Recensioni per
La leggenda del pirata Barbagialla
di Koa__

Questa storia ha ottenuto 46 recensioni.
Positive : 46
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/06/19, ore 11:55
Cap. 7:

Buongiorno Sweety, ho letto ieri notte ma a causa di un piccolo "incidente" ho dovuto rimandare, e spero che la mia poca memoria mi assista!
Intanto non so come fai in una settimana a scrivere dei capitoli talmente curati, sembra di vederti andare con le mani sulla tastiera senza mai correggere. Questa è un'impressione che ho sempre avuto delle tue storie, ma forse non te l'ho mai detto. La sensazione è che escano già rifinite dalla fonte ^-^ Io, zero...
Comunque! Il capitano Baskerville è molto simpatico, è vero, e sembra così realistico che stia veramente aiutando John e Victor e che non debba improvvisamente rivelarsi un insidioso nemico ben nascosto. Insomma, tu potresti aver pensato al plot twist, ma i nostri amici pirati sembrano così convinti tutti e due che credo di potermi fidare anche io.
Inoltre come si fa a non provare empatia verso un uomo che offre il tè quando non era certo qualcosa di ovvio e popolare? Lo ammiro! certo che se dovessi scegliere tra la sua cabina al té e quella di Sherlock all'incenso la mia unica soluzione sarebbe tirare la monetina, perchè non so cosa mi piace i più dei due.
Per un attimo mi ero preoccupata quando ho letto il nome Brooks, ma non era Moriarty redivivo (ormai sarebbe un po' the walking dead, ma non si sa mai). E' solo un povero marinaio con lo sgorbuto, brutta bestia per i naviganti d'epoca. Ma ha la fortuna di trovare un dottore "e uno bravo" che si conquista la fiducia e la riconoscenza di tutti. Tornando indietro, la proposta di Victor è semplice e ineccepibile: tu ci porti, noi ti restituiamo li bottino. Chiaro, e se ho - come ho detto sopra - un filo di dubbio che tutto andrà liscio è perché so che sei amante delle sorprese. In fondo Baskerville ci guadagna solo, visto che al limite si vende Victor per la taglia. Dispiace vedere che nessuno dei due, tra lui e John, riesca ad andare oltre la loro incomprensione. Questo per ora, intanto perché Watson avrebbe già voluto parlare, la cabina divisa con ostilità lo fa stare male, e poi perché la lotta che faranno adesso servirà certamente a farli sfogare e poi riappacificare. Quanto soffrirebbe Sherock di veder tornare John a prezzo della rabbia di Victor? lui ha bisogno che siano una famiglia, non fosse altro lo faranno per lui, perché lo amano. E' una cosa dolcissima il tuo non-triangolo, e se posso dire un piccolo off topic, anche se non ne avrei avuto il coraggio, penso che sia una situazione di vita che deve essere molto bella anche nella realtà. Ma solo tra persone eccezionali.
Questo è un capitolo più su John, sulla lenta costruzione del pirata Barbagialla. che all'inizio sembra un personaggio poco probabile: piccolino, tranquillo, buono, uno che salva la ciurma dalla malattie. Eppure può lottare ferocemente per chi vuole proteggere, rischiare la vita senza dubitare, e tirere fuori un'audacia e volontà imprevedibili. l'inizio della sua leggenda!
Sarebbe interessante vedere un'interazione tra Sherlock e Baskerville, visto che hai sottolinenato i loro parallelismi, come spicchino tra i loro uomini per cultura, classe sociale eppure non abbiano creato un vero e proprio distacco "gerarchico". Palmer non mi ricordo se era uno dei veri militari della Hound, o se il nome è tuo, tesoro. Comunque la sua descrizione un che di minaccioso ce l'ha: il pirata con occhiaini fa strano, da l'idea di voleros esaminare accuratamente. é quello che mi sfugge, tra dettagli sottilmente minacciosi, e altri che sembrano se non amichevoli quelli di un umo che cerca semplicemente il suo interesse.
ma tra poco lo saprò! fantastica come mi aspetto da te, è ovvio
baci al té,
Setsy

Recensore Master
21/06/19, ore 19:21
Cap. 1:

Ciao Koa!
Finalmente! Non vedevo l'ora di iniziare questa storia. Ricordo di aver letto su Facebook una bozza del primo capitolo e vedo con piacere che l'hai aggiustata e resa ancora più bella di quello che ricordavo.
Quanto mi è mancato Victor! Tutti i personaggi del prequel, in effetti, mi sono mancati, e non vedevo l'ora di tornare su La Norbury.
Da quello che ho capito, però, ci vorrà tempo, questa storia sembra incentrata sulle peripezie di John e Victor per tornare da Sherlock, quindi mi godrò il viaggio, più che la destinazione. Stavolta parto con le considerazioni tecniche: la tua meravigliosa padronanza di linguaggio, il tuo uso sapiente della sintassi e della grammatica mi lasciano sempre piacevolmente colpita. Non ci sono errori di sorta, forse un paio di refusi ma niente di che, la lettura è scorrevole, appassionante, mai banale, sei davvero bravissima. Per quanto riguarda la trama sono davvero curiosa e mi piace tantissimo per adesso. Questi due insieme ne combineranno di tutti i colori, già lo so, e ti dirò la verità, per ora la mancanza di Sherlock ancora non si sente. Sarà che Victor è un personaggio che prende tutta la scena e che cattura completamente l'attenzione del lettore, sta di fatto che brilla di luce propria, quindi è stato bellissimo vederlo apparire, seppur da solo.
È un capitolo molto introspettivo, in cui ritroviamo John da solo a Barbados, sotto falso nome, che si finge il nipote della signora Hudson. Mi piace il fatto che parli anche di lei in questo capitolo e che tu la descriva esattamente come noi la percepiamo nella serie, è davvero IC e mi ha fatto piacere ritrovarla. Mi è piaciuto anche il modo in cui hai gestito Sarah è Janine. Ammetto che mi ha fatto sorridere il fatto che tu le abbia trasformate in due prostitute! XD
Come sempre hai fatto centro, ne hai fatto due bei personaggi. Come ho già scritto, l'introspezione la fa da padrone in questo capitolo, sai già quanto io ami il tuo modo di farla e qui non sei stata da meno. Sento i pensieri di John e le sue sensazioni, le sue emozioni, la nostalgia per La Norbury, che è anche un po' la nostra. Diciamo che l'empatia con lui è molto forte in questo caso, perché proprio come lui sogniamo di tornare da Victor, dal capitano e da tutto il resto dell'equipaggio. Quindi ora non mi rimane che passare al capitolo successivo e vedere che cosa ha in mente Victor, anche se già so che sarà un'avventura fantastica.
Che altro dire? Sono davvero contenta che tu abbia ripreso in mano questa storia e non vedo l'ora di continuare la lettura. Bravissima!
Ti faccio come sempre tanti complimenti e ti mando un abbraccio.

