Recensioni per
Mio amore
di MissAdler

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/12/21, ore 09:21
Cap. 1:

ciaoo cara, eccomi per la seconda parte di scambio.
parto dalle note: spero che quel brutto periodo di ci parlavi ormai sia solo un lontanissimo ricordo.
detto questo, premetto che lo Sherlock della BBC non lo conosco, ma le dinamiche fra lui e John posso immaginarle (Grazie RDJ e Jude Law!!)

quindi immaginare John (ma posso immaginarlo anche col musetto da cucciolino che ha quello della BBC, li conosco entrambi a livello visivo) che scrive questa dichiarazione epistolare allo spigoloso enigatico, magnetico Sherlock è ... waaaaaaaaaaaaaaahhhh (se non l'hai ancora capito, questa è la mia esclamazione fangirlante per antonomasia XD)
e il modo in cui l'ha scritta, doppio waahhhhh
adoro il veroe proprio climax che c'è in quella lettera, come se via via John prendesse più coraggio e con esso più coscienza piena dei proprio sentimenti.
Dall'ammirazione si passa all'amre ver e proprio, disperato aggiungerei.

dal Voi dapprima cerca di passare al Tu ma si tira indietro subito, ma poi lo rifà e da come parla alla fine awww, mi piace pensare che quella lettera alla fine sia stata spedita e che loro possano vivere insieme il loro amore (perché è stra reciproco, suvvia) , magari non proprio alla luce del sole, ma non si può aver tutto ;)

dorei quotartela tutta per quanto mi è piaciuta, ma i passaggi su John che corteggiava la morte e Sherlock che gli ha mostrato la vita e che gli ha insegnato a vedere .. waahhhhhh

complimenti, l'amore che nutri per questa coppia arriva tutto <3

Recensore Veterano
06/02/20, ore 02:05
Cap. 1:

Ciao! I Victorian Johnlock li amo proprio, mi sciolgo quando leggo qualcosa di loro e quindi ho adorato questa fanfiction!
Hai reso piuttosto bene il linguaggio dell'epoca e si percepisce tutto l'amore totale, irresistibile e vero che scorre nei versi di John. In vero, penso sia l'unico possa amare Sherlock in tale modo, in ogni epoca 💗
Mi piace che sia una poesia d'amore in pratica per il suo amato detective, e posso solo immaginarmi la reazione di Sherlock XD

Mi è piaciuto come hai iniziato con amico, per finirlo a chiamare mio amore più volte possibile *.*

Soffiare sul tè per raffedarlo per Sherlock! Sono queste le scene per cui vale la pena leggere 💗

Non centra ma anni fa, avevo scritto anche io una lettera di John x Sherlock in epoca vittoriana, ma era legata ad un racconto e l'insicurezza non me la fece pubblicare 😩

Di nuovo complimenti!

Recensore Master
24/11/19, ore 16:01
Cap. 1:

Penso che sia una dichiarazione d'amore meravigliosa. Splendida, ricca di immagini, trasuda amore da ogni parola che hai scritto.
Dall'uso delle cancellature, a quello della scelta del voi (così giusta per l'epoca vittoriana), dalla dichiarazione appassionata "Voi, straordinario, incedibile, ultraterreno e sovrumano. Non Vi ho mai amato tanto, come quando infine ho compreso che eravate solamente un uomo."

Non c'è frase che non esprima un amore reverente e sconfinato, che va oltre qualunque convenzione.
"Voi dite scienza ed io vedo miracoli. Voi lo chiamate genio ed io sento che è magia." Quando si dice che la bellezza è negli occhi di chi guarda è vero. John qui interpreta ogni azione di Sherlock con una vera e propria reverenza, come se fosse l'unico punto fermo in un intero universo.

Ho adorato quando dici che nonostante la moglie fosse appena morta comunque sapeva di non essere solo, perchè Sherlock era con lui: un sollievo colpevole, perchè non è giusto sentirsi così, ma il sentimento è irrefrenabile, perchè l'amore che prova per lui è più forte persino di quello per la moglie.

