Recensioni per
Non sono un medico
di nattini1

Questa storia ha ottenuto 8 recensioni.
Positive : 8
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
18/07/21, ore 15:43

Ciao! Non leggo molto spesso storie di genere storico (nonostante non ne disprezzi le tematiche nei libri), quindi la tua è stata una piacevole quando triste lettura. Il vuoto e il trauma di Benjamin per l'aver affrontato la guerra è palpabile e sembra quasi di poterlo toccare, ci si riesce ad immedesimare benissimo nelle stesse sensazioni da lui provate e da quella pesantezza che sembra provare nell'animo finché non giunge alla porta di Anna. 
Due parole su di lei. Sembra quasi rappresentare un simbolo di luce e speranza, un raggio di sole che pian piano comincia fiocamente ad illuminare l'animo di Benjamin e a diradare quell'oscurità che la guerra gli ha lasciato dentro e che non potrà mai cancellare, ma che potrà celare a se stesso grazie all'aiuto di Anna finché non si sentirà ponto ad abbracciare anche se stesso 
Ti faccio i miei complimenti, a presto :)

Recensore Master
16/03/20, ore 19:35

Ciao!
Eccomi qui. Credo che sia una bellissima prima originale: inanzitutto la tematica è super originale e non ero alla conoscenza di questa usanza durante la prima guerra mondiale. Quella che fa Anna in questa fanfic per me è davvero meraviglioso: restituisce un volto, di conseguenza restituisce un'identità e una dignità che Benjamin fino a quel momento sentiva probabilmente di aver perso, non essendo in grado di guardare nello specchio la sua sagoma devastata, quello è stato un passaggio che mi ha messo davvero molta tristezza, ma che insieme a questo: "Benjamin restò affascinato dalla luce negli occhi della donna: una volta un prete gli aveva raccontato che Dio aveva creato il mondo con amore e che aveva guardato a ogni cosa da lui fatta con amore; probabilmente era quel tipo di sguardo." mi ha colpito assolutamente di più.
Per quanto riguarda, il racconto, seppur ambientato a Parigi, mi ha ricordato un po' la Trummerliteratur ("Letteratura delle macerie") tedesca - anche se l Trummerliteratur fu una reazione alla seconda guerra mondiale, non alla prima -, che insisteva proprio sulla totale perdita di straniamento e di identità dei soldati al ritorno della guerra. In particolare, mi viene in mente "Fuori davanti alla porta" di Borchert, dove Beckmann - il protagonista - dice di non avere più un nome (Se non sbaglio dice una cosa tipo "Non ho più un nome. Mi chiamo Beckmann, ma è come dire tavolo ad un tavolo), nello stessa misura in cui Benjamin non ha letteralmente più un volto, cosa che senz'altro enfatizza ancora di più la sua naturale sensazione di straniamento dovuta alla guerra. Anna è un'ottima caretaker e rappresenta senz'altro un fascio di luce nella sua vita: non è un dottore, ma in qualche modo cura comunque la sua anima. E' una storia affascinante, dunque!
Alla prossima,
Desy

Recensore Master
15/03/20, ore 23:44

Ciao cara,
è davvero un piacere per me passare qui da te e sono felice di aver avuto l'onore di leggere questa storia. Mi sono innamorata del tuo stile di scrittura, così scorrevole, attento ai dettagli ma soprattutto capace di infondere un mosaico di emozioni siccome le tue introspezioni sono magnifiche, oltre al fatto che il testo è ricco di piccole perle che mi sono rimaste nel cuore. Una fra queste ma forse era lui che aveva imparato a misurare la sua vita solo con la sofferenza e non con i minuti.
Sei riuscita a dare quella sensazione di vuoto che solo chi ha affrontato la guerra e ne è uscito vivo, può provare. Ma è veramente ancora vita, quella di che si sente scorrere? Benjamin è logorato dai sensi di colpa e dalla brutalità della guerra, sfigurato dalla stessa, e il suo corpo ne ha risentito sul campo. Non riesce a vedere più il suo riflesso e questa cosa del tempo che viene calcolato dalla sofferenza e non dai secondi che passano è pura poesia decadente.

