5° posto:
Venefico Inverno di mystery_koopa
Grammatica: 10/10
Una double drabble assolutamente perfetta dal punto di vista grammaticale, non ho nessuna segnalazione da farti!
Efficacia espressiva e stile: 9,7/10
La double drabble presenta, già graficamente, un chiaro segnale del destino speculare e opposto dei suoi due protagonisti; la prima parte gravita intorno alla figura e alla morte di Corradino e, nelle battute finali, già si anticipa il passaggio dal giustiziato all’esecutore, Carlo, che trova il suo spazio narrativo nella seconda parte. Il tutto si chiude poi con una singola frase, in latino e in corsivo, centrata: il perfetto riassunto della storia, la sintesi che riesce a coniugare in quattro parole entrambi i personaggi. Sono le ultime parole di Carlo d’Angiò, che suonano insieme come una condanna e un inno di rivalsa: quel vita Caroli ha un sapore tragicamente ironico, se accostato all’immagine che hai saputo ritrarre di un Carlo fragile, come il potere che sente sgretolarsi. Già da un punto di vista puramente di layout, dunque, la storia trasmette subito piena efficacia espressiva e rievoca con grande precisione due personaggi storici e alcuni degli avvenimenti salienti che hanno vissuto.
Tra le due, è la prima delle due drabble la mia preferita, nonché quella che a mio parere sa essere più forte a livello visivo: assolutamente lodevole è il quadro che hai dipinto degli ultimi momenti di vita di Corradino, intrecciati a doppio filo con il cielo dello stesso tono di scarlatto del sangue che si sta versando sul suolo. Particolarmente potente è l’atmosfera che sei riuscito a creare: di Corradino risalta non tanto l’animo combattivo o la missione fallita, quanto la giovane età. In fondo, è solo un ragazzo di sedici anni, che sente il ferro freddo della spada sulla nuca e che viene fatto inginocchiare davanti alla folla.
La seconda drabble, a mio parere, smorza leggermente il tono tragico della prima parte, soprattutto nei periodi iniziali. In essi ho avvertito un brusco passaggio da una narrazione incentrata sui personaggi a un tentativo di universalizzazione dei loro destini, da cui ho finito per sentirmi distante. “L’estate, l’estate…” con cui si apre la seconda drabble resta su un livello quasi didascalico, come se l’intervento dell’autore si facesse d’un tratto più presente – forse fin troppo –, tanto da avvertire la necessità di avvisare il lettore della sua personale interpretazione degli eventi e dei fatti della Storia con la s maiuscola. La metafora del binomio tra l’estate come periodo in cui si svolgono le battaglie e l’inverno come periodo in cui invece avvengono le uccisioni e i veri momenti che cambiano la storia mi è piaciuta, ma avrei preferito che essa giungesse come spunto di riflessione del personaggio o che risultasse naturalmente dalla storia, e non che venisse inserita come giudizio dell’autore in apertura della drabble, prima che ancora effettivamente si veda il personaggio di Carlo. Avresti potuto ottenere un risultato ancora più dirompente, se fossi riuscito a far risaltare questa tua idea – di partenza molto interessante – come una naturale conseguenza della morte di Carlo, e non renderla una riflessione a priori in cui la voce dell’autore sembra togliere spazio a quella dei personaggi.
La chiusura della seconda drabble riprende invece la linea della prima; è di nuovo il personaggio morente a dominare la scena e di nuovo il panorama che fa da sfondo alla sua morte torna a essere simbologia della morte stessa, in questo caso rappresentata dal freddo vento che sferza la campagna. Nelle battute finali, dunque, hai ripreso le fila della circolarità della storia che avevi saputo tessere all’inizio, e ho potuto ritrovare un rinnovato equilibrio stilistico.
Passando oltre, ho ritenuto la scelta di narrare al presente congeniale alla forma narrativa da te scelta e al contenuto della storia stessa: sei riuscito a creare un sentimento di contemporaneità e di tangibilità pur parlando di eventi storici molto distanti dall’epoca del lettore. L’effetto ottenuto è di immediatezza, di una storia che si legge d’un fiato, di un’incredibile vicinanza con gli episodi e soprattutto con i personaggi: la partecipazione emotiva è dunque massima.
Anche lessico e registro linguistico seguono questa logica: non ci sono espressioni desuete o termini arcaici, non c’è nessun effetto di straniamento durante la lettura, o di distanza dalla materia raccontata. Al contempo, però, entrambi sono molto curati, precisi, e soprattutto coerenti con se stessi: i termini che utilizzi vanno dritti al punto e ogni frase scorre sotto gli occhi in un battito di ciglia, conducendo naturalmente alla successiva. Un bel lavoro, davvero!
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
Per questo parametro non ho avuto alcun dubbio, sin dalla prima lettura del testo: quando si scrive di personaggi realmente esistiti – e tu sei stato l’unico autore in gara a farlo, in questo contest – si va sempre incontro a un rischio di duplice natura. Da una parte, si può incappare nel tranello dell’appiattimento, restando a un livello scolastico della caratterizzazione, in un tentativo ossessivo – e, a mio parere, controproducente – di riportare il personaggio al suo originale storico in ogni minimo dettaglio e sfaccettatura. Dall’altra, però, si rischia di allontanarcisi troppo, prendendo in prestito giusto il nome e qualche episodio basilare per poi ricamarci sopra una personalità e una trama che di storico hanno ben poco.
