1^ classificata al contest "OUT & PROD"
Titolo 4/5
Il titolo mi piace, tuttavia, trattandosi di una frase piuttosto comune, non è molto incisivo. Forse accorciandolo in “Qui per te” mi avrebbe convinta di più. Avresti dovuto riportare il titolo all’inizio della storia.
Introduzione in 200 parole 1/5
La presentazione è ridotta davvero all’osso, un po’ troppo poco per incuriosire il lettore e spingerlo a leggere proprio la tua storia, tra tante.
Formattazione 5/10
– Impaginazione: allineamento del testo → 0/2 punti;
– Impaginazione: rientranze margine sinistro → 0/2 punti;
– Corretto utilizzo di corsivo, grassetto, sottolineato → 2/2 punti;
– Impostazione interlinea e paragrafi → 1/2 punti → ci sono un’inesattezza e un dettaglio che ti segnalo di seguito;
– Corretto utilizzo dei simboli grafici (apici, virgolette, trattini) → 2/2 punti.
Grammatica ed ortografia: 8/10
Manca un accento sul “Sì” esclamativo. Per quanto riguarda la grammatica, invece, c’è un errore: quando dentro le virgolette del dialogo la battuta termina con un punto fermo, la prima parola fuori dalle virgolette inizia con la maiuscola. Per questo motivo, quando il dialogo è retto da verba dicendi successivi alla battuta, è opportuno non inserire il punto. So che la punteggiatura nel dialogo è un argomento spinoso, quindi ti sottraggo solo un punto, invitandoti, se vuoi, ad approfondire l’argomento.
Stile/lessico: 9/10
Sebbene il testo sia semplice e scorrevole, è a suo modo ricco e curato. Adoro l’attenzione ai dettagli come il piccolo ragno su cui si concentra la protagonista. Hai fatto un buon lavoro; l’unica cosa che mi sentirei di dirti è di eliminare i verba dicendi quando non sono necessari per rendere più diretto l’impatto dei dialoghi.
Originalità: 5/5
La tua storia esula dalle altre; è, almeno per ora, una storia di amicizia e rispetto, di solidarietà. Mi è piaciuto il momento che hai scelto, con i personaggi bloccati in auto dal passaggio di una parata di cui chiaramente non conoscono il percorso perché non ne erano interessati, e la protagonista che è in netto disaccordo con loro, ma non ha la forza e forse nemmeno le ragioni per contrastare i genitori, più interessata a evitare una discussione che ad altro… sto divagando sulla caratterizzazione dei personaggi. Tornando in tema, ho apprezzato anche che, per una volta, al centro della storia ci fossero delle donne, a cui sia la letteratura LGBT+ che il romance gay dedicano di solito meno spazio che agli auomini.
Caratterizzazione dei personaggi: 8/10
Il mio dilungarmi nel punto precedente già dovrebbe averti detto che i tuoi personaggi mi hanno convinta: hai dato a tutti lo spazio sufficiente per esprimersi e mostrarsi attraverso gesti e parole, donando a ognuno una personalità identificabile.
Contestualizzazione: 10/10
– attinenza al tema del contest → 4/4 punti;
– rating: verde → 2/2 punti;
– genere: Sentimentale, Slice of life → 2/2 punti;
– avvertimento/nota: Missing Moments → 2/2 punti.
50/65
“[…] ingorgo delle 13.13” → Il modo corretto di segnare l’ora è coi due punti: “13:13”
“Immagino che farete baldoria stasera!”
“Peccato. È un evento da ricordare!” → in queste due frasi, entrambe della madre, il punto esclamativo è eccessivo.
“Si ma diamine…” → manca l’accento sul “Sì”
“Non pensavo che il comune gli avesse dato il permesso.” sospirò la mamma. → Questo è uno dei casi di punteggiatura sbagliata di cui ho scritto prima. La forma corretta è: “«… permesso,» sospirò la mamma”, ma potresti anche scrivere: “«… permesso.» La mamma sospirò. Nota che ho aggiunto le virgolette basse: ci tornerò tra poco.
“[…] non le uscì altro da dire. Mentre sperava [...]” → doppio spazio prima di “Mentre”
“E poi, in mezzo al gruppone successivo, quello che reggeva una enorme bandiera arcobaleno, notò la testolina bionda di Daniela, [...]” → questa frase, che nel parlato non desterebbe problemi, nella forma scritta, invece, lo fa: “il gruppone, quello che reggeva” fa sembrare che il gruppo intero regga la bandiera, quindi forse dovresti strutturare la frase in modo diverso, tipo “in mezzo al gruppone successivo, da cui emergeva una enorme bandiera” o qualcosa del genere.
“[…] non le rispondeva più né ai messaggi, né alle chiamate, […] → “né… né…” non vanno separati dalla virgola.
“[...] tornando da scuola.” disse lei, [...]”
“Con nessuno.” dichiarò Giorgia.
“Capisco.” Fece Giorgia, [...]”
→ in queste tre frasi c’è di nuovo l’errore di punteggiatura di prima. In entrambi i casi la battuta è chiaramente pronunciata dal soggetto parlante, senza possibilità di essere fraintesa, quindi potresti proprio omettere il verbo reggente del dialogo.
“Attorno a loro, la folla stava cantando Tanti Auguri di Raffaella Carrà.” → in questo caso avresti dovuto usare il corsivo oppure le virgolette per indicare il titolo della canzone.
“[…] tre uomini barbuti vestiti come guerriere Sailor, che camminavano urlando un Tanti auguri! A chi tanti amori ha!
[...]
“Immagino. Quando si arrabbia mette sempre questi termini assoluti.” Ma esagera ogni volta, evitò di aggiungere Giorgia.” → Ho preso l’intero periodo per farti notare come, dopo che hai usato le virgolette inglesi (o alte) per il dialogo, hai inserito la citazione (la gente che canta) e il pensato entrambi col corsivo.
Quando si usano le virgolette inglesi, è consuetudine usare l’apice (l’apostrofo insomma) per le citazioni o per i pensieri, in modo da differenziare le une dagli altri.
Non è consuetudine nell’editoria italiana trovare gli apici, come è invece in quella inglese, perché noi facciamo maggiore uso delle caporali (le virgolette basse) o del trattino (lungo, da non confondere col trattino medio o con quello corto).
Ti faccio notare questo, che in fondo è un dettaglio, per evitare la confusione tra situazioni diverse, che potrebbero confondere il lettore.
“[...] si sentì del tutto in pace, con sé stessa e con Daniela.” → non ci va la virgola. |