Recensioni per
La Carla
di yonoi

Questa storia ha ottenuto 29 recensioni.
Positive : 29
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
21/06/19, ore 13:51
Cap. 1:

Ciao ^^

Un nebbione padano con i controfiocchi, direi. Uno di quelli seri, in cui non si vede ad un palmo dal naso e porta anche i più razionali ad interrogarsi su quali creature inquietanti possano emergere dalla densa foschia lattiginosa.
Non conscevo la leggenda della Carla, quindi ti ringrazio per avermi insegnato una cosa nuova! ^^
Mi è piaciuto moltissimo anche il finale del racconto: lascia il dubbio se il Moretto sia morto di paura o se sia intervenuto qualcosa, anzi qualcuno di sovrannaturale.

Complimenti sentiti! Spero di riuscire a leggere presto qualcos altro di tuo!
Alla prossima! ^^

Recensore Veterano
09/06/19, ore 09:07
Cap. 1:

2° posto:
La Carla di yonoi

Grammatica: 10/10

Il testo non presenta né sviste né errori, dunque il punteggio pieno è assolutamente meritato!
 
Efficacia espressiva e stile: 10/10

Questa storia ha un’efficacia espressiva pazzesca, e tanti saluti. Potrei finire il mio commento così, perché davvero hai saputo lasciarmi senza parole, ma proverò comunque a illustrarti i motivi che mi portano a pensare a te come a un narratore navigato ed esperto, pur essendo questo il primo elaborato che leggo firmato dalla tua penna.
Sin dai primi periodi, sei stato capace di calare il lettore in un’atmosfera ben precisa, grazie a una cura per i dettagli invidiabile e a una descrizione puntuale – ma mai pedante – dell’ambientazione in cui hai deciso di calare il tuo racconto. Hai una capacità descrittiva molto forte; l’immagine della nebbia che scavalca l’argine è palpabile, viva, in grado di avvolgere narrazione e personaggi in un abbraccio pungente e caliginoso.
La scena immediatamente successiva s’impone con ancora maggiore fermezza, per quanto sa essere nitida e ben definita; l’intera sequenza del bar ha un’espressività straordinaria, sia per l’attenzione riservata a lessico e registro linguistico che per il ritmo narrativo. Sai esattamente come far parlare i tuoi personaggi, sai come renderli credibili e di spessore e sai come dar loro una voce distinta e ben riconoscibile. Inoltre, sai quando inserire un dialogo e quando soffermarti per raccontare un aneddoto o per descrivere un dettaglio, un gesto; il ritmo narrativo è modulato alla perfezione, pause e accelerazioni ricorrono sempre al momento giusto e conduci il lettore fino alla fine della storia, dove risolvi ogni questione con uguale maestria.
Tutta la tua storia ha un sapore narrativo di stampo realista-verista; mi ha riportato alla mente tantissime suggestione diverse, dalla poetica dei vinti di Verga, passando per i Nottambuli di Hopper (forse questo un salto un po’ azzardato, ma la scena del bancone me l’ha immediatamente ricordato) e leggende folkloristiche locali, fino ad arrivare a certe inquadrature registiche di tradizione italiana. Ecco, trovo che il tuo stile di scrittura abbia una qualità tutta cinematografica: le tue scene e i tuoi dialoghi sembrano essere diretti dalla mano sapiente di un regista e, leggendoti, si ha quasi l’impressione di trovarsi tra le mani la sceneggiatura di un film – con già i riferimenti all’uso delle luci o della fotografia. Anche il sonoro, nel testo, pare non essere stato trascurato (del resto, non credo ci sia nulla lasciato al caso in questo scritto): il rumore dello strofinaccio sbattuto sul tavolo, il fracasso della saracinesca, lo slang bolognese, ogni suono è calato nel testo con estrema naturalezza e lo colora di sfumature ancor più intense.
Altra nota di assoluto merito è la tua abilità nel creare una tensione tragicomica fino alla fine; hai saputo tenermi con gli occhi incollati allo schermo, sinceramente curiosa di sapere dove volessi andare a parare, per poi sciogliere l’intreccio con un espediente a metà tra una morale neo-fiabesca (passami il termine) e una risoluzione da commedia. 
 
