Recensioni per
Il caso dell’uomo che non ticchetta più
di K_MiCeTTa_K

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/08/19, ore 13:41

Ciao cara! Lo so, arrivo con diversi giorni di ritardo, ti chiedo scusa. Il fatto che la storia fosse abbastanza lunga mi ha portato ad aspettare di avere il tempo necessario per leggerla e recensirla con tutta calma!
Innanzitutto ti faccio i complimenti per l'idea, è vero che ti è venuta da un post di Koa, e sappiamo tutte quanto lei sia fonte d'ispirazione, ma è anche palese che il modo in cui hai concepito questa OS sia una tua personale intuizione, quindi tanto di cappello.
È capitato anche a me di domandarmi cosa sarebbe successo se Mike Stamford non avesse presentato Sherlock Holmes a John Watson e mi sono rattristata al pensiero che non ci sarebbe stata nessuna storia da raccontare, perché Sherlock e John non sarebbero quelli che conosciamo, se vivesseronuno senza l'altro.
Tu invece mi hai dato una speranza, la consapevolezza che alla fine, se due persone sono destinate ad incontrarsi, l'universo troverà il modo di condurle l'una dall'altra.
E galeotto fu il taxi! ;)
Mi piace molto il modo in cui gestisci il pov di John, l'introspezione su di lui ti riesce davvero molto bene e fidati che non è affatto semplice come personaggio.
Trovo che sia davvero molto realistica la descrizione del suo stato d'animo, dei suoi disagi psicologici e delle considerazioni che fa sulla morte e sulla guerra. Mi hai trasmesso un senso di vuoto e desolazione che mi ha davvero colpita, per quanto è vivido.
Bravissima.
Hai citato la terapista, Harriet, i suoi compagni di battaglia e tutto questo non ha fatto che completare il quadro di un uomo solo, perso, senza uno scopo per continuare a vivere.
Ma.
Proprio quando John decide di lasciare quell'appartamento per cercare qualcosa di più economico in periferia, ecco che un uomo misterioso gli ruba il taxi, per poi proporgli di dividerlo.
Mi è piaciuto tutto. Dalla destra edizione fugace di alcuni dettagli di Sherlock alle sue frasi inizialmente brevi ed enigmatiche.
Quando poi i suoi discorsi diventano un fiume in piena per John ormai è tardi, si ritrova già completamente rapito da quello strano uomo, incredibile e probabilmente geniale.
Ho amato la desolazione del dottore una volta che lo sconosciuto è arrivato a destinazione, nonostante i tentativi di entrambi di prolungare la corsa, e ho adorato quando Sherlock torna indietro e gli fa quella proposta che è a dir poco emozionante, più di una proposta di matrimonio! XD
E Sherlock e John sono insieme, come dev'essere, al loro posto, uno accanto all'altro.
Perfetti.
E perfetta è questa tua os, scritta benissimo e per nulla scontata. Mi hai davvero sorpreso, sono contenta che tu l'abbia scritta!
Complimenti e a presto!
Baci
S.

Recensore Master
10/08/19, ore 09:43

Ciao, dunque dunque... come ben sai aspettavo di leggere questa storia fin da quando mi dicesti che ti eri ispirata a una delle tante cavolate che dico su Facebook. L'aspettavo perché io sono una persona molto ma molto curiosa e l'idea di averti ispirata mi rendeva, oltre che curiosa, anche molto orgogliosa. Come ben sai io sono felice quando riesco a ispirare qualcuno, con un prompt ma anche senza prompt. E poi in questo caso penso tu abbia fatto una specie di miracolo.

Premetto subito una cosa, non mi sono fatta idee particolari su quel che avresti scritto (cerco di non farmene mai prima di leggere qualcosa), ma di sicuro non mi aspettavo niente del genere. Ma il "miracolo" non è questo quanto il fatto che spesso mi sono ritrovata con la voglia di leggere una storia in cui Mike Stamford per una ragione o per l'altra non incontrava John quel giorno al parco. Avevo già letto qualcosa di simile in passato, in cui le strade di John e Sherlock si separavano durante A study in Pink per poi ritrovarsi insieme in futuro, ma mai niente del genere. E credimi che ho urlato nel momento in cui ho capito che avevi scritto qualcosa che io stessa avrei voluto leggere già da tempo. Sono doppiamente felice che tu ce l'abbia fatta insomma.

Mi è piaciuto molto il modo in cui hai riadattato A study in pink. L'episodio lo si sente scorrere durante tutto l'arco della storia, ma in un modo diverso. I dialoghi non sono tutti nell'ordine che conosciamo e i fatti prendono una strada differente, ma non troppo. Perché alla fine il risultato è sempre quello ovvero John e Sherlock che vivono insieme a Baker Street. Il tutto succede in un modo differente e queste differenze rendono il loro rapporto leggermente diverso e ora spiegherò in che senso lo intendo. Prima di tutto lasciami dire che ho amato il modo in cui hai gestito John. Lui è il perno della storia e nella mia testa mi sono figurata le brevi flash incentrate sul suo rapporto con Harriet vedendole come una sorta di prequel di questa. La sua solitudine, il suo non riuscire a riadattarsi alla vita da civile e il rendersi pienamente conto che il suo problema non è uno stress post traumatico, ma il fatto che i campi di battaglia gli manchino. Qui se ne rende conto da solo, arrivando ad ammetterlo. Anche nell'episodio io credo che già lo sapesse ma a fare da reminder c'è Mycroft con il suo implacabile modo di dire le cose, che non lascia mai spazio a obiezioni di sorta. Anche là John lo sapeva, sapeva ciò che provava verso la vita da civile e quel che avrebbe desiderato ma stentava ad ammetterlo. Qui il non incontrare Mike lo porta a una serie di ragionamenti che arrivano a fargli confessare esattamente questo. Il blog stenta a partire, quando John prende il taxi e incontra Sherlock sono passati due giorni dal ritrovamento del cadavere della signora in rosa. Due giorni in cui Sherlock ha fatto scelte diverse riguardo le indagini, in cui si è ritrovato non propriamente accettato da Anderson e Donovan (sempre loro eh... va beh, sorvoliamo sulla loro "simpatia" che è meglio) e in cui proprio John ha provato a far partire questo blog, ma senza avere davvero niente da scrivere. Sembra molto insoddisfatto da se stesso. E a questo punto succede qualcosa. Si incontrano per caso e forse perché questo Dio della Johnlock esiste davvero e magari ha proprio l'aspetto di Mike Stamford, che se non c'è sarà per una ragione! Mi piace il modo in cui si scoprono, piano piano. Sempre più interessati a questo uomo a cui siedono accanto e col quale dividono un taxi. La conversazione a tratti sembra surreale, ma considerato che sono John e Sherlock ovvero persone che ridono sulle scene di un crimine, è tutto perfettamente nella norma. La sensazione che si ha è quella che due persone molto sole si siano finalmente trovate. Fra loro è scattato qualcosa ed è successo in quel modo che vediamo anche nell'episodio. Ovvero con Sherlock che deduce tutta la vita attuale di John e che John che non lo insulta, ma che al contrario lo trova fantastico. Tutto come ci aspettavamo e come in effetti succede. Quel che c'è di diverso è il loro volersi a vicenda. Nella serie c'è Mike che fa da tramite e la sua presenza, il suo muto invito a vivere insieme suona un po' come una legittimazione. Come se entrambi si sentissero più a loro agio a dire di sì perché c'è Mike Stamford, conoscente/amico in comune, che li ha presentati e se lo ha fatto ci sarà un motivo, insomma! Qui John e Sherlock non hanno nulla in comune, se non una passione per l'avventura e le stranezze, oltre che una certa affinità istintiva (perché di quella ce n'hanno da vendere). E quando si trovano si scelgono, anche se non c'è alcun tramite fra loro. La loro decisione di trovarsi e di andare a vivere insieme non è legittimata dalla conoscenza di nessuno, lo decidono perché lo vogliono e questo a mio avviso cambia leggermente i presupposti su cui basare il loro rapporto. Una mutazione impercettibile, ma che nel tempo potrebbe avere un proprio peso e questo mi è piaciuto tantissimo.

Sono davvero felice che tu l'abbia scritta.
Koa

Recensore Master
09/08/19, ore 12:05

Ma la bellezza!
Davvero, la bellezza 😍
Con la prima parte tutto quell'angst mi ha ucciso, ma ovviamente ci sta, perché sì insomma John stesso ha ammesso quanto Sherlock lo abbia salvato, quindi senza di lui me lo vedo così come l'hai descritto.
Poi qualcosa cambia, un incontro, l'incontro che deve esserci, perché diciamoci la verità, sappiamo che le coincidenze non esistono, che l'universo non è così pigro, ma possiamo chiamarlo fato o destino o semplicemente il fatto che l'universo non è pigro ma è Johnlock, fatto sta che loro devono incontrarsi in qualsiasi universo, tempo e dimensione!
E da lì tutto cambia, ho trovato davvero bello il modo in cui hai descritto il tutto.
Convincente e non banale.
Sono proprio felice di averla letta, mi è piaciuta molto. Complimenti ❤️