Recensioni per
Vodka,Unleashed
di halcyonalex

Questa storia ha ottenuto 148 recensioni.
Positive : 148
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
13/01/21, ore 19:23

Ho tracannato questa storia.

Bella. Bellissima!

Guarda, io sono dell'idea che la società americana abbia qualcosa di marcio dentro, perchè se tutte le persone bullizzate dovessero reagire in quel modo, allora ci sarebbero stragi in tutte le scuole del mondo, ogni giorno. E no, non c'entra nulla il fatto che le armi si possano comprare anche al supermercato, perchè per far del male a qualcuno basta anche una forbice. Parlo da persona bullizzata, mai in nessun caso mi ha sfiorato l'idea di fare una strage, anche se sì, più volte nella lettura ho pensato che in fondo quando i buoni e i remissivi si stufano sono guai per tutti. Del resto, come si dice, Dio, salvami dall'ira di un uomo tranquillo.

Questa è una storia davvero triste, mi dispiace sia per le vittime che per i carnefici(definizioni intercambiabili, in questo caso.)

Recensore Master
24/03/20, ore 12:33

Ciao!
Questo ragazzo fa tanto per sentirsi normale e per tirarsi su, allora si guarda attorno e vede che gli altri hanno tutto ciò di cui lui ha bisogno. Gli altri hanno un sacco di affetti, lui niente. Lui andava bene a scuola, si comportava da bravo ragazzo, in teoria sono aspetti che seppure non aiutano a farsi degli amici, *come minimo* rendono i genitori fieri dei loro figlli, invece a lui nemmeno quella fortuna. Chissà come si sentiva sbagliato. Sai quante volte mi è capitato di pensare che i miei sogni si avverano agli altri, chissà quante persone prima o poi finiscono per avere pensieri simili, solo che io ho l'amore dei miei, l'affetto di tanti amici, se mi trovassi al posto di quel ragazzo, con pensieri sempre più deprimenti in un contesto in cui per quanto ti impengi non riesci a migliroare niente della tua vita, anzi va sempre più di merda, sarebbe pesante da sopportare. 
In un ragazzo come lo conosciamo in questo primo capitolo, forse quel suo essere gentile, bravo, ecc. è questo suo essere non stronzo che i bulli hanno scambiato per debolezza, il motivo per cui vedono in lui della frociaggine che non esiste.
La vita da adolescenti è dura, in America la popolarità/inclusione e l'impopolarità/esclusione sono esasperate. Capita già qui, in piccoli gruppi, che si vengano a creare delle dinamiche capaci di far soffrire Tizio o Caio, lì dev'essere peggio.

Ma sai che per tanti anni non ho capito il concetto di "popolarità"? Ero già al terzo anno di università, ne parlavamo in psicologia dello sviluppo e io non riuscivo a capire quel concetto che per me è assurdo, ovviamente mi vergognavo di chiedere alla prof, avrebbe pensato che bisogna essere imbecilli per avere una certa età e non riuscire a comprendere certe dinamiche. Capisco le simpatie, le preferenze, ma avere qualcuno come modello da seguire perché benvoluto da tutti in quanto è più bravo, più bello, più... "più" appunto, mah! Come si arriva a simili livelli di accettazione per pochi e contemporaneamente a simili livelli di esclusione e derisione per altri?

Questo ragazzo aveva bisogno di empatia e affetto.  

Recensore Master
16/03/20, ore 17:27

Ciao carissima, piacere di conoscerti.
Girando per i meandri del sito ho trovato questa tua storia, che mi ha subito incuriosito.
Quello che riproduci con tanta incisività sono sicuramente i pensieri di un "disadattato", ma disadattato rispetto a cosa? A gente massificata, ignorante, che lo maltratta perché lo crede "frocio", quindi gente superficiale, che si ferma alle apparenze, che giudica senza conoscere.
Dall'altra parte abbiamo un ragazzo chiuso, taciturno, autolesionista, che viene emarginato, ma forse anche si autoemargina. Nelle sue parole traspaiono da una parte il disprezzo per i coetanei, ma dall'altra anche un senso di nostralgia struggente per cose che il protagonista sa di non poter avere, come affetto o addirittura amore.
Questo primo capitolo è decisamente interessante, leggerò sicuramente anche gli altri.
Ciao e a presto!

Recensore Master
14/03/20, ore 02:34

Ciao^^
Eccomi a recensire anche qui.
Mi stupisce sempre la tua capacità di entrare in empatia col personaggio di Dylan, che sembra letteralmente rivivere attraverso le tue parole: è un ragazzo che dentro di sé ha un abisso di sofferenza inespressa, che grida la sua ribellione a pagine che nessuno leggerà (il suo diario) e alle braccia martoriate dai tagli, e guarda con distacco la gente che lo circonda, che non sembra comprenderlo e lo accusa di essere causa della sua stessa depressione. Della serie, facile lavarsene le mani così, facile tapparsi le orecchie ed essere indifferenti a ogni richiesta d'aiuto.
Nonostante lo stile quasi ermetico (o forse proprio per questo), la sofferenza di Dylan si percepisce a ogni riga.
Complimenti, rileggerò e ricommenterò volentieri tutto quanto, che qui c'è più spazio per le riflessioni.