Caratterizzazione e IC dei personaggi: 10/10

Anche in questo campo, sarei capace di dilungarmi per ore a tessere i tuoi elogi, così come potrei dirti in due righe che hai fatto un lavoro eccellente.
Pur comprendendo che questi personaggi ti siano serviti giusto per l’economia di questa storia nello specifico e non siano stati invece estrapolati da un progetto più lungo, e pur essendo il racconto di sole 500 parole, si ha la netta impressione che tu li conosca a lungo e in profondità. Ognuno di essi, infatti, ha un’elevata statura narrativa: sono personaggi a tutto tondo, di essi riusciamo a scorgere con chiarezza difetti, vizi, debolezze, finanche a immaginarceli come persone reali. Pur nel loro dedicato e limitato spazio, sono tutti necessari e ben distinguibili: ci porti a ridere delle paure dei tre avventori, a simpatizzare per il Nanni e a compatire infine il Moretto, il tutto sotto lo sguardo scanzonato della Carla.
Il mio preferito in assoluto è il Nanni: vorrei leggere ancora di lui, per quanto mi ha colpito questo barista stufo di tutto e tutti che vuole soltanto tornarsene a casa e a cui sembra non fregare più di tanto della Carla. La figura del burbero barista, che si aggira per i tavoli a colpi di strofinaccio e che, con un commento tra i denti, intima tutti a levare le tende, sa essere più incisiva di quanto quella di un personaggio tanto secondario solitamente riesce ad avere.
Il Bertuzzi e il Beccamorto sono i classici frequentatori fissi del bar di quartiere: commentano la partita, fanno scommesse, si sfidano a compiere atti balordi un po’ per vincere la noia e un po’ per orgoglio e testosterone. Il Moretto è loro compare, ma per sfortuna il suo destino è un po’ più beffardo; si separa dagli altri dopo aver perso la scommessa per provare il suo valore – anche se è chiaro che se la fa sotto più di tutti – e rimane vittima non della Carla, ma della sua stessa paura. È l’apoteosi dell’inetto in piena regola: è un buono a nulla, non riflette con razionalità e non riesce a divincolarsi dalla trappola che lui stesso s’è teso, e di un condizionamento auto imposto rimane vittima. Si fa voler bene, alla fin fine; il lettore non si aspetta di vederlo morire di paura e, pur riconoscendogli la mancanza di acume, è portato ad avere compassione per questo povero disgraziato.
La Carla, più che un vero personaggio, in questa storia è una leggenda, la personificazione del potere della suggestione e unametafora ben congeniata: sei partito dalla figura del ghoul tradizionale, ma hai saputo trattarlo con originalità, restando fedele all’ambientazione della tua storia.
 
Uso della triade: 8/10

Questo è l’unico parametro in cui ho dovuto essere un po’ più severa, benché il punteggio raggiunto per “uso della triade” non mina assolutamente l’oggettiva bellezza del tuo lavoro. Purtroppo, rispetto ad altre storie in gara, l’uso che hai fatto dei tre elementi che hai scelto mi è parsa un po’ più debole e meno convincente in confronto ad altre soluzioni. Mi rendo conto che la tipologia di storia per cui hai optato non si presta benissimo alle restrizioni dei prompt, ma dovendoti valutare anche in questo campo non posso esimermi dal ritenere che avresti potuto essere più incisivo. Indubbiamente il prompt che hai gestito meglio è stato quello dell’orario: la vicenda si apre alle sette di sera, ora in cui cala la nebbia e i fantasmi sembrano essere un po’ più reali e spaventosi. D’altro canto, purtroppo, l’uso del prompt “pagina” non è stato altrettanto azzeccata: pur leggendo i personaggi il paginone della Gazzetta all’inizio e pur campeggiando il titolo “Destini intrecciati: la Carla colpisce ancora” nella prima pagina del giorno seguente, nessuna pagina ha effettivamente un peso specifico nella storia, non ne è elemento fondante, non è la miccia che fa scattare alcunché. Sui “destini intrecciati” sono rimasta un po’ in dubbio: sulle prime non mi aveva molto convinto, mi è sembrato che la tua interpretazione rimanesse un po’ oscura e non sono tutt’ora certa di averne colto l’ironia al cento percento. Ma è sicuramente un’accezione originale a un’espressione che, di per sé, avrebbe tutt’altro significato, e mi sono sentita di voler comunque premiare il tentativo.
Altri partecipanti sono riusciti a intersecare meglio i tre elementi con le loro trame, pertanto ho creduto opportuno un punteggio non superiore a 8/10.
 