MissAdler

PS. Qual è la Long di cui parli nelle note e che hai iniziato l'estate scorsa? Credo di non saperne nulla ma sono davvero curiosa.
(Recensione modificata il 21/06/2019 - 07:22 pm)

Recensore Master
14/06/19, ore 22:47
Cap. 6:

Dolcezza! ecco un'ora senza 37 gradi a rendermi boccheggiante davanti al pc, e con la tua bella storia a portata di mano.
In questo capitolo mi sembra che l'azione - che pure avanza e anche molto - si possa definire secondaria rispetto alle "scoperte" che facciamo sul carattere dei nostri due amici pirati. Victor non ha spiegato apertamente a John quali sono le cose segrete che lui conosce di Sherlock, e non so neppure se deciderai di raccontarcele, però anche solo accennare così che se John è l'amante lui resta il vero conoscitore dell'animo di Holmes cambia un po' la carte in tavola. John resta male, e anche prima era stato attraversato da un dubbio in effetti abbatanza offensivo nei riguardi di Sherly: "ma lui mi ama davvero?"
Ma certo, John, che pensieri ti fai? L'ho compreso Victor che si è risentito e gli ha fatto notare quanto non ci sia da dubitare delle sue dichiarazioni, gli spiega che l'ha visto preda del colpo di fulmine dal loro primo incontro (l'amante del quick burn che è in me esulta!)che solo persone insensibili come i suoi familiari sono riuscite - pur avendolo visto crescere - a non comprendere il suo modo di volere bene, e poi amare. Raro di sicuro, non palese in senso convenzionale, ma profondo e splendido. Anche se per ora non mi sento di emettere una totale condanna su Mycroft, che sembra solo piuttosto distaccato, ma non tanto da non esercitare un tipo di protezione sul fratellino. John deve fare quattro conti nella sua testa, e la cosa secondo me gli fa bene. In questa seconda storia lo stai "trasformando" in Barbagialla, che qui sembra quasi un estratto della sua personalità, più che solo una maschera, un nome da pirata scelto per gioco.
John diventerà più forte, più convinto di sè, "assorbendo" Barbagialla? mi arriva questo. Non che non fosse spavaldo, o coraggioso, ma ha ancora dilemmi fortini se ha dubitato di essere amato moltissimo. E Victor che è ad un passo dall'innamorarsi di lui mi piace tanto, anche se mi hai detto più volte che non c'è ambiguità vera, questa risuona nelle sue parole, perché ci mette scherzo, malizia, mezza verità? Comunque lo si giri questo non-triangolo sai che mi piace da matti.
Come storia, la parte del dispetto a Magnussen è molto divertente (dai, i vestiti non erano indispensabili, Victor e John si sono ammazzati di risate a spogliarlo. meno male che le mutande le ha, mi fa impressione, anche se non è un brutto uomo, anzi. però fa schifo uguale ^^
Il tuffo deve fare ancora paura a John, non è una realistica paura delle altezze, mi pare umano che sia traumatizzato, anzi, fa già troppo. (E amo la lettera che termina con: il vostro vino fa schifo! la amo troppo! il vino cattivo è il Male)
Fuggiti con successo, i nostri arrivano finalmente alla sospirata nave, e resta solo di essere introdotti al cospetto di Baskerville. parole d'ordine, mastino, mi pare più che giusto. ovviamente ci saranno delle rivelazioni in agguato, anche se arrivata a questo punto la cosa che mi preme e di vedere John e Sherlock ritrovarsi, sono vicini *-*
bravissima, sweety, come è ovvio!
baci marinari,
Setsy

Recensore Junior
14/06/19, ore 20:01
Cap. 6:

Eccomi anche qui.
Il capitolo comincia con una digressione sulla vita precedente di John. Ne abbiamo avuto già qualche assaggio, ma è sempre bello poter avere degli scorci dei personaggi giovani, in questo modo possiamo scoprire qualche altra loro sfaccettatura. In questo caso viene analizzato il rapporto tra John e suo padre. La descrizione in realtà è molto simile a qualcosa che dice più avanti Victor riguardo al comportamento dei parenti di Sherlock con il ragazzo: entrambi, Watson e Holmes hanno avuto dei perenti che non si sono preoccupati più di tanto di infondere affetto, quanto piuttosto hanno elargito regole da rispettare. Per Sherlock mi sento di spezzare una lancia a favore della madre, che almeno in apparenza sembra aver avuto a cuore la salute del figlio che ha portato anche in Francia, e anche per Mycroft che a modo suo ha dimostrato affetto nel concedere protezione al fratello quando è partito all’avventura. Nel senso che forse le azioni valgono più di un “ti voglio bene” o di un abbraccio.
Comunque se non fosse bastata la descrizione di un padre-padrone piuttosto rigido, John lo accosta alla figura di Magnussen, e senza ogni ragionevole dubbio ora posso archiviare come “cattivo” il signor Watson.
Tic-toc, si è fatta una certa e Victor e John devono raggiungere la loro nave che parte all’alba. Senza indugi John prende in mano la situazione e si comporta da Barbagialla finalmente. Qui vorrei riprendere il discorso autocitando quello che ho scritto nella recensione precedente “L’unico che forse vedo in mutazione/evoluzione rispetto alla sua controparte telefilmica è Watson”. È ovvio che stiamo parlando di un AU, ma l’essenza del personaggio dovrebbe essere quella, infatti come ho già detto altre volte per me questi sono perfettamente IC. La differenza che comincio a notare è che questo John sta tirando fuori gli artigli, una certa faccia di bronzo, un umorismo sottile contagiato da Victor, e altre qualità ancora. E si è anche reso conto che non deve emulare il Pirata Bianco, per essere la sua eredità non c’è bisogno di essere una copia, basta avere salda la sua morale e fare fede sulle proprie capacità. John del telefilm invece, dalla quarta, se non dalla terza, stagione in poi secondo me è regredito, altro che migliorato.
Hanno fatto spogliare Magnussen. Che vendetta con i controfiocchi, ho fatto la òla quando ho letto questo passaggio. Probabilmente al posto loro l’avrei anche tramortito sul serio col calcio delle armi; si, lo so, l’uomo non avrebbe parlato con le guardie, l’avrei fatto anche senza motivo, solo per infliggergli una sofferenza. D’altra parte è o no sua la colpa primaria della morte di Vivian!? Comunque il biglietto che scrive John mi ha almeno in parte ripagata. Sotto quanti strati di John Watson si nascondeva Barbagialla? Ne sono già follemente innamorata.
A metà racconto però la tontaggine si riappropria del buon Watson e questi chiede a Victor cosa prova veramente Sherlock nei suoi confronti. Allora, ho già detto che non condivido il comportamento che ha adottato il Pirata Bianco, ma non metterei in dubbio il suo amore. L’amore di entrambi, Victor e Sherlock per John. È stato qualcosa di più sottile, che però devo ancora inquadrare, vedremo quando ci sarà l’incontro tra i due come giustificherà il proprio comportamento stesso Sherlock. Un po’ come una madre che non si fida a mandare il figlio in vacanza da solo (si, sto già pensando al mare, sole, cuore…), mica perché non lo ama, forse è il contrario, lo ama troppo e male.
Victor che si denuda per tuffarsi non mi delude mai, resta sempre fedele a se stesso, con tutta la naturalezza del mondo. John invece ha paura di lanciarsi e rischiare di nuovo di finire male. Ha ragione. Non l’avevo preventivato, credevo che ai suoi occhi potesse sembrare abbastanza basso da non fare il paragone. Però dopotutto ha rischiato di morire, non dovrei essere sorpresa, probabilmente avrebbe problemi a tuffarsi anche da mezzo metro.
Alla fine tutto bene quel che finisce bene. Il piano funziona alla perfezione. Hanno parlato con il governatore sentendo quale messaggio avesse per Sherlock; hanno lasciato Magnussen imbavagliato e nudo come un verme, quale è, nel suo ufficio; i due pirati si tuffano e arrivano sani e salvi al porto; manca solo parlare con Henry Baskerville e tutto è risolto.
Quando le cose sembrano andare per il verso giusto sento l’odore del finale dietro l’angolo. Non sono pronta a salutare questi personaggi e questa storia bellissima!
A presto con il continuo.
K.

