Primo Classificato Parimerito
IL SIGNORE DEL DRAGO TONANTE di YONOI.
Grammatica e stile: 10/10
Sul fattore grammaticale niente da segnalare, ma non c’erano neanche dubbi in proposito, visto di chi si parla.
Sullo stile, invece, cosa potrei contestare? Una volta mi hai detto che alcuni lo avevano giudicato troppo corposo, che dovevi contenerti nell’esposizione; io invece ti dico di continuare così, a darci dettagli mai banali ma sempre utili per una maggior comprensione e immaginazione della scena, perché le tue descrizioni non sono mai un peso, sono una ricchezza preziosa. Mi sono resa conto ancora una volta che sei veramente uno dei migliori che abbia avuto la fortuna d’incontrare sulla mia strada: perché storie come le tue sono rare, mai prive d’insegnamento e di profondità, mai prive di passione – la tua in primis – e dedizione. E al cuore, caro yonoi, personalmente darò sempre un’importanza fondamentale.
Sei preciso ed evocativo allo stesso tempo, esaustivo e capace di lasciarci comunque immaginare: hai portato anche me su queste vette arcane e che cercano la visione più innocente, tra chi cerca la propria strada e chi ritrova ciò che aveva perduto; mi hai commosso con ogni storia, in ogni legame che hai formato in questo gruppo all’apparenza incoerente e dai tratti comici, ma solamente all’inizio, prima di apprendere la realtà dei fatti.
Insomma, se non si era capito, ti considero davvero un autore dal quale poter imparare tanto.
IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10
Anche con la caratterizzazione dei personaggi dai sempre il meglio di te, creando figure che non rimangono meramente personalità fittizie, tanto sono verosimili – e tanto che, alla fine, non riesco mai a trovare qualcuno che mi piaccia più degli altri, perché sono tutti unici e tali da risultare amabili.
Rabauer e Moroder, per esempio, sono molto realistici nel bellissimo legame d’amicizia che hanno, in quel punzecchiarsi a vicenda ma dimostrare più di una volta di tenersi a fondo – quell’abbraccio al ritrovo finale mi ha commosso, sì: Rabauer che aveva paura di aver perso la sua spalla, e invece… niente, direi che il pezzo si commenta da solo –; del primo mi ha subito attirato il percorso di crescita che ha fatto: da uomo che si sentiva sicuro e di aver tutte le risposte a persona che mano a mano avanza verso un percorso ignoto, dalla realizzazione spettacolare; e indubbiamente anche come carattere il suo essere una guida, anche se spesso intransigente e dura, me lo ha fatto apprezzare un sacco.
Moroder, sua controparte meno severa e più sdrammatizzante, è la figura paterna che vorremmo tutti, conosciuto dal protagonista nel pericolo e al suo fianco sempre rimasto. Una figura buona e protettiva che mi ha subito scaldato il cuore, come è molto dolce Zampetti nel suo essere l’anima innocente e serenamente più ingenua della storia.
Di Elena Cohen posso dire che, essendo l’archeologa della situazione, ha da subito avuto tutto il mio interesse: forse di lei avrei voluto sapere addirittura di più – per curiosità mia, totalmente: anche per quel riferimento alla figlia che ama tantissimo ma dalla quale riceve solo silenzio –, ma alla fine mi basta anche quello che di lei sappiamo; e di certo non si può dire che non ci abbia messo una buona dose di passione e forza d’animo in quest’avventura che ha spalancato l’anima a tutti.
Il Gufo, invece, fin dall’inizio l’ho reputato come la persona peggiore che qualcuno potesse incontrare sia nella sua saccenza che in quella voglia latente di mettere zizzania; e il fatto che alla fine se la sia data a gambe lasciando tutti al proprio destino me lo ha fatto amare ancora di meno.
Luca e Leina li ho lasciato per ultimi, sì; perché se mi dovessero costringere, direi che sono loro le personalità che più ho amato in questa storia. Ogni loro caratteristica è affascinante, forte, struggente, triste: due anime fuori dalla società e dagli schemi, che cercano solo di essere felici e non restare sole, che desiderano il calore dell’amore o comunque di una relazione, e che la montagna prende insieme: ne ha pietà, le abbraccia per dare loro la pace e tenerli insieme, perché insieme avevano già conosciuto parte della serenità; e li conduce in un mondo dove sicuramente Luca vivrà libero da ogni condizione e potrà ricevere i frutti di quanto bene ha fatto con quel gesto nei confronti di Leina – la dolce chiamata inventata è al pari del finale della storia come bellezza –, mentre Leina non dovrà più temere i giudizi di quello che ha fatto.
Una bellissima, rasserenante immagine.
Utilizzo pacchetto ARCHEOLOGO: 8/8
• Prompt: Due personaggi hanno una relazione da tanto tempo (+2) → Ed eccoli qui i miei cari amici, le due parti di una bellissima coppia non amorosa, ma allo stesso tempo spettacolare da vedere.
Niente da fare, continuerò a pensare che Rabauer e Moroder si meritano ogni bene di questo mondo, e che non per nulla il Signore del Drago Tonante ha concesso loro la vita; neanche loro potevano essere separati senza dare avvio alla crudeltà peggiore.
• Oggetto: Bussola (+2) → La bussola del caro Zampetti ci dona meraviglie e inquietudini; segna altre strade e preannuncia quello che accadrà poi: l’entrata in un mondo dove alle basilari leggi naturali se ne sostituiscono altre e le realtà s’incrociano, dove solo il cuore e ciò che contiene può arrivare.
• Frase: “Per questo sono qui, sono spezzata anch’io; forse tu puoi ripararmi, e io riparerò te.” (+2) → Si può riassumere così la relazione tra Luca e Leina; e sicuramente, ora che hanno l’immortalità e la pace dalla loro sarà sicuramente così, lentamente e dolcemente. La mancanza che avevano dentro poteva essere riempita solo vicendevolmente, e ancora una volta il tenero gesto di Luca durante gli ultimi istanti di Leina ci fanno comprendere che è la persona con la giusta sensibilità per curare e accudire la ragazza.
Inoltre, la presenza della cara Cohen ti dà altri due punti, in quanto riprende il lavoro presente nel pacchetto.
Punti BONUS per utilizzo intero pacchetto: 5/5
TOTALE: 33/33 |