La conclusione, in cui John chiede di far parte di quella vita, promette di non allontanarsi mai più, potrebbe essere una poesia a se stante, ma è la conclusione degna di tutto quello che è stato scritto finora. La menzione alla musica che mette ordine, e al linguaggio che si crea in una coppia, quelle parole speciali, segrete, private, che gli altri non capiscono, e che fanno di una relazione qualcosa di unico.... beh questo è meraviglioso.

Mi sono un po' commossa.
Credo che sia una delle lettere d'amore più belle e appassionate che io abbia mai letto.

Recensore Junior
04/11/19, ore 17:37
Cap. 1:

Vengo ad esprimere anche qui la mia gioia per questo testo divino. Ho decisamente un debole per l’ambientazione vittoriana. Probabilmente non è l’ambientazione in sé, quanto il gergo utilizzato e lo stile lirico e “pomposo”.
Ammetto di aver letto il testo appena l’hai pubblicato, e oggi l’ho riletto con molto piacere. Se la memoria non mi inganna c’era un termine legato alla tecnologia più recente, come “formattare” o qualcosa su questo genere, ma non l’ho ritrovato. Quindi le cose sono due, o l’hai corretto, o mi sto confondendo. Nel primo caso la trovo una scelta migliorativa, perché appunto sarebbe stato un termine anacronistico avendo ambientato l'azione nell'800.
Per il resto cosa dirti se non che mi sono emozionata molto! John mette letteralmente a nudo la propria anima e in questo modo colpisce la mia.
Watson compone la lettera e me lo immagino ad accartocciare un numero infinito di fogli prima di cominciare a scrivere anche una sola frase di senso compiuto. Anzi, sicuramente avrà rimandato per giorni anche il solo fatto di sedersi ad una scrivania con penna e foglio alla mano. In cuor mio spero che alla fine queste parole siano arrivate a Holmes. Ma già alcune prese di coscienza da parte di John sono molto significative e promettono bene.
Innanzitutto c’è il fatto che il dottore ha sofferto per la morte di Mary ma non ne è rimasto distrutto come quando è venuto a mancare Sherlock in quei due anni. La differenza sta sì nel fatto che questa volta non era davvero solo ad affrontare il lutto, ma a parere mio anche nel tipo di rapporto che stava vivendo con Mary: era un matrimonio già bello che naufragato il loro. E mi viene in mente il collage che hai creato tu stessa: Watson due anni dopo la scomparsa dell’amico, con un muso lungo e il cuore spezzato; lo stesso uomo circa dieci mesi dopo aver sepolto la moglie che prosegue tranquillamente il proprio percorso di vita con Rosie e Sherlock.
Questa lettera cronologicamente potrebbe non collocarsi così avanti nel tempo, a quell’immagine di un John sereno dieci mesi dopo. Oppure si, ma resta il fatto che non ha ancora davvero chiarito con Sherlock. Non gli ha chiesto perdono per tutto quello che gli ha fatto. Certo che se ne sono fatto di male a vicenda. Sono degni l’uno dell’altro xD.
Mi ha fatto molto sorridere che Watson provi a darsi un contegno: comincia usando il voi e dicendo “mio caro amico”, passa a rivolgersi all’altro con “mio amore” e cerca di mantenere ancora il voi, fino a cedere del tutto usando il tu.
Un passaggio che ritengo molto importante è quello sulla guerra. Avendo io stessa scritto delle cose riguardo John reduce da questa esperienza, apprezzo molto vedere che interpretazione ne danno le altre persone. Sembra che Watson si sentisse adatto solo in mezzo alla battaglia, un mostro tra i mostri; una volta tornato a Londra Sherlock è stato l'unico in grado di fargli apprezzare di nuovo la vita e farlo sentire veramente a casa.
L’ultima parte è chiaramente una dichiarazione d’amore. John vuole poter essere davanti, dietro e al fianco di Sherlock. Questa è poesia e sentimento. Dovresti prenderti le tue responsabilità e rifornirmi di una vagonata di kleenex, perché con le tue storie finisce sempre a questa maniera. Pure senza angst, pensa un po’.
Mi auguro che l’ispirazione ti colga in questo modo anche altre volte, nonostante i momenti no. Soprattutto nei momenti meno felici, per aiutarti a superarli, e affinché anche noi possiamo godere di racconti del genere.

