Ho un sacco di tue storie da commentare e sono indietro su tutta la linea, ma voglio assolutamente cominciare da qui.
Prima di tutto perché non mi ero resa conto di quanto mi fosse mancato leggerti nel fandom, e poi per Chris, di cui ancora non mi capacito ora che è passata quasi una settimana, perché per me Chris era eterno e in un certo senso lo è, grazie a quel che ci ha lasciato.
Sicuramente se non fosse per il suo grande lavoro non mi sarebbe mai passato per la mente di scrivere fanfic e chissà se avrei mai deciso di condividere la mia scrittura, per cui anche io gli sono profondamente grata e credo che tu non potessi fargli miglior tributo, per cui davvero, Kan, grazie per aver deciso di postare questa storia in questa particolare occasione.
E ora la smetto con i miei panegirici tristi e veniamo alla storia in sé, che è così densa che as usual probabilmente dimenticherò molto di quel che voglio dirti, ma tanto so dove importunarti nel caso ;-)
Innanzitutto, io li adoro entrambi. Ma tantissimo.
Elros era una vita che volevo vederlo in questa fase della sua vita, ormai re da lungo tempo e con il suo difficile (eufemismo) passato alle spalle, e qui non ho trovato niente di meno rispetto a quello che avrei voluto leggere, anzi, molto di più. A parte che trovo di una tenerezza incredibile l'idea di Elros che non aveva idea che regnare potesse essere un compito tanto difficile e magari anche noioso, dopotutto mamma Elwing doveva affrontare tutt'altre questioni... Non so, ora voglio vedere Elros nei primi periodi di regno che si destreggia con tutte le complicazioni del caso *abbraccia Elros*.
E vederlo qui, mentre scorge i segni del tempo sul proprio primogenito e si chiede se non abbia fallito con lui è qualcosa che mi ha toccata profondamente. Sia percHé risuona corde profonde in me nel rapporto genitori/figli (ok, quello in realtà vale più per Vardamir, ma ci arriviamo) sia perché la sua reazione allo scorgere i primi segni della vecchiaia sul proprio figlio e chiedersi se non avrebbe dovuto farsi da parte prima... Te l'ho già detto in altra sede, lo so, ma mi ha fatto davvero fangirlare. Perché per quanto qui i Numenoreani siano in pace con la loro condizione e accettino di buon grado il Dono dell'Uno certi sentimenti sono lì, covano soltanto sotto la cenere. È bellissimo vedere come semplicemente basta soffiare perché la fiamma divampi, non è questione di ehi, ma che gli è preso a un certo punto a quelli che non erano più contenti di tanto ben di Eru? E davvero, è meraviglioso.
Per non parlare poi delle riflessioni a proposito della mortalità, che ho sentito vicinissime e penso sarebbero le stesse mie in una situazione simile. Quindi sì, faccio tanto rumore ma poi alla fine starei a pregare con i Fedeli :P ma ok, venendo a cose serie, vedere come Elros si riferisce al proprio padre mi fa salire un magone assurdo, e forse me lo fa salire ancora di più il fatto che riesca a capire di dover lasciare libero il proprio figlio rievocando il pensiero di Feanaro. Eh sì, Elros, tu li hai vissuti sulla tua pelle i frutti di un padre ingombrante in tutto, anche nel farsi amare.
In tutto questo poi c'è Vardamir, Vardamir che mi trasmette una dolcezza e una tranquillità adorabili e la cui posizione capisco perfettamente. Dopotutto, lui ha sempre regnato al fianco del padre, non sente la necessità di avere in mano il potere. E potrei discutere a lungo anche su questo, ma continuo a virare sul personale e non è quello che voglio. In ogni caso, il modo in cui si pone con il padre e il rapporto che li lega mi fa una tenerezza assurda, e quel luccichio nei suoi occhi alla fine mi ha riempito il cuore, di qualsiasi cosa si tratti.
Ah, e in tutto questo le due mani così vicine e in cui si iniziano a cogliere i segni del tempo sono forse un piccolo dettaglio, ma è qualcosa che mi ha colpita profondamente e che continua a tornarmi in mente deltutto random qualsiasi cosa io stia facendo, per cui anche qui, direi che hai centrato il punto XD
Che poi, direi che questa è una storia fatta di dettagli, penso a Elros che guarda verso il Meneltarma e nel leggere la si può vedere, questa Numenor ai suoi albori, così pacifica e rigogliosa e grata di quel che ha e consapevole di quel che significa mortalità...
Ma ok, sto divagando tantissimo e come sempre penso di essermi persa pezzi per strada. Provo comunque a chiudere qui, ringraziandoti ancora per questa storia e per tutto.
A presto per altre vie
Mel |