuore che Yuri non si trasformi in quella pallottola che può fermare l'entusiasmo del kazako, perché già il loro litigio prima del corto ha avuto delle ripercussioni pesanti sulle loro prestazioni sportive e non solo).
Mi sono emozionata tantissimo anche nel momento in cui Victor ha messo i piedi sul ghiaccio, sotto il tappeto di applausi più che meritati e pieni di rispetto e solidarietà (avrei davvero voluto mettermi ad applaudire anche io ma la signora del treno continuava a fissarmi e non mi sembrava il caso). La frustrazione del russo nel dover abbassare la difficoltà dei salti è del tutto comprensibile, ma Victor sa che non può far altro che fidarsi dei consigli di Yakov: alla fine fare la storia non significa vincere un oro ma fare l'impossibile, andando ben oltre le aspettative proprie e degli altri, e Victor ancora una volta ci è riuscito.
J.J. si meriterebbe di essere radiato a vita dal pattinaggio artistico, ma il fatto che non sia riuscito a fare il quadruplo Axel e che si sia beccato un bel livido come ricordo di tutta questa storia, mi ha resa in un certo senso comunque soddisfatta.
Anche Yuratcha è stato favoloso, come chiunque dei cinque pattinatori coinvolti nella rissa, evento spiacevole che ha permesso loro di tirare fuori una grinta e uno spirito di cooperazione senza precedenti. Anche lui, come Victor, è riuscito a comprendere che esistono cose più importanti di una medaglia al collo, come l'avere accanto persone speciali o rendere fiero uno dei suoi compagni di squadra.
Chris, Chris Fortestampella: credo che tutti noi lo abbiamo rivisto con quell'arma impropria fra le mani. Anche lui avrebbe davvero meritato di salire sul podio, lo avrebbero meritato in tanti, ma purtroppo le medaglie sono solo tre.
Non sono invece d'accordo riguardo i pensieri di Victor, poiché il pattinatore russo non ha mostrato con la sua coreografia la morte di un re, ma ha fatto intendere che un re quale lui è non può essere ucciso.
L'albero chiamato Yuuri è finalmente fiorito, e non aspettavamo altro. La menzione del programma libero di Lambiel mi ha fatta morire dalle risate (niente paura, non ero più sul treno e ho potuto finalmente dar sfogo a tutte le forti emozioni che si alternavano in me); il problema del suo costume non era solo i tigrato, ma il tigrato misto allo zebrato, all'azzurro e agli altri colori davvero terribili che non c'entravano nulla l'uno con l'altro (che poi fortunatamente il costume è l'ultima cosa che guardo nelle esibizioni di Lambiel). Sono contenta che abbia vinto Yuuri e che anche Victor sia arrivato sul podio: hanno dimostrato davvero alla federazione russa che l'agguato meschino non è stato in grado di fermare due forze inarrestabili quali sono loro.
La frase più bella del capitolo è stata a mio avviso quella di Yura:
– Resta! – disse. – Chissenefrega del protocollo. Queste medaglie non le abbiamo vinte oggi, ma tutti e cinque ieri, davanti alla mensa.
Davvero, non credo che una medaglia olimpica possa avere anche la metà del valore del legame profondo che lega ora questi cinque atleti (concordo inoltre con Yuri per aver scelto di tornare sul ghiaccio con la bandiera olimpica, alla faccia della Russia). Sono curiosa di vedere se Victor sarà in grado di tenere a bada e di allenare i due Yuri contemporaneamente, anche se spero che Yakov prima o poi torni a fare da coach alla tigre di Russia (che ormai è solo Tigre, senza Russia), perché la sua presenza mi manca già.
Continuo ad immaginarmi il galà, con Victor seduto su una slitta a forma di barboncino trainata dagli altri pattinatori.
Mi scuso per i miei commenti deliranti e ti ringrazio di essere stata sempre paziente. L'ho trovata una storia piacevole ed emozionante dalla prima all'ultima parola ed è stato un vero piacere leggerla.
A presto,
Crystal. |