ECCOMI QUI.
ECCCCCCCCCCCCCCCCCOMI QUI. ♥
Premetto.
Lo sai che odio Paolo Bianchi. Lo odio per tantissimi motivi, e non starò qui ad elencarli tanto sai pure quelli. Ma cazzo. Fattelo dire Cri. Questa è una delle storie più belle, anzi, LA PIU' BELLA che io abbia mai letto su di lui. Perché io bazzico in questo fandom da secoli, ormai, e Paolo è sempre stato dipinto in una maniera che non mi ha mai fatta impazzire - anzi, il più delle volte mi è parso anche piuttosto superficiale.
Addentrandoti in una sua ipotetica dimensione dell'infanzia, per un attimo lo hai saputo, ai miei occhi, trasformare in un tipo davvero affascinante.
Un tipo affascinante e, come scrivi nelle prime righe, non proprio un fan dell'autunno e dell'inverno brutto cane fetente che sei, FiDaO, non andremo mai d'accordo grrr. Ho A D O R A T O come viene descritto il suo malumore, i fattori ad esso legati, ma soprattutto, ho stravisto quando si mette ad agitare le gambine sotto il banco, little terremoto ♥, non so, mi sembra proprio il genere di cosa che farebbe - che farebbe pure ADESSO, secondo me. Paolo ai miei occhi mi pare competitivo ed egoista, ma anche dotato, in un certo senso, d'un anima molto libera e libertina: il tipo di bambinello che scorrazza arrogante per le calli senza fregarsene di niente e di nessuno. Solo, ma felice. Sperando ci sia l'acqua alta come adesso, perché tanto FiDaO è altro un metro ed un cazzo in barattolo quindi andrebbe giù subito, per mia gioia, BUAHAHAHAH.
"Quelle stagioni erano sinonimo di scuola, freddo, bagnato, scuola", ho riso tantissimo quando hai rimarcato SCUOLA, per lil FiDaO è un incubo ahahah.
"«Guarda qua che sciatteria» gli diceva con disapprovo, indicandogli il materiale scolastico con la mano «ma che figura te fè, a scóea?¹». E lui sbuffava, stanco di quella solita e ripetitiva lagna, talvolta beccandosi occhiate che erano peggio di schiaffi in pieno viso o ciabatte volanti", e qui hai tutta la mia approvazione, per due motivi:
1. il REALISMO che traspare.
2. L'utilizzo del dialetto, un elemento così tradizionale, così bello, eppure tanto sottovalutato: permette ancora più facilmente al lettore di immedesimarsi in Paolo, nella sua vita, nella zona in cui è cresciuto e nell'ambiente caldo, semplice di casa sua - e di sorridere, anche ♥ -, sono i dettagli che più amo e con questo hai fatto breccia nel mio cuore.
E sì, finalmente Paolo tra Goleador, divani del nonno e colle che cadono dal banco ottiene il suo riscatto di infelice ribellino: uscire e andare a giocare a calcio.
Lì, sul campetto, libero delle raccomandazioni noiose ed inutili di mamma FiDaO00O faresti bene ad ascoltarla, la mammina, perché ti sto aspettando dietro l'angolo d'una casa con un coltello veh, dove il freddo lo morde e gli violenta i guanciotti, lil Meteora Bianca è il moccioso più felice della terra, e sì. Si respira da dio l'aria fredda che aleggia sul campo, le corse sull'erbetta, le felpe, l'umidità, è davvero una scena d'impatto.
Come d'impatto è la strigliata della mamma quando torna tutto sporco.
E forse, a viverli, questi momenti potevano avergli fiaccato tante volte l'anima. In fondo a chi non demoralizzano i pomeriggi uggiosi...? Ma ora che è grande, ora che ha diciotto anni, che quel tempo è passato e non tornerà più, Paolo ha cominciato a guardare a quei momenti in maniera molto diversa. Più matura, certo.
Ma con la consapevolezza di aver vissuto meravigliosi istanti, che fosse per le sgridate della mamma, che fosse per le goleador sedative, per gli scatti delle gambe sotto il banco, le felpe durante gli allenamenti al freddo, che importa? In fondo, tutte queste cose, tutti questi elementi, non hanno fatto un po' parte di lui? Non lo hanno reso quello che è diventato ora?
Questa frase è stupenda.
"Non aveva più fretta arrivasse la primavera o, ancor meglio, l'estate. Forse era questo che significava crescere: sviluppare una pacata affezione per ciò che da piccoli si detestava, dalle cose più infime a quelle come le stagioni, che di certo non si curavano delle lagne dei bambini, e bussavano regolarmente alle case delle persone per annunciare il loro irrimediabile arrivo, benvenute o meno, ma che sicuramente portavano con loro un dritto e un rovescio della medaglia."
Ed è vero. E' cresciuto, è cambiato. E ora, a quei momenti, non può che associare splendidi valori.
Potrei definire questa storia un piccolo specchio di quello che viene definito un "romanzo di formazione", ma a pensarci bene, non è all'altezza della fanficion. E Paolo... non potevi scegliere personaggio migliore, per scrivere cotanta meraviglia. Ti prego Cri, portane altre così. TI PREGO.
Adesso vado, che devo studiare e qui stanno annegando tutti D:
grazie per questa splendida storia.
Ti voglio tanto bene, lo sai.
XoXo
Lila |