Gradimento personale: 5/5

Credo non ci sia davvero nulla da dire e spero che le mie precedenti parole siano stati sufficientemente eloquenti nel confessarti quanto io profondamente abbia amato questa storia. Sono rimasta indecisa fino all’ultimo sull’assegnazione del Premio Giuria, quello indiscutibilmente più personale e soggettivo, tra la tua e un’altra storia in gara. Ho infine voluto premiare il tuo racconto per l’assoluta padronanza narrativa che hai saputo dimostrare di possedere e per la puntuale caratterizzazione dei protagonisti, che sanno farsi ricordare pur avendoli incontrati e conosciuti solo nello spazio di 500 parole.
 
Punti bonus: 1/2

Il tuo ghoul, pur poco convenzionale, è presente nella storia e ne è assoluto – sebbene tacito e sottinteso – protagonista.

Totale: 44/47

Recensore Master
06/06/19, ore 15:14
Cap. 1:

Ciao^^
da che mondo è mondo, un paesello della bassa riesce ad essere decisamente più inquietante di qualsiasi altra ambientazione horror. Hai descritto molto bene l'atmosfera nebbiosa, quest'aria di un sapere condiviso che serpeggia e non manca mai di esercitare la sua influenza.
Da Pupi Avati in poi, il potenziale orrorifico del paesino della bassa è stato sfruttato in ogni modo.
Pensa un po': conoscevo la leggenda della Carla, anche se con qualche piccola variazione. Nella mia versione, si trattava di una donna di tempi in cui si portavano ancora gli abiti lunghi. Per dimostrare il suo coraggio, la donna avrebbe dovuto entrare in un cimitero e piantare un grosso chiodo in una tomba. Ovviamente, al momento di ralzarsi la donna si sentiva tirare per la falda del vestito e moriva istantaneamente di paura. Il giorno dopo il corpo veniva ritrovato e si scopriva che la donna aveva piantato il chiodo sulla sua sottana...
Insomma, una delle infinite versioni di una ben nota leggenda metropolitana.
Tu l'hai resa con un misto di inquietudine e blanda ironia che ho apprezzato molto, e tra cinni e burazzi sembrava veramente di essere lì.
Complimenti e alla prossima!^^

Recensore Junior
27/05/19, ore 09:39
Cap. 1:

Ciao! :)
Ho trovato per caso questo raccontino e mi sono fermata a leggerlo incuriosita dal titolo. L'ho trovato molto coinvolgente e suggestivo; l'atmosfera del paesino avvolto nella nebbia è resa benissimo. Ho trovato reso molto bene anche l'atteggiamento dei tre uomini che si attardano a parlare nel bar e vogliono sfidarsi. Il Moretto però tanto coraggio non ne aveva ed è morto di paura per un suo errore. Questo fatto mi fa sorridere, ma anche capire quanto fosse davvero spaventato.
E in effetti, le descrizioni che hai fatto all'inizio sono proprio da brividi!
Mi è piaciuto molto anche il fatto che la storia sia ambientata in un paesino vicino a Bologna, quindi non in un mondo immaginario o lontano, e i personaggi parlino in dialetto con in effetti fanno. Rende tutto molto più realista.

Complimenti!

Recensore Master
26/05/19, ore 12:08
Cap. 1:

Ciao yonoi! ^^

Penso che inizierò seriamente a stalkerarti (e questa non è una rec premio) e ho già puntato diverse tue minilong che mi piacerebbe leggere a strettissimo giro, ma questa breve e concisa flashfic mi ha incuriosita moltissimo per il titolo particolare. Cos’è la Carla? Una strega, probabilmente, sulla cui esistenza scommettono degli amici attorno a un tavolino. Niente luoghi fantastici o storici o mitologici, ma una frazione dell’Emilia Romagna e tre amici annoiati: un’ambientazione matura che mi è molto piaciuta, perché dimostra come sia possibile legare il fantastico anche ai luoghi più banali e vicini a noi, anzi: laddove l’occulto o comunque l’insondabile appaiono nella vita di tutti i giorni il terrore di essi aumenta, perché ci viene suggerito che anche in una noiosa sera di periferia può scatenarsi l’orrore.