Recensore Junior
14/06/19, ore 19:52
Cap. 5:

Perdona la latitanza ma ho avuto vari problemi-impegni la settimana scorsa, e anzi la tua storia, che ho comunque letto subito, mi ha regalato una mezz’ora di piacevole distrazione.
Quindi, dove eravamo? John e Victor sono arrivati nella stanza del governatore e subito ci si rende conto che qualcosa non torna. Victor punta una lama alla gola dell’uomo seduto dietro la sua scrivania. Ma uno dei tratti distintivi dei pirati de la Norbury è proprio quello che non fanno vittime, quindi perché minacciare a quel modo il governatore?
John che oramai è entrato pienamente nell’ottica del “cosa farebbe Sherlock?” si mette ad analizzare la figura che ha davanti. Che è nientepopodimeno di Charles Augustus Magnussen. Cavoletti, ci avevo pensato, ma non ho voluto sbilanciarmi. Ecco, viscido, come lo avevo definito in precedenza, su di lui è una descrizione che calza davvero a pennello.
Mi ha molto impressionata la tua capacità di cogliere quei piccoli aspetti, il modo che Magnussen ha di porsi quando si rivolge agli altri, o il suo -quasi tic- di pulire gli occhiali, le espressioni del viso che lo caratterizzano così bene, che anche l’avessi chiamato Pippo mi sarei immaginata esattamente una persona come lui. Ed è una cosa che sei riuscita a fare un po’ con tutti i personaggi che hai riutilizzato fino ad ora. L’unico che forse vedo in mutazione/evoluzione rispetto alla sua controparte telefilmica è Watson.
Victor Trevor è un uomo controverso e complesso. Non si capisce mai cosa gli passa per la testa, o almeno John non lo capisce. Ma do per scontato che sia difficile per chiunque. È come se uno riuscisse sempre solo a conoscere una piccola percentuale del suo essere, nonostante il tempo passato assieme. Vorrei altre mille storie con lui e sono certa che non basterebbero, è come una persona viva. Oltre questa mia divagazione, il prete racconta, assieme al meschino governatore, un'altra fetta della storia che riguarda la povera Vivian Norboury. Devo essere sincera: per il comportamento estremo di Victor l’unico motivo che mi veniva in mente, con i dati che avevamo già a disposizione, era solo un’associazione con Vivian.
Tutto si incastra alla perfezione con quello che già sapevamo. Solo che Sherlock aveva omesso dei dettagli quando aveva raccontato tutto a John. Dettagli che probabilmente in quel momento non era importante sapere, ma che ora che John è andato alla locanda sarebbero stati fondamentali. La frase “Insomma, John, l’idea di venire qui non è mai stata tua.” è stata veramente come uno schiaffo in pieno viso. La giustificazione che dà Trevor al comportamento di Sherlock a me pare deboluccia. Parlo per me, al posto di John avrei accettato tutto, ma mi sarebbe rimasta una grandissima delusione addosso pensando che il Pirata Bianco non si è fidato di me… delle mie capacità. Meno dieci punti a Corvon-- emh, volevo dire a Sherlock.
Magnussen chissà con quali mezzi sa tutto di tutti. Viene tirata in mezzo anche la mappa tatuata sulla pelle di John, mi chiedevo, ma ora che il tesoro è stato trovato, è ancora pericoloso per l’uomo avere il tatuaggio? Sono ancora alla ricerca di un modo per farlo scomparire dal petto? Immagino che la risposta sia di no ad entrambe le questioni, lo chiedo più esserne certa che per altro, infatti non ci pensavo più da un pezzo. Ho sorriso molto alla proposta della maglietta fronte-retro con le scritte “io non capisco” e “continuo a non capire”, cosa che mi fa quasi ribrezzo se penso che è stato per una battuta di quel serpente a sonagli.
Alla fine il governatore fa la sua proposta. Avvisa i due pirati delle questioni politiche che riguardano l’Inghilterra. Vuole sostanzialmente che Sherlock si venda a Carlo II, e vuole che si indaghi sulle morti causate dai vendicatori di Moriarty. La questione si fa intrigante. Come hanno detto John e Victor probabilmente Sherlock declinerà il primo invito, ma per quanto riguarda chi fa vendetta per Moriarty credo che convenga a loro in primis indagare, anche senza l’aiuto di Magnussen. In tutto ciò non ho capito se devo temere per la vita di Mycroft. Vedremo.
Passo subito a lasciare due parole anche al prossimo capitolo.

