Recensioni per
Il tempo passa, la Johnlock resta
di OneNight

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
05/10/19, ore 23:54

Awwww, salve😍😍😍😍 ma questa piccola drabble è bellissima 😍 Mi sono definitivamente innamorata delle ultime due frasi: sono poesia pura, veramente, e non solo nelle immagini che evocano (che sono ugualmente stupende) ma anche nella musicalità della frase. Non so se è stato voluto o meno, ma gli accenti cadono in modo da dare un ritmo bellissimo, e si sente tutto. Sarei curiosissima di sapere che cosa dicesse il prompt, ma se è ancora da tener segreto mi terrò la mia curiosità (non so esattamente come stia funzionando il regolamento in questo senso🙈🙈)
È bello trovare piccole chicche di poesia di tanto in tanto nel Fandom, la realtà materialista è sempre sopravvalutata 😂😂
Vado a leggere la seconda drabble,
a presto
Vedra

Recensore Master
04/10/19, ore 23:19
Cap. 2:

Un pezzo, questo, decisamente diverso dal precedente, un altro mondo, un altro stile. E qui, secondo me, emerge netta la tua bravura anche nell’adattare il tuo modo di scrivere al contenuto.
Mentre in “Il mare…” le parole scorrevano fluide e leggere, ariose, solari, proprio come ciò che, di bello, volevi condividere con noi, qui è tutto diverso.
Fin dal titolo, secco proprio come il suono di uno sparo. Improvviso, protagonista malefico del silenzio. Il tuo stile narrativo si rapprende in frasi brevi che si succedono rapide, senza lasciare il tempo ad una sosta emotiva per far allentare la tensione che scorre come un’energia irrefrenabile nel testo della ff.
Ed è proprio un proiettile, uno per tutti gli altri, un’idea, insomma, di proiettile, quello che trapassa veloce nella ff e ne diventa un tragico e sinistro filo conduttore. Inizi con quello che ha ferito John durante la guerra in Afghanistan, cambiandogli completamente la vita: prima rendendolo un triste e sconfitto congedato per invalidità, poi innestando tutto il concatenarsi di eventi che hanno reso possibile il fatidico e casuale incontro con Sh.
In seguito, il proiettile diventa quello che viene sparato da Mary, freddamente e cinicamente, con una precisione chirurgica ed, a tal proposito, io sono convinta che lei volesse proprio uccidere il consulting. Per John era l’occasione di dare un senso alla propria vita, cancellare la rabbia nei confronti di chi era ritenuto da lui colpevole di averlo lasciato indietro ancora una volta con un finto suicidio, ma, come giustamente gli fai dire tu “…Ci mancò il coraggio…”.
Con un altro, angosciante “Bang!”, finisce il triste viaggio nei ricordi e comprendiamo di ritrovarci a guardare un John disperato, assediato dai rimpianti e dai sensi di colpa. Lo immagino, evidentemente ci troviamo al tempo della S4, dopo la morte di Mary ed il pestaggio di Sh nell’obitorio dell’ospedale di Culverton Smith, con una pistola in mano, a fissarla quasi affascinato. Attratto chiaramente dall’apparente facilità che l’ammazzarsi così, fulmineamente, possa risolvere ogni cosa, rinunciando così al tentativo di riprendere in mano la propria vita.
Io mi trovo, a questo punto, di fronte ad un bivio che si mostra dopo il tempestivo intervento di Sh. A questo proposito ti faccio i miei complimenti perché, il dialogo tra i due, è di un’intensità veramente emozionante in quanto, con poche, lapidarie parole, hai espresso il significato della Johnlock che è quello di un grande, disperato amore.
Parlavo poco prima di “bivio”. In effetti tu hai lasciato aperto ed indistinto il finale della storia. Non è espresso chiaramente se quel colpo sia stato sparato o no, perché, in entrambi i casi, la vita dei mitici due di Baker Street, comunque, sarebbe cambiata. In un senso o nell’altro.
Ovviamente, da fedele johnlocker quale sono, mi piace pensare che le meravigliose parole di Sh abbiano fermato il progetto autodistruttivo di John riportandolo alla realtà di una nuova possibilità di vita, sicuramente, e finalmente, alla luce del sole, dopo anni di paure, di sguardi nascosti e rivolti fintamente altrove, di fraintendimenti devastanti.
Bravissima, davvero.

Recensore Master
03/10/19, ore 23:45

Innanzitutto permettimi un’osservazione sul titolo dell’evento che non è affatto banale perché è proprio quello che sta succedendo nella mia testa. Dalla prima fantastica Stagione BBC sono passati nove anni, tanti certo, ma ogni volta che leggo tutte le vostre interpretazioni del legame speciale tra quei due, mi rendo conto che l’argomento mi è sempre gradito. Come esplicita il tema in questione “…la Johnlock resta…”, è un’affermazione su cui sono perfettamente d’accordo.
Vedo che le indicazioni cui fanno riferimento le tue due ff, sono molto precise e delineano con estrema precisione i confini entro cui le tue storie dovranno svilupparsi.
Quello che riguarda la prima, l’ho trovato molto solare, positivo. Non sono un’appassionata delle teenlock, ma ciò che hai scritto ha un fascino particolare. Innanzitutto, in poche parole hai concentrato tutto il fascino di un incontro che sarà per la vita, e questo concetto lo fissi definendo “affini” le due anime che si trovate così necessarie l’una all’altra.
Poi è necessario soffermarsi sullo stile che hai usato, secondo me di una qualità decisamente superiore anche alle tue storie precedenti che, pure, sono molto valide e te l’ho sempre fatto notare ( anche se mi sembra me ne manchi qualcuna da recensire, devo controllare).
Qui, ripeto, voli nella poesia con una leggerezza ed un’efficacia narrativa che mi hanno subito colpito.
La tua definizione di Sh come “creatura dell’aria” l’ho trovata veramente originale e rappresentativa di ciò che è l’essenza del personaggio, cioè di un essere dal fascino magnetico che non è precisamente incasellabile in categorie ben definite. Certo, come dici tu, appartiene all’aria, a ciò che non si può imprigionare. I colori e le sensazioni che lo connotano, infatti sono riconducibili alla luminosità ed alla trasparenza di ciò che ci circonda e sembra invisibile ma non lo è. A ribadire questo concetto ci fai vedere dei mulini a vento sulla collina e sono elementi, questi, che, almeno a me, trasmettono serenità e calma. Siamo in AU, ma quegli “occhi color del cielo” che “guizzano sulle pagine” richiamano alla mente subito Sh e la sua caratteristica, tra le altre, di muovere velocemente gli occhi, quasi a voler incamerare informazioni il più possibile, velocemente. Dunque IC, senza dubbio.
Altro splendido protagonista di questa fic è, ovviamente, John che tu rappresenti come espressione della forza e della vastità del mare, luminoso, colorato. Significativa la scelta di fargli indossare un costume rosso brillante (giusto?), di fargli portare sottobraccio un pallone da rugby e di dotarlo di occhiali da sole che un certo fascino un po’ misterioso lo evocano sempre.
E veniamo a sapere che il ragazzo che sta leggendo, ho dato per scontato che sia Sh, ovviamente, si sta in realtà annoiando e sta cercando nei libri un qualcosa che gli manca, che gli crea un vuoto interiore. Ci fai capire che il rimedio, che risveglierà il suo cuore, sarà proprio il “giovane atleta” dai “capelli dorati”. Tutto IC, anche se in un’altra dimensione temporale.
Un pezzo veramente singolare, questa tua ff, delicato e travolgente allo stesso tempo. Bravissima.

Recensore Master
02/10/19, ore 09:03
Cap. 2:

Ciao di nuovo, mi fermo a lasciarti due parole anche per questa drabble e la prima cosa che noto è quanto diversa è l'atmosfera in questa seconda che hai pubblicato. Direi che è radicalmente diversa rispetto alla precedente, in cui prevalevano toni chiari e luminosi. Qui siamo sul cupo, l'atmosfera è scura e sa di morte. Il filo conduttore non è un primo incontro sulla spiaggia come per l'altra, ma un proiettile. Un proiettile che viene sparato e che va a ferire, che vuole uccidere. La morte che come un filo unisce le esistenze di Sherlock e John fin dall'inizio, fin da prima del loro incontro. Sembra essere inevitabile e che andrà sempre così, sembra che finirà malissimo e che alla fine la morte segnerà l'intero corso del loro destino. Già lo ha fatto, con quel proiettile nella spalla, in Afghanistan e poi con quello che Mary ha sparato a Sherlock (e io ci aggiungerei anche quello al tassista e a Magnussen, ovvero quando loro hanno ucciso per proteggere, per difendere chi amavano). Non è chiaro dove si arriva con l'ultimo passaggio, con questo dialogo appena accennato in cui è evidente che è John ora a guardare la canna di una pistola. Posso presumere che ci troviamo dopo la morte di Mary, dopo la fine della serie. Una fine della serie nella quale John non è affatto tornato quello di sempre, non è spensierato e felice ma finisce col guardare la canna di una pistola e chiedersi come sia morire. Desidera venire inghiottito dal nero che vede. Eppure non succede, ho temuto il peggio lo confesso ma proprio in quel momento irrompe Sherlock. Che forse sapeva, forse aveva intuito non so. Ma di sicuro arriva e salva baracca e burattini. E poi quella confessione, neanche troppo esplicita ma che dice tantissimo dei personaggi. Dei loro sentimenti, della situazione in cui si trovano. Sherlock non può vivere senza John e viceversa. E questa volta non è un'idea vaga che scorre tra loro, questa volta è tangibile e come dici nell'ultima frase, basta l'idea che quel proiettile venga sparato davvero per cambiare le cose. Perché morire fa paura, ma non tanto quanto il pensiero di vivere senza John (per Sherlock). Insomma, una confessione atipica per loro. Ho visto scorrere fiumi di parole tra Sherlock e John e difficilmente mi imbatto in confessioni tanto scarne in termini di quantità di parole utilizzate. Mi piace anche questa versione, decisamente sì. Molto intuita, in parte lasciata all'interpretazione. Il finale è aperto, non chiarito del tutto come in molte tue storie e per quanto ami i finali definiti, mi ritrovo ad apprezzare anche questo.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
02/10/19, ore 08:52

Ciao, sono davvero incantata da questo tuo scritto. Conoscevo il prompt che hai usato perché lo avevo anch'io e ricordo che la primissima cosa che ho pensato è che non sarei mai riuscita a concentrare il prompt, che presumeva una trama complessa, dentro a una storia tutto sommato breve. Ci sei riuscita tu e alla grande anche. Con pochissime immagini ben calibrate, con le consuete tue frasi centrate in cui racconti un universo intero, sei riuscita perfettamente a stare dentro al prompt. Certo è poco dettagliato e la caratterizzazione dei personaggi è appena accennata, ma è una drabble ed è normale che sia così.

Più di tutto mi è piaciuta l'ambientazione, l'idea di collocare una Johnlock in Grecia mi era piaciuta moltissimo, sin dal principio e tu hai reso giustizia e infatti non sbagliavo nel dire che poteva uscirne qualcosa di ottimo. C'è un qualcosa di magico e antico, in questo luogo e tu sei riuscita perfettamente a rendere l'idea. Questo Sherlock annoiato che sotto a un fico legge un antico libro, uno Sherlock che però si annoia e la cui vacanza cambia radicalmente nel momento in cui una figura compare alla sua vista. Mi è piaciuta molto questa immagine di Sherlock rilasciato sotto a quell'albero che legge e si annoia, pareva un quadro. Ti soffermi molto su certi dettagli che fan venire i brividi come i capelli agitati dal vento, gli occhi grigi e la pelle pallida, ancora diafana nonostante il luogo in cui si trova (un piccolo accenno di caratterizzazione). Di Sherlock sappiamo che si sta annoiando, segno che quella vacanza non è propriamente tra le sue cose preferite in assoluto. Si intuisce che sia lì forzatamente (o magari lo intuisco io che conosco il prompt? Questo non lo si dire sinceramente) e si intuisce anche che le letture che fa, una al giorno, non bastano a tenere la sua mente sveglia e attiva. E qui arriva l'imprevisto, ciò che di sicuro nemmeno Sherlock si aspettava, ma noi un po' sì, ecco! Sherlock vede qualcuno, che tu ritrai come la visione di un Dio greco. O forse è l'ambientazione a darmi questa impressione. Non so, ma John Watson in occhiali da sole, fisico atletico e scolpito e pallone da rugby sotto al braccio, fa la sua sporca figura. Mi ha colpita e deve averlo fatto anche con Sherlock senza dubbio. Ecco, da questo momento non è ben chiaro cosa succeda. Non ci mostri niente né del primo scambio di parole né di questa conoscenza che si approfondisce, ci dici soltanto che c'è curiosità in entrambi e un certo interesse nemmeno troppo nascosto. Ci fai vedere soltanto questa stupenda immagine di loro due sul pontile, di notte sotto la luce della luna, a guardare le stelle. Mi è piaciuta molto, ecco. Così come l'intera drabble. Tanta ammirazione, perché questo prompt era tutto tranne che facilmente condensabile ma tu sei riuscita in questo alla perfezione.
Koa

Recensore Junior
02/10/19, ore 07:00
Cap. 2:

Bellissima. Appena l'ho iniziata pensavo che fosse la morte il filo rosso che rincorreva le tue parole. La ferita di John, il colpo che Mary assesta a Sherlock, la voglia di farla finita. Invece mi hai sorpreso, è stato come in uno dei miei romanzi preferiti, dove il protagonista punta la pistola alla tempia di chi vuole morire per fargli capire l'importanza del vivere. E così i nostri, dalla morte nasce la vita. E l'amore.
Brava! Sei cresciuta moltissimo. Complimenti,
Ty

Recensore Junior
30/09/19, ore 17:54

Volevo farti i complimenti per questa bellissima poesia d'amore che hai scritto, bravissima mi è piaciuta molto ❤️

Recensore Master
30/09/19, ore 15:30

Ciao cara! Come ti ho già detto, amo questa fic, trovo che sia pura poesia e, sebbene non ami le teen, tu qui hai fatto un lavoro eccellente, usando uno stile che è a dir poco perfetto.
Questo Sherlock così bello, quasi ultraterreno, come se fosse un'apparizione celestiale, con i suoi riccioli, la pelle diafana. E questo John, così giovane, attraente, atletico e disinvolto.
Ho adorato oni parola e non posso che farti tanto, tantissimi complimenti!
Un bacione
S.

Recensore Junior
29/09/19, ore 22:03

Mi piace come descrivi i capelli di Sherlock e ho amato il dettaglio degli occhi che guizzano sul libro. Certo che se proprio vogliamo parlarne, il costume color papavero di John ha il suo perché. Molto carina questa poesia, ha tutta la freschezza dell'estate e dell'adolescenza, mi ricorda molto una cartolina di un tempo lontano, una di quelle cose che sanno di sogni, speranze e ci riportano a un tempo andato. Anche la menzione alle stelle mi è piaciuta molto, cosi diversi, così simili i nostri beniamini.
Bel lavoro, come sempre.
Ty