Il bello è che tu non descrivi niente, anzi: solo nel finale viene svelato che l’incauto Moretto è morto di paura. Avrà visto la Carla? No, ha semplicemente infilato nel paletto anche un lembo del suo cappotto. Sarà stata solo suggestione o c’è stato comunque un intervento sovrannaturale? Che decida il lettore, anche se l’ipotetico giornalista e gli amici sono concordi nel ritenere, nonostante il dettaglio del cappotto, tutto merito o colpa dell’entità.

Apprezzatissimo il linguaggio dialettale e certe forme e costruzioni che replicano il parlato e rappresentano il maturo tocco in più di un racconto breve, ma efficace e perfetto sotto tutti i punti di vista. Leggerti è sempre un piacere infinito, sono ammirata!
Un caro saluto e buona domenica,
Shilyss

Recensore Master
19/05/19, ore 00:27
Cap. 1:

Carissimo, chiedo umilmente perdono per la mia assenza prolungata decisamente non da me, ma conto di recuperare al più presto! 😃😄
A partire da questo piccolo scritto: sai che avevo adocchiato pure io il contest? Peccato non mi venisse nulla di originale da fare.... E tu invece che prendessi l'occasione per fare un altro gioiellino con presenza sovrannaturale non avevo dubbi invece ihihih.... Comunque, sbaglio o è una tragicommedia? Non so sarò io strana ma il finale col morto A) non me lo aspettavo e B) descritto così fa esclamare un "ma no!?" con lieve sghignazzo...
Bella la partenza con la descrizione della nebbia, io la odio abbastanza perché mi riporta indietro in visibilità che è meglio dimenticare, ma riconosco che in un certo senso ha un che di affascinante e misterioso un paesaggio coperto dalla nebbia...
La figura della Carla, uno dei tanti spettri mangia-uomini o bimbi che affollano il folcrore nazionale è, pur non apparendo veramente, il centro della storia: così impaurente inquietante e spaventosa che il poveraccio riesce a completare la sfida ma poi per la Distrazione e l'ansia commette un errore non da poco che, causa la paura(che fa novanta), gli fa fare una brutta fine, poveraccio...
Breve ma intensa, bravo!
Buona fortuna per il contest e a presto!
Nala

Recensore Master
14/05/19, ore 10:08
Cap. 1:

ciao
credo di essere l'unico essere vivente su questo pianeta ad amare la nebbia! vivo nella pianura padana e quando si alza la 'ghebba' è uno spettacolo.
simpatico il tuo racconto - certo se si esclude il finale - dove dei tizi sfidano la paura e poi ne rimangono inevitabilmente soggiogati.
davvero ben costruito e molto vivido e il nanni mi piace assai. forse perché mi ci troverei a fare lo stesso se dei clienti non rispettassero il 'coprifuoco' :D e al diavolo: il cliente ha sempre ragione!
complimenti, scrivi bene e, in poche righe, sei riuscito a ricreare un angolo davvero suggestivo.
buon tutto kiss with <3

Recensore Master
13/05/19, ore 16:13
Cap. 1:

Ma io mi dico. Leggo il pacchetto "destini intrecciati", mi parte tutto il romanticismo e il fluffy che mi viene nella testa e tu con cosa te ne esci? La storia della Carla?
Questa flash é dannatamente inquietante. Però in questo paese sono un po' strani, tentano di tenere lontani i bambini da un cimitero raccontando loro che lí c'é un fantasma? Ma non é un invito a nozze?
Che destino macabro per questo povero Moretto dai capelli bianchi per la paura, incrociare le sue perplessità sull'esistenza della Carla con la pura e semplice realtá: L'esistenza di questo spirito girovago e non propriamente simpatico...
In bocca alla Carla per il contest e complimenti per la descrizione del paesaggio: Una poesia che si legge come se le parole fossero di velluto...
Alla prox!
Ssjd

Recensore Master
08/05/19, ore 14:22
Cap. 1:

Ciao! ^^
Ho letto il tuo scritto ieri mattina, ma ho avuto tempo solo adesso di lasciarti una recensione.
Che dire, se non che ho adorato questa flash? Sei riuscito a dire e a trasmettere molto in così poche parole, talento che non tutti hanno. Ho apprezzato tantissimo il finale, che arriva con un risvolto inaspettato rispetto a ciò che ci si prospetta leggendo: si viene talmente suggestionati dalla leggenda della Carla da crederla vera, e ciò porta a pensare che il povero Moretto sia stato preso dalle grinfie della Carla. In definitiva, quindi, ho riso come una deficiente quando ho invece letto che è morto di paura, facendo tutto da solo. Ho riletto il passaggio tre volte, per quanto mi ha esilarato. Nemmeno per un attimo ho pensato che potesse essere qualcosa di diverso dal ghoul la causa della morte del Moretto e, a giudicare dalla fine che ha fatto, nemmeno lui: un egregio esempio di ciò a cui l'autosuggestione può portare. Ed è proprio la suggestione che sei riuscito a creare che rende il finale così inaspettato ed esilarante, per quanto drammatico sia.
Sullo stile di scrittura, non credo ci sia assolutamente nulla da dire: davvero ottimo.
Ancora complimenti!
Vado a dare un'occhiata alle altre tue storie :)
(Recensione modificata il 08/05/2019 - 02:23 pm)

Recensore Master
07/05/19, ore 20:29
Cap. 1:

Ave Yonoi, come promesso passo, Ti lascio commento in italiano, non Ti offendere! Tanto posto, ecco il commento dopo esserci immersi nella lettura... varie volte, per meglio comprendere i vari messaggi (non) palesati.
La bassa padana, le nebbie, al bando le balere estive !! Rivedo le narrazioni di Boccaccio, pur mutando il luogo, ci mo stri tre stolti Calandrini alle prese con un fantasma dopo la sortita all'osteria.. Lovecraft Ti fa un baffo.
E la Carlina colpisce, in 500 parole ci asfalti, LOL. Senza nemmeno palesarsi troppo, il potere della suggestione.. e dei paletti, Dracula e Van Strocker fanno un baffo..
Storie di nebbie e fantasmi, fantastiche, davvero apprezzo, come da prassi sei davvero originale!! E nulla, il dialetto emiliano è sempre uno spasso.. detto da una toscana, ossimoro . ..
In bocca al lupo per contest.. nella mia insapienza ritengo che la triade sia stata esaudita ..o esaurita?
Ok, ora basta, in sintesi, ho apprezzato e goduto la OS, magna laude che riuscire a inquadrare storia e argomento in 500 parole rendendole ben godibili et leggibili riesce a ben pochi.. Ergo, ancora complimenti .. a la prochaine JQ PS io non avrei tutta questa fantasia!!
Enfin quotandoti “Destini intrecciati: la Carla ha colpito ancora!” come Te. Good Job.

Recensore Master
07/05/19, ore 13:59
Cap. 1:

Oilà, IL capitano! quanto amo l'articolo davanti ai nomi? Se lo uso a Roma mi sbeffeggiano (T___T) quindi mi devo trattenere, ma questo titolo - di più il suo autore - e il bel contest al quale partecipiamo insieme mi hanno attratta come una zanzara famelica della pianura padana che trova un gruppo di umani senza L'Autan. Come? Se devo scriverti una recensione così potevo restare a casa mia? Ma nooo, sono ispirata! ^-^
Intanto l'argomento è bellissimo, vedo che vai a nozze con i cimiteri (anche io eh! altrimento peggioro il commento di cui sopra) e questa se non sbaglio è una famosissima leggenda urbana dove però il cappotto era preso da un ramo d'albero. Adoro questo genere, di più romanzato da te in modo da elevarsi dal semplice "raccontino". Niente, se scrivi tu sembra subito letteratura alta, che ci posso fare? Togliermi il cappello? ma certo! -_- Lo stile mi ha dato l'idea di un dark!Achille Campanile (se lo conosci, non credo sia popolare dopo la generazione dei miei genitori) o un autore toscano delizioso - giovane -di cui non ricordo il nome che ha sempre l'ambientazione nei bar. In ogni caso, la pagina di un vero libro. I personaggi sono tutti fantastici, anche se li conosciamo solo per 500 parole e il mio amore va alla faccia da cadavere ripescato. Troppo! Come fai a descrivere così? 3 frasi e hanno preso vita! Per poco, perché La Carla ha colpito! Siamo sicuri che non l'abbia inchiodato lei, il cappotto? Perché sarebbe stata assai furba... la triade è esaudita, in modo molto anticonvenzionale, Ayumu approverà!
baci tenebrosi,
La Setsy

