Buongiorno Gulash (che nome appetitoso!) e piacere di conoscerti. Sono Yonoi e anch’io parteciperò al contest indetto da Laodamia, sicché mi è venuta la curiosità di leggere le altre storie in gara, perché è sempre interessante vedere come ognuno di noi interpreta un tema oppure il pacchetto scelto. Così eccomi qui… devo dire anzitutto che personalmente non conosco nessun fandom, ma proprio lo zero assoluto, quindi generalmente tendo a leggere le fiction come se si trattasse di originali. Nel tuo caso, questa opzione si è rivelata da subito un po’ impraticabile, perché la storia presuppone un minimo di infarinatura generale sul contesto e i personaggi. Così ho deciso di acculturarmi su “Full Mretal Alchimist”, almeno le basi, e devo dire che ne è valsa la pena perché ho avuto l’opportunità di leggere una storia bellissima e commovente. All’inizio abbiamo una bambina che ha perso tutto e che si dimostra del tutto indifferente all’idea di poter fare ritorno al proprio paese d’origine. Accanto a lei, un uomo indurito che ha anche lui subito una perdita importante, quella del fratello minore. Scar riesce infine a convincere la bambina a partire ugualmente, anche se la piccola apparentemente sembra non conservare più alcun desiderio. Durante il viaggio, il piccolo “scricciolo” si rivela dotato di un fine umorismo: ottima scelta narrativa, perché le battute spesso impertinenti dello scricciolo alleggeriscono in molti punti la drammaticità della scena, oltre a caratterizzare un personaggio dotato di vitalità e spirito dio osservazione.
Le scene del ritorno alla terra di origine, in quella che pare essere una carovana di nomadi che avanza nl deserto, si intrecciano alla vicenda di un altro ritorno, che ha luogo molti anni dopo: una ragazza di nome Adhara, studentessa di medicina, dalla città di Amestris torna a Mashad di Isvhal, al capezzale dell’anziano padre morente. Lo trova in un ambiente che ricorda, anche qui, gli usi delle tribù del deserto: gente accovacciata su preziosi tappeti a sorseggiare tè alla menta. Nel momento in cui il vecchio padre chiama la figlia scricciolo, abbiamo la rivelazione improvvisa (accompagnata da un sobbalzo e da una profonda emozione in chi legge): sì, la ragazza che studia medicina è esattamente quello scricciolo che, in un tempo lontano, non desiderava altro che lasciarsi morire… e assistiamo alla trasformazione che il tempo e l’affetto ha compiuto nelle vite dei due personaggi, l’ex assassino e la bimba rimasta solo al mondo. Ho amato profondamente l’uso che hai fatto della citazione richiesta dal contest: “Se io dovessi cercare al di là delle stelle – tu saresti qui a guidare la mia mano?” e soprattutto l’amore per la poesia da parte del vecchio Scar: “… diceva che (o libri dei poemi) gli ricordavano le preghiere, e che andavano sempre tenuti con sé perché raccontavano le tradizioni della sua terra”.
Profondamente commovente anche il punto in cui l’anziano lascia questo mondo e quel “grazie” viene pronunciato, senza che si sappia quale dei due personaggi l’abbia pronunciato: è un grazie reciproco, che testimonia ciò che è stato donato e a un tempo ricevuto.
La breve scena di apertura e chiusura, che rappresenta Scar e il fratello minore ancora al tempo in cui questi era vivo e bambino e la terra era ancora “vergine della guerra”, funge da cornice narrativa, come un cerchio che si chiude. Siamo (forse) alla prima delle tre vite di car, il fratello maggiore che di fronte all’entusiasmo del più piccolo – da grande farò lo studioso! – manifesta il proprio desiderio di poter possedere semplicemente un luogo da chiamare casa. Riuscirà, infine, a realizzare questo desiderio grazie all’affetto del suo scricciolo.
Tutto molto ben calibrato e assolutamente commovente. Storia bella e mritevole. A presto e in bocca al lupo per il contest! |