Recensore Master
27/10/19, ore 19:31
Cap. 1:

Ciao ^^ Eccomi per lo scambio!
Ho un rapporto un po' strano con i Johnlock: mi piacciono e non mi piacciono XD. Comunque, visto che li conoscevo e tu avevi molte storie su di loro, sono passata a vedere ^^
Questa lettera è scritta in modo magistrale, è molto intensa e poetica. I sentimenti di John sono espressi in maniera chiarissima, per quanto lui stesso riesca ad esprimersi chiaramente. La morte di Mary mi aveva sconvolta, non tanto perchè mi piacesse il personaggio, ma perché è arrivata all'improvviso. Tuttavia, questo ha riaperto uno spiraglio per i Johnlock, come lo stesso John capisce qui. Non che non tenesse a sua moglie, ma capisce di essere innamorato di Sherlock e di voler stare con lui, indipendentemente da tutto e da tutti.
Mi piace che tu l'abbia ambientata nell'epoca vittoriana, è il contesto in cui li preferisco sinceramente XD. Mi piace pensare che John abbia avuto il coraggio di dare a Sherlock questa lettera, o magari che gli abbia riferito il suo contenuto di persona, e che lui abbia accettato e ricambiato i sentimenti del dottore (sempre alla maniera di Sherlock, ovviamente XD).
Spero di poter leggere altro di tuo, hai davvero un bello stile ^^ .
Baci, pampa

Recensore Master
28/09/19, ore 17:14
Cap. 1:

Cara,
sto corteggiando questa storia da giorni e finalmente, nel mio giorno libero, passo.
Ho così tante cose da dire, nei riguardi di questa shot anzi, di questa lettera.
Prima di tutto adoro il fatto che tu abbia scelto di collocarla in un tempo diverso, anzi, nel vero tempo dove i nostri due amanti/amici/fratelli sono nati. Un post season4 che, visto con questa poetica, con questa delicatezza, mi ha letteralmente sciolta.
Mi ha sciolta il fatto che vi sia così tanto dei pensieri di John nei riguardi di Sherlock, di ciò che l'uomo ha fatto per lui e di cosa è riuscito a esorcizzare e cosa gli ha donato.

Raggiungibile, se solo non V'avessi odiato così tanto, perché accettare di amarvi sarebbe risultato troppo semplice

Ecco, questo passaggio mi ha fatto perdere un battito. La mera consapevolezza di amare, ma amare chi? Una risposta troppo semplice e a una domanda troppo complessa. L'amore è complesso, ma a volte è davvero semplice e allo stesso tempo doloroso, ammettere di provarne. Questo Watson va per gradi. Inizia celando dietro a frasi cancellate cose che pensa, cose che forse non riesce ad ammettere nemmeno a se stesso, finché non arriva a cambiare, mutare ammettere parti di sé, tra cui quei cambiamenti che Sherlock gli ha permesso, al fatto che abbia accettato di lui ogni difetto; lui, Holmes, che agli occhi di Watson non ne ha... e che, infine, definisce come un uomo, e non più la macchina, il luminare, il cinico. Sherlock è un uomo, un uomo come lui.
E poi il cambio dell'irriverenza, che dal Voi passa al tu, più intimo e sofferto di tutti. Un John che si lascia andare allo scorrere delle parole e dei sentimenti, che alla fine ammette anche a se stesso cosa prova... perché, dopotutto, Holmes gli ha ridato troppe cose tra cui la voglia di vivere di nuovo. E questo chiude una shot – una lettera, letteralmente perfetta e passionale che non dimentica la malinconia e le paure. Per questo non pecca di intensità e umanità.
Mi lasci sempre senza parole mia cara, e tornare da te è sempre un piacere ♥
A prestissimo e grazie per le emozioni ♥
Miry