Recensore Master
07/05/19, ore 12:14
Cap. 1:

Ohibò, è forse lo spirito (per restare in tema) di Giovannino Guareschi ad essersi reincarnato in te?
Scherzi a parte, mi è sembrato veramente di leggere uno dei suoi racconti, ambientati tra le nebbie della bassa padana, che tutto avvolge e scolora e trasfigura. Certo, Don Camillo e Peppone non si sarebbero lasciati autosuggestionare al punto da rimanerci secchi (ma sarà veramente così? Chi può dirlo con certezza?), ma in un paio di occasioni anche loro si sono trovati ad avere a che fare con “fenomeni” che, lì per lì, non sono riusciti a spiegare; d’altra parte Guareschi attingeva copiosamente dal folklore locale, e credo che ogni paese d’Italia sia dotato di una leggenda che in qualche modo riguarda un camposanto e altri luoghi ad esso assimilabili (al mio, di paese, fino a qualche decennio fa, fra i ragazzini era considerato una prova di coraggio, una sorta di rito iniziatico verso l’età adulta, farsi un giro al cimitero di notte, infestato dal fantasma di non so bene – sono nata troppo tardi, ahimé – quale losco figuro, forse il parroco che, ad inizio secolo, si è fatto – pare non volontariamente – un volo giù dal campanile).
Tutto questo per dire che la flash mi è piaciuta tantissimo, naturalmente! Sai quanto apprezzo questa particolare forma narrativa, e tu in poche righe sei riuscito a condensare un mondo intero, realistico, suggestivo e in un certo senso universale (ti basti pensare a tutte le considerazioni sopra riportate e che mi sono venute alla mente leggendoti).
Piccola nota d’orgoglio personale: non ho avuto bisogno delle note per i termini in slang bolognese. Frequento la zona da tantissimo tempo, e sono stata chiamata “cinna” più volte anch’io 😉
In bocca al lupo per il contest e, come sempre, tanti tanti complimenti!
Un bacione :*

padme

Recensore Master
07/05/19, ore 11:37
Cap. 1:

Il potere della suggestione! ^_^ Ottimo lavoro, anch'io mi sentivo inchiodata qui dalla lettura, non sapendo dove volevi andare a parare. Mi è piaciuto questo scritto, sembra un cortometraggio con dei grandi contrasti di colore.
nonostante l'atmosfera resa raggelante dalla nebbia, dalla storia inquietante e dalla sfida tra amici, quando ho letto la descrizione del Beccamorto "ed esibisce una faccia da cadavere ripescato." sono scoppiata a ridere. ^^

Grazie per questo raccontino, avevo proprio bisogno di una lettura breve e intensa... "concentrata" come un espresso. Sto lasciando in giro pochissimi commenti, ultimamente non ho pazienza per le storie lunghe o i capitoli impegnativi, a questo non ho resistito. ^^

Recensore Master
07/05/19, ore 07:04
Cap. 1:

Ci credi se ti dico che questo racconto mi ha fatto sghignazzare? In senso buono, intendo. Cioè, mi spiego meglio: questi tre pirla volevano verificare la presenza del fantasma, sfidando il coraggio di uno di loro. Quest'ultimo alla fine ci rimane secco, ma non per colpa del fantasma, ma della propria sbadataggine! (Non dico altro per evitare spoiler) Non ho potuto evitare di ridere, soprattutto quando poi il giornale attribuisce la morte al fantasma. A parte questo, comunque, la storia mi è piaciuta un sacco. Breve, ben strutturata, e alla fine ti lascia pure un dubbio: ma non è che il fantasma alla fine c'era davvero? Come diceva qualcuno di cui non ricordo il nome, al mondo tutto è possibile, tranne l'uomo gravido.

Alla prossima!

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