Recensioni per
Nel paradiso perduto della probabilità
di ValeS96

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
15/06/19, ore 21:43

Buona sera^^
Questo drabble è a dir poco meraviglioso. Sono un'amante dei componimenti brevi e in questo fandom, che potrebbe essere definito "il regno del non detto e del sottinteso" credo si adattino al meglio. Il tuo scritto è molto triste, estremamente fedele alla serie tv (che non si può propriamente definire allegra per i fans della Johnlock). Ancora complimenti, il poche righe hai racchiuso tutti gli struggimenti e i dubbi di John, che è il mio personaggio preferito. Hai inoltre citato indirettamente la finta morte di Sherlock (che per la collocazione temporale del drabble per il nostro dottore è ancora vera) e questa è l'unica cosa che da un barlume di speranza, in quando sappiamo quanto sia un periodo terribile per John, ma anche che il ritorno di Sherlock potrebbe davvero cambiare le cose.
Baci baci
Béa

Recensore Master
06/06/19, ore 20:40

Ciao, ma guarda se le drabble che scrivi saranno tutte come questa, scrivine pure a decine che io di sicuro non mi offendo. Guarda, l'ho trovata davvero incredibile, intensa, drammatica, piena di emozioni e di sensazioni tutte diverse che finiscono col travolgerti. Anzitutto la citazione è stupenda e molto adatta al contesto che hai scelto, citazione dalla quale hai estratto un passaggio che poi fa da titolo e che personalmente ho appezzato moltissimo. Insomma, un titolo davvero eccezionale. D'impatto e ti colpisce nell'immediato. Ti dirò che un titolo del genere alza tantissimo l'asticella delle aspettative, di conseguenza mi aspettavo una storia eccezionale e così è stata. E ti faccio i complimenti anzitutto per lo stile, molto pulito e curato ma anche enfatico. Scrivi in un modo nel quale mi ritrovo, nel senso che capita che anch'io scriva così e hai ottenuto davvero un ottimo risultato, direi di livello. E poi sei riuscita a scrivere una drabble che si dice "perfetta" e non so se è una precisione che sei andata a cercarti o meno, ma so quanto è difficile riuscire a limare tanto da restare dentro sole cento parole. Se invece è successo per caso, allora tanto di capello perché a me non capita mai di restare giusta in cento parole al primo tentativo, è quasi impossibile (almeno per me).


Poi... Il secondo motivo riguarda il contesto. Non è stato immediatamente chiaro, non alla prima riga comunque perché se il fatto che si trattasse di John fosse praticamente scontato (considerando che è l'unico personaggio segnalato nel riepilogo introduttivo), il contesto all'inizio era meno ovvio, di sicuro non scontato. Andando avanti si intuisce che si tratta del post Reichenbach, ovvero il periodo storico della serie più produttivo di Sherlock BBC. Si è scritto tantissimo e dopo anni si riesce a tirar fuori ancora cose di qualità come questa. Pezzi brevi, come nel tuo caso, ma decisamente intensi. Le sensazioni che tiri fuori dal testo sono travolgenti e descrivono un amore che poteva esserci, ma che non è mai iniziato. Lasci intendere tutto con pochissime parole, permettendoci di capire che in realtà John amava già Sherlock fin da prima che si gettasse dal tetto. Cosa che rende drammatico il ripensare alle parole che gli ha detto, al suo non essere riuscito a convincerlo a rimanere vivo per lui. John non si è mai azzardato a fare il primo passo in avanti. Non verso una felicità che desiderava, verso un tentativo che valeva senz'altro la pena di fare. Come dicevo la storia è struggente, una riga dopo l'altra si ha la sensazione che John muoia e risorga in ogni passaggio, in ogni singolo giorno che vive senza Sherlock, a solo a Baker Street. Poi arriverà tutto il resto e forse andrà come nella serie, con Mary e il ritorno di Sherlock, il matrimonio, eccetera... ma per adesso c'è lui che è rimasto solo non soltanto col proprio dolore, ma anche col loro amore e questo è bellissimo e drammatico.

Insomma, hai fatto davvero un ottimo lavoro. Quindi non devi affatto scusarti.
Koa

Recensore Master
04/06/19, ore 21:22

Guarda, faccio una cosa che mi è inusuale ma in questo periodo penso di poter dare validi numeri per tentare la fortuna. Mi spiego: ti ho inviato una recensione cui tu hai risposto. Stiamo parlando di giugno. Bene, nell’operazione di recupero delle tue ff, visto che il tuo stile e ciò che produci mi piace molto, mi annoto la presente ff tra quelle da recensire senza controllare se l’avevo già fatto. Ebbene, ne ho preparato un’altra che mi piace di più. E siamo alla fine di settembre…Perdonami, ma è davvero consistente la stima che provo per te che mi permetto di modificare quanto pubblicato in precedenza.
Arrivo a lasciarti qualche osservazione anche qui e ti confesso che, trovare il POV di John, è stato più che mai piacevole perché ieri ho visto, meglio tardi che mai, "Cargo" con un meraviglioso Martin.
Non è che c'entri molto qui ma tu, in quello che scrivi nella presente Sezione, sai dare sempre al personaggio di Watson una carica umana che mi è venuta in mente proprio guardando il film che ho citato.
Per John "probabilità" è la traduzione di "speranza", ma qui siamo nell'immediato post Reichenbach e la tua ff vede protagonista il muto dolore di John, di fronte all'inquietante lapide nera che ha segnato, anche se testimone di una grande menzogna, la fine di un'era.
Che fosse il punto di vista di Watson l'ho capito solo leggendo l'ultima frase. È una tecnica narrativa, questa, che attrae proprio perché chi legge deve attivare la sua attenzione doppiamente anche per capire chi è realmente al centro di ciò che racconti. Ed un POV è qualcosa di fondamentale perché ci viene il desideri di battere sulla spalla di John per comunicargli che "lui" è vivo, per fermare il dilagante dolore del lutto.
Come ho scritto più volte apprezzo chi si "affaccia" sul mondo del 221b dopo la (finta) morte di Sh, periodo che è stato completamente ignorato, sicuramente per dei validi motivi, dai Mofftiss. Qui non avevi molto spazio per esprimere a parole il vuoto che soffoca John ma hai racchiuso in qualche termine davvero il più possibile del suo dolore: "...perduto...sgretolarsi...pesanti...".
Hai espresso inoltre anche l'angoscia che accompagnava la routine del 221b, prima di Reichenbach, resa sempre più appesantita dalla carica negativa di tutti quei "non detto" e "non fatto" che non hanno mai trovato la via per esprimersi. Come fai dire a John, si sono incrociati l' "urlare" dei silenzi con "sguardi abbassati troppo presto". Occasioni perdute, dunque, per guardare in faccia alla realtà della loro "amicizia" per poter vivere senza più fraintendimenti. Ma non è stato possibile. Quanta intensità in quella speranza, espressa da John a se stesso, di trovare un posto in cui loro avrebbero potuto veramente essere "noi due contro il resto del mondo".
Ma non ce n'è stato il tempo.
E qui trovo il collegamento con gli splendidi versi finali della poesia che citi. Collegamento che esprime un concetto davvero presente nelle nostre vite e che è quello dell'irrazionale, ma consolatorio, ricorso, nella nostra mente, a dimensioni in cui la probabilità diventa speranza, il dolore diventa transitorio e non più devastante.
L' "altrove" è quel posto in cui il cuore frantumato di John cerca riparo, ma quanto fanno male quei passi che sembrano percuotere disperatamente la terra sotto la quale egli ritiene ci sia il corpo di Sh.
Solo pensando a quanto abbia dovuto essere straziato dal vuoto intorno a sè, allora si capisce veramente la terribile rabbia che é esplosa nella S4, in TLD, quando, trasformato in una micidiale arma da guerra, si è scagliato, nell'obitorio dell'ospedale di Culverton Smith contro ciò che restava del grande consulting.
Un gran bel pezzo, brava.
(Recensione modificata il 29/09/2019 - 12:53 am)