Recensioni per
Intermission Riff
di Francois79

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Master
03/11/19, ore 13:43

Evvai!!!
Ho sbirciato nella tua pagina, finalmente ho trovato un altro tuo piccolo ma grande capolavoro.
Premetto che adoro leggere le storie che sono scritte principalmente con i dialoghi e nella tua ce n'è tantissimo!!! 🤗
È davvero spassosa. Mi ha divertito tanto, mi ha fatto ridere e a me piace ridere. Infatti sono sempre alla ricerca di storie divertenti.
Mi è piaciuto anche, che hai unito i due mondi: Oscar, un' aristocratica, che suona il piano in una locanda malfamata.
Come sempre sei stata bravissima. Spero quanto prima di leggere la prossima pubblicazione.
Ciao e buona domenica!
(Recensione modificata il 03/11/2019 - 08:33 pm)

Recensore Veterano
30/10/19, ore 21:51

Ciao! Storia davvero particolare e interessante.
Audace e insolito il tuo accostamento del jazz a questo episodio un po’ slice of life. Oscar che suona è sempre un’immagine stupenda, e riesco ad immaginarla mentre con la musica riesce a dare vita e colore a quello spettacolo spento e assai poco raffinato. Davvero un bel lavoro, ben sviluppato e con linguaggio disinvolto, ti faccio i miei complimenti! Ho letto questa storia con molto piacere!
A presto!

Recensore Master
28/10/19, ore 18:49

Cara Francois79,
C'è molta realtà in questa tua storia pazzerella. Forse erano ancora strumenti troppo preziosi per po-
terli dimenticare in qualche angusto e polveroso stanzino, ma già i pianoforti c' erano all' epoca, maga-
ri dotati di un aspetto meno vistoso rispetto a quelli odierni eppure c' erano. Chissà, magari anche
qualche melodia "simil-jazzistica" già si lasciava ascoltare qui e là. In fondo i lunghi viaggi, attraverso
culture enormemente diverse e distanti dalla propria, erano in voga più nel passato che al giorno d' oggi.
Parigi, poi, era una grande metropoli, incrocio e crogiolo di mille e mille espressioni umane.
Probabilmente ancora a venire erano gli spettacoli di quel tipo... ma, a dire la verità e fin dall' antichità,
gli spettacoli profani hanno sempre finito con l' assomigliarsi tutti. Per strada, in una fiera, forse al po-
sto delle donne, per decenza, ci sarebbero stati degli uomini travestiti, ma in un locale le cose avrebbe-
ro potuto funzionare diversamente. Spesso l' assurdo e la realtà vanno a braccetto.
Apprezzo molto questo tuo scritto. Stupendi i dialoghi di camerata! Sono sicura che ad Oscar sarebbe
enormemente piaciuto stare a quella tastiera. Lo avrebbe fatto sia per l' arte che per essere d' aiuto.
Encomio speciale a pari merito per la "comparsata" del duca de G. e per l' eloquio della tenutaria,
impareggiabile e "cucito a misura" sul personaggio.
Ti faccio i miei complimenti per tutto... tranne che per quelle tue immotivate ed erronee variazioni
del tempo verbale in vari punti del testo. Un vero peccato al cospetto di tanta tua vulcanica fantasia.
Un affettuoso saluto

Recensore Junior
28/10/19, ore 18:18

Ciao, penso sia un vero peccato che una storia così originale sia stata rovinata da così tanti errori sintattici.
La tua idea l’ho trovata originale, Oscar mi è piaciuta tantissimo, i soldati ed il loro modo di guardarla e ormai anche rispettarla, pure.
André mi è garbato un po’ meno, quello vero credo non si sarebbe fatto sfuggire particolari della loro vita fuori dalla caserma, ma del resto hai inserito nelle note il giusto e dovuto OOC. Tutto ci può stare.
Anche gli anacronismi sono giustificati dall’avvertimento “AU” però, perdonami, la sintassi andrebbe rivista.
Nei discorsi indiretti con il verbo della principale al passato anche nelle secondarie il verbo andrebbe coniugato ( tempo e modo ) nella sua forma corrispondente. Dimostrativi e avverbi di luogo e tempo dovrebbero essere accordati di conseguenza, l’aggiunta dei “due punti” non basta e non consente a chi scrive di mantenere “tempi e modi” immutati.
In generale, in molti punti dello scritto, la consecutio temporum finisce a gambe all’aria proprio come quelle delle signorine che si esibiscono a “La Bonne Nuit” 😂, addirittura una frase è priva di senso compiuto ( il periodo ipotetico non appare concluso) perché l’apodosi correlata alla subordinata condizionale è mancante.
Capisco che alcuni errori sono circoscritti a quella parte di testo dove sono i soldati rozzi e la “locandiera” ( infondo si tratta di una commedia! ) a parlare e che possano essere una scelta ben precisa e mirata dell’autrice, “piantata” d’uopo a sostegno della caratterizzazione particolare e propria di quei personaggi ( cioè quei personaggi non hanno frequentato scuole “alte”, errori, idiomi e parlata non aulica ci stanno tutti ) ma gli errori sintattici sono presenti anche nel narrato dell’autrice, cioè nella voce narrante.
L’uso di parole anacronistiche e allogene, che non contesto in sé visto che la storia è un AU, mescolate tra loro rende però il testo disomogeneo e poco coeso.
L’uso di un tropo come la metonimia ( mazzo di poker per mazzo di carte) e la sineddoche ( spartiti per musica ) è lodevole ma non sempre è esperimento riuscito.
La storia, a mio avviso manca di una sorta di coerenza di base ed intrinseca. Un AU ben scritto non può prescindere da scelte ben precise e non può essere “macchiato” da errori.

Mi sono permessa di andare a sbirciare anche altri tuoi scritti ed ho notato subito che essi non presentano affatto le stesse incongruenze ed errori, è quasi come se questa storia non fosse in character con l’autrice, voglio dire che hai già dato prova di saper scrivere meglio.
Un po’ mi spiace perché l’idea avrebbe meritato pieni voti ma l’esecuzione purtroppo non è impeccabile, gli errori sono tanti e troppo grossolani perché il mio feedback possa essere positivo.

Ciao, grazie
Fiammetta

Recensore Junior
28/10/19, ore 16:46

Ciao, ho appena finito di leggere questa tua shot e l’ho trovata molto originale. L’ho letta piacevolmente e sono arrivata alla fine senza nemmeno accorgermene. I discorsi dei soldati sono spassosi e talmente verosimili che mi sembrava di vedermeli davanti. Personaggi colti in pieno, atmosfera quasi surreale, un po’ sospesa e indefinibile, direi come un componimento jazz. La tua scrittura calza a pennello col tono della storia e scorre senza annoiare. Insomma una shot insolita e (forse proprio per questo) molto interessante, complimenti!

Recensore Veterano
27/10/19, ore 18:26

Per me la tua idea è stata assolutamente geniale. E alla fine della storia ho pensato "Ma santi manga giapponesi perché non hanno messo una scena del genere nell'anime insomma sarebbe stata un'idea divina". Molto bella i miei più sinceri e vividi complimenti!

Recensore Master
27/10/19, ore 14:48

André ha commesso una gran brutta leggerezza a rivelare il sesso di Oscar; però stavolta questa leggerezza può tornare utile all'ispezione.

Recensore Master
27/10/19, ore 11:58

Sembra di vederla questa Oscar, aggirarsi in quegli ambienti maledetti e crepuscolari con i quali lei nulla ha a che spartire.
I soldati hanno delle fattezze animalesche, bene che vada hanno un'avvenenza dozzinale; le donne che popolano questo girone infernale sono prostitute sporche che intrattengono plebei sporchi o nobili in cerca di distrazioni particolari; André, pure lui, si differenzia da questo mondo, ma dà meno nell'occhio.
Oscar va avanti, tenendosi stretto il suo passato e senza pensare al futuro, scrutando e tacendo, senza farsi scalfire da tanto squallore, ma senza giudicarlo o offenderlo. Alla fine, suona in quella bettola, aprendo una parentesi sospesa nel tempo, in cui marmaglia e diseredati hanno un momento di oblio e di benessere mentre lei fa danzare i tasti con la stessa disinvoltura con la quale intratteneva la Regina a Versailles o faceva roteare la spada.

Nuovo recensore
27/10/19, ore 11:13

Qualcuno ha detto jazz?
Questa dovevo leggerla subito, insomma.
Perché proprio intermission riff, mi chiedo?
Ho un debole per i soldati della guardia che cedono al fascino di Oscar, Alain prima di tutti, ovviamente.
Sono arrivata al finale con un vago senso di sospensione, (e con qualche dubbio sulla possibilità di far uscire suoni ascoltabili da un pianoforte -!!!- non accordato da molto tempo, data la descrizione decadente che ne fai, ma sui piccoli particolari si sta al gioco, no?) sembra quasi che la tua intenzione fosse quella di continuare, ma se così non fosse allora ti chiedo solo: e cosa succede subito dopo?
Buona domenica a te, grazie della storia!

Recensore Master
27/10/19, ore 05:39

Molto particolare.
Preambolo molto lungo sui mutati sentimenti dei soldati della guardia verso il Comandante, un poco vista come bella donna - con simpatia - molto vista come irragiungibile ed ipotetica proprietà di André che va a sapere se verrà mai reclamata.
Bel momento in cui Oscar si siede al piano e riesce a creare la giusta atmosfera un po' per tutti. Faccio fatica ad immaginare un pianoforte a coda ed un café chantant, ma questi sono dettagli che contano poco - ogni epoca poi ha avuto le sue canzoni ed il suo gusto, le sue canzoni popolari etc ...
A me è piaciuta molto.