Recensore Master
07/06/19, ore 23:58
Cap. 5:

Dopo una veloce seconda ,lettura, Sweety, eccomi su questo capitolo ricco di informazioni. Certo, alcune del tutte nuove, altre che mi lasciano più confusa. Infatti pur nella mia cronica mancanza di memoria pareva anche a me, non solo a John, che il racconto di Vivian Norbury fatto da Sherlock fosse un pochino diverso. Ma non tento di indovinare perché! ^^
Quindi, oserei dire in modo quasi canonico, ora c'è una "organizzazione" che persegue chi era contro Moriarty (e qui fiuto un po' l'aggancio con la terza parte)e con ciò è ovvio che la persona più in pericolo è John, esattamente - visto che si sa che si è gettato lui - o Sherlock, pensando che il merito di aver creato tutta la situazione è suo; seguiti dall'equipaggio al completo. non avevo sospettato che la rottura della gamba della povera Mrs Hudson fosse stato provocato da un preciso mandante, e anche che tutti fossero in realtà tenuti d'occhio. John si sta ritrovando in una situazione a noi ben nota: Sherlock non gli dice la verità per proteggerlo, perché lui non sa mentire. Magari non è necessariamente vero, però la cosa bellissima è la considerazione che di lui ha il suo pirata, che lo giudica un essere troppo puro e trasparente per poter ingannare delle spie. Così lo ha difeso, ma ora il dottore è parecchio arrabbiato con lui. Aspetta... forse dopo la spiegazione di Victor lo è già di meno. Spero che a pugni non voglia prenderlo, ma che lo trascini a letto, o almeno lo baci appena lo vede. Devi avere pazienza, John, si fa per te... a volte non capisci. ù__ù
vedi, Magnussen, che è tanto intelligente, trova che sia la sua frase, quindi, visto che le t-shirt non esistono, ricamalo su una camicia, su!
questo passaggio è favoloso, sai quanto adori le riprese di frasi degli episodi con gli adattamenti. A proposito: l'adorabile Charles l'ho riconosciuto troppo tardi, a capitolo iniziato, con la specifica degli occhiali e la fornita biblioteca di fondale. Questa è tangibile, non è la memoria del palazzo mentale, ma ha dato subito l'idea. Più viscido in effetti è difficile, lui fa davvero paura, altro che James. Sì, lui ti uccideva facile, ma psicologicamente era un'altra cosa. Victor che sa delle cose che ancora John non conosce esprime una tale rabbia che mi aveva deviata su qualcuno di legato alla famiglia. il che dice qualcosa di me... è da li che mi aspetto il peggio. In pratica Magnussen ora vorrebbe un accordo, ma chi si fida? sì, lui vuole profitti, non vendette per principio o cose così, però è un alleato che lascerei perdere.
sono curiosa di capire ora come ne escono. Con lui come ostaggio per non farsi sparare addosso?
le mie belle ipotesi fanno un turno di riposo, si sentono fallite ^^
vado a farmi ricamare su un vestito: sbaglio le previsioni
tua,
Setsy

Recensore Junior
05/06/19, ore 22:35
Cap. 1:

Eccomi qui finalmente! Come ben sai, ho amato "Sherlock Holmes e l'isola del tesoro" e sono contenta che tu abbia deciso di scrivere questo sequel. Inizio con il dire che mi è piaciuta la tua scelta di dare a John il soprannome di Barbagialla. Ormai è un pirata a tutti gli effetti e meritava anche lui un "nome d'arte".
La signora Hudson è uno dei miei personaggi preferiti nella serie e qui non è assolutamente da meno. Forse te l'ho già detto, ma mi piace molto come l'hai caratterizzata in questa storia.
Qui ci presenti questo John malinconico e nostalgico che sente la mancanza di Sherlock e Victor, ma che non può fare a meno di seguire ciò che ritiene giusto. La trovo una scelta molto da John in effetti.
Nella parte centrale, nei pensieri di John, hai riproposto nuovamente una breve spiegazione delle dinamiche del rapporto Sherlock/John/Victor. Penso che tu abbia fatto bene a precisarlo ancora una volta. Si tratta di una dinamica particolare che non credo possa essere compresa da tutti. Il loro è un rapporto complesso che va ben oltre tutte le classiche concezioni in termini di amore e amicizia. E' un vero e proprio rapporto a tre, ma allo stesso tempo non lo è in tutto e per tutto perchè, per esempio, tra Victor e John manca il desiderio sessuale. Tra loro non c'è solo amicizia, c'è amore, un amore platonico certo, ma che non ha niente da invidiare all'amore che lega Sherlock e John. Te l'ho detto più volte nelle recensioni alla storia precedente: adoro questo rapporto che hai creato, adoro la loro unione, la loro complicità e quel modo che hanno di amarsi che non segue regole precise. Fai bene, dunque, a tornarci sopra, perchè penso che sia uno dei pilastri che rendono questa storia unica.
Che posso dire della scena tra Victor e John? Che posso dire della loro conversazione e di quel Victor che tanto amo? Non posso dire niente che tu non sappia già. Ho già detto molto a riguardo e finirei solo con il ripetermi. Mi era mancato questo scambio di battute tra loro e mi era mancato questo prete scabroso e affascinante.

Ho trovato questo primo capitolo davvero interessante. Non vedo l'ora di riuscire a leggere il seguito e vedere quali avventure hai riservato all'equipaggio della Norbury. Sono contenta di essere risalita a bordo per vivere una nuova avventura con il Pirata Bianco e la sua ciurma.
Bravissima, come sempre. Un abbraccio.

Marilia.

Recensore Junior
01/06/19, ore 22:05
Cap. 4:

Ho letto dei tuoi problemi con l’allergia, mi dispiace, comprendo la fatica che puoi aver fatto per pubblicare in tempo il capitolo. Allo stesso modo ho letto delle difficoltà che hai scritto d’avere nella stesura di scene d’azione. In effetti questa storia non è convenzionale, e se devo dire che mi sono imbattuta in dinamiche adrenaliniche mentirei. Ma non sono affatto disturbata dalla cosa, perché ho imparato ad apprezzare il tuo stile e il tuo modo di raccontare gli eventi. C’è una ricca dose di introspezione, miscelata in giusta misura (non mi è parsa ridondante) alla fuga dalla cella, e in ogni caso in qualche attimo ho ugualmente trattenuto il fiato.
Concluso il capitolo precedente con Victor che ha “sparato la bomba”, dicendo in poche parole che lui e John sono l’eredità di Sherlock e che questi vive nelle loro menti, ho ingenuamente creduto che la notizia fosse stata assimilata dall’ex soldato, ma in realtà non è stato così. Difatti proprio con questo approfondimento si apre la scena e se ne parla fino alla fine.
John appunto non si sente in grado di prendere l’eventuale comando de la Norbury e guidare tutto il suo equipaggio. Quasi, nonostante i due anni che ha trascorso con loro, non si sente neppure un vero pirata. Come se ancora non fosse parte integrante di quella grande famiglia, ma solo il compagno di letto di Sherlock. Sono addolorata dalla sua costante insicurezza, questo mettersi sempre in discussione e credere relativamente poco nelle proprie capacità, soprattutto quelle legate alla logica che associa maggiormente al compagno e a Victor che secondo lui è migliore in quanto conosce Sherlock fin da quando erano bambini.
Difatti i due cominciano ad accordarsi sul piano da mettere in atto e traspare che con ogni probabilità il prete stesse già riflettendo sul da farsi, oltre a mostrarsi estremamente calmo, come se avesse tutto sotto controllo. E come dicevo all’inizio, non è un semplice capitolo d’azione, perché ci sono anche parti a dir poco esilaranti, tutte dettate dal modo di fare di Victor; in particolare quando quest'ultimo dice a John che ci sarà da menare le mani e prendere i soldati da dietro, oppure quando finalmente riescono ad uscire dalla cella e alla guardia appostata e sonnecchiante ruba il vino.
Il piano in sé non è particolarmente complicato, forse per renderlo più realistico e senza dover descrivere mille inutili peripezie è la scelta migliore. La cosa meno ordinaria (non voglio dire surreale!) è Victor appeso al soffitto, mentre attendono il giro della ronda, e lì ho avuto lo stesso timore che John dice di avere, ovvero quello di veder cascare giù Trevor prima del momento giusto.
Alla fine Sherlock sembrava veramente essere stato con loro, anzi parte di loro. Victor ad esempio ha notato la metodicità con la quale i soldati andavano a controllarli in cella, John invece ha ricostruito una mappa mentale, prima dell’isola, per capire quale fosse il punto migliore per gettarsi a mare, e poi dell’edificio nonostante non l’avesse mai visitato prima. Sono dei meccanismi che suppongo abbiano sviluppato proprio stando a contatto col loro capitano, che li ha sempre spronati a ragionare; un po’ come un bambino che impara a leggere, più si esercita maggiori saranno i risultati, non solo in termini di velocità, ma amplierà pure il proprio bagaglio culturale.
I due uomini in fuga arrivano avanti all’ufficio del governatore e, vuoi la foga, vuoi il doversi nascondere dai soldati nei corridoi, entrano senza controllare che la stanza sia effettivamente vuota. Qui sono rimasta veramente di sasso. C’è il governatore, e la descrizione dell’uomo me l’ha fatto percepire come un personaggio “viscido”, non saprei neppure giustificare questa che per il momento è solo una sensazione. Non è sicuramente per com’è vestito o per i capelli grigi tirati indietro, sarà forse per il modo di fare che ha adottato: tanto calmo quanto severo e glaciale, con la presunzione di avere lui in scacco gli altri e non di essere egli stesso in pericolo.
Qui, come avevi preannunciato, Victor presenta sé stesso e John, dandogli il soprannome di Barbagialla. Un’idea veramente ottima. Avresti potuto inserire questo particolare anche in altri momenti, come ad esempio quando Victor e John si rivedono alla taverna, ma non sarebbe decisamente stato d’impatto come lo è stato per questa scena. A questo punto mi aspetto veramente che succeda qualcosa di epico che metta in moto la leggenda del pirata Barbagialla.
Eh, questo finale con gli interrogativi. Perché? Perché Victor sembra arrabbiato? Forse conosce il governatore? Ma il governatore non sembrava conoscere loro però. Morirò dalla curiosità fino al prossimo capitolo.
Intanto ti faccio davvero i complimenti per questo che hai scritto, sei riuscita a farmi riflettere, ridere, palpitare, e alla fine anche mangiare le unghie per il momento di pathos col governatore.
Attendo con ansia il seguito. Ti auguro una pronta guarigione,
K.

Recensore Master
31/05/19, ore 20:23
Cap. 4:

Tesoro, buonasera. mi ero presa due gioni di "ferie", ma eccomi!
Però devo proprio partire dalla fine di questo bel capitolo. Perché sai quanto il giochino degli indovinelli (anche se viste le mie capacità non si comprende perché) mi attira troppo, e poi se avessi capito sarei anche molto contenta.
allora. il governatore è Mycroft. (alternativa: zio Rudy, il quale somiglia molto al nipote). E' vero che quest'uomo ha i capelli grigi, però il resto torna e potrebbe avere qui 20 anni più di Sherlock (non mi ricordo se avevi detto qualcosa, ma mi sembra di no). I capelli sono pettinati all'indietro, l'aspetto è quello di un nobile inglese, - che non si scompone perché ha già capito che qualcuno stava entrando? E non ha problemi di caldo perché è Iceman (sono brava, ve'?). Inoltre ha un personale astio per Victor che è ricambiato. Con ciò può essere un familiare qualunque, però Myc lo voto di più. fatta la mia figuruccia proseguo.
La fuga è semplice, ma per questa credibile. Altri tuffi da altezze chilometriche sarebbero stati eccessivi, e così la creazione di armi improvvisate, etc. Le fughe dalle prigioni sul mare mi fanno pensare sempre al Conte di Montecristo, quindi sono ben gradite!
Insomma, Victor si arrampica e John... sfrutta la sua relativa altezza; forse ti odierebbe ma non lo sa, vero?^__^
Per quanto questa parte funzioni benissimo, - studiata nel minimo particolare dall'ingegnieria dei corridioi, alle posizioni delle guardie, alle misurazioni delle distanze - ovviamente il centro del capitolo è introspettivo, il che ad un primo colpo d'occhio sembra meno chiaro, ma poi emerge piano, riga per riga.
John considera Sherlock il suo eroe, un essere superiore con qualità mitologiche, e soprattutto è l'uomo che ama. E quello che conta è questo. farebbe pazzie per tornare da lui, anche perché l'alternativa è una vita priva di senso. Quindi un grande SI' al piano azzardato di Victor, con la sua spavalderia, pazzia bonaria, inventiva e sregolatezza.
E difatti Victor è la prima mente, John lo segue ma certo dando il suo apporto. Particolarmente affascinante la capacità di Victor di passare quasi da un personaggio ad un altro, con un sorriso, un tono di voce, lo scostare il cappucio; gesti piccoli, ma che danno l'idea che si trasformi, letteralmente, secondo le sfumature delle sua personalità.
ma niente come la curiosità sul governatore...
baci fuggitivi,
Setsy

Recensore Junior
24/05/19, ore 17:49
Cap. 3:

Avevo letto un’anteprima, ma non ero comunque preparata a questo. John e Victor scoperti per le vie della città e buttati in cella.
John ci fa una panoramica del cubicolo nel quale li hanno rinchiusi e ci metto entrambe le mani sul fuoco, nessuno vorrebbe trascorrere le ultime ore della propria vita in un posto buio e lercio come quello. Victor sembra così sconsolato da essere indifferente a tutto ciò, seduto in terra. Watson dal canto suo è così preoccupato e arrabbiato da non riuscire a concentrarsi ed arrivare ad un soluzione per tirare lui e l’altro fuori dai guai.
John non è solo al mondo. Se non ha più rapporti con le persone che facevano parte della sua vecchia vita, ora ne ha di nuovi con Sherlock, Trevor, la Hudson, Sara e tutto l’equipaggio. Tutte persone che piangerebbero lacrime lunghe per la sua morte. Per un attimo mi sono chiesta, può mai essere questa la fine che merita una persona buona come lui, che in passato è stato egli stesso “la legge” servendo a costo della vita la regina? Ovviamente mi aspetto che si salvi perché non può finire male, ce lo avresti detto altrimenti, vero? Vero?!?! Comunque alla fine è tutta questione di scelte. La punizione per essere un pirata è penzolare da una forca e non avere neppure una degna sepoltura.
L’idea che Sherlock possa vendicare John e Victor è assai romantica, ma la sua anima si macchierebbe per sempre, e non so se è molto da lui. Aveva buoni motivi per uccidere anche Moriarty, eppure in quel caso nemmeno avrebbe ucciso, o per meglio dire, l’avrebbe fatto pagando anche con la propria vita. In ogni caso John dice che non vorrebbe che Sherlock portasse questo peso per qualcosa che aveva fatto lui.
E qui in realtà ho da dissentire. Vediamo cosa è successo e come i due sventurati sono finiti in questo impiccio. Ed effettivamente, perché John si dà la colpa? Non penso avrebbe potuto fare diversamente, anzi ha pure mantenuto sangue freddo e si è inventato del monaco che parla francese e non capisce quello che dicono. L’unica cosa differente che avrebbe potuto fare, quando la guardia ubriaca ha riconosciuto Trevor, sarebbe stata quella di dichiararsi estraneo ai fatti, e provare dall’esterno di tirare fuori l’altro. Ma a questo punto meglio assieme. Due cervelli lavorano sicuramente meglio di uno solo.
Questo ci porta al fatto che entrambi sono l’eredità di Sherlock. In realtà il capitolo mi è sembrato cosparso di “indizi” e riferimenti fino al momento in cui Victor non caccia fuori l’argomento. Anche io come John ho interpretato le parole di Sherlock della storia precedente da un punto di vista più patico (di gestione de La Norbury) e fisico, invece di intendere un unione tra John e Victor come proseguimento del suo nome, i suoi insegnamenti, il suo modo di fare e di vivere. Che risvolto interessante! Per niente scontato e anche pregno di significato, molto più di “consolatevi a vicenda”.
Ultime due note. Quando fanno alzare la veste al monaco io ero lì col fiato sospeso, pensando che li avrebbero scoperti e Victor invece è nudo. Ho riso molto. L’altra cosa che volevo dire è che ci voleva questo confronto tra i due prigionieri, Victor non poteva continuare a credere di non essere importante quanto lo è John per Sherlock. In questo trio sono tutti sullo stesso piano. Se proprio si dovesse scegliere il meno sacrificabile, ma non da un punto di vista amoroso, sarebbe solo Sherlock, unicamente per gli impegni che ha da capitano nei confronti di tutto l’equipaggio. E il fatto che Watson sia riuscito a zittire quel prete chiacchierone, dalla battuta sempre pronta, può voler dire solo che Trevor ha capito quanto serio fosse il discorso e quanto ci tenesse John.
A questo punto ammetto che mi hai lasciata con una certa curiosità. Sarò in attesa per scoprire cosa si inventano i due prigionieri pe evadere.

Recensore Master
23/05/19, ore 18:58
Cap. 3:

Aye, Dolcezza! *-* sai che per un attimo mi sono sentita a casa?
E sì, quando John ha pensato ai dettagli della cella: "è buia, è piccola, sento puzza di pipì" mi sono chiesta con stupore se lo avessero imprigionato nei bagni pubblici di Stazione Termini, ahahahahha! ^___^
Ma no, era una cella seria, ovvio, lui è Victor che è all'apparenza il più abbattuto. O almeno reagisce così, perché si siede su un lercio pavimento, mentre John cerca di arrangiarsi sulla misera brandina.
Lo sapevo che li catturavano strada facendo, perchè Karma is a b****, baby! Visto che aveva aspettato tanto, che fino a quel giorno il buon Daniel non era stato messo in discussione, che era contento e avevano fretta, quand'è che tre guardie ubriache girano di notte dove non sarebbero dovute essere? Quella notte, chiaro! Potevo dirlo io a John e Vic di fare i furbi e prendere la strada principale, che nasconde di più. Ma anche se Victor era stato scaltro e non aveva armi, così da passare un'ispezione, (ho adorato il club nudista di Victor, che non si fa problemi di essere controllato per strada, fantastico) trova proprio uno che lo mezzo riconosce. Sì, peggio, perchè non è certissimo - almeno ti rassegni - solo che per lui ogni prete in una città di mare è potenzialmente Trevor. E ci ha preso. Sono intanto curiosissima di capire come - o meglio, grazie a chi - ne usciranno vivi e vegeti. Perché al momento non lo prevedo, aimè! Un attacco di Sherlock mi pare eccessivamente vistoso, quindi controproducente, mi pare che a Barbados il sistema della "polizia" funzioni benino.
Ma andiamo al cuore della situazione. I pensieri e i sentimenti dei nostri amici volgono, - come è giusto e IC (perché il tuo Victoro ha un IC, ormai) intorno a Sherly. Il bene che gli vogliono, quello che lui vuole a loro. Quanto siano in un certo senso un trio, anche se con un vertice del triangolo poco definibile, quell''innamorato/amico/fratello che Vic è per i Johnlock. E visto che pensieri di morte aleggiano su di loro, succede che si trovino a chiarire meglio alcuni passaggi. Questa dell'eredità come capitani della nave non l'avevo capita bene (però ho pochissima memoria, forse ho solo scordato il dettaglio dall'altra storia). Tantomeno che loro due "diventassero" Sherlock. Però è chiaro: il pirata bianco è una leggenda, un simbolo, un modo di vivere. Non dico proprio come se ci fosse un figlio di Sherlock che prende alla sua morte il nome di "pirata bianco 2", lo so, ma a me ha dato emotivamente questa sensazione molto intensa di vera eredità morale "naturale".
Già, perchè credeva di morire e Vic voleva salvare lui e John come sta meditando di fare di nuovo adesso. E' un gesto nobilissimo, lo capisco, perché pensa di essere il meno indispensabile ma John è come se non potesse scegliere questa soluzione neppure messo alle strette com'è.
Hai creato qualcosa di davvero unico - perfino azzardato - in questo vortice di amore così forte tra loro... però se muiono insieme Sherly perde ambedue. Non c'è uscita, al momento.
ma arriverà... altrimenti nella terza storia cosa c'è? ;)
mi aspetto ancora una valanga di amore, ho bisogno di pensare che esista, lo sai , non è la prima volta: mi ci fai credere.
un bacio al profumo di spuma di mare,
Setsy