L'arrivo di Anna sembra l'entrata in scena del sole in una stanza buia. Non è un dottore, ma un'artista. Lei può celare dietro una maschera di rame quelli che sono i segni indelebili dei suoi peccati. Una maschera vera, che non cancella quello che Benjamin ha vissuto, ma gli può dare una seconda possibilità di vivere, di esistere. Un carburante al ritorno alla vita, pian piano.
È vero che appunto è un nuovo inizio, ma lasci intendere, umanamente, che sarò graduale, che non potrà essere repentino, ma che qualcosa è scattato in Benjamin e questa, io, la chiamo speranza in un mare di pece e oscurità.
Bello anche il concetto di tempo ben speso, che esula quello reale e il suo scorrere.
Ho amato questa shot, davvero molto. Complimenti vivissimi e spero a presto,
Miry

Recensore Veterano
14/03/20, ore 22:38

Ciao, sono Annalisa Dotelli, del gruppo h/c! Ho scelto di leggere e recensire la tua fic, perché apprezzo molto le Originali e la premessa iniziale mi incuriosiva. Non conoscevo affatto il personaggio di questa donna né sapevo che esistesse qualcuno che si fosse occupato dei soldati sfigurati, adottando una soluzione così originale e creativa. Ho apprezzato molto il modo in cui hai descritto le sensazioni di Benjamin, che privato del suo volto fatica a trovare un motivo per vivere. Ho percepito chiaramente l'orrore e l'angoscia che prova nel dover vivere quotidianamente una realtà che trova grottesca. Allo stesso modo, così come ho sentito acutamente il suo dolore, ho avvertito anche il conforto improvviso che deve aver provato davanti a una donna che non si raccapricciava davanti alle sue bende e al suo volto sfigurato. Una donna che, anzi, aveva pronto un balsamo per lenire il suo orrore e la sua vergogna. Ho percepito quanto amore c'è in questa donna, che mette la sua arte al servizio del dolore, regalando nuovamente una quotidianità e una normalità. Fic brevissima, ma veramente intensa, che regala uno scorcio di dolore e umanità. Mi è piaciuta molto!! Ps: perdonami eventuali refusi, sono da telefono e vedo poco e scrivo male...

Recensore Master
23/04/19, ore 09:49

Ciao😍
Meravigliosa! Povero Benjamin: sfigurato dagli orrori delle guerra😢😭 Fortuna ha ascoltato il suo amico e non si è suicidato andando da Anna.😢
Questa donna è un angelo. Quante vite ha salvato ridando loro una luce...una speranza...facendole letteramente rinascere!
Che dire, stupenda e sensibile. Complimenti!😍

Recensore Master
23/04/19, ore 07:00

Buongiorno.
Uno scritto molto descrittivo, ma ho gradito il fatto che non si perda in inutili giri di parole; è tutto molto diretto e gestito bene.
Bella questa storia, soprattutto la protagonista, una figura molto originale e interessante.
Buona giornata :)

Recensore Master
22/04/19, ore 21:43

Ciao^^
piacere di conoscerti, innanzitutto. devi sapere che mi rammaricavo perché non avevi original, dal momento che volevo commentarti ma non conosco assolutamente Supernatural.
Quindi, come dire? Grazie che hai scritto finalmente un'originale!
Sono molto contento anche perché scrivi molto bene e ti si legge con grande piacere.
Non conoscevo il personaggio di Anna Coleman ed è stata una piacevolissima scoperta: non sapevo delle maschere che venivano costruite per chi era rimasto sfigurato, ma in effetti ha molto senso.
Hai dipinto la figura della Coleman in modo molto umano e molto amorevole, ci credo che il soldato si sia subito affidato a lei con tranquillità. Anche in poche parole, hai creato una figura che letteralmente emana ottimismo e amore.
Quindi, alla fine della fiera: complimenti, una storia bellissima. E complimenti perché scrivi molto bene.
Scrivi più originali!^^

Recensore Veterano
22/04/19, ore 20:43

Ti rinnovo i complimenti per questa meraviglia, anche se il commento è lo stesso perché sono sfinita e non riesco a produrre ex novo una recensione coerente ^^ Hai reso benissimo sia lo spirito con cui Anna svolgeva il suo lavoro che quello del soldato reduce dal fronte. Non ho potuto non pensare alle fotografie dei volti sfigurati degli ex combattenti leggendo la seppur delicatissima descrizione della ferita di Benjamin. Ho amato soprattutto queste righe: "i dottori maschi che aveva visto correre avanti e indietro tra le interminabili file di letti pieni di dolore sembravano non avere mai abbastanza tempo per soffermarsi sulla sofferenza altrui, mentre le infermiere si affaccendavano sempre come angeli che ricordavano sovente le mamme, le sorelle o le fidanzate." Le ho trovate molto toccanti, anche se tutta la storia ha un tono molto tenero, quasi materno. Di nuovo, congratulazioni per questa meraviglia!