Recensore Master
27/09/19, ore 18:52
Cap. 1:

Cara MissAdler,

è stupenda questa shot e ora ti dico perché. Anzitutto, è un Victorian!Age particolarmente aderente al contesto e al periodo. È un carteggio, quello di Watson. Una serie di minute che non sappiamo se John invierà davvero, magari tenute dentro uno di quei contenitori in pelle da tenere sulla scrivania. Il registro all’inizio è formale, quasi rigido, sebbene il romanticismo pervada intensamente già le prime righe. Alcune correzioni rivelatrici e il proseguo delle missive segnano un avvicinamento: John prende il coraggio a due mani e il suo linguaggio, coerentemente, si fa sempre meno impostato finché dal voi si passa al tu, in un corteggiamento/confessione che non solo esplica quanto Sherlock sia importante e come l’amore si mescoli all’ammirazione, ma anche tutto il percorso della vita di Watson, medico in Afghanistan a inizio Novecento.

Di nuovo c’è realismo: le competenze mediche del tempo prevedevano che, soprattutto sui campi di battaglia e per evitare casi di cancrena e di setticemia gli arti venissero amputati, laddove necessario. Lessi un libro, anni e anni fa, che parlava della vita di un medico durante la guerra civile americana e nella disperazione di riscoprirsi macellaio ho rivistoi l tuo John. Ovviamente non manca Rosie/Rosamund e l’idea di una famiglia anelata e cercata dopo Mary, che non viene bruscamente cancellata dalla vita di Watson, ma rappresenta una parentesi dolorosamente chiusa – Mary è morta e c’è il dolore per la sua perdita nella penna di Watson, ma è un dolore contenuto, virile, adulto, che colpisce nella sua compostezza, anzi, per la sua estrema dignità, sebbene andando avanti nel testo si scopra come quella di John sia una vera dichiarazione d’intenti, come quando esprime la volontà di poter discorrere con Sherlock di un tè quotidiano, di cose di nessun conto, all’interno di una pace domestica che l’uomo deve ritrovare anche per la propria figlia.

L’ultima parte è Catullo col suo Carme 5. John propone a Sherlock un linguaggio tutto loro da inventare, che confonda gli altri, così come Catullo prometteva a Lesbia di non contare i baci che si sarebbero scambiati. Un mondo isolato che si riduce a una tana, un gioco segreto di cui è partecipe solo Rosamunde e da cui vengono scherzosamente isolati gli altri componenti della famiglia (Lestrade, Mycroft, la Hudson). È bellissima tesorA!
Un abbraccio e a presto, l'ho ADORATA.
Shilyss ^^

Recensore Master
19/09/19, ore 23:12
Cap. 1:

Hei ciao^^
Mi piace molto come hai costruito questa ff. Un flusso di pensieri incessante, intervallato da quel he "errore" (mi riferisco alle parole cancellate) a creare una lettera ancora più vera e carica di sentimento. Una ff molto introspettiva senza essere retorica. Mi piace molto l'ambientazione storica perché col distacco creato dal "voi" le parole risuonano ancor più cariche d'amore in un piacevolissimo contrasto.
Complimenti, bellissima, come tutte le tue ff d'altronde.
Baci baci
Béa

Recensore Master
19/09/19, ore 16:16
Cap. 1:

Ciao carissima!
È veramente un piacere tornare a leggerti, so già di ritrovarmi perduta tra parole meravigliose quando passo da queste parti, e di certo questa storia non rappresenta un’eccezione <3
Ahhhh una Victorian!AU *_* Signora mia, lei sfonda una porta aperta con la sottoscritta. L’ho adorata, dall’inizio alla fine: è stato come fare un viaggio nella mente ma, soprattutto, nel cuore di John, che per la prima volta nella sua vita si mette a nudo, cerca di fare chiarezza nel groviglio di emozioni che gli si agita nel petto fino a districare infine la matassa, dando al sentimento che sente nascere – o forse sarebbe meglio dire “consolidarsi”, poiché in realtà è nato da tempo nel suo cuore – l’unico nome possibile, l’unico degno. Quell’amore mio, posto all’inizio di ogni lettera, è un’invocazione ma anche una resa, un inchino davanti alla forza del sentimento che lega John a Sherlock, che li rende parti di uno stesso destino. Sherlock appare nitido attraverso le parole di John, che quasi lo idolatra, ne fa il suo altare: è un’immagine di Holmes piena di luce quella che ci restituisci, laddove proprio le pulsioni autodistruttive di John si dissipano dinnanzi alla fiamma di vita che il medico e soldato sente bruciare dentro sé quando è accanto a Sherlock.
Si percepisce tutto l’amore che Sherlock è stato in grado di suscitare in John, ma anche tutta la sua sofferenza, perché per anni quest’ultimo non è riuscito – o non ha voluto – fare chiarezza in se stesso né arrendersi a questo sentimento. Certo, c’è un’altra questione da considerare, ovvero che, per l’epoca, un amore come il loro non era nemmeno concepibile. Eppure John sembra trovare dentro sé la forza di lottare per questo amore, perché in fondo ciò che conta è poter stare vicino a Sherlock, magari di nascosto agli occhi della gente ma a viso aperto fra loro. John vuole riempirlo di attenzioni, mostrargli a gesti, più che a parole, quanto Sherlock sia importante per lui. L’amore è fatto anche di questo, di piccoli gesti e quotidianità, ed è proprio quello che John vuole dare a Sherlock. Vuole viverlo, intensamente, fino in fondo. È una cosa bellissima.
Sono contenta che tu alla fine abbia deciso di pubblicare questa splendida lettera d’amore, e a proposito non mi viene in mente modo migliore per celebrarne la bellezza se non attraverso le parole di Roberto Vecchioni: solo chi non ha mai scritto lettere d’amore, fa veramente ridere
Complimenti mia cara, come sempre <3
Un bacione e a presto :*

padme

Recensore Master
16/09/19, ore 20:01
Cap. 1:

Ciao, sono davvero contenta di ritrovare un tuo lavoro già così presto. Può sembrare sciocco, ma scrivere è terapeutico in qualsiasi occasione e farlo è sempre un bene. In questo caso sono ancora più contenta che tu abbia scelto di condividere quanto hai scritto anche con noi e per due ragioni. La prima è che ormai adoro tutto ciò che scrivi e quindi qualsiasi cosa scritta da te è sempre ben accetta, e poi perché qui stiamo parlando di victorianlock. Ovvero i nostri eroi in epoca ottocentesca, nel periodo di Conan Doyle in persona. Ce ne sono sempre troppo poche di AU del genere in questa sezione, io mi rifugio spesso nella sezione libri per cercarne. Ma fa piacere il trovarne anche qui. Specie di questo genere.

La forma a diario mi è particolarmente cara, in quanto in passato l'ho usata anch'io. Si tratta di un modo di scrivere parecchio complesso, c'è la prima persona e il narratore si rivolge a un qualcuno di molto preciso. Quindi ci sono diversi fattori da tenere in considerazione. Primo fra tutti il rapporto fra i due e poi il linguaggio. Qui abbiamo Watson che parla. Un John simile a quello che conosciamo, ma molto diverso rispetto al corrispettivo contemporaneo. A cominciare dal linguaggio o dalla caratura sociale, che nello Watson di Doyle era meglio definita in un livello sociale medio-alto. Quindi stiamo parlando di un uomo colto, con un linguaggio forbito e che si ritrova a scrivere all'uomo che ama in un'epoca nella quale non poteva permettersi nemmeno di pensarlo, figurarsi di dirlo ad alta voce. Insomma, non è facile ma tu ci sei riuscita alla grande e non avevo dubbi. L'ambientazione è, per assurdo, post quarta stagione. Nel senso che tiene conto di tutti i fatti avvenuti lì. La sola differenza è che siamo nell'ottocento. Un dettaglio che non mi è sfuggito e che anzi mi ha colpita particolarmente mentre leggevo perché è insolito traslare la stagione così com'è in un'epoca differente. Hai fatto bene perché così facendo non hai avuto bisogno di inventare fatti differenti, ma ti sei bastata su qualcosa che c'è già. Insomma, brava.

E poi ovviamente ci sono i contenuti e questa caratterizzazione di John che viene fuori perfettamente da una lettera all'altra. Con Sherlock che arriva invece di riflesso, ma che c'è nei pensieri e nel cuore di John in un modo che non lascia spazio a fraintendimenti. Sherlock vive attraverso le sue parole, in queste tue lettere. Nel dolore che manifesta, in quello che prova. Nell'amore che nutre per lui e che pian piano cresce. Diventa maturo e consapevole, fino a sfociare in una vera e propria relazione sentimentale. Le lettere in questo lasciano intuire più che raccontare, quella che ci fai non è una cronaca dettagliata di quanto accaduto. Ci viene raccontato quelli che sono i desideri di John, ciò che vorrebbe da Sherlock. Vivere con lui, avere un amore solido. Amarlo, magari non alla luce del sole ma farlo onestamente. E lo spiega, ce lo fa capire attraverso le piccole azioni quotidiane come prendere il tè o risolvere casi insieme. Insomma, questo è uno Watson che cresce. Dopo la morte di Mary matura e diventa un'altra persona. Si distacca dal John distruttivo che è diventato dopo la morte della moglie, e ci riesce grazie a Sherlock e all'amore che nutre per lui. Una storia molto positiva, che parla di cambiamento e che racconta che alla fine l'amore, quando c'è, in un modo o nell'altro trionfa sempre. Un po' di fluff ci vuole davvero ogni tanto, se poi è raffinato come questo è ancora meglio.

Di nuovo complimenti, spero di ritrovarti presto.
Koa

Recensore Master
16/09/19, ore 19:35
Cap. 1:

Corteggiavo la morte e Voi mi avete fatto amare la vita.
Iniziò citandoti questa frase di questa MERAVIGLIOSA STORIA. Volevo andare avanti con la long, ma credimi, a questo non ho potuto resistere. Io AMO visceralmente l'epoca vittoriana (e infatti amo Sherlock Holmes e l'abominevole sposa), quindi questa storia mi chiamava. Ma io sono innamorata, davvero. Adoro gli scambi epistolari, sono intimi e permettono di capire ciò che il personaggio vuole dirci. E qui ciò che John vuole dirci, è arrivato forte e chiaro. Una lettera, una dichiarazione d'amore verso Sherlock, parole cariche di sentimenti e significato che sicuramente mi hanno fatto fremere l'anima. Penso che se qualcuno mi scrivesse una lettera del genere, me lo sposerei seduta stante. Hai ripercorso dei momenti importanti della serie, ma in questa chiave ottocentesca, che secondo me dà a tutto un qualcosa di più romantico (oppure sono io dall'animo troppo romantico). In questa lettera John mette per iscritto tutto ciò che non è mai riuscito a dire, le sue scuse, infierisce sulle loro differenze, facendo notare quanto meraviglioso sia tutto ciò, e poi il suo desiderio di tenerlo a sé, di poterlo chiamare "Amore", di potersi costruire un futuro insieme. Conoscendo Sherlock, penso che si sentirebbe male davanti ad una dichiarazione del genere, della serie che il cervello gli si scollega per sempre. E' uno scritto dolcissimo, molto profondo e intimo. Devi essere fiera di questa os (anche se capisco il senso di insoddisfazione), perché mi ha fatto battere il cuore. L'ultimissimo paragrafo poi... ma io me lo tatuo... cioè, è bellissimo. Non trovo altro termine. Sono molto felice di averla letta <3

Nao

Recensore Master
14/09/19, ore 23:02
Cap. 1:

Ho la lista delle “Storie da recensire” che è un papiro quasi senza fine ma di fronte a questa tua ultima storia ho sovvertito le mie abitudini di lasciare delle osservazioni spulciando tutti gli arretrati.
Questo perché mi sono trovata immersa in un’atmosfera così intensa che non ho potuto archiviare il tuo pezzo per riprenderlo in seguito.
Continuo ancora a sorridere vacuamente da sola se ripenso all’ultimo capitolo del tuo splendido “Your guardian…”, pertanto la curiosità di scoprire cos’altro avessi scritto, al di fuori della long in questione, mi ha catapultato qui.
E, come ho detto sopra, fin dalle prime frasi mi sono trovata nel calore e dell’abbraccio di una persona amata, nella magia dell’innamoramento e della scoperta di quanto possano essere incomparabili le emozioni che accompagnano l’espressione di un amore.
Soprattutto se si tratta di un sentimento contrastato da mille ostacoli, costituiti da paure, malintesi, slanci troppo a lungo repressi, frustrazioni.
E qui c’è tutto questo ed anche di più.
Già è molto interessante ed originale il collocare questo post S4 nell’epoca vittoriana, operazione che hai davvero portato a termine in modo eccellente, a cominciare dal registro stilistico che è coerente con lo stile e i modi che regolavano le relazioni sociali nell’ epoca in questione.
La lettera che John scrive è un meraviglioso crescendo d’intensità.
Infatti si passa da un approccio quasi timido e rispettoso delle convenzioni e dei modi comunicativi un po’ ingessati, per sfociare nell’impetuosità e nel travolgente calore di una dichiarazione così appassionante che lascia chi legge, almeno questo è il mio caso, nel dispiacere che sia finito il testo a disposizione. Sì, perché ciò che scrive Watson ha la forza di chi ha deciso che, finalmente, tutto quello che gli anni sembravano aver sopito e reso muto deve trovare la via d’uscita verso la luce, verso la persona amata.
“…La Vostra magia. Quella che mi ha stregato, trasfigurato e salvato…”: scusa, se trascrivo una tua intera frase, ma mi sembrava di ridurne la carica espressiva cercando di riassumerla con le mie parole. Le tue, infatti, sono preziose, loro stesse magiche. E qui hai usato il termine “magia” che ho trovato davvero rappresentativo della forza e del magnetismo della figura dello Sh BBC che hanno legato a sé moltissimi di noi, oltre, ovviamente, John Watson.
Nell’immergerti nell’atmosfera vittoriana, per raccontare la dichiarazione di John, che, più che un semplice discorso rivelatore, è un meraviglioso fiume in piena di sentimenti ormai incontenibili, hai saputo mantenere l’IC dei personaggi, anche di Sh che è indirettamente presente attraverso le parole del suo “conduttore di luce” (amo molto chiamarlo così). Così riviviamo la magia di quell’abbraccio, visto con i nostri occhi che luccicavano, in TLD tra i nostri due, stremati dalla vita e dal dolore ma, indubbiamente, legati per sempre.
E colgo con emozione il passaggio dal “Voi” al “tu” che John compie nel chiamare Sh con il suo vero nome di “Mio amore”.
Chiudo queste osservazioni con, negli occhi della mente e del cuore, quell’immagine intensa e bellissima dei capelli “scompigliati” di Sh che “riflettono la luce delle stelle”.
Grazie di esistere, complimenti.