La storia oltre ad avere un ritmo incalzante è riflesso di uno stato d'animo percepito dall'anima, di cui si riesce a parlare e a comprenderne il dolore senza mai farne una descrizione precisa, grazie anche alle precise e continue descrizioni e precisazioni presenti nella storia. Le ripetizioni della frase "Non ragionam di loro, ma guarda e passa", che poi è la frase descrittrice del triplice stato d'animo presente nella storia, ossia quello indifferente di Virgilio, quello curioso di Dante e quello disperato dell'anima, rendono la narrazione capace di far trasparire la pesantezza e la tristezza che l'anima prova durante la sua eterna vita all'inferno. L'indifferenza verso un gruppo di persone che hanno commesso come peccato quello di "durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male, senza mai osare avere un'idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte". Dante ha criticato aspramente e punito coloro che hanno sempre vissuto senza schierarsi, descritti senza infamia e senza lode, gli egoisti, ed è interessante leggere una storia, scritta molto bene, che ha come punto di vista un "povero" ignavo. Complimenti alla scrittrice.