La tua introspezione su Corradino e Carlo, pur non essendo il focus della double drabble, non incorre in nessuno di questi due errori: sei riuscito a far risaltare le loro personalità pur non facendo uno studio psicologico di nessuno dei due e, al contempo, sei stato capace di metterci del tuo, di legare i loro fati più di quanto la storia ci abbia tramandato. Ciò che più ho apprezzato è stata la scelta di inquadrare entrambi nel loro momento di maggiore debolezza e fragilità, quello della morte; hai esposto due personaggi di elevatissima statura militare, storica e strategica alla loro natura più effimera e caduca, da esseri umani e non da condottieri.
Come anticipavo precedentemente, di Corradino è l’indole da ragazzo, più che da uomo o da combattente, a risaltare: sembra quasi un martire, un eroe, in questa gloriosa esecuzione, circondato dal brusio della folla e avvolto dal più teatrale degli scenari. Si simpatizza inevitabilmente con lui, anche se il lettore dovesse non conoscere nemmeno un briciolo di fatto storico. La sua morte ha una dignità quasi nobiliare.
Di contro, invece, troviamo un Carlo debole; la gioia per la morte di Corradino ha vita breve, la morte coglie anche il D’Angiò, e sembra essere più beffarda nei suoi confronti. Nessuna gloria, nessuna folla radunata, nessun giustiziere, nessun cielo tinto di rosso. Una morte solitaria e silenziosa, accompagnata dal solo suono del vento. La sua è una morte fredda, quasi fosse lui l’antagonista, e non il contrario. Quel Mors Corradini, Vita Caroli finale parrebbe essere quasi ribaltato, sotto questa analisi.
Potrei benissimo aver interpretato o letto male le tue intenzioni, e sicuramente tu, da esperto dalla materia, avrai voluto comunicare altro o più di quanto io sia riuscita a comprendere, ma spero che il parere di una “novellina” possa comunque servirti da spunto!
Uso della triade: 8/10
L’unico motivo per cui il tuo lavoro non ha scalato la classifica è da imputare alla performance in questa voce che, naturalmente, non intacca la qualità della storia in sé, ma è invece essenziale per le dinamiche e le richieste di questo contest nello specifico. Pur avendo tu utilizzato tutti e tre i prompt previsti dalla tua triade, l’uso che ne hai fatto non è stato molto pregnante, salvo per l’encomiabile accezione che hai conferito ai “destini intrecciati”, principale ragione per cui il punteggio rimane comunque molto alto. La specularità del testo, di cui ti ho già parlato in campo stilistico, e il significato che hai attribuito all’espressione sono assolutamente essenziali per le dinamiche della storia e per lo sviluppo dei personaggi. Sei partito da fatti e personaggi storici e li ha caricati e rivestiti di un significato preciso, dettatoti da un contest, riuscendo così a “piegare la storia” alle tue necessità narrative, e questa tua capacità mi ha stupita in positivo.
Non posso però dire lo stesso per l’uso degli altri due prompt: pur essendo la storia ambientata all’ora del tramonto, non c’è alcun riferimento alle sette di sera nello specifico – il sole non tramonta sempre alla stessa ora ovunque, per altro – e, nella seconda drabble, il riferimento alla sera e al tramonto viene del tutto a mancare. Analogamente – e diametralmente – il prompt “pagina” riveste una qualche importanza solo nella seconda parte del testo, mentre è completamente assente nella prima.
Ho notato che un’altra storia ha riscontrato la stessa difficoltà nel calare al meglio questi tre elementi all’interno della trama, dunque mi sono chiesta se vi fosse una effettiva problematicità intrinseca agli stessi, ma non ho potuto comunque fare a meno di notare che altre storie in gara hanno saputo non solo introdurre fisicamente i prompt nel testo, ma anche renderli la causa o l’effetto di determinate azioni o parole. Con ciò voglio unicamente dire che, pur apprezzando lo sforzo che hai sicuramente fatto per adattare i tre elementi alla tua storia, la tua interpretazione resta un po’ sordina e, in definitiva, leggermente più debole di altre soluzioni che mi è capitato di leggere per questo contest.
Gradimento personale: 5/5
La tua è stata una delle mie storie preferite tra quelle in gara: complici un genere storico magistralmente gestito, uno stile molto curato e una conoscenza approfondita di materia e personaggi, la tua Venefico Inverno si è ritagliata un posto d’assoluto rispetto nel mio cuoricino di giudice e mi ha sicuramente invogliata a voler leggere altro di tuo. Mi hai anche spinto a documentarmi e informarmi maggiormente sui retroscena delle vicende da te narrate e trovo che, per un autore di genere storico, questo sia un pregio e un talento essenziale.
Punti bonus: 1/2
Genere storico/medievale – dettagliato senza mai essere pesante.
Totale: 43,7/47 |