Recensore Junior
17/05/19, ore 18:20
Cap. 2:

Uno dei temi trasversali, secondo me importante, che viene trattato in questa serie è che non sempre le persone che fanno parte della legge si possono dire corrette e rispettose delle stesse regole che dovrebbero far valere, tanto quanto un pirata non è per forza un assassino e malfattore. Nulla è nero o bianco, e a pensarci vale anche nella vita reale. Questo dà consistenza al racconto, trasmettendo anche una certa lezione morale. E sicuramente non una sola, faccio riferimento tra le altre cose alla bisessualità di John o in generale all’amore che prova nei confronti di due uomini, che non viene vista come una cosa diversa, strana o sbagliata praticamente da nessuno dei personaggi (persino Donovan, tanto religiosa, se ha comunque capito, tace). Oppure un altro esempio che mi viene da fare è quello delle prostitute; si prenda per dire Sarah, nonostante il suo mestiere non sia esattamente da elogiare, in ogni caso non viene descritta come un personaggio negativo o cattivo, anzi, è meritevole di affetto, John infatti le offre protezione e probabilmente le vuole più bene di quanto ne ha mai voluto ad Harriet, e soffre quando non può dirle di aver incontrato Victor.
Ritornando alla trama di questo capitolo, la parte durante la quale John deve aspettare che arrivi la mezzanotte e il tempo sembra dilatarsi, è descritta alla perfezione. È verissimo, quando si aspetta con tanta ansia che accada una cosa ad un determinato orario ci si comporta esattamente come ha fatto il povero Watson.
Finalmente incontra Victor e, di nuovo, finalmente John può lasciarsi andare e correre ad abbracciarlo. Poetico come sia sempre il prete ad andarlo a ripescare per portarlo a casa. Tutto è scritto talmente bene che ho avuto la sensazione che Trevor mancasse anche a me, che non ho lasciato la lettura de “l’isola del tesoro” due anni fa, quanto piuttosto ieri/l’altro ieri. Devo dire, il primo bacio e il fatto che Victor avesse chiamato l’altro addirittura per nome mi hanno emozionata, ma non “sorpresa”, invece il secondo bacio non ho saputo per niente interpretarlo fino a quando egli stesso non dice “questo è da parte sua”. Per una frazione di secondo mi è sembrato uscire dal suo personaggio, davvero strano, per fortuna non è stato così, anzi. Buffo e al contempo bello che Sherlock, non potendo essere lì, in qualche modo venga evocato da Victor per rincuorare John.
Tutto questo però ha acceso un campanello d’allarme nel mio cervello. Perché quando Watson è stato male Sherlock non si è fatto problemi a portarlo da sé, in braccio, fino alla locanda, e allo stesso modo quando sono andati a riprenderlo dopo otto mesi, si era nascosto ma era comunque lì. Ora invece c'è qualcosa di strano, ci era stato accennato già nel capitolo precedente che le guardie dopo la morte di Moriarty fossero più attente, ma è davvero tutto qua il problema? Ovviamente no, e andando avanti, sia in cantina che dopo mentre vanno via dalla locanda, Victor dice che “qualcosa si muove nell’ombra”, una cosa che fa intendere come pericolosa. Vedremo, e purtroppo sperare che non sia nulla di grave già ho capito che non serve.
Simpatica la storia di Henry Baskerville e della sua nave che -guarda caso- si chiama H.o.u.n.d.. Come ho accennato nella recensine al capitolo precedente, mi fa piacere trovare questi rimandi alla serie televisiva. E sempre come ho già scritto, il grande sentimento che John prova per la signora Hudson si ritrova forte e chiaro qui quando le lascia una lettera e dice di averci lavorato parecchio per trovare le parole giuste; e anche nell’addio all’Hudders, che tristezza.
Incrocio le dita affinchè, se pure dopo mille peripezie, i tre uomini si riescano a ricongiungere.
A presto,
K.

Recensore Junior
17/05/19, ore 16:12
Cap. 1:

Eccomi infine anche qui. Barbagialla ovviamente non poteva che essere John. In effetti ancora prima di conoscere l’intera serie, a meno di altri personaggi, tra Watson e Holmes non poteva che essere il primo Barbagialla. E in questa occasione ha sul serio persino la barba. Già mi figuro Sherlock che gli ride in faccia come è successo nella serie tv quando lo trova con quei baffetti XD. Mi interesserebbe davvero tanto scoprire qualche voce che va girando sul conto di Barbagialla, pericoloso pirata.
Mi è piaciuta molto la scelta di utilizzare una parte della storia reale di alcuni personaggi, come accade ad esempio per la signora Hudson -col marito e l’aiuto di Sherlock nel farlo condannare-, e adattarla a questo contesto. Funziona alla perfezione, non c’è bisogno per forza di inventare per risultare originali, ed anzi quella parte di adattamento mette in luce la bravura di uno scrittore a mio avviso.
John che era stato aiutato ed accudito da Mrs Hudson, appena ha saputo che era in difficoltà non ci ha pensato due volte e ha voluto ricambiare. Probabilmente non si tratta del tutto nemmeno di ripagare un favore, quanto invece del fatto che John è un uomo col cuore grande quanto una mongolfiera ed è proprio nella sua indole aiutare le persone che sono in difficoltà, o ancora di più se sono persone che vuole bene. Il fatto che John abbia sempre avuto difficoltà nella propria vita a riconoscere un posto come casa propria, e a mantenere saldi legami affettivi con i parenti di sangue, rende più importante la figura della donna. La quale ha occupato per il dottore un ruolo al pari di quello di una madre.
Ho provato molta tenerezza nello scoprire la sofferenza di Watson per la lontananza de la Norbury e in particolare per Sherlock e Victor. Certo, non è stata una novità da leggere, perché si era già visto nell’epilogo del racconto precedente. Ma le condizioni ora sono completamente diverse: la prima volta John era all’oscuro di qualsiasi piano e non sapeva se sarebbero mai tornati a riprenderlo, mentre ora è certo che sia una situazione temporanea; e poi l’altra volta non poteva comunicare con quelli a bordo della nave, adesso invece grazie ai piccioni (che per fortuna hanno deciso di non fare a brodo XD) restano più o meno in contatto. Con questo voglio dire che non mi aspettavo di trovare John talmente tanto sconsolato. Se fosse stato possibile giuro che gli avrei allungato il mio cellulare per fargli scambiare due parole due con le sue mogli…
Se la signora Hudson per John è come una madre, Sarah è diventata una sorella. Questo fatto mi fa pensare a quanto in realtà sia semplice affezionarsi a quest’uomo e quanto anche per Watson sia relativamente facile voler bene e fidarsi delle persone se le riconosce come meritevoli delle proprie attenzioni.
L’ingresso di Victor Trevor mi ha tenuta sulle spine. C’era John che si girava intorno per capire se effettivamente la sensazione di familiarità che sentiva sulla pelle fosse vera ed io ho cominciato a trattenere il fiato e a leggere più veloce. Il discorso che hanno intrattenuto è stato parecchio spiritoso, soprattutto all’inizio. La tensione era palpabile, si capisce alla perfezione che entrambi, più John, si sta trattenendo dal saltargli addosso e abbracciarlo forte. Ho scritto “più John” perché Victor in questo gioco di mezze frasi gli chiede “hai fornicato anche con uomini?”, “dunque lo ami” e con più significato ancora “ami lui e lui soltanto?”, “raccontami di questo misterioso uomo”. Con questo voglio dire che ho avuto l’impressione che Victor fosse in qualche modo ferito dal fatto che Watson abbia deciso di allontanarsi da lui e da Sherlock. È come un bambino offeso, che ha dovuto sopportare di mala voglia questa distanza e ora chiede, in pratica, se l’altro sia certo di amarli come diceva.
Il tutto si conclude con un appuntamento, che s’immagina essere, per fare i bagagli e tornare sulla nave.
Corro a leggere il continuo!

