2° posto:
La Carla di yonoi
Grammatica: 10/10
Il testo non presenta né sviste né errori, dunque il punteggio pieno è assolutamente meritato!
Efficacia espressiva e stile: 10/10
Questa storia ha un’efficacia espressiva pazzesca, e tanti saluti. Potrei finire il mio commento così, perché davvero hai saputo lasciarmi senza parole, ma proverò comunque a illustrarti i motivi che mi portano a pensare a te come a un narratore navigato ed esperto, pur essendo questo il primo elaborato che leggo firmato dalla tua penna.
Sin dai primi periodi, sei stato capace di calare il lettore in un’atmosfera ben precisa, grazie a una cura per i dettagli invidiabile e a una descrizione puntuale – ma mai pedante – dell’ambientazione in cui hai deciso di calare il tuo racconto. Hai una capacità descrittiva molto forte; l’immagine della nebbia che scavalca l’argine è palpabile, viva, in grado di avvolgere narrazione e personaggi in un abbraccio pungente e caliginoso.
La scena immediatamente successiva s’impone con ancora maggiore fermezza, per quanto sa essere nitida e ben definita; l’intera sequenza del bar ha un’espressività straordinaria, sia per l’attenzione riservata a lessico e registro linguistico che per il ritmo narrativo. Sai esattamente come far parlare i tuoi personaggi, sai come renderli credibili e di spessore e sai come dar loro una voce distinta e ben riconoscibile. Inoltre, sai quando inserire un dialogo e quando soffermarti per raccontare un aneddoto o per descrivere un dettaglio, un gesto; il ritmo narrativo è modulato alla perfezione, pause e accelerazioni ricorrono sempre al momento giusto e conduci il lettore fino alla fine della storia, dove risolvi ogni questione con uguale maestria.
Tutta la tua storia ha un sapore narrativo di stampo realista-verista; mi ha riportato alla mente tantissime suggestione diverse, dalla poetica dei vinti di Verga, passando per i Nottambuli di Hopper (forse questo un salto un po’ azzardato, ma la scena del bancone me l’ha immediatamente ricordato) e leggende folkloristiche locali, fino ad arrivare a certe inquadrature registiche di tradizione italiana. Ecco, trovo che il tuo stile di scrittura abbia una qualità tutta cinematografica: le tue scene e i tuoi dialoghi sembrano essere diretti dalla mano sapiente di un regista e, leggendoti, si ha quasi l’impressione di trovarsi tra le mani la sceneggiatura di un film – con già i riferimenti all’uso delle luci o della fotografia. Anche il sonoro, nel testo, pare non essere stato trascurato (del resto, non credo ci sia nulla lasciato al caso in questo scritto): il rumore dello strofinaccio sbattuto sul tavolo, il fracasso della saracinesca, lo slang bolognese, ogni suono è calato nel testo con estrema naturalezza e lo colora di sfumature ancor più intense.
Altra nota di assoluto merito è la tua abilità nel creare una tensione tragicomica fino alla fine; hai saputo tenermi con gli occhi incollati allo schermo, sinceramente curiosa di sapere dove volessi andare a parare, per poi sciogliere l’intreccio con un espediente a metà tra una morale neo-fiabesca (passami il termine) e una risoluzione da commedia.
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10
Anche in questo campo, sarei capace di dilungarmi per ore a tessere i tuoi elogi, così come potrei dirti in due righe che hai fatto un lavoro eccellente.
Pur comprendendo che questi personaggi ti siano serviti giusto per l’economia di questa storia nello specifico e non siano stati invece estrapolati da un progetto più lungo, e pur essendo il racconto di sole 500 parole, si ha la netta impressione che tu li conosca a lungo e in profondità. Ognuno di essi, infatti, ha un’elevata statura narrativa: sono personaggi a tutto tondo, di essi riusciamo a scorgere con chiarezza difetti, vizi, debolezze, finanche a immaginarceli come persone reali. Pur nel loro dedicato e limitato spazio, sono tutti necessari e ben distinguibili: ci porti a ridere delle paure dei tre avventori, a simpatizzare per il Nanni e a compatire infine il Moretto, il tutto sotto lo sguardo scanzonato della Carla.
Il mio preferito in assoluto è il Nanni: vorrei leggere ancora di lui, per quanto mi ha colpito questo barista stufo di tutto e tutti che vuole soltanto tornarsene a casa e a cui sembra non fregare più di tanto della Carla. La figura del burbero barista, che si aggira per i tavoli a colpi di strofinaccio e che, con un commento tra i denti, intima tutti a levare le tende, sa essere più incisiva di quanto quella di un personaggio tanto secondario solitamente riesce ad avere.
Il Bertuzzi e il Beccamorto sono i classici frequentatori fissi del bar di quartiere: commentano la partita, fanno scommesse, si sfidano a compiere atti balordi un po’ per vincere la noia e un po’ per orgoglio e testosterone. Il Moretto è loro compare, ma per sfortuna il suo destino è un po’ più beffardo; si separa dagli altri dopo aver perso la scommessa per provare il suo valore – anche se è chiaro che se la fa sotto più di tutti – e rimane vittima non della Carla, ma della sua stessa paura. È l’apoteosi dell’inetto in piena regola: è un buono a nulla, non riflette con razionalità e non riesce a divincolarsi dalla trappola che lui stesso s’è teso, e di un condizionamento auto imposto rimane vittima. Si fa voler bene, alla fin fine; il lettore non si aspetta di vederlo morire di paura e, pur riconoscendogli la mancanza di acume, è portato ad avere compassione per questo povero disgraziato.
La Carla, più che un vero personaggio, in questa storia è una leggenda, la personificazione del potere della suggestione e unametafora ben congeniata: sei partito dalla figura del ghoul tradizionale, ma hai saputo trattarlo con originalità, restando fedele all’ambientazione della tua storia.
Uso della triade: 8/10
Questo è l’unico parametro in cui ho dovuto essere un po’ più severa, benché il punteggio raggiunto per “uso della triade” non mina assolutamente l’oggettiva bellezza del tuo lavoro. Purtroppo, rispetto ad altre storie in gara, l’uso che hai fatto dei tre elementi che hai scelto mi è parsa un po’ più debole e meno convincente in confronto ad altre soluzioni. Mi rendo conto che la tipologia di storia per cui hai optato non si presta benissimo alle restrizioni dei prompt, ma dovendoti valutare anche in questo campo non posso esimermi dal ritenere che avresti potuto essere più incisivo. Indubbiamente il prompt che hai gestito meglio è stato quello dell’orario: la vicenda si apre alle sette di sera, ora in cui cala la nebbia e i fantasmi sembrano essere un po’ più reali e spaventosi. D’altro canto, purtroppo, l’uso del prompt “pagina” non è stato altrettanto azzeccata: pur leggendo i personaggi il paginone della Gazzetta all’inizio e pur campeggiando il titolo “Destini intrecciati: la Carla colpisce ancora” nella prima pagina del giorno seguente, nessuna pagina ha effettivamente un peso specifico nella storia, non ne è elemento fondante, non è la miccia che fa scattare alcunché. Sui “destini intrecciati” sono rimasta un po’ in dubbio: sulle prime non mi aveva molto convinto, mi è sembrato che la tua interpretazione rimanesse un po’ oscura e non sono tutt’ora certa di averne colto l’ironia al cento percento. Ma è sicuramente un’accezione originale a un’espressione che, di per sé, avrebbe tutt’altro significato, e mi sono sentita di voler comunque premiare il tentativo.
Altri partecipanti sono riusciti a intersecare meglio i tre elementi con le loro trame, pertanto ho creduto opportuno un punteggio non superiore a 8/10.
Gradimento personale: 5/5
Credo non ci sia davvero nulla da dire e spero che le mie precedenti parole siano stati sufficientemente eloquenti nel confessarti quanto io profondamente abbia amato questa storia. Sono rimasta indecisa fino all’ultimo sull’assegnazione del Premio Giuria, quello indiscutibilmente più personale e soggettivo, tra la tua e un’altra storia in gara. Ho infine voluto premiare il tuo racconto per l’assoluta padronanza narrativa che hai saputo dimostrare di possedere e per la puntuale caratterizzazione dei protagonisti, che sanno farsi ricordare pur avendoli incontrati e conosciuti solo nello spazio di 500 parole.
Punti bonus: 1/2
Il tuo ghoul, pur poco convenzionale, è presente nella storia e ne è assoluto – sebbene tacito e sottinteso – protagonista.
Totale: 44/47 |