Ed ecco il primo incontro, la storia, come ho già scritto, ricomincia, con quell’esibizione spontanea di saccenteria da parte di Sh (“…Afghanistan o Iraq?..”) e quel meraviglioso tener testa di John alla raffica di deduzioni dell’altro.
Non è il Bart’s, loro sono un Alpha ed un Omega, ma la magia di ASIP è tornata nelle tue parole, sia pure in un contesto diverso.
Ho letto con interesse tutta la parte dialogata, forse la più delicata, in cui i due si studiano, giocando a carte scoperte e la posta in gioco è la loro vita.
Indubbiamente sono attratti l’uno dall’altro: John ha notato la bellezza particolare di Sh e la sua intelligenza, però penso che, per il momento, il suo interesse verta sul margine d’indipendenza che Holmes è chiaramente disposto a lasciargli e che lo mette al riparo da una serie di situazioni scomode ed umilianti. Il più coinvolto, proprio per il suo carattere difficile sembra Sh, quello che fa la proposta di condivisione porgendo la mano all’altro. Del resto sono convinta che anche nel canone dei Mofftiss quello che ha avuto subito, ed in maniera lampante, il colpo di fulmine sia stato il consulting. John ha dovuto infatti impegnarsi, da quel loro primo incontro, in una dura lotta contro le sue stesse convinzioni e le sue paure per prendere coscienza che quell’uomo così strano era il suo destino.
Una storia, la tua, interessante che invoglia alla lettura.

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Continua il viaggio nei ricordi di John, attraverso le foto dell'album destinato a Sh. Veniamo a sapere che la sua morte avverrà in una data certa perché la legge naturale che riguarda gli Omega prevede ciò. John ha avuto Rosie, quindi, se non ho capito male, dopo vent'anni anni dalla nascita della figlia , deve morire.
Tutto ciò crea intorno allo scorrere delle immagini del passato una grande malinconia ma il fluire del tuo racconto, che presumo troverà la luce nel legame tra Sh e John 
(..., stavano firmando l’accordo matrimoniale..."), ci consola con momenti di efficace energia.
Come la comparsa di Watson al ballo, nel capitolo precedente. Qui siamo proiettati nel tempo in cui John, reduce deluso da tutto e da tutti, ritorna a Londra e s'incontra con il padre. Noto la cura che caratterizza il tuo creare una cornice di credibilità ai fatti che scorrono fitti nelle tue parole.
E così una delle più belle storie d'amore ricomincia in un prestigioso studio d'avvocato. John, succube al suo destino "da riproduzione", tipico dell'Omega, entra come un agnello destinato al sacrificio. Ma anche la postura di Sh manifesta la coercizione di un qualcosa che sovrasta la sua vita: se un Omega è "un utero a due gambe", un Alpha è comunque obbligato a compiere la sua funzione. Sh manifesta il suo disappunto con quel suo guardare il cellulare “in modo irritato” e questa sua insofferenza a Mycroft e alle esigenze delle relazioni sociali la trovo molto IC, sia pure in un Universo così diverso dai canoni dei Mofftiss.
Appare evidente che il fratello maggiore degli Holmes ha programmato per quello minore il suo percorso di “riproduttore”, e lui sia decisamente contrario a qualsiasi forma d’ imposizione.
Sta delineandosi, forse, un contratto matrimoniale che, né l’uno né l’altro, nè Sh nè John gradiscono come “precipitato”, loro malgrado, sulle loro teste, ma il destino è segnato. Si sono incontrati.

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