Recensore Master
17/05/19, ore 15:47
Cap. 2:

Dolcezza! avevo visto con sorpresa il capitolo ieri notte, ma ero stanchissima. Ebbene sì, ero stata nella cantina del condomino, tra topi e ragni, sporcizia e scheletri di amministratori (magari!)a vedere se per sbaglio non potevo imbattermi in qualche infiltrato che beveva rum dalla botte... no? :( è solo lì da te? :((( ho capito...
Dai, che cerco di essere seria. Devo dire che la coppia di amici con una certa intimità fisica mi conquista, ma lo sai. John con le sue voglie piratesche e quel Victor tutto speciale sono i miei cocchini. Addirittura per un attimo il bacio per interposta persona è stato sconvolgente, in senso buono. Lo so, mi fido della fedeltà di entrambi, ma che scenetta, ragazzi! Se John si era scordato cosa lo aspetta su la Norbury ora ce l'ha bene in mente... e solo lui, il nostro biondo bisognoso di avventura rischio, pirateria e capitani dai riccioli scuri poteva nel contempo resistere per una questione d'onore e soffrire tanto la distanza. Così come sappiamo - perché è squsitamente IC - che Sherlock è capace di ogni sacrifico personale se crede che questo sia qualcosa che darà felicità al suo dottore. Sono così, perfetti insieme. Ora avendo letto l'inizio di quella che sarà la terza parte mi aspetto qualcosina, ma non era ancora chiaro chi sarà il vero pericolo definitivo. Certo la morte di James ha lasciato un vuoto "senza padrone" si può dire, quindi era naturale che le acque si agitassero. Per esempio (sai che devo dire una cavolata, sì?) per me adesso Vic e Johnny boy non ci arrivano subito da Sherlock, ma vengono catturati. Sù, l'ho detto! XD
Mi dispiace che sia l'ultima volta che John vedrà la signora Hudson, perché ho sentito un campanello di allarme. Forse rischiano di essere uccise, lei, Sarah, Janine, perché non forniscono elementi se le interrogano su di lui? e moriranno i piccioni? dimmi di no, sei puoi!
Comunque anche se Daniel non esiste (hai scelto un nome che ha molto significato per me)è in parte come se fosse vero. Non perché John ha due perosonalità, intendo che questa è la sua parte più nobile e come hai detto dedita al dovere, cosa che per fare il pirata è un po' rimaneggiata, ecco. Ma noi lo - LI - amiamo così.
Deve essere stato un fulmine a ciel sereno essere in languorosa attesa e tutto d'un colpo sapere che si parte quel giorno stesso, sono quelle emozioni che valgono la durata di una vita. Anche Angelo, bill e il piccolo Archie stanno aspettando John, ma posso solo immaginare cosa sta mandando in fiamme il cuore di Sherlock. L'ha lasciato andare sicuramente con un sorriso, ma morendo dentro. piccolo mio!
Spero di aver sbagliato (facile^^) e che nel prossimo capitolo ci sarà il loro incontro. Se lo meritano, mi piacerebbe vedere un interesse romantico anche per Victor, ma non mi pare l'aria che tira. Però quell' "het" nelle note...
baci filibustieri, Dolcezzina!
tua, Setsy

Recensore Master
12/05/19, ore 22:24
Cap. 1:

Ma...ma... brutta Sweety cattiva! ;))) mi prendi in giro col FB eh? lo sapevo - grosso modo! - cosa bolliva in pentola? XD
per cui ora: "mi sei mancata, dolcezza", tocca pure a te!
bene, il pirata Barbagialla già mi affascina, sai che ho un momento del John con la barba. E in effetti non essendo Sherlock dorato di capelli mi chiedevo anch'io perchè non fosse Barbanera. Suppongo solo per usare questo personaggio meno popolare, quindi forse meno banale. Comunque qui sarà la bionda barba di Watson ad essere protagonista
Intanto ce lo vedo bene a pagare un debito di gratitudine è un dettaglio molto IC del suo carattere, e poi questa ambientazione del bordello finisce con l'essere simpatica. E mi sono divertita tanto con l'accurata spiegazione sui piccioni viaggiatori ai quali hai dato molto spazio. Già mi ci sono affezionata, quindi niente fini in pentola eh! Come si chiamano? *-* bravo John che li curi, nutri e sorvegli, non ascoltare chi ti dice che sono "solo animali". Amo questa parte
e poi, lo sai... ecco il Mio Victor Preferito! lui, il prete-per-modo-di-dire, colui che è pura malizia e fascino.
ma qui John sembra davvero ad un passo da essere propriamente innamorato anche di lui. Si, ho letto bene e capito il senso, ma sono un po' in fibrillazione lo stesso: Sherly deve temere?
saranno tutte avventure di loro due da soli? molto innovativo e anche coraggioso!
p.s credo che 20 dobloni fosse il prezzo di uno schiavo. non è bello come riferimento, ma non ho altro
baci, Pirate!